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ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE ROMANA 6-10-2015

Tempio B dell'area sacra dell’Argentina: tempio a tholos che viene a posi vicino al tempio C di Giuturna.

Fu votato in occasione di una battaglia per cui le costruzioni si fanno senza l'autorizzazione del senato in

situazioni di emergenza. Fu il tempio votato da Lutazio Catulo; l'importanza di questo tempio e’ Data dalla

commistione di materiali (aspetti italici che si fondono con aspetti ellenistici, le colonne poggiano su un alto

podio, e non su un crepidoma + è una tholos orientata nella parte anteriore contraddicendo l'equivalenza nel

tempio di Ercole Victor). È stata qui ritrovata anche la statua di culto(solo la testa è alta più di 3 metri;

l’ACROLITO è una statua di dimensioni gigantesche costruita in più materiali-> le estremità sono di

marmo, così come lo sono la testa, le mani e piedi. Esistono fin dall'età arcaica, è una tecnica fatta per

alleggerire il peso di grandi simulacri con il corpo generalmente il legno, rivestito di stucco e stoffa e con le

estremità in marmo). E’ di Formazione fortemente classicista (bottega di scultori attici che opera sia per il

mercato greco che romano, committenza itinerante; si riprendono formule di V sec ma con dettagli nuovi, es

il tratto coloristico dei capelli e il taglio dei capelli. È in marmo pentelico, usato non solo per la statua di

culto ma anche per elementi architettonici: il tempio aveva un fregio con girali di acanto in marmo pentelico

(pregiato e importato). Molto interessanti sono i capitelli del tempio della Fortuna Huiusce diei, sono in

travertino, sono capitelli corinzi, di tipo abbastanza raro, dalle foglie rissale un’altra, a “DOPPIO

CAULICOLO” in materiale povero. Si ricorda poi il tempio di HERCULES VICTOR (noto oggi come

tempio di Vesta): il tetto originale era conico e più alto. Sorge nell'area vicino al foro Boario, è costruito

interamente in marmo così come lo è il muro della cella. È dedicato da un grande esportatore, un Mercator

originario di Tivoli (testimonianza di Aulo Gellio). È costruito in marmo pentelico, i capitelli sono corinzi e

la cella in marmo. Non vi è una gradinata di accesso, i capitelli sono forse stati importati dall’Attica, sono di

qualità estremamente alta e contrasta con quelli in uso a Roma. Dalle testimonianze letterarie si ricorda un

architetto che costruisce il tempio di HONOS E VIRTUS da parte di Mario in occasione della stessa battaglia

di Vercelli festeggiata dal collega Catulo. Era un tempio periptero di cui però non è rimasto nulla.

Roma si sta aprendo alle grandi città dell’Egeo e la grande città in terracotta e tufo appare troppo semplice

per cui si cerca di dare a Roma un aspetto più prestigioso di stampo ellenistico. Vi è ancora però grande

circolazione del tufo; accanto ai capitelli corinzi restano in questa fase ancora una pluralità di linguaggi: non

lontano dal foro boario sorge alla metà del II sec il TEMPIO DI SPES, compare l'ordine dorico, il più

vicino al tempio tuscano per la sua semplicità. È un momento di sperimentazione e apertura verso l'esterno.

Si risponde al canone di Ermogene, architetto ellenistico (erige il Tempio di Artemide Leucrofine a

Magnesia). Esistono però con i romani grandi differenze di proporzioni (più tozzo, massiccio). Esistono

anche grandi architetti di tradizione e formazione romana (esiste una scuola di architettura dove si

sperimentano nuove tecnologie innovative, e con la costruzione di macchine: nell’ambito militare, che si

accompagnerà anche all’attivita’ estrattiva del marmo). I romani non si limitavano a costruzioni di utilità

pubblica come gli acquedotti, ma ad un architetto romano Decimo Cossutio fu affidata anche la Costruzione

del tempio di Zeus ad Atene. Plinio nel libro 36 ricorda la costruzione dell’architetto Valerius, un

personaggio che aveva militato tra i Fabi. A queste attività di architetti legati all'esercito si ricorda anche il

grande archivio di stato di Roma attribuito ancora una volta Quinto Lutazio Catulo che ha al suo interno

delle volte a crociera e che regolarizza il fondale. Questo fiore dell'architettura romana nel II sec si deve a

una peculiare situazione economica: è un successivo alle leggi agrarie dei gracchi (esercito volontario con un

processo di inurbamento). Grande sviluppo di Ostia dove si accumulano le derrate alimentari da distribuire

alle città. Realizzazione dei grandi latifondi nel Lazio meridionale e Campania + espansione dei commerci

che arricchiscono i piccoli centri del Lazio e reinvestono sia nel. A ristrutturazione dei centri cittadini che dei

santuari. Tutto ciò è dovuto a una espansione e crescita agraria, e all'apertura commerciale verso l’Egeo

(anfora Dressel 1 e anfora Lamboglia 2). Ciò comporta anche una ripresa architettonica dei centri cittadini e

dei santuari ellenistici: queste città del Lazio fondano il loro boom economico su una commercializzazione di

olio e di vino dei grandi propriateri che sono però anche degli affaristi: commissionando questi centri,

mettono in atto un giro economico che li favorisce: esso sono anche proprietari di FORNACI che forniranno

i materiali per la ristrutturazione di queste opere architettoniche. SANTUARIO DI GABII nei pressi di

Roma: la comunità di GABII entra precocemente in relazione con Roma già in età regia (FOEDUS

GABINUM): è una sorta di centro suburbano di Roma, la cui parte abitativa subisce un forte declino nel I

sed a.C. Ma il santuario avrà una lunga vita fino all'età imperiale (uno dei casi di sopravvivenza del luogo di

culto rispetto al centro abitato). Era in una posizione che lo collegava alla città, era un santuario urbano.

Indizi di una attività religiosa derivano già dal VI sec, con la fondazione di un bosco sacro, molto caro alla

tradizione italica e non ignoto al mondo ellenistico. Gli scavi condotti a GABII mostrano una flessione della

frequentazione del santuario nel IV, con ripresa verso fine secolo cui si aggiunge il ritrovamento di numerosi

ARCHEOLOGIA E ARTE ROMANA 7-10-2015

Complesso meglio noto e studiato: SANTUARIO DI PALESTRINA o PRENESTE-> ha diversi problemi,

il primo riguarda la cronologia, poi l'identificazione dei luoghi di culto e il significato dell'edificio in

rapporto al linguaggio dell'architettura del periodo. G.Bullini propone una datazione del santuario all'eta

sillana, che però non può essere accettata. Si pone infatti negli anni finali del II sec a.C. (Fase ulteriore

rispetto a GABII e FREGELLE), e ciò è mostrato anche dall'impiego dell'opera cementizia. Importante per la

definizione della cronologia, è stato uno stadio epigrafico con De Grassi che ha esaminato alcune iscrizioni

sul santuario che si riferiscono tutte a membri dell'aristocrazia locale che poi scompare. Silla aveva fatto

piazza pulita dell’elite di Palestrina per aver appoggiato Mario. È collocato sulle pendici della città ed è

costituito da 7 terrazze; nell’area che corrisponde alla piazza del Duomo di Palestrina gli scavi rinvenirono

un mosaico con scene del Nilo (mosaico nilotico), è un prodotto di maestranza ellenistica, realizzato con la

tecnica dell’OPUS VERNICOLATUM, un prodotto formale di grande abilità tecnica e stilistica. Fu

identificato con un pavimento di cui parla Plinio (un Litostroton fatto fare da Silla nel tempio di Palestrina).

Tutta l'area inferiore fu considerata parte del santuario, ma osserva Cuarelli che il termine Litostroton non è

appropriato per definire un mosaico, bensì TESSELATUM (il Litostroton indica un pavimento fatto con

grossi pezzi di marmo. Quello inferiore pertanto non è un santuario ma, come si evince dalle iscrizioni, un

ERARIUM, cioè il tesoro della città, come testimonia un passo di Vitruvio che dà indicazioni per costruire

un foro in maniera corretta (è una costruzione pertinente all’ambito forense). Il termine TESAURUS indica

l'erario per cui bisogna scindere gli edifici della parte inferiore che sono pertinenti a uno spazio pubblico

della città e non fanno parte dell'area sacra della città, collocata invece nell'area superiore. Il santuario è

costruito su terrazze in altezza: si ha un sistema con un forte e imporne te basamento che mostra una tecnica

di costruzione in grandi blocchi per reggere il peso di tutta la colonna, è in opera poligunale?. Da un effetto

di imponenza alla costruzione. Si hanno finte apertura che non danno accesso al tempio(eè senza tholos) cui

si perviene solo attraverso le due aperture laterali. Si hanno poi delle fontane, usate nei luoghi di culto del

mondo greco romano. Vi è poi un sistema di rampe: è una rampa duplice con una parte coperta è un percorso

scoperto destinata agli animali del sacrificio. Questo portico mostra anche delle innovazioni architettoniche: i

capitelli hanno un andamento obliquo, seguono l’inclinazione della rampa. La terrazza degli emicicli è il

luogo dell'oracolo a cui si accede solo in alcuni giorni dell'anno e richiede una selezione dei frequentatori.

Portici alternati a semi colonne hanno una funzione commerciale; la terrazza tra portici e semi colonne è

funzionale all'uso corrente del santuario, la scala sale poi a una terrazza superiore; qui vi è un doppio portico

che cinge su tre lati la terrazza, ma il lato di fondo del portico ospita una scala e nella parete di fondo

nasconde una cavea posta al piano superiore. È uno spazio semicircolare per accogliere frequentatori in

particolari occasioni rituali. In cima alla cavea vi è una PORTICUS, ovvero un PORTICUS in summa cavea.

Dietro a questa PORTICUS vi è una scala che dà accesso alla tholos di cui restano solo le fondazioni e

costituisce il vero e proprio luogo di culto. Cuarelli ha identificato nella terrazza degli Emicicli? Una

costruzione progettata in relazione a un modulo costituito dalla distanza del pozzo a quella della scala (50

piedi).

Si trattava di un pozzo molto antico e pre esistente al santuario, come mostra la tecnica edilizia: era molto

profondo, 7 metri e mezzo e presenta nel tratto inferiore un rivestimento in opera quadrata e sopra ad esso un

bordo che segnava quella che doveva essere la terminazione del pozzo nella prima fase. Al di sopra vi è una

sezione realizzata in opera incerta, un rivestimento in piccoli blocchi che non hanno ancora una facciata

regolare. Al di sopra vi è una sopra elevazione che corrisponde al rifacimento del santuario nel II sec: un

rivestimento cementizio e un coronamento; parapetto terminato con un fregio dorico e al di sopra di questo

parapetto ci dovevano essere delle colonne di ordine corinzio (7 in tutto che mostrano nel fusto la presenza di

f

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
23 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fred10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Faedo Lucia.