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LA PRODUZIONE CERAMICA DI ETA' MEDIO E TARDO IMPERIALE: TERRA
SIGILLATA CHIARA E CERAMICA DA CUCINA (D. Gandolfi)
Per sigillata chiara africana d'intende l'insieme di quei materiali ceramici di produzione africana
che si utilizzano come fossili conduttori dei livelli stratigrafici di età medio e tardo imperiale e la
cui produzione va dalla prima età flavia sino al VII sec inoltrato e alla conquista araba delle
province nordafricane dell'Impero.
S.C.A: i tipi (fine I-III sec dc)
La produzione della sigillata chiara A è stata distinta in tipi diversi denominati A1, A1/2 e A2. La
prima è la più antica (tra fine I e la metà II dc) caratterizzata da argilla arancione o color mattone,
consistenza granulosa con inclusi di piccole e medie dimensioni (quarzo e mica) che producono in
fase di cottura un aspetto a buccia d'arancia. La vernice è fine e brillante e ricopre tutta la superficie
del vaso (a eccezione delle forme chiuse e di quelle che prevedono il coperchio) e in certi casi
appare vetrosa. Prevalgono i tipi delle coppe a diametro ridotto (14-20 cm) a pareti carenate, con
piede ad anello marcato. Le prime forme di questo tipo sono legate agli ultimi prodotti
dell'artigianato gallico e tardoitalico.
La seconda metà del II segna la massima espansione della produzione in A con la conquista dei
mercati del mediterraneo occidentale e a questo periodo si data la A1/2 che presente caratteristiche
di argilla simili ma la vernice è più opaca e compaiono nuove forme.
La A2 è la più scadente delle produzioni e caratterizza il III sec, la vernice tende a diventare più
sottile e a volte rosata, la superficie è ruvida.
I centri di produzione della sigillata A sono localizzati in Tunisia settentrionale e centrale.
Sigillata chiara A/D (fine II – prima metà III dc)
inizialmente è indistinta dalla A e viene chiamata così perché presenta caratteristiche affini alla
sigillata chiara A alla C e alla D.
Sono di solito vasi di grande dimensioni con vernice densa e brillante ma che tende a sfaldarsi,
l'argilla è ruvida ma compatta e di color mattone. Questa produzione imita le forme più tarde della A
ma anticipa alcune della C. le forme ora sono per lo più aperte, il piede ad anello della produzione
in A si atrofizza sempre più dando vita, nelle produzioni in C e D, al cosiddetto falso piede o pseudo
piede (fondo lievemente rialzato).
L'area di produzione è la Tunisia, in un momento storico in cui inizia una massiccia esportazione di
merci quali olio, grano, frutta secca, metalli, mosaici, avori in tutto l'impero.
Sigillata chiara C (inizi III, metà- seconda metà V dc)
riconosciuta per la prima volta dal Lamboglia si distingue dai precedenti per l'uso di argille più fini,
più depurate, vernici più liquide e lisce, pareti sottili (3-4mm) e risonanza metallica. Ci sono diversi
tipi, il più antico C1 è datato prima metà del III dc, presenta argilla assai fine e vernice di colore
arancione scuro, sottile e brillante, la superficie è liscia.
La C2 compare alla metà del III, anch'essa è composta da un'argilla fine, superficie liscia e vernice
sottile e opaca, l'argilla tende ad essere più lamellare e a scheggiarsi, la vernice assume toni più
rosati e non ricopre interamente la parete esterna. La C2 termina di essere prodotta intorno al
320-330 dc.
Nella C1 e C2 prevalgono forme aperte, soprattutto i grandi piatti che arrivano anche a 40 cm di
diametro, oltre a larghe scodelle. Troviamo anche forme chiuse, coppe e tazze forse influenzate dai
contemporanei prodotti in metallo.
Dai primi anni del IV sino alla metà del V si data la produzione C3 in argilla meno depurata e a
pareti più spesse, vernice più scura e opaca che ricopre solo l'interno dei vasi e la parte superiore
dell'orlo. In C3 troviamo soprattutto 5 tipi di scodelle con decorazione a rotella all'interno e 4 tipi di
coppette. Gli epigoni delle fabbriche di C, individuate in Tunisia centrale, sono i tipi C4 e C5. Il
primo è datato tardo IV-V dc è un'imitazione molto scadente dei modelli precedenti, con un'argilla
molto grezza, vernice arancione o rosa più o meno brillante, la C5 ha un'argilla simile ai tipi in A,
fessurata e scagliosa, con vernice fine e sottile e si distinguono in essa 3 tipi di scodelle e una
coppa. La fine di questa produzione è della seconda metà del V dc.
Sigillata chiara D (inizi IV- metà VII dc)
E' l'ultima delle produzioni di sigillata chiara. Vernice stesa solo all'interno del recipiente sino
all'orlo esterno e dal 320-330 dc compare una decorazione a stampo generalmente sul fondo. È
probabile che sia stata prodotta nelle stesse officine della sc..A. La produzione di tipo D1 nella sua
fase iniziale (IV-V) riprende soprattutto la produzione della A2, presenta argilla simile a quella
della A, granulosa, arancione-mattone e pareti che tendono a inspessirsi, la vernice di colore
arancione (ma spesso rossastra o rosata) tende a ricoprire solo la parte interna ed è poco brillante.
Nella seconda fase (fine V-metà VII dc) si ripresenta la “buccia d'arancia” individuata nell'A1.
Il tipo D2 presenta una vernice densa e brillante simile a quella delle A/D e della tarda C1, tendente
a sfaldarsi, l'argilla è granulosa.
Al IV-V si attribuiscono larghe scodelle senza piede o con piede atrofizzato con decorazione a
rotella al suo interno.
L'area di produzione è nella Tunisia del nord. Il massimo della diffusione si deve collocare tra
metà del IV e metà del V dc quando i prodotti sono documentati sulle coste del mediterraneo, sulla
costa atlantica, nell'Europa continentale e sul Mar Nero. Subisce un collasso dopo l'invasione
vandala del nord Africa, ma è anche abbastanza normale dato che dopo l'invasione di queste turpi
popolazioni collassa tutto e, anzi, segna la fine del mondo tardoantico occidentale.
Sigillata chiara C/E (secondo quarto III – terzo quarto IV)
Sono 3 forme antecedenti della successiva produzione E della Tunisia meridionale, esportata anche
in Italia. L'argilla è di buona qualità, vernice opaca o leggermente brillante, tendente al marrone, e
infine della presenza di impronte di erba o paglia sul fondo, anteriori alla verniciatura.
Sigillata chiara E ( metà IV-metà V)
Prodotta nella fascia costiera della Tunisia meridionale, scarsamente esportata è strettamente legata
alla produzione D di cui riprende alcune forme.
La decorazione della sigillata chiara africana
Le decorazioni presentano meno problemi di altri tipi di prodotti ceramici (gallici o ispanici o
aretini).
La sigillata A si caratterizza per l'uso molto raro di decorazione a rilievo e quindi per una minore
difficoltà di lavorazione. Il tipo più diffuso è quello a rotella, a motivi aghiformi, sotto l'orlo.
Abbiamo anche la decorazione a matrice: è una tipologia legata ai prodotti italici e gallici e
rimanda al mondo culturale urbano con motivi di scene dionisiache, rappresentazioni marine,
soggetti di genere, maschere. Questa decorazione è più diffusa sui vassoi la cui produzione appare
in Spagna e Italia ma non in Africa, il che fa ipotizzare una produzione su committenza legata ad un
utente amante della tradizione occidentale. Rare le decorazioni a stampo e alla barbotina.
L'uso della decorazione a rilievo applicato nelle officine della A inizia forse in età antonina e dura
fino alla metà del III dc e i motivi sono legati al gusto locale, sono motivi geometrici, vegetali,
animali, umani e sono gli stessi che troviamo nella produzione a rilievo applicato alla sigillata
chiara C1 e C2 e A/C.
La massima diffusione di questo tipo di decorazione si verifica nella C e in qualche tipo di C1 e C2
ma anche nella C1/2 detta anche “ceramica di El Aouja” in forme soprattutto chiuse. Questa
produzione è abbondante in Tunisia ed è esportata in Italia e Spagna in quantità limitata a causa
anche della predominanza di forme chiuse che sono meno idonee al trasporto.
A questo primo stile della decorazione a rilievo nella s.c.C segue un secondo stile, il cui inizio è da
collocare agli inizi del IV dc e che perdura sino alla metà del successivo. La seconda fase della
decorazione a rilievo applicato è molto esportata e arriva in Turchia, Grecia, Portogallo, Austria, ex
Jugoslavia. Predominano le forme aperte con massima diffusione delle scodelle prive di piede. A
partire dal IV dc prevalgono invece composizioni vere e proprie con motivi ancora tratti dal mondo
del teatro, mitologia, scene di supplizi spesso adattate dai due testamenti o da soggetti mitriaci.
Si determina così un ritorno alla decorazione a matrice, data la predilezione per la composizione di
scene vere e proprie, soprattutto su grandi vasi, i missoria, dove compaiono le raffigurazioni delle
province e cicli biblico-cristiani.
Nella produzione C troviamo raramente la decorazione a rotella e quella a tacche rialzate e i primi
esempi di decorazione a stampo.
Per la sigillata chiara D:
a rilievo: è rara (rinvenuta in esemplari a Ventimiglia databili fine IV inizi Vdc)
– a rotella: è frequente. Le rotellature più fini dette a piumaggi compaiono sui vasi a listelli
– più sottili, se invece la parete è più spessa la decorazione è ottenuta asportando porzioni di
argilla.
A nervature a incavo o a perle aggettanti: legate alla diffusione di prodotti pregiati in
– metallo. Nella nervatura a incavo abbiamo forme ovali o diagonali sulla parete esterna del
vaso; in quella a perlinature o a dentellature sporgenti sono disposte sugli orli delle coppe e
della patere larghe, sia continue che alternate a spazi liberi.
A stampo: è il tipo più tipico della D, ricorre dal 320 dc circa fino almeno a tutto il VI dc.
– Questo tipo di decorazione dimostra la piena autonomia dei ceramisti africani rispetto a
quelli italici e gallici e si diffonde sulla ceramica fine da mensa, sui vasi di ceramica comune
e sulle lucerne. Ricorreva sporadica già sulla A specie in forme chiuse e piattini tra fine I –
prima metà II dc, e su alcuni prodotti A/D. Nella D ricorre soprattutto sui fondi delle grandi
patere e sulle coppe. Hayes distingue tre fasi.
1) 320-460 → motivi geometrici e vegetali uniti spesso in modo da formare motivi complessi
nei quali domina il tipo della stella formata da motivi a palmetta.
2) 450-550 → appaiono simboli cristiani come la croce o piccoli animali con significati
liturgici
3) 500-590 → simbologia cristiana con croci gemmate, apostoli, santi, oranti.
Cenni storico-economici
La prima produzione di s.c.africana è la A databile a partire dall'et&agr