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ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE DEL VICINO ORIENTE ANTICO
1° LEZIONE
La Bibbia può essere definita come una saga familiare, che si conclude con la conquista della Terra
Santa. Il primo esodo da parte degli ebrei parte dalla città di Ur (Mesopotamia), e può essere
definito come un partire per non tornare più indietro.
Durante questo viaggio, la Bibbia cita un gran numero di popoli incontrati durante il tragitto dagli
ebrei; questo ci ha permesso di ricostruire in maniera topografica la geografia di quei luoghi, e non
solo della Palestina ma anche dei popoli delle zone desertiche, sud-arabiche.
Il capostipite delle popolazioni sud-arabiche è ISMAELE (ele = Dio), figlio di Abramo e della
schiava egiziana Agar (schiava della moglie di Abramo, Sara, dal quale a un altro figlio, ISACCO).
Da Ismaele e la sua lunga discendenza vennero create numerose tribù (nomadi), che unite andarono
ad occupare le zone della penisola sud-arabica.
Sono archeologicamente attestate, attraverso delle vie carovaniere, dei rapporti di natura
commerciale tra la Palestina e la penisola sud-arabica.
Attraverso le citazioni di alcune città, tipo l’Assiria, riusciamo a risalire ad una cronologia della
Bibbia, forse scritta nel VII sec. a.C.
ABRAMO = I patriarca che si sposta in Mesopotamia
GIACOBBE = II patriarca che si sposta nelle zone della Palestina settentrionale.
Si parla per la Bibbia di una tradizione scritta derivata da una più antica tradizione orale che nel
tempo acquisisce una valenza storica.
Trai i siti iniziali visitati dai patriarchi durante le migrazioni non viene mai citata Gerusalemme.
Sikel, Betel, Ehdom, sono tutte città che si trovano al nord della Palestina.
L’archeologia biblica è iniziata grosso modo nell’ 1800 e continua tutt’ora; si è occupata
principalmente di individuare e ricostruire topograficamente la geografia di quei luoghi attraverso i
racconti, le citazioni e i confronti tra Bibbia e prove archeologiche.
La narrazione dell’Esodo è la parte centrale della storia di Israele.
L’antefatto dell’esodo è la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai fratelli.
L’esodo dall’Egitto è archeologicamente verosimile sia per i luoghi citati sia per i rapporti intercorsi
tra egiziani ed ebrei. 1
La Terra di Canaan viene rappresentata come una regione che ospitava numerose città fortificate.
Durante l’esodo Mosè quando arriva di fronte la Terra di Canaan rimane stupito, si spaventa alla
vista di queste città fortificate. Si pensa di ritornare indietro in quanto Mosè era contrario ad
impegnarsi in una guerra vera e propria per la conquista di Canaan; continueranno a vagare fino a
che decideranno di stanziarsi proprio ai confini della Terra di Canaan.
Alla morte di Mosè, la guida del popolo viene presa da GIOSUE’, inteso come un vero capo
militare.
Gli IXSOS (letteralmente “popoli pastori”), definiti così dagli egiziani, sono un popolo di origine
asiatica che prendono in Egitto il posto del faraone e governano l’Egitto per circa 80 anni, dal 1670
al 1570 a.C.
In realtà gli Ixsos molto probabilmente erano una popolazione che occupavano già da tempo alcuni
territori dell’Egitto, e non sono quini arrivati da lontano, ma approfittarono solo di un periodo di
crisi dinastica occuparono il trono d’Egitto.
Proprio durante questo periodo numerose città della Palestina si ingrandiscono e si fortificano.
Si pensa che Gerusalemme sia stata fondata proprio dal Ixsos quando nel 1570, durante la XVIII
dinastia, vennero cacciati dal trono d’Egitto.
La Bibbia ci dice che la costruzione del Tempio di Gerusalemme è avvenuta durante il Regno di Re
Salomone (X sec. a.C.); dice anche che è avvenuta circa 480 anni dopo l’Esodo, circoscrivendo
quindi cronologicamente l’esodo più o meno nel 1440 a.C.
Nel 1320 a.C. inizia in Egitto il periodo di regno della dinastia dei Ramses; in una stele risalente al
periodo di Ramses II, si parla di rapporti intercorsi tra l’Egitto e Israele (1200 a.C. circa).
Dal punto di vista archeologico non esistono prove della popolazione degli Ixsos dopo la cacciata
dall’Egitto.
Per l’esodo la Bibbia parla di un faraone in generale, senza citarne il nome.
Tra il VII ed VI sec. a.C. la presenza egiziana nella Terra di Canaan è ancora molto forte. Durante
questo periodo vennero intraprese numerose opere pubbliche; serviva quindi numerosa
manovalanza, recuperata anche dalle popolazioni vicine.
Il regno del sovrano GIOSIA, Re di Giuda con capitale in Gerusalemme, va dal 639 al 609 a.C.
(VII a.C.).
La terra promessa da conquistare rimane sempre il Regno di Canaan, si tratta di una conquista
militare.
Nella Bibbia vengono citate numerose città oggi quasi tutte scavate e individuate
archeologicamente. Ci sono città come HAZZOR, GERICO, LACHISCH, AI etc.; ma in tutte
queste città, in relazione ai periodi nominati dalla Bibbia, non sono state riscontrate distruzioni.
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conquista di queste città da parte di GIOSUE’, che si rivela essere un
Continua parlando della
ottimo stratega militare.
Tutte le città cananaiche, autonome ognuna con un proprio sovrano, spaventate dalle conquiste di
Giosuè, decidono di unirsi per combattere il nemico comune.
Nelle città di Hazzor, Lachish, il sistema difensivo non veniva più utilizzato perché si sentivano
sicuri di non dover subire nessuna invasione. Sicurezza data dalla presenza egiziana nel loro
territorio. Prova di ciò è l’aver trovato resti di Templi in zone prossime alle mura o per sino
all’interno del fossato del terrapieno della città di Lachisc.
La bibbia però non cita mai la presenza degli egiziani nella terra di Canaan, ma gli cita solo come
presenti in Egitto. Da parte loro, non ci sono fonti egiziane che ci parlano di scontri tra le
popolazioni ebraiche.
Lo studioso ALBRIGHT, padre dell’archeologia biblica in Palestina, ha trovato delle tracce di
Bronzo Tardo e l’inizio
distruzione relative ai centri minori risalenti al periodo tra la fine dell’età
dell’età Ferro.
2° LEZIONE
La Bibbia parla delle prime popolazioni ebraiche dividendole in 12 tribù, dai 12 figli di Giacobbe i
quali danno il nome alle 12 tribù, meglio definirle con clan familiari, ognuna dei quali occupa uno
spazio ben definito, e si stanziano lungo il confine della Terra di Canaan. Esse non possono essere
fatte risalire al XII sec. come prescrive al Bibbia, ma più probabilmente in base ai ritrovamenti
archeologici al VII a.C.
Nella Bibbia lo stesso episodio viene molto spesso ripetuto e raccontato in modo diverso; questo è
un chiaro sintomo di discrepanza, del fatto che la Bibbia è stata redatta da più mani diverse.
I FILISTEI compaiono non prima del XII sec. a.C., e quindi prima delle tribù ebraiche, infatti erano
i loro territori che bisognava conquistare da parte degli ebrei; il riferimento alle storie di SANSONE
(forse una leggenda) ci permette comunque di capire che tra le varie tribù ci erano delle
concordanze, Sansone infatti sposa una donna di una tribù differente dalla sua.
La Bibbia, subito dopo aver parlato della spartizione dei territori nei vari figli di Giacobbe, passa
subito a parlare dei Filistei, che vanno ad occupare una zona sia costiera che più interna. La Bibbia
è l’unica fonte che parla dei Filistei in maniera approfondita: dice infatti di costituirsi di 5 territori,
la cosiddetta PENTAPOLI Filistea. Solo alcuni di questi 5 territori sono stati oggi
archeologicamente identificati, ed erano Gaza, Gat, Haccaron (Ekron), Ascalon, Ashdod, posti tutti
vicino la costa tra XII e XI sec..
Gli dei adorati dai Filistei erano: Dagon, Baal Zebù (Belzebù, da Baal = signore), e sono tutte
divinità di origine semitica. 3
I Filistei erano socialmente più sviluppati, con luoghi di culto e palazzi amministrativi di un
governo centrale. Sono loro identificati come popolo del mare. Si integrano molto bene nel contesto
culturale cananaaico nonostante una cultura differente. Essi erano gestiti politicamente non da un
sovrano, ma da un governatore, i Giudici.
I vari centri avevano una cultura materiale differente che ci testimonia che comunque essi non erano
accumunati, almeno per l’inizio, successivamente l’unione avviene tramite la religione, tramite il
monoteismo, con tutti i villaggi che venerano un singolo e stesso Dio.
Gli ebrei presenti nella Terra di Canaan erano perennemente in lotta per la sopravvivenza del
proprio territorio, e soprattutto perché erano gli unici ad avere una religione monoteistica, e
cercavano quindi di tutelarla.
Queste nuove 12 tribù, della quale non abbiamo certezze archeologiche circa il loro effettivo
numero, si trovarono ad affrontare la loro nuova vita da sedentari in un territorio diverso dal punto
di vista climatico e alimentare. Passano infatti dalla esclusiva pastorizia all’agricoltura e
all’allevamento.
Alcune fonti egiziane fanno menzione di questi gruppi diversi di popolazioni che si trovavano lungo
i confini della Terra di Canaan. Sono gruppi autonomi, ognuno con un nome diverso, al quale viene
assegnato un ruolo ben preciso tipo ABIRU, letteralmente Fuoriusciti, Fuggiaschi, gente che aveva
abbandonato la propria città; oppure SHOSU, letteralmente Pastori, Nomadi, che compivano azioni
di disturbo, descritta come una popolazione molto rozza, dalla qualità della vita molto bassa.
Il monoteismo ebraico è una condizione eccezionale in riferimento al tempo in cui essa nasce, dove
era ancora praticato dappertutto il politeismo. Solo nell’Egitto del XIII sec. a.C., con il faraone
Amenofi I, poi divenuto AKENATON, si cercò di unificare sotto un unico Dio, ATON appunto, la
religione. Durò comunque molto poco, alla morte del faraone si passò di nuovo al politeismo, ma
questo fatto è oggi inteso come il primo precedente di una religione monoteistica, prima
dell’ebraismo.
Archeologicamente parlando, nel passaggio dall’età del Bronzo a quella del Ferro, tra il 1200 ed il
1000 a.C., si è notato un proliferarsi di piccoli centri tutti vicini, collocati sulle sommità delle
colline, ma anche nelle vallate, e comunque in prossimità delle zone desertiche, lontano dalle città.
In queste zone si poteva accedere a piccoli corsi d’acqua e si poteva quindi praticare sia
l’agricoltura che la pastorizia.
Dagli scavi è venuto fuori che mancano completamente armi e fortificazioni, questa ha riprova del
fatto che vivevano comunque tutte in un comunità tra di loro, in situazioni di completa pace e non
avevano paura di attacchi esterni.
Mancavano anche gli edifici pubblici, edifici centrali di governo, sintomo di un livellamento
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