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LA PERIPEZIA E L'AGNIZIONE

Occorre che una trama unitaria sia anche interessante. Permostrarsi credibile l'intreccio deve assecondare le aspettative del pubblico per riuscire avvincente deve invece a poco a poco perturbarle attraverso quella forma non irrazionale di meraviglioso che si genera dalla rappresentazione di cose impressionanti o commoventi. Ogni tragedia contiene una metabasis cioè una svolta dalla fortuna alla sfortuna che viene a sciogliere una situazione + o meno aggrovigliata. Mentre negli intrecci semplici la metabasis si realizza senza tensioni e senza colpi di scena negli intrecci complessi il mutarsi della sorte è invece vivacizzato dalla peripezia, cioè dal riconoscimento. Tanto la peripezia, quanto l'aguiz sono forme avvincenti di capovolgimento. Nella peripezia esso investe gli eventi, nell'aguiz riguarda in prevalenza le persone.

LA PHANTASIA E IL PATHOS. Oltre che al linguaggio poetico, l'atto del mettere sotto gli occhimentali.

Si riferisce all'esperienza psicologica che Aristotele chiama phantasia. L'alternativa tra un impiego consapevole e controllabile e un impiego inconsapevole e incontrollabile della phantasia viene esemplificata attraverso i 2 + tradizionali modelli del poeta in quanto personalità creativa. Il modello del poeta euphyes, cioè del poeta che deriva le sue doti da uno straordinario talento naturale, e il modello del poeta manikos, cioè del poeta che trae il suo canto da una sorta di esaltazione divina. La diversità tra i 2 modelli emerge allorché i poeti devono, con l'aiuto della phantasia, immettere in se stessi le emozioni che la loro parola susciterà negli spettatori.

IL CARATTERE DELL'EROE TRAGICO E LA NOZIONE DI HARMATIA

Determinante per la definizione dell'ethos tragico è l'ordine nozione di harmatia, che designa il comportamento di chi sbaglia in buona fede, per una falsa valutazione delle cose. Ai fini

dell'effetto tragico il personaggio non può condursi disonestamente, né può apparire vittima della cieca fatalità, ma deve rendersi corresponsabile di quanto gli accade in una forma che riesce a commuoverli e a coinvolgerli umanamente. L'eroe tragico sbaglia perché travisa il corso degli avvenimenti, perché le cose si evolvono diversamente da come egli aveva previsto, sbaglia per ignoranza. Attraverso la nozione di harmatia Aristotele ricorda che il male non discende sempre dalla cattiveria perché inferisce alla natura umana la possibilità di fallire il bersaglio della verità.

PENSIERO E LINGUAGGIO FRA DIALETTICA E RETORICA. Alla trattazione dell'intreccio e del carattere segue uno sguardo curioso al pensiero e al linguaggio. I personaggi esprimono il loro pensiero attraverso una serie di tecniche discorsive proprie dell'arte oratoria. Le forme della recitazione nella dimensione esecutiva e scenica del linguaggio.

non riguardano propriamente lo stile, la recitazione rimane un dono della natura, piuttosto che un acquisto dell'arte. Aristotele nel breve trattato sul modo di mediare il pensiero attraverso il linguaggio dichiara di volersi occupare solo del discorso. Non tutte le frasi hanno un valore annunciativo. Il linguaggio non annunciativo appartiene alla logica, infine l'arte del discorso non è che l'altra parte del ragionamento. La metafora, con una forma piuttosto approssimativa, si può dire che trasferisce ad un certo oggetto il nome di un altro oggetto sulla base di un rapporto di somiglianza concettuale. Per Aristotele, una metafora è ben costruita se coniuga la chiarezza, la piacevolezza e quel colore tipico del linguaggio d'arte e che si genera dalla tensione fra i traslati e le parole d'uso prevalente e familiare. LO STILE PERIODICO E LE PARTI DEL DISCORSO Nella costituzione del periodos, Aristotele assegna al ritmo un ruolo tale da non

Compromettere l'equilibrio tra l'istanza governativa e musicale del linguaggio. Egli raccomanda che il giro della parolaia lieve e ben delimitato e che il discorso procede con una nobiltà espressiva abile a scuotere l'ascoltatore. La retorica si chiude con la trattazione della taxis cioè la disposizione delle parti del discorso. Ogni buon discorso deve constare di 2 parti: la proposizione, che può accogliere una breve narrazione e l'argomentazione che deve saper produrre prove consistenti.

LA POESIA EPICA Alla trattazione della poesia tragica, la poetica fa seguire la trattazione della poesia epica osservata non tanto quanto un genere in sé compiuto, quanto come un'esperienza suscettibile di miglioramenti nello sviluppo della mimesi letteraria interessata alle vicende degli uomini eccellenti. Gli elementi del poema epico coincidono con quelli della tragedia, un intreccio omogeneo, un'adeguata descrizione dell'indole e del

Pensiero degli eroi e un linguaggio che si attiene alla misura appropriata dell'esametro. L'intreccio può essere animato dalla peripezia e dall'aguiz, tuttavia a differenza della tragedia, il poema si estende con una lunghezza espositiva tale da rischiare la sovrabbondanza informativa tipica del racconto storico.

L'estetica nell'ellenismo e nell'età romana.

L'ESTETICA STOICA

Le + interessanti riflessioni estetiche nell'età ellenistica ci vengono dalla filosofia stoica. Fondato agli inizi del 3° secolo a.C. da Zenone di Cizio, lo stoicismo apporta notevoli contributi allo sviluppo della linguistica della retorica e della critica letteraria, quanto all'estetica, lo stoicismo assume il legame tradizionale tra l'esperienza del bello e del bene entro la visione di un cosmo armonicamente governato da una ragione universale identificabile con Dio. Secondo gli stoici, l'antica visione della bellezza come

utilizzando il criterio del piacere e dell'interesse del pubblico, evitando temi che possano causare dolore o turbamento. L'estetica epicurea si concentra quindi sull'arte come strumento per ottenere piacere e gratificazione, piuttosto che come mezzo per raggiungere una comprensione più profonda della realtà o per trasmettere valori morali. La simmetria, secondo Epicuro, è un elemento fondamentale nella creazione di opere d'arte. Essa non riguarda solo l'intero, ma anche e soprattutto le singole parti, garantendo un'armonia reciproca e una corrispondenza con il tutto. La simmetria definisce la dimensione assoluta della bellezza, che si manifesta sia nella natura che nell'universo. D'altra parte, il prepon, concetto introdotto da Epicuro, definisce la dimensione relativa della bellezza, che si manifesta principalmente nelle opere e nelle azioni umane. L'estetica epicurea si distingue dall'allegorismo stoico di Filodemo. Secondo quest'ultimo, la poesia dovrebbe mirare non a istruire o a edificare, ma piuttosto a dilettare l'ascoltatore. Il poeta dovrebbe scegliere i suoi soggetti in base al criterio del piacere e dell'interesse del pubblico, evitando argomenti che potrebbero causare dolore o turbamento. In questo modo, la poesia diventa un mezzo per suscitare piacere e gratificazione, senza la pretesa di trasmettere messaggi morali o di fornire una comprensione più profonda della realtà.con cura e deve esprimerli in unostile conveniente. Uno stile maldestro produce una brutta poesia, ma uno stile ineccepibile non può da solo assicurare un capolavoro, forma e contenuto devono cospirare al valore di un testo.

CALLIMACO E LA POETICA DELLA LEPTORES

Nell'ambito della ricerca erudita Callimaco procurò nei pinakes ovvero nelle tavole la prima storia della letteratura greca. La rivendicazione dell'originalità si affida al topos dell'investitura sovrannaturale, perciò la divinità risponde all'invocazione del poeta rendendolo depositario di un messaggio di verità. Tale topos viene coniugato all'antico motivo del bivio per indicare la differenza fra i percorsi scontati e i sentieri inesplorati dall'avanguardia. La vicaria poesia è poi contrassegnata da un linguaggio "grasso", mentre la nuova si distingue per il linguaggio raffinato e sottile.

LA RETORICA ELLENISTICA

Nel corso del...

3°-2° secolo a.C. mentre la lingua greca si espandeva in tutto il mondo ellenistico, in Asia minore si afferma il gusto di quello stile elaborato e artificioso che poi verrà definito asiano, e verrà contrapposto alla sobrietà ottica. Iniziatore dell'asianesimo fu Egesia di Magnesia. La teoria dell'elocutio prevedeva 2 dottrine che venivano enunciate da Teofrasto di Ereso:

La dottrina della virtù di stile

La dottrina dei modelli dei tipi di stile. Originariamente tali dottrine erano distinte, ma col tempo divennero complementari.

ERMAGORA E DEMETRIO Nel 2° secolo a.C. operò il + celebre retore dell'età ellenistica Ermagora, autore di un trattato sulle posizioni argomentative nel quale si classificano la posizione di un avvocato in una causa mediante una tipologia delle controversie possibili a un repertorio delle corrispondenti argomentative. A questa dottrina sorrise per molti secoli grande successo nelle scuole di retorica.

del mondo ellenistico e romano, essa comportava fra l'altro efficacia ermeneutica, perché contribuiva ad acuire la capacità di individuare e di classificare i contenuti delle opere letterarie. Uno dei + famosi discepoli di Aristotele fu Demetrio. Egli si interessò di etica, di storia, di critica letteraria e di retorica, ma nel suo stile florido ed elegante i critici successivi scorsero i primi segni del dualismo dell'oratoria ottica. Il trattato consta di 2 parti: una breve introduzione generale alle tecniche della prosa ritmica con particolare riguardo allo stile periodico e un ampio esame dei 4 tipi di stile e delle loro forme: tipo grandioso che si guasta nello stile freddo, tipo elegante che si guasta nello stile affettato, il tipo semplice che si guasta nello stile arido ed infine il tipo potente che si guasta nello stile sgraziato. Dal punto di vista estetico l'aspetto + interessante del manuale di Demetrio è la categoria della potenza

espressiva.L'estetica letteraria a Roma e Dionigi d'Alicarnasso Nella cultura romana la propensione a riflettere sul significato della poesia si manifesta già agli inizi dell'attività letterariameno attivo a Roma nel 30 a.C. egli studia gli aspetti contenutistici dei testi e il rapporto tra l'ethos e il pathos, ma privilegia l'analisi stilistica e si volge a catturare l'accordatura della sua sistemazione

VITRUVIO E L'ARCHITETTO FILOSOFO Vitruvio Pollone è l'autore dell'unica trattazione completaintorno a un'arte visiva che l'antichità ha lasciato il "de architettura" in 10 libri. Vitruvio vagheggiaun architetto munito di studi filosofici e di senso dell'humanitatis, secondo un ideale che sembra inqualche modo l'urbanistica all'urbanitas e l'architettura alla retorica. Egli si dichiara debitore di unaserie di trattatisti geci, a non nasconde di averne acquisito

Le dottrine entro un respiro sintetico che intende procurare una nuova institutio, cioè una nuova introduzione al mestiere del costruttore. Costruire significa assolvere le esigenze della bellezza. Da qui l'enunciazione di 6 principi:

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AntoSilv90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Falcone Domenico.