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FASE REVERSIBILE
stimoli induttivi si può ancora avere una inversione nello sviluppo, ed una FASE
(4-5 settimane prima la manifestazione morfologica), raggiunta la quale
IRREVERSIBILE
l’evoluzione della gemma procede senza possibilità di invertire il processo, a questo
punto le alterazioni degli stimoli si tradurranno in turbative future.
Fertilità potenziale : Percentuale di gemme che si differenziano a fiore rispetto a
quelle complessive; è influenzata da fattori genetici, condizioni ambientali e colturale.
Un ruolo centrale nell’induzione è giocato dalle foglie: se apportiamo una defogliazione
le gemme differenzieranno in maggior numero a legno (purché non abbiamo passato
la fase irreversibile), poiché la pianta si troverà in deficit di sostanze elaborate. Al
contrario un’asportazione precoce dei frutti del ciclo precedente si tradurrà in una
maggior differenziazione a fiore, poiché andremmo ad asportare gli inibitori florigeni
prodotti dai semi maturi.
Le piante fioriscono indipendentemente dalla lunghezza del giorno e lo
FOTONEUTRALI
sviluppo fiorale è principalmente influenzato dalla temperatura. Le piante BREVIDIURNE
necessitano di un fotoperiodo che scenda sotto un dato valore, al contrario le
fioriscono solo sopra determinati fotoperiodi.
LONGIDIURNE
Sporogenesi : Evoluzione degli organelli sessuali presenti nelle gemme differenziate
a fiore (termina con la formazione del polline e del sacco embrionale). In generale il
gametofito maschile precede quello femminile.
Antesi (fioritura): Dura in media una decina di giorni. Prima abbiamo l’allungamento
del peduncolo fiorale, poi una schiusura della corolla e la comparsa degli stami e dei
pistilli, in seguito l’emissione di polline e recettività dei pistilli (se avvengono in tempi
diversi avremo dicogamia), in fine si ha la caduta dei petali.
Impollinazione : Processo in virtù del quale il polline raggiunge gli stimmi e vi si
insedia, è premessa indispensabile per la fecondazione. L’autoimpollinazione talvolta è
ostacolata dalla morfologia fiorale (ricerca di una maggior varietà genetica).
L’impollinazione anemofila avviene attraverso il vento è caratterizzata da una
produzione di fiori e attitudine pollinifera molto alta; il polline è piccolo e leggero e i
fiori sono predisposti morfologicamente alla dispersione e captazione; l’aspersione può
avvenire nel raggio di alcuni chilometri ed è favorita da clima asciutto e leggera
ventilazione. Una buona distribuzione di impollinatori varia dal 5 al 10%.
L’impollinazione entomofila avviene tramite insetti pronubi, che trasportano il polline
da un fiore a l’altro; il polline è grosso e appiccicoso e i fiori sono predisposti per
attirare e facilitare l’azione dell’insetto; l’aspersione è efficace entro mezzo chilometro
ed è favorita nelle giornate soleggiate, relativamente calde e prive di vento. Le visite
ai fiori avvengono con costanza fiorale. Una buona distribuzione di impollinatori varia
dal 10 al 20%, in posizione di sopravento. Dovremmo inoltre posizionare gli alveari
(2-10 per ettaro) in aree soleggiate e riparate, sospendere i trattamenti insetticidi e
anticrittogamici, effettuare uno sfalcio delle erbe spontanee.
Sterilità : La fecondazione dei fiori può essere impedita o ostacolata da FATTORI
(carenza di microelementi minerali, bassa disponibilità di risorse nutritive,
ESTRINSECI
mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo, agenti atmosferici che dilavano gli
stimmi) e (a causa della morfologia poco sviluppata degli organi
FATTORI INTRINSECI
sessuali, o per autoincompatibilità, scarsa/incapace germinabilità del polline).
Gli impollinatori vanno dunque scelti (periodo di fioritura e compatibilità) e posizionati
(sparsi regolarmente, sulla stessa fila, in vaso mobile) con cura.
Colatura : Abscissione fiorale spontanea dei fiori danneggiati o non fecondati.
Allegagione : Misura l’efficienza del duplice processo di impollinazione/fecondazione
secondo il rapporto tra il numero di frutticini sviluppati e i fiori presenti all’inizio
dell’antesi.
In genere allegano meglio i fiori inseriti su rami di media vigoria e su brachiblasti.
L’eccesso di allegagione va considerato insieme alla cascola come la manifestazione di
disequilibrio della pianta, porta allo scarso sviluppo dei frutti e a l’innesco di una
alternanza di produzione.
Germinazione : Sullo stimma il granulo pollinico emette un budello che si sviluppa
all’interno dei tessuti stilari sino a raggiungere l’ovulo, all’interno del quale il nucleo
spermatico andrà a fondersi con l’oosfera (fecondazione), seguendo con la
trasformazione dell’ovulo in seme.
Accrescimento del frutto : La citochinesi è la fase di intensa divisione cellulare ed
elevata respirazione (i hanno un sensibile aumento della respirazione,
FRUTTI CLIMATERICI
quelli non presentano alcun incremento). In seguito la fase di distensione
ACLIMATERICI
cellulare aumenta il volume del frutto (in quelli polposi il mesocarpo si idrata
notevolmente) e riduce la respirazione, l’accrescimento è principalmente influenzato
dalle emissioni ormonali dei semi in via di sviluppo.
Gli indici di maturazione sono: la colorazione della buccia, la durezza della polpa, il
contenuto di amico e zuccheri, l’acidità titolabile e la resistenza al distacco. Non c’è
correlazione tra l’epoca di fioritura e quella di maturazione.
Cascola : Caduta naturale di una parte dei frutticini nel corso del loro sviluppo
apportata tramite l’apporto di un basso livello di auxine. La cascola post-allegagione è
dovuta a turbe climatiche o competizione trofica; la cascola di giugno serve per
equilibrare la produzione di frutti in base alle potenzialità della pianta; le cascole
ulteriori derivano da traumi (agenti atmosferici, carenze nutrizionali, attacchi esterni).
Partenocarpia : Formazione dei frutti anche senza la fecondazione, saranno
caratterizzati dalla totale assenza di semi. Tendono ad essere più allungati di quelli
gamici; la minor presenza di ormoni rende questi frutti più soggetti alla cascola, a
meno che la pianta non sia in condizioni di ottima nutrizione.
TECNICHE CULTURALI
Potatura : Insieme di operazioni effettuate sulla chioma per regolare la capacità
vegetativa e riproduttiva dell’albero. Gli scopi sono: accelerare il superamento della
fase improduttiva e il completamento della struttura scheletrica, stabilire un equilibrio
vegeto-produttivo per rendere costante una fruttificazione di qualità, ridurre i costi e
agevolare gli interventi culturali.
Le piante non hanno esigenza di essere potate, in natura sanno trovare da sole il loro
equilibrio. La risposta alla potatura è esaltata da una naturale predisposizione genetica
e da condizioni ottimali dal punto di vista fisiologico, sanitario, nutrizionale ed
ambientale.
Le rispondono alla potatura con uno spostamento del gradiente
PIANTE ACROTONE
vegetativo verso il taglio, le invece accentuano lo sviluppo dei germogli
PIANTE BASITONE
basali del ramo.
Nella frutticultura lo scopo generale della potatura è quello di proporzionare
correttamente il numero di gemme a frutto alla capacità produttiva della pianta. Una
pianta debole richiederà una potatura povera per non essere sovraccaricata dai frutti,
una pianta vigorosa avrà bisogno di una potatura più ricca poiché può sopportare una
maggior produzione.
Alternanza di produzione : Consiste nella tendenza della pianta nell’alternare un
anno di eccessiva produzione ad un anno di eccessiva vegetazione.
Può essere innescata a seguito di una predisposizione genetica oppure per shock
apportati da insetti, temperature critiche, eccessi o carenze di sostanze nutritive o
acqua. A seguito dell’alternanza potremmo avere una produzione irregolare, minor
qualità del prodotto o danni relativi alla vegetazione a causa di una minor
lignificazione.
Se la pianta entra in alternanza di produzione dovremo invertire la potatura
tradizionale, ovvero a seguito di un annata di carica produttiva, dovremo effettuare
una potatura leggera, in modo da avere una scarica contenuta; il secondo inverno
effettueremo invece una potatura intensa, in modo da conseguire una carica
contenuta. In questo modo il terzo anno avremo ripristinato le condizioni di equilibrio.
In base al ciclo vitale dell’albero abbiamo potature d’allevamento (per conseguire
l’architettura adatta al fine), di produzione (per conservare la forma e mantenere un
equilibrio vegeto produttivo) di ringiovanimento (per riportare la pianta ad una
normale attività vegeto produttiva, si poterà molto durante un anno di scarica per
accentuare la poca vegetazione, viceversa in un anno di carica per equilibrare).
Abbiamo inoltre interventi speciali: potature di riforma (per modificare la
conformazione della chioma) o di risanamento (per risanare alberi con branche
deperite o fusti compromessi).
Si possono distinguere le potature in base all’epoca di esecuzione: verde o estiva (che
deve essere molto tempestiva affinché risulti utile), invernale o secca (la quale si
esegue durante tutto il periodo di riposo, anche se si tende a ritardare per non lasciare
l’albero senza gemme da produzione nel caso di una gelata).
Potatura ricca se si lasciano molte gemme sul ramo, o povera se ne lasciamo poche.
Secondo la lunghezza dei rami lasciati sulla pianta: potatura lunga (rami appena
spuntati), corta (rami spuntati a poche gemme) o mista (quando prevede sia
speronatura che diradamento).
La potatura meccanica riduce più della metà le ore di mano d’opera impiegata, ma
non è selettivo, causa un asportazione indiscriminata del legno e tagli irregolari,
richiedendo quindi una indispensabile rifinitura manuale.
Speronatura : Asportazione di una parte del ramo con conseguente arresto della
dominanza apicale, favorisce la lignificazione della porzione rimanente. Serve a
indirizzare l’architettura della pianta.
Cimatura : Asportazione dell’apice del germoglio (spuntatura). Se tardiva blocca lo
sviluppo inducendo una maturazione del legno e una maggior differenziazione a frutto
da parte delle gemme.
Diradamento : Asportazione totale (soppressione) del ramo con un taglio alla base.
Serve a correggere impostazioni scheletriche o per eliminare branche danneggiate. È
opportuno non lasciare monconi e rispettare il collare.
Scacchiatura : Eliminazione dei rami prodotti da gemme in posizioni non utili.
Torsione : Flessione e parziale rotazione del germoglio attorno al proprio asse. Viene
utilizzata per sfruttare le dominanze apicali senza incorrere negli effetti collaterali
della p