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Per analizzare la produzione artistica si dovrà naturalmente tenere conto delle vicende storiche: vero
e proprio momento di scissione è il 451, l'anno in cui avvenne il Concilio di Calcedonia, dove venne
risolto il problema della natura di Cristo se divino, umano o entrambi. La chiesa di Alessandria,
profondamente monofista, ossia convinta della natura divina, si vide opposta all'imperatore ed il
vescovo di Costantinopoli Flaviano.
La scissione fu l'inizio di numerosi conflitti, seppur dietro a questa storia si radicano profonde
ragioni politiche.
Le città dell'egitto, all'inizio della nostra era, presentavano, in vero, poche grandi città oltre
Alessandria.
Dalle necropoli iniziamo a vedere un cambiamento nella concezione dell'oltretomba: lentamente
viene abbandonata la pratica della mummificazione e i corpi venivano distesi su letti nelle necropoli
più grandi, in loculi quelle più piccole. Sono anche presenti sepolture collettive e mausolei di
famiglia particolarmente ricchi di decorazioni provenienti dal repertorio del panteheon olimpico,
immagini del Nilo.
Le steli funerarie erano presenti da millenni e questa usanza venne mantenuta anche in epoca
cristiana.
Prorpio in questo frangente analizzeremo le fondazioni delle chiese che, sin dal VII secolo d.c,
utilizzavano la pianta Basilicale, con varianti tutte egiziane: divisa in tre navate, ma con due
ambienti laterali annessi, battisteri, ripari per i fedeli. All'aula si accedeva, gia dal V secolo, dal
Nartece, un ambiente di raccordo, in asse con l'abside, che rappresenta forse la maggiore variante,
quella del triconco, ossia con tre absidi, spesso preceduta da un avancorpo che doveva ospitare
Vescovi e Cardinali. Un esempio magistrale di questo tipo di Basilica è quella di Hermopolis
Magna.
2) Il Rilievo
In epoca bizantina quello che prima era rappresentato dalla statuaria viene quasi totalmente
sostituito dal rilievo. In particolar modo visto in ambito funerario. I rilievi, naturalmente di matrice
ellenistica, raffigura il mondo celeste come una corte lussuosa, dove Cristo viene rappresentato in
trono spsso con la vergine, con archangeli e angeli.. L'uomo è rappresentato come individuo in
ambito funerario, in scene di lotta e caccia, probabilmente in simbologia con la lotta contro il male.
Molto rappresentato il mondo animale, ricchissimo e dalla profonda vena simbologica: ogni
animale avava una ddoppia valenza, negativa e positiva, tanto che non si presenta quasi mai in una
veste totalmente negativa o positiva. Molti simboli e animali sono ripresi dal repertorio egizio,
come ad esempio la Fenice, animale che rappresentava l'uccello solare che risorgeva dalle sue stesse
ceneri, viene poi associao a Cristo e alla Croce stessa.
Ugualmente il mondo vegetale è ripreso da un apparato figurativo precedente, come l'Acanto,
simbolo di eternità, o la Vite, collegata a Dioniso, Osiride e, poi Cristo.
Da notare come antiche simbologie siano frutto di una reinterpretazione Cristiana, ne è la prova il
mito di Orfeo, o Afrdite e della sua nascita, purificata dal Battesimo. La Corce, invece, simbolo
principe del Crstianesimo, è largamente rappresentata e, in rari casi, anche qualche episiodio del
nuovo testamento o episodi biblici.
Il rilievo era apposto sulle trabeazioni sui pilastri e nelle Nicchiem spesso sormontate da frontoni
spezzati.
Nel mondo copto il rilievo si esprime anche in altri materiali, quali l'avorio ed il legno; da ricordare,
infatti, un pregevole esempio di mensola lignea del IV secolo, conservata oggi al museo di Berlino.
3) La Pittura
Le attestazioni più antiche della pittura copta sono in ambito funerario, sulle pareti delle tombe
ipogee, nelle cappelle funerarie. Dalla necropoli di Bagawat una delle più antiche rappresentazioni
della Vergine, Teotokos, generatrice di Dio, tema molto caro alla cultura copta.
I ritratti funerari di tradizione ellenistico-romana sono preludio di una larga tradizione pittoria che si
espanderà sia in ambito monastico, sia su tavolette lingee, attraverso le icone, sia attraverso i tessuti.
Le Icone, tavolette lignee con sopra immagini di Santi, Vescovi e, in particolare, la Vergine. Le
icone erano destinate ad uso privato e gli veniva riconosciuto il potere di ciò che rappresentava, a
volte rasentando l'idolatria.
Ad uso liturgico le icone venivano bruciate e da questo processo veniva ricavato un olio utilizzato
nelle messe.
4) I Tessuti
Il gusto per le vesti ornate si presenta gia dal Nuovo Impero, in seguito a frequenti contatti con il
vicino Oriente: in egitto, inizialmente, era utilizzato unicamente il Lino, largamente reperibile nella
zona; si aggunse la Lana, in seguito ai contatti con il mondo Greco, precedentemente quasi
inutilizzato. Rara è la seta, proveniente dall'Oriente.
Per quel che riguarda l'utilizzo del lino ci è pervenuto, attraverso le pitture di antiche tombe, la
totalità delle fasi di utilizzo, dalla semina, alla raccolta, alla tessitura, al lavaggio alla colorazione.
L'utilizzo era larghissimo, essendo ampiamente coltivato.
La lana, invece, malgrado le attestazioni archeologiche ci mostrino un impego estremamente antico,
era meno usata e, soprattutto, considerato materiale impuro, era escluso dall'utilizzo sacrale.
L'utilizzo, tuttavia, venne incrementato con i contatti con i greci, in particolare dall'arrivo dei
Tolomei, che fecero importare nuovi tipi di pecore, con un consistente miglioramento nella qualità
stessa del tessuto, fino ad allora abbastanza scarso.
Entrambi i tessuti erano sottoposti ad attento lavaggio, così da liberarli dalle impurità, in quantità
maggiore nella lana naturalmente, essendo di origine animale. Dopo il lavaggio, con detergenti e
saponi, venivano esposti al sole. Per il lino, in particolare, l'esposizione al sole aveva un particolare
effetto sbiancante, preludio della tintura. Tra i detergenti il natron, la potassa e la radica saponaria e
altre piante alcaline.
Il mestiere di lavandaio è anticamente attestato dalle pitture funerarie in ambito faraonico ed era
estremamente apprezzato, tanto che esistevano cariche, nell'Egitto faraonico, come “Sbiancatore del
Re” che ne attestano l'apprezzamento.
Se per la lavaggio le attestazioni sono lacunose, non possiamo dire lo stesso per la tintura, che è
minuziosamente descritta dalle fonti.
Due fasi precedevano questa pratica, il lavaggio, di cui si è gia parlato, e la mordenzatura, un bagno
in un manteriale mordente utile come fissante del colore, come l'alum, un sale di alluminio o un
materiale caustico.
Per questo periodo possediamo fondamentalmente tre tipi di coloranti: la Robbia (Rosso, poi scurito
in base al mordente a giungere fino al nero), l'Indaco per il blu, che non richiedeva mordenzatura, il
Rahmnus, ossia il giallo.
Dalle combinazioni di questi colori si poteva arrivare a diverse gradazioni ad ottenere tinte diverse.
Con l'invasione islamica si venne a conoscenza del Kermes, rosso brillante.
Altri colori erano ottenuti da materiali diversi, quali l'Henna Alkanna per un rosso, il guado o il
girasole per il blu e via dicendo.
Per quel che riguarda la porpora sono scarse la attestazioni di utilizzo e appartengono all'Egitto
Bizantino, a partire dal 615 d.c.
5) Il Significato dei Colori
Ma è necessario approfondire le ragioni che spingevano all'utilizzo di un colore pittosto di un altro,
al significato che si desiderava dare. Il colore serviva a sottolineare il significato simbolico di una
determinata espressione artistica, così da rendere il messaggio più chiaro, più energico.
In primo luogo parleremo del Blu, colore Divino, Uranico e Magico: il blu è associato al cielo
all'infinito e, per tanto, agli dei stessi, che avevano sede nel cielo. Nella teologia Egiziana, infatti,
spesso gli dei sono rappresentati con il corpo blu, in collegamento con il cielo stesso, con il
firmamento, massima espressione divina. Nello stesso pantheon olimpico troviamo quesa stessa
simbologia, giacche alcuni dei, come Atena, ad esempio, viene descritta da omero con gli occhi Blu,
o scintillanti, in base alla traduzione, essendo il termine “Glaukos”, appunto, traducibile sia come
blu-azzurro, lucente o scintillante. Numerosi sono gli esempi del Blu-Azzurro, in questo ambito.
Nella mitologia babilonese Marduk, il dio che aveva assorbito ins e le caratteristiche di tutti gli altri
dei, aveva il suo colore principe nel Lapislazzuli, gemma che veniva appunto attribuita agli dei e al
cielo.
L'azzurro doveva essere utilizzato, prorpio per questi motivi, per le vesti dei sacerdoti.
Anche nel mondo di Israele il colore del cielo aveva una profonda importanza, essendo utilizzato,
appunto, negli attributi sacerdotali.
Certo non può essere dimenticato l'altro significato del Blu, associato alle Acque, nelle sue
accezioni, siano esse positive che negative, in base alla gradazione del colore stesso: il Ceruleo era
rappresentativo delle divinità di protezione, attestato nella descrizione di Portuno, il dio romano dei
Porti, differentemente non possiamo scordare che il blu scuro, tendente al Nero, aveva in se delle
caratteristiche sicuramente negative, da associare agli abissi, alle profondità del mare e ai mostri che
esso ospitava.
La funzione Magica di questo colore è lagamente attestata nella tradizione Babilonese, tanto che i
templi più importanti erano adornati del colore del Lapislazzuli, prorpio perchè aveva la funzione di
richiamare su di se l'attenzione e la benevolenza divina. In numerosi testi antichi si associa il
lapislazzuli al cielo.
Eppure alcune teorie vedono l'utilizzo di questo colore anche nell'ambito funerario, del lutto, per
alcuni ritrovamenti di stanze funerarie in ambito egizio. Eppure è più probabile che la sua funzione
fosse quella di richiamo della sacralità più che del lutto stesso. C'è ragione infatti di pensare al nero-
plumbeo, come colore di lutto e morte.
Il Rosso, invece, è un discorso a parte: per sua intima natura il rosso è associato al sangue, dunque,
in un certo senso alla vita, alla forza al vigore. Nei riti e nel mito dunque il rosso è laragmente
attestato come il colore del Sangue, prima, poi sostituito dal Vino. Era il colore del vigore sessuale,
tanto che era usato il rame, dalla colorazione rossa, per tingere i capezzoli delle statue, o le labbra.
Simbolo di vita e fertilità dunque, esaltando salute e giovinezza. Il Sangue rappresentava la vita in
quasi tutti i miti, compreso l'antico testamento.
Prorpiro per questa funzione il sanue era utilizzato in numerosissimi rituali, come offerta agli dei,
che erano, secondo le tradizioni, placati, dissetati e rigenerati dalle offerte di sangue, spesso
associate alle offerte di vino.
Proprio in queste accezioni il colore rosso prende la sua accezi