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CIRENE SONO COLONIE SPARTANE.
La Lakaina è un vaso tipico laconico, con le anse in prossimità del piede.
A Sparta nasce lo stile a figure nere, rielaborando i principi della ceramica corinzia (incisione con il
bulino).
Il PITTORE DEI PESCI predilige le coppe che gli permettono di avere spazio per la decorazione,
con figure sobrie. Usa sul fondo una rosetta a fondo risparmiato con intorno dei tonni che appaiono
anche fuori dal vaso.
Il PITTORE DI ARKESILAS, non raffigura scene di carattere mitologico, ma realistico.
In una coppa ritrovata a Vulci, Arkesilaos II, re di Cirene, in una nave, assiste a una scena di
pesatura di una sostanza, al suo imballaggio e all’impilaggio dei sacchi nella stiva. Capiamo che è
Arkesilaos perché ritroviamo animali africani. Questa è la prima raffigurazione di una bilancia a
piatti. Si sta pesando il silfio, un’erba che cresceva solo sulla costa cirenaica in un’estensione di
terreno di 200 km. Nell’antichità essa era l’erba più cara perché aveva proprietà mediche (anche
funzione abortiva), alimentari e igieniche.
CERAMICA ATTICA 600-525 a.C.
Allievo di Nexhos, quello che ha dipinto il piatto
della gorgone, prende in prestito il mito e lo usa
per la scena principale su un Dinos (una specie
di cratere, utilizzato come vaso da banchetto
per miscelare acqua e vino, di dimensioni
monumentali).
I registri decorativi ripetono teorie zoomorfe, di
animali reali o fantastici. Es. Sirene, sfingi,
cervi, pantere, cinghiali. L’unica interruzione
prevede elementi fitomorfi, di piante. Catene di
fiori di loto intrecciate a palmette.
Sul terzo registro, c’è la scena di Perseo che ha tagliato la testa di Medusa e viene inseguito dalle
sorelle. Ci sono anche due opliti con il palafreniere, insieme ad Hermes e Atena.
La ceramica attica è monumentale, si
tratta dunque di megalografia.
Anfora a pannelli, realizzata nei primi
decenni del VI secolo. Ha un unico
riquadro metopale, come le
decorazioni del tempio dorico. Questo
tipo di decorazione si interrompe nel
VI secolo.
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Il pittore di Sophilos, mostra attenzione ai particolari, usando figure piccole. Predilige scene di
nozze (come quelle di Peleo e Teti), ma soprattutto si firma sul vaso.
Ci sono specializzazioni che li riconoscono come artisti e diventano ricchi, tanto da poter fare delle
offerte sull’acropoli.
Giochi funebri in onore di Patroclo, unico personaggio riconoscibile, indicato sugli spalti in legno.
In quest’epoca inizia l’interesse per la psicologia dei personaggi.
Atene è specializzata nella decorazione di coppe.
Il primo gruppo di Siana cups, ha un bacino profondo, capiente e bombato con orlo alto ed
estroverso.
I decoratori decorano all’esterno scene che si estendono sul corpo e sull’orlo. Una delle scene più
riconoscibili è quella dell’agguato di Achille a Troilo, riconosciamo la presenza di una fontana (testa
di leone dalla quale esce l’acqua e cade in un bacile).
Il cratere François, a volute, rinvenuto in Etruria a Chiusi, a Fonte Rotella. È firmato dal vasaio
Ergotimos e dal decoratore Kleitios. È una specie di brochure utilizzata per sponsorizzare i vari
prodotti dell’officina. Ha dimensioni monumentali per poter contenere più forme possibili.
In alto vediamo una barca, con un uomo disteso che bacia la terra, un altro che è appena sceso,
poi si vedono fanciulle e fanciulli che si prendono per mano. Nel viaggio di ritorno si fermano nel
santuadio di Apollo a Delo e fanno una danza detta “del labirinto”, simile al movimento di una gru.
Camminano facendo un labirinto e non una linea diritta. È un esempio di centauromachia.
Il dio zoppo è Efesto, che è stato rintegrato e torna sull’Olimpo in groppa ad un mulo 25-10-2016
Tra il 530-535 a.C. si ha il passaggio tra figure nere e figure rosse.
Uno degli ultimi esponenti delle figure nere è Exechias, dava importanza all’uomo, non prediligono
l’eroe, ma soprattutto in Exechias si ha interesse della psicologia del personaggio ricorrendo a
particolari nello spazio. Vaso suicidio di Aiace e anche quello
con Achille e Aiace che giocano a dadi.
Figure rosse maggiore espressività.
Un altro grande pilastro, che sperimenta e avvia tecnica a
figure rosse è Euphronios. Si risolve il problema diffondendo
nel frattempo la figura che si muove nello spazio,
Oltos sperimenta nuove forme, ad esempio lo Psykter, una
specie di anfora rovesciata, e anfora a comparto. Si ha
incremento delle opere d’arte sempre più perfezionate.
L’Hydria di Vivenzio del pittore di Kleophrades (480 a.C.) è
un’opera rinvenuta a Vivenzio in una necropoli vicino a
Napoli, opera però delocalizzata. È opera di un grande
pittore attico, Kleophrades che descrive la II spedizione della
Guerra di Troia. Descrive un greco, nella scena centrale, che sta per uccidere il re (Priamo) che ha
sul grembo il corpo del figlioletto morto (Astianatte). In questo momento la Grecia sta perdendo i
propri figli nella guerra contro i Persiani (prima con Dario e poi?). Il messaggio del vaso va
contestualizzato nel periodo in cui esso è stato prodotto, è la denuncia della guerra.
480 a.C. è la data della battaglia di Salamina, vittoria navale del popolo greco sui Persiani. 323 è
morto Alessandro Magno, inizia un altro periodo, quello ellenistico.
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PERIODO SEVERO (480-450 a.C.), molti negano l’esistenza di questo periodo transizionale, è un
periodo che dura circa 30 anni, periodo del dopoguerra, di grande fermento (edilizio, economico,
sociale ecc,) è un periodo molto fiorente. Il nome fu coniato recentemente con eccezione negativa,
per una traduzione impropria su ciò che gli autori latini dicevano in questo periodo (AUSTERO).
Venne ripreso da Vinkelmann, che risvegliò l’interesse verso il mondo greco. Per Vinklemann la
storia dell’arte ha evoluzione, che arriva al periodo classico, per poi ripiombare in un periodo di
decadenza che è il periodo ellenistico. L’arte riflette il gusto della società e molti artisti hanno
espresso i bisogni di quell’epoca, è il riflesso della società. Fino al 1937-1940 Pulsen scrive
un’opera fondamentale trattando “lo stile severo”, dicendo che stile c’era e aveva caratteristiche
precise. Le statue più recenti della colmata persiana (Prima del bastione sud-occidentale di
Temistocle ..). Nella colmata persiana sono state rinvenute due statue, che non hanno niente a che
fare con kurei e korei, sono l’Efebo biondo e la Kore di Euthydikos, una caratteristica è la plasticità
dei volumi, sparisce il sorriso arcaico. Quando aumenta il volume e la massa muscolare. La kore di
Euthydikos, è uno degli ultimi esemplari con abbigliamento ionico, infatti in seguito si privilegerà il
peplo d’oro.
L’acconciatura consiste in una calotta su cui vengono incisi a rilievo bassissimo i capelli. In questo
periodo si predilige il bronzo, che con il bulino si creavano le incisioni dei capelli. Efebo biondo,
scoperto alla fine dell’800, il giallo delle ciocche colpì l’osservatore.
Efebo di Kritios nel 477 a.C. venne commissionato a un grande artista e al compagno, che
avevano ereditato la bottega di Antenore. Prima che scoppi la guerra del Peloponneso ci è un
grande trapasso con la caduta della tirannide. Attentato da Ermonio e Aristogitone ai figli di
Pisistrato. Per celebrare caduta della tirannide, gli ateniesi commissionano ad Antenore il gruppo
dei tirannicidi che verrà collocato nell’agorà, intorno al 510 a.C. accostando due personaggi,
realizza il gruppo. Quando i persiani entrano ad Atene portano via il gruppo che rappresentava la
democrazia ateniese. Kritios è noto perché gli viene attribuito l’Efebo, che ha plasticità e resa dei
particolari fisiognomici e acconciatura tipica dell’età severa.
Kritios e compagno Neoties realizzano il secondo gruppo dei tirannicidi, nel 477 a.C., che occupa il
posto di quello precedente. Nel periodo ellenistico si avranno due gruppi di tirannicidi. Il gruppo dei
tirannicidi è in bronzo, a Napoli si ha una copia in gesso. Il copista romano utilizza dei puntelli
perché le giunture erano inutilizzabili con il marmo che era più pesante del bronzo. I romani non
copiavano fedelmente le opere, apportando delle variazioni, perché devono essere adattate al
gusto locale. Per capire quale fosse l’originale si mettono insieme tutte le rappresentazioni dei
tirannicidi che erano state realizzate in quel tempo. Esempio, il braccio del più giovane è mentre
sta sferrando il colpo, in originale invece si sta ancora preparando. Il gruppo inizialmente era
composto da accostamento di due personaggi, in seguito si ha sulla stessa lastra di marmo.
Auriga di Delfi, in bronzo rinvenuto sotto massi scivolati dalla rupe, in seguito fu ritrovata la base
con il nome del dedicante, il tiranno Polyzalos di Gela. Pindaro descrive la vittoria 478 a.C. e 474
a.C. del tiranno della competizione olimpica. Per l’auriga di Delfi, è opera che riassume tutti i
caratteri del severo. Vediamo abbigliamento dell’auriga, una tunica che usava per difendersi dal
freddo e dalle intemperie. Artista capace di fondere più materiali, nell’acconciatura infatti a ciocche
sottilissime con calotta piatta trattenuta da una fascia con meandri. Le ciglia erano in rame.
Bronzi di Riace, nel 1972, di fronte alla costa di Reggio Calabria da Stefano Mariottini a 10 metri di
profondità, chiama le autorità che recupera le statue ma non si accertano se ci fosse nelle
vicinanze un relitto. Nel 1995 sono state sottoposte a restauro, e sottoposte ad indagini non
invasive. La terra in un piede di un guerriero, la terra di fusione, ha rivelato la provenienza attica.
Tra le interpretazioni le più importanti sono quelle di Antonio Giuliano che dichiara che si potrebbe
trattare di un’opera di Fidia, un’opera commissionata da Cimone intorno al 450 a.C. conosciuto
come il Donario degli ateniesi a Delfi, descritto da ??, base lunga con 13 personaggi, tra cui Atena,
il patrone del santuario Apollo, padre di Cimone Milziade e 10 eroi eponimi (che avevano dato
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nome alla suddivisione amministrativa di Atene). I due personaggi rappresentano due dei sette
personaggi della vicenda degli argonauti che lottarono contro Tebe.
Afrodite sosandra, commissionata a Calamide. A Baia, Mario Napoli trova una statua e capisce che
si tratta di Artemide. Dolcezza del viso e monumentalità del corpo. È una copia romana
dell’originale in bronzo realizzata tra 460-450 a.C.
Mirone di Eleutere (Beozia), bronzista che realizza per primo la prospettiva del corpo umano nel
Discobolo, non è un atleta che lancia il disco,