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A NAPOLI

A Napoli si conservano tre opere di Caravaggio

- la flagellazione al museo di Capodimonte iniziata nel 1607, che finì in un secondo momento nel 1609

-le sette opere di misericordia a Pio Monte della Misericordia realizzata nel 1606

-il martirio di Sant Orsola per mano del re degli unni, al palazzo Zevallos realizzata nel 1610 prima di lasciare

Napoli.

Molte altre sono le opere realizzate a Napoli che non si trovano più nella città.

Nonostante la morte precoce, Caravaggio ebbe un’attività artistica molto intensa e influenzò molto l’arte napoletana

ed europea.

La rivoluzione di Caravaggio sta nel naturalismo della sua opera, espresso nei soggetti dei suoi dipinti e nelle

atmosfere in cui la capacità di dare a un corpo una forma tridimensionale viene evidenziata dalla particolare

illuminazione che teatralmente sottolinea i volumi dei corpi che escono improvvisamente dal buio della scena.

Sono pochi i quadri in cui il pittore lombardo dipinge lo sfondo, che passa nettamente in secondo piano rispetto ai

soggetti, i veri e soli protagonisti della sua opera. Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio nel suo studio

posizionava delle lanterne in posti specifici per far sì che i modelli venissero illuminati solo in parte, mediante la "luce

radente". Attraverso questo artificio, Caravaggio evidenzia le parti della scena che più ritiene interessanti lasciando il

resto del corpo nel buio dell'ambiente.

Le 7 opere di misericordia

Le sette opere di misericordia è una delle prime opere che Caravaggio realizza quando giunge a Napoli tra il 1606 e il

1607.

La realizzò non appena venne a Napoli dopo essere scappato da Roma per l’accusa di Omicidio a Ranuccio

Tomassoni. Quindi si trasferisce prima nei feudi della famiglia dei Colonna nel Lazio meridionale, e da lì poi decide di

raggiungere Napoli, la capitale del viceregno.

Durante il soggiorno nel Lazio meridionale, realizza la Maddalena in estasi, invasa da una forte luce con la testa

all’indietro. Questo quadro è poi andato perduto.

Cena in emmaus

Realizzò anche due con Cristo e due apostoli.

La scena si svolge in ambiente simile ad un’osteria, infatti ci sono due personaggi che sono l’oste e la moglie.

Questo tema era già stato trattato dal pittore 10 anni prima a Roma.

La prima versione è conservata alla National Gallery a Londra, mentre la secondo versione è conservata a Brera.

Possiamo notare molte differenze tra le due opere date anche dal periodo che stava vivendo Caravaggio, poiché egli

rappresentava la realtà come gli appariva.

Il primo realizzato a Roma è molto più dettagliato e anche la luce è + intensa. I personaggi sono uguali, manca solo

la moglie dell’oste.

Il secondo invece è molto più essenziale, come tutte le opere realizzate nell’ultimo periodo a Napoli, e le pennellate

sono più larghe. Quindi rappresenta le forme attraverso pochi tratti.

Possiamo notare anche come nella seconda rappresentazione gli spazi siano molto più bui proprio per sottolineare il

periodo oscuro che stava vivendo l’artista.

Nell’ottobre del 1606 poi arrivò a Napoli, infatti c’è un documento su una commissione fatta da un imprenditore

della Dalmazia che chiedeva la rappresentazione della Madonna e il bambino in cambio di 200 ducati. L’opera però

è andata perduta.

Subito dopo la confraternita del Pio Monte della Misericordia, la quale è una confraternita laica che aiuta

caritatevolmente i bisognosi, gli commissionò di creare una tela sulle sette opere di misericordia in cambio di 400

ducati. E ordinò che nessuno doveva copiare quell’opera.

Opera fu collocata dove è ancora oggi, sull’altare della chiesa annessa al Pio monte della misericordia.

In quest’opera vengono realizzate le sette opere di misericordia, però può sembrare anche una scena quotidiana

in un tipico vicolo popolare di Napoli.

Sulla parte superiore del dipinto troviamo la madonna col bambino accompagnata da due angeli che supervisiona

la scena che Caravaggio inserì in un secondo momento.

Uno degli angeli che tende la mano verso il basso ha le dita arrossate, poiché nel dipingerlo Caravaggio aveva

preso un giovane che si era messo proprio in quella posizione, quindi le dita della mano si erano arrossate perché

aveva tutto il peso sulla mano. Infatti Caravaggio quando dipingeva amava prendere modelli reali.

Le sette opere di misericordia sono nella tela del Merisi così raffigurate:

• "Seppellire i morti": è raffigurato sulla destra con il trasporto di un cadavere di cui si vedono solo i piedi lividi,

da parte di un diacono che regge la fiaccola e un portatore.

• "Visitare i carcerati" e "Dar da mangiare agli affamati": sono concentrati in un singolo episodio a destra:

quello di Cimone, che condannato a morte per fame in carcere, fu nutrito dal seno della figlia Pero e per questo fu

graziato dai magistrati che fecero erigere nello stesso luogo un tempio dedicato alla Dea Pietà. Sullo stesso luogo

fu poi edificata la Basilica di San Nicola in Carcere. Infatti possiamo notare la goccia di latte sulla barba del

vecchio

• "Vestire gli ignudi" e “curare gli infermi”: appare sulla parte sinistra concentrato in una figura di giovane

cavaliere che fa dono del mantello ad un uomo visto di spalle; allo stesso santo è legata la figura dello storpio in

basso nell'angolo più a sinistra: anche questo episodio è un riferimento alla agiografia di Martino, un emblema del

"Curare gli infermi".

• "Dar da bere agli assetati": è rappresentato da un uomo che beve da una mascella d'asino, Sansone,

perché nel deserto bevve l’acqua fatta sgorgare miracolosamente dal Signore.

• "Ospitare i pellegrini": è riassunto da due figure: l'uomo in piedi all'estrema sinistra che indica un punto verso

l'esterno, ed un altro che per l'attributo della conchiglia sul cappello (segno del pellegrinaggio a Santiago de

Compostela) è facilmente identificabile con un pellegrino.

In quest’opera Caravaggio riesce a rappresentare un unità di luogo e un’ unità di tempo

Questo dipinto sconvolse totalmente l’ambiente napoletano.

Caravaggio influenzò molti artisti a Napoli portando delle novità seicentesche. Si diffonde così una nuova tendenza: il

caravaggismo.

Molti artisti hanno provato ad imitare la tecnica di Caravaggio come Giovanni Forlì che dipinse San Paolino che

cura un infermo, ma non comprese fino in fondo l’arte di Caravaggio.

Anche quest’opera si trova al Pio Monte della Misericordia e rappresenta una sola delle sette opere di misericordia.

Infatti le opere che si trovano intorno a quella di Caravaggio riprendono ognuna un’opera di misericordia ma sono

successiva al quadro di Caravaggio.

Battistello Caracciolo recepisce meglio l’arte di Caravaggio, nonostante abbia una formazione diversa, infatti

sempre nel Pio Monte della Misericordia troviamo la liberazione di San Pietro. È più simile alle opere di

Caravaggio grazie all’assenza dello sfondo che da una sensazione di vuoto, la presenza di questo buio che mette in

evidenza solo le figure principali, la presenza dei marcati contrasti chiaro scurali.

Gli artisti che hanno realizzato le opere intorno hanno provato ad imitare Caravaggio ma non ci sono del tutto

riusciti, poiché usano un naturalismo dolce e non rappresentano la realtà così com’è. Mentre Caravaggio è molto

realista e rappresenta la realtà come la vede e come realmente è, anche in modo molto duro e drammatico.

Madonna del Rosario

Oggi questo dipinto è conservato al Kunsthistorisches Museum in Vienna e fu realizzato da Caravaggio nel 1607 a

Napoli.

Altri pensano che sia stata realizzata a Roma e successivamente sia giunta a Napoli

Non si conosce per certo il committente dell’opera. Dopo molti anni quest’opera venne trovata ad Amsterdam e poi

fu acquistata dai domenicani di Anversa. Verso la fine del 1700 entrò nelle collezioni artistiche del Kunsthistorisches

Museum a Vienna.

In quest’opera troviamo la Madonna che consegna i rosari ai fedeli.

Si pensava fosse stata fatta a Roma anche perché è molto simile ad un'altra opera di Caravaggio, cioè la morte della

vergine.

Si somigliano grazie alla presenza di questo drappo rosso che spicca nel quadro.

a scena è inserita in un ambiente umile con al centro il corpo morto della Vergine, in primo piano la Maddalena,

seduta su una semplice sedia, che piange con la testa tra le mani, intorno gli Apostoli addolorati, l'intonazione

cromatica molto scura è illuminata dal rosso della veste della morta e della tenda, elemento di

una scenografia povera. Stupenda inoltre, oltre all'illuminazione, è la composizione: gli apostoli, allineati davanti al

feretro, formano, in linea col corpo e col braccio di Maria, una croce perfetta

la madonna del rosario è simile anche alla Madonna di Loreto, la quale è la madonna dei pellegrini e si trova nella

chiesa di S Agostino a Roma.

Il dipinto ci mostra la Madonna vestita in abiti da popolana col Gesù Bambino in braccio e due pellegrini davanti

a lei, riconoscibili dalle mani giunte in atteggiamento di preghiera e dai bastoni, nonché dalle vesti sdrucite e dai piedi

nudi e gonfi messi in primissimo piano. Questo particolare generò molte lamentele dalla popolazione. Ma secondo

Caravaggio il fatto che i piedi erano gonfi e sporchi testimoniava proprio la devozione di quei pellegrini che tanto

avevano camminato per vedere la Madonna

Un altro importante dipinto di Caravaggio è quello di Davide con la testa di Golia realizzato nel 1607 e acquistato

dal viceré. È conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Il soggetto raffigura il giovane eroe della tradizione biblica che ha tagliato la testa di Golia, che protende in avanti

come macabro trofeo dopo la battaglia. La luce irradia i volumi sintetici e si traspone sulle superfici quasi lisce

sottolineando il gesto trionfale di Davide, Il dipinto è molto simile ad un'altra versione più tarda conservata a Roma

nella Galleria Borghese molto più macabra.

In entrambe le versioni nelle sembianze di David Caravaggio avrebbe ritratto il suo garzone Francesco Boneri.

Un'altra importante opera è Giuditta che decapita Oloferne solo che oggi abbiamo solo una copia di quest’opera

poiché l’originale è andata perduta del 1607, il soggetto è molto simile all’altra opera di Caravaggio dipinta nel 1599 a

Roma Giuditta e Oloferne.

È conservato alla Galleria nazionale di arte antica di Roma. Il dipinto fu commissionato dal banchiere Ottavio Costa.

I

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A.A. 2013-2014
8 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lulussa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Salvatore Ercolano.