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La Vergine Maria nel Mondo Copto:
Introduzione:
La figura della Vergine Maria nel mondo copto è senza ombra di dubbio quanto di più presente
nell'immaginario collettivo e dottrinale. Con il concilio di Efeso del 431, attraverso la strenua difesa
di S. Cirillo, Patriarca Alessandrino, la vergine assume ufficialmente l'appellativo di Teotokos,
generatrice di Dio, eppure sarebbe erroneo pensare che essa assume queste prerogative dall'oggi al
domani: nel mondo dei Cristiani d'Egitto il 431 rappresenta semplicemente una legittimazione di un
culto ben precedente, che trova le sue prime attestazioni già nel III secolo, per poi “esplodere” nelle
sue massime espressioni proprio nel V secolo, dopo il Concilio di Efeso.
Il “Culto Mariano” ha come oggetto Maria prorpio in virtù delle sue caratteristiche di Madre divina
e Vergine.
Maria è più vicina a Dio di qualunque altro, tant'è che in numerose occasioni viene invocata come
mediatrice tra gli uomini e dio. Ella è un modello da Venerare, in quanto madre di dio, vergine ed
eccellente, da implorare, poiché buona e potente, cara a Dio più di ogni santo, intermediario tra
genere umano e mondo divino, da imitare, per le sue numerose virtù.
Proprio sulla mediazione della Vergine i copti si soffermano con numerose preghiere, omelie,
invocazioni e talismani: Maria è invocata in caso di Malattie, come potenza guaritrice che intercede
con Dio per i fedeli, in caso di Persecuzione, per la Salvezza delle Anime, a tal proposito
ricordiamo l'episodio narrato nella tradizione copta del monte Qusquam, dove maria avrebbe
chiesto al figlio di donare la salvezza a coloro che fossero andati a pregare presso quel luogo
liberandosi dai peccati (Teofilo V secolo, patriarca alessandrino).
Le Preghiere:
Dunque appariranno numerose le preghiere e le invocazioni alla vergine, che possono essere su
Papiri Isolati o su Ostrakon, tavolette di argilla o calcaree destinate alla distribuzione popolare, in
quanto i fedeli prendevano parte diretta alla liturgia. Non da dimenticare che vi sono invocazioni
anche destinate ad uso privato, non liturgico.
La distribuzione per fini liturgici, comunque, ha prodotto un gran numero di di documenti, spesso
ancora da studiare.
Il primo ritrovamento è un testo della seconda metà del III sec . Nel IV possiamo ricordare un
papiro che invoca Maria e che la saluta quale riparatrice dei danni di Eva. Nel V, come gia citato,
un' omelia di Teofilo Alessandrino che fa riferimento alla mediazione di maria con Dio, che prega
per la salvezza delle anime sul monte Qusquam.
Le invocazioni fanno tutte riferimento a Maria in considerazione della sua Maternità Divina e
Verginità perpetua.
Interessante che gia nella “Sub Tuum Presidium” della seconda metà del III secolo gia compare il
termine, Teotokos, seppur non sia questa datazione priva di critiche.
Le Feste Mariane:
Prima di intraprendere questo discorso è necessario fare una distinzione: il concetto di festa per i
copti: non comporta sempre una commemorazione, una messa o un omelia, ma semplicemente una
citazione nei testi o nel sinassario. Sono divisibili in quattro classi: dedica delle chiese, feste
comuni con il signore, commemorazione il 21 di ogni mese, e feste propriamente dette.
Prenderemo in considerazione l'ultima classe che vede 5 eventi principali: concezione, natività,
ingresso nel tempio, dormizione e assunzione.
Ognuna di queste feste ha come scopo la glorificazione dell'esempio di maria, la sua imitazione e
l'invocazione del suo benestare.
In modo particolareggiato sembrano avere grandissima importanza le due feste della Dormizione e
dell'Assunzione di Maria.
L'episodio della Dormizione (documentata con certezza dal VI secolo ma probabilmente
festeggiata gia dal V, Omelie di Teofilo alessandrino però soggetta a riserve di paternalità. ) della
Vergine, festeggiato per il 21 tubah, 29 gennaio, è estremamente importante per la religione copta:
una lunga discussione porta alla conclusione che la morte di Maria è necessaria per dimostrare che
ella è umana e non ricettacolo divino che ha dato vita a Cristo. In questo modo, con una madre
umana, dunque soggetta alla morte, è accettata anche l'umanità di cristo. Eppure non è da far
coincidere la mortalità con la corruzione del corpo, infatti questi resta intatto poiché a Maria non
viene negata la resurrezione del corpo, tant'è che l'altra festa, quella del 16 Mesori, l'Assunzione
(22 agosto provata con certezza solo dal VI secolo, con teorie su un inizio di V secolo, omelie di
teofilo e cirillo non comprovabili) veda appunto la resurrezione della vergine, in spirito e corpo.
Anche il Natale è collegato alla figura di Maria, poiché è la festa del suo sacro concepimento.
Il Paragone con Iside:
In primo luogo sarà importante chiarire un punto: a lungo si è discusso di una verosimigianza tra le
rappresentazioni di Maria e di Iside, entrambe donne, generatrici di dio.
Senza voler dare un giudizio personale, è facile ravvedere una certa somiglianza quanto meno
stilistica tra la tipologia della “Galaktotrofusa”, la maria che allatta il bambino, con Iside che allatta
il figlio Horus. Dunque è facile immaginare le numerose polemiche, accuse di plagio, e
affiancamenti tra queste due figure.
Senza ombra di dubbio il popolo Cristiano ha cercato con forza di distaccarsi da questo tipo di
affiancamenti, adducendo a beneficio non tanto le somiglianze quanto le profonde differenza tra il
culto faraonico e quello Cristiano: Iside è Dea, madre di dio, si, ma passionale e Corrotta, non
Umana, casta, santa e Vergine come Maria, dunque definibili quasi figure antitetiche. E' sicuro che
il popolo cristiano e la chiesa in particolare non volessero essere accostati alla tradizione faraonica.
Si racconta, infatti, che quando l'imperatore Teodosio Magno abolì il culto pagano in favore di
quello cristiano la notizia fu accolta con enorme giubilo in egitto, più che altrove. Si dice che
Teofilo fece distruggere il Serapeum di Alesandria, frantumando la statua di culto e portanto nelle
città gli ex voto come oggetto di scherno contro la religione antica.
Fu sempre Teofilo a radere al suolo un altro Tempio, ove fece sorgere il Monastero della Penitenza.
Dalle ceneri della vecchia religione nacque una nutrita letteratura su prodigi e magie, incontri
magici tra i famosi padri del deserto e ciò che rimaneva degli antichi dei, ora visti come demoni
incatenati sulla terra come spettri. Furono personalità eminenti protagoniste di questi incontri, quali
S.Antonio Abate in cerca della Grotta di S. Paolo Eremita, oppure S. Macario o ancora Pisenzio.
I cristiani per allontanarsi da questi paragoni provano anzi un principio di opposizione, a volte
esagerata, paragonando Iside e Maria, o lo stesso Cristo con Horus, entrambi migliori in ogni senso.
Non può però essere messo a tacere il fatto che la presenza dell'antico culto faraoinico ha in qualche
modo creato terreno fertile per il cristianesimo: i concetto di resurrezione, ad esempio, presenti nel
mito di Osiride o, appunto, la divina maternità di Iside.
Malgrado l'opposizione strenua è necessario dire che la Figura di Iside ha in qualche modo
influenzato il popolo egiziano, pronto ai prodigi della Madre di Dio e permeabile alla sua figura
indubbiamente.
L'utilizzo delle invocazioni a scopo magico di guarigione, l'utilizzo di talismani e amuleti è infatti
riflesso di una tradizione precedente che mette le radici nel profondo di una cultura ben più antica.
L'iconografia Mariana:
La maternità divina eleva maria ad un posto di regaità dunque. L'arte di V e VI secolo ruota attorno
a questo tipo iconografico, con variazioni naturalmente.
Maria, Teotokos, seduta in trono con il bambino tra le braccia, allattante nel caso della
Galaktotrofusa, fiancheggiata da due angeli, Gabriele e Michele spesso, e frequentemente da altri
Santi e dagli Apostoli.
Altra tipologia simile alla precedente è la Glukofilusa, dolce amante di suo figlio.
E' una tipologia molto frequente che vede generalmente queste rappresentazioni affreschi su due
registri, come un esemplare proveniente da Bawit databile VI secolo, una pittura absidale per la
precisione. La zona superiore vede il Cristo Pantokrator e qella inferiore vergine in trono che allatta
con gli aposotli.
Altro da Bawit sempre di sesto secolo ma non rifacente al tipo della Galaktrofusa, ma quello della
Despoinis, la regina in trono maestosa e fiera siede con il bambino sulle ginocchia in posizione
facciale, mentre benedice e tiene nella sinistra il rotolo della nuova legge. Ai lati Apostoli e santi.
Un bassorilievo calcareo con maria, il bambino che benedice con tre dita, e due angeli, Michele e
Gabriele, mostra la tipologia della Portatrice di Vittoria, databile tra IV e VI sec.
Eppure la tipologia della Teotokos appare anche su tessuti, come la tipologia di “Colei che mostra il
cammino” , che sostiene con il braccio sinistro il bambino e siede in trono, tutto isolato in un
cerchio del tessuto.
Da Akhmim un altro tessuto con disegno rude e arcaico della madonna Hodigitria con lo sguardo
verso il mondo che le si schiude davanti e il bambino in braccio.
Una rappresentazione fondamentale è l'annunciazione di Bagwat, nella cappella della pace, dove
maria con capelli sciolti, indossante una lunga veste con striature bianche, prende il tipo dell'orante;
una clomba vola al suo orecchio rivelandole il mistero di Dio. Questo tipo, datbile tra IV e VI
secolo rappresenta la rappresentazione tradizionale dell'annunciazione in egitto.
Da Hermopolis Magna, dalla cappella di Teodosia, un affresco in cui si mostra la Maria
introduttrice, dipinta al fianco della defunta, vestita di porpora, tenente un disco con una crocie con
la sinistra e benedicente con la destra, sembra introdurre al paradiso Teodosia, fedele a maria.
All'altro fianco una figura maschiles di S. Colluto. Il tutto è databile al V secolo.
Con una breve rassegna è semplice, dunque, ammettere le diverse finalità della rappresentazione,
siano esse a puro scopo di venerazione, come le lunette nelle chiese e nei santuari, o a scopo
funerario come l'affresco nella cappella di teodosia ad Hermopolis.
Le immagini stesse, in questo caso, servono a chiedere un intercessione, invocano la vergine
I Santuari Mariani in Egitto:
Le Chiese dedicate alla Vergine sono divisibili in tre categorie, quelle visitate giornalmente, spesso
situate nei centri e disponenti di un icona prodigiosa; Chiese frequentate di domenica e nei festivi,
che sono la maggior parte; chiese visitate annualmente per pellegrinaggi e sono quelle propriamente
dette “Santuari”.
Matariah, appunto, a 10 km dal Cairo, pare fosse stato rifugi