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LA PRIORITA’
Se uno vuole può fare anche un deposito con priorità e deve fornire una serie di dati.
Si può fare anche in 12 mesi, non fai divulgazione ed i dati che riesci a fornire devono
essere sufficienti. È difficile per le piante arrivare a questo risultato. Per le piante è
difficile avere un brevetto in 12 mesi perché ci dev’essere la sperimentazione in
campo per almeno 2 cicli per il DUS (Distintività, Uniformità, Stabilità).
Di solito si fa domanda europea che ha dei costi simili alla domanda italiana.
Solitamente si fa la domanda italiana, poi se noto che ha anche interesse a livello
europeo, faccio l’estensione che non significa fare un brevetto nuovo dove i dati del
brevetto italiano vengono mandati in Europa e la commissione decide se i dati vanno
bene e quindi pago la differenza, oppure devo rifare tutti i test, nel caso i dati forniti
non dovessero essere sufficienti. Se voglio spingermi fuori dall’Europa, nei paesi in cui
pensi ci sia un grosso mercato, faccio la domanda PCT (es. America ho il brevetto
per 52 stati)
La domanda PCT è un’estensione.
Il DUS dura in base al ciclo della pianta.
COSTITUTORE : CHI DEPOSITA E DETIENE LA PROPRIETA DEL BREVETTO; può essere
monopolista e quindi avere i brevetti e fare attività commerciale, oppure può trasferire
il diritto ad altri che diventano LICENZIATARI: A CHI VIENE TRASFERITO IL DIRITTO DI
SFRUTTAMENTO DEL BREVETTO; può rimanere monopolio e quindi il costitutore
trasferisce tutto ad una sola azienda oppure in oligopolio cioè che più aziende hanno
diritto. Ciò avviene tramite contratto che si chiama LICENZA DI PROPAGAZIONE /
COMMERCIALIZZAZIONE: IL CONTRATTO TRA COSTITUTORE E LICENZIATARIO PER
CONCEDERE I DIRITTI DI PROPAGAZIONE DELLE PIANTE O DI PRODUZIONE/
COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI;
LICENZA ESCLUSIVA situazione di monopolio ed hanno un costo più elevato in base
al tipo di pianta – LICENZA NON ESCLUSIVA sono alla portata di tutti; 5000 euro i
soldi guadagnati con le licenze vanno a ricoprire i soldi spesi per i brevetti.
CONTRATTO DI LICENZA:
COSTO ACQUISIZIONE DELLA LICENZA (COSTO DEL CONTRATTO)
ROYALTY (COSTO PER PIANTA O PRODOTTO): ha un valore che dipende dal valore
della pianta, quanto è competitiva sul mercato ecc… di solito può essere per seme
(kg/seme) o per pianta o per mille piante (16€ pe mille piante). Di solito va dal 5 al
10% del valore. È sul prodotto, ogni annualità si hanno 300 euro in uscita per
mantenere il brevetto da dare al CPVO (prima di uscire con il brevetto ti chiede 10000-
12000 euro). Questo costo lo recuperi con le licenze.
DURATA: TEMPO DEL BREVETTO/PRIVATIVA (17-20 ANNI)
CLAUSOLE INTERRUZIONE CONTRATTO
DICHIARAZIONI ANNUALE
VERIFICHE/ISPEZIONI: per evitare le frodi.
SITO CPVO: http://www.cpvo.europa.eu/main/en/home
Dal 1991 al 2006 negli USA ci sono 107 varietà di melo, Italia 42 varietà; per quanto
riguarda il pero, la Cina è lo stato con il maggior numero di varietà; nel pesco, gli USA
in 15 anni hanno ottenuto 428 varietà con il miglioramento genetico, l’Italia 119, Cina
84.
Numero di domande e brevetti rilasciati: nel pesco 150 brevetti rilasciati e 155
domande di brevetto a livello europeo; a livello nazionale:
Costi di protezione varietà da frutto
(in euro) – 2006.
Privativa comunitaria (CPVO)
Quale frutticoltura? Quali sono i sistemi e gli approcci che si utilizzano?
Negli ultimi 150 anni si è passati da un’agricoltura tradizionale che è stata il frutto
dell’evoluzione dell’uomo (durata 10000 anni) in cui all’epoca dei romani 1 ha di
frumento data 1 tonnellata, fino alla fine 800, la vera evoluzione si verifica verso la
metà del ‘900 industrializzazione con la meccanizzazione, invenzione della chimica
con l’invenzione dell’N (concimi naturali non bastavano) e ingegneria genetica che ha
portato ad una diminuzione della biodiversità permettono di aumentare le
produzioni (produzioni frumento a 5 t/ha: anni 80 del ‘900). Integrata e biologica.
La frutticoltura oggi dev’essere a basso impatto ambientale, garantire salute e reddito
all’agricoltore, qualità e sicurezza alimentare dei consumatori: Sono gli obiettivi
principali che si deve fissare l’agricoltura.
L’obiettivo finale è quello di tirar fuori qualcosa che sia competitivo commercialmente
ed a livello industriale.
La costituzione varietale va vista in tutta la filiera di produzione e devi capire dove si
va a collocare la tua idea varietale e che sia un qualcosa che risolva alcuni punti critici
che si presentano (resistenze, colore, forma, produzione ecc…).
Ormai per ogni pianta c’è uno standard di qualità e produttivo.
Rivoluzione verde aumentare le rese. Negli ultimi anni si è passati ad avere
efficienza produttiva, cioè un qualcosa che produce uguale, con gli standard qualitativi
più o meno uguali, ma con minor impatto ambientale (meno pesticidi, concimi,
manodopera). A questo ci devi mettere qualità sensoriale, nutrizionale, conservazione:
La produttività è un valore importante, ma dev’essere integrato con la qualità.
In base al mercato in cui ti vuoi inserire ti permette di sviluppare piante diverse che
avranno prodotti che risponderanno ai requisiti richiesti dal mercato (caratteristiche
organolettiche, colore, forma ecc…).
Le risorse genetiche sono la base per fare una varietà visto che in tutte le varietà
presenti si è ridotta la variabilità genetica perché es. melo Prunus x domestica è il
frutto di incroci naturali e non che hanno portato alla mela che abbiamo oggi. Le
risorse genetiche vanno applicate al miglioramento genetico attraverso incroci,
selezioni secondo il discorso di produttività e qualità.
Le biotecnologie (marcatori molecolari, genediting ecc…) sono un ulteriore strumento
per il miglioramento delle varietà.
L’aspetto nutrizionale della frutta e verdura è un aspetto in cui tutti stanno cercando
dei miglioramenti.
Es. potere antiossidante. Il germoplasma
Già dal I sec d.C. l’autore latino Columella, appassionato cultore di agricoltura, scrisse
un ampio trattato con descrizione sommaria di cultivar di olivo, fruttiferi e vitigni del
suo tempo.
Columella, nei suoi trattati pubblicati dal 1550 al 1572, annovera oltre a numerosi
fruttiferi, anche una lista di pere corredata da note sintetiche sui caratteri dei frutti.
Il declino della civiltà romana, però, non consentì l’approfondimento di tale scienza e
dobbiamo arrivare al XV - XVI secolo per ritrovare tentativi di descrizione di entità
vegetali.
Alla fine del 1600 iniziò la stampa di veri e propri manuali di frutticoltura, dove le
cultivar trovarono la loro piena valorizzazione. Tra i maestri ricordiamo De La Quintinye
(1690), nel cui trattato si trovano descritte più di 150 cultivar di fruttiferi. Ma, ancora
più importante appare l’attività di Duhamel du Monceau, che nella sua opera svolse
un’accurata trattazione di specie frutticole, con la descrizione di oltre 250 cultivar.
Una più precisa impostazione scientifica all’arboricoltura da frutto fu impressa dal
Teoria della riproduzione vegetale.
Gallesio con la sua opera sulla Ma il Gallesio è
Pomona Italiana,
ancor più ricordato per la un’opera monumentale in cui vengono
accuratamente descritte e minuziosamente illustrate oltre un centinaio di cultivar di
fruttiferi.
Il lavoro sul germoplasma italiano si ferma al 1900.
Obiettivi del programma sulla biodiversita
L’accelerata perdita della diversità biologica sta minando le opportunità di sviluppo
sostenibile del mondo, erodendo geni, specie ed ecosistemi che costituiscono
importanti risorse per il benessere dell’uomo.
La sfida è quella di identificare le reali cause socio-economiche e gli impatti dei
cambiamenti della biodiversità, al fine di sviluppare strategie per garantirne la
salvaguardia a lungo termine e di fornire
un contributo nel miglioramento delle funzioni produttive fondamentali per il progresso
dell’uomo.
Le specie selvatiche possono migliorare le varietà. Altrimenti si cercano di conservare
o recuperare.
Ecotipi locali con germoplasmi locali sono sicuramente qualcosa di più vicino alle
varietà coltivate. Il germoplasma è qualcosa che è il prodotto di un’evoluzione; è il
prodotto di un risultato di selez ione che l’ambienta ha fatto con l’aiuto
dell’uomo.
GERMOPLASMA: Insieme di genotipi appartenenti ad una specie, con inclusione delle
varianti fenotipiche.
Della specie selvatica possiamo avere del miglioramento genetico, quindi ibridazione e
selezione, possiamo usare incroci, per recuperare caratteri, ma consapevoli che se noi
usiamo axA avremo un qualcosa che a livello commerciale è di poco interesse
REINCROCIO: si ricorre al reincrocio o “backcross” quando si vuole traferire un singolo
carattere da un genotipo detto “donatore” ad un altro genotipo detto “ricorrente” che
risulta privo di quel carattere.
Si vuole trasferire un carattere “A” da un genotipo D (AA) ad uno ricorrente R (aa). Si
esegue prima l’incrocio tra le linee parentali così che le piante F1 identiche (Aa)
vengano re-incrociate nella generazioe successiva con il genotipo ricorrente (aa) per
costituire una popolazione segregante. In questa popolazione, gli individui più simili al
genitore ricorrente e che presentano il carattere d’interesse (Aa) vengono selezionati
per un successivo reincrocio. Dopo 5-6 generazioni di reincrocio si procede con
l’autofecondazione che permette di fissare i caratteri.
Se partiamo da un germoplasma (che è già impostato) possiamo fare selezione clonale
(individuazione e valorizzazione di mutazioni naturali presenti all’interno di genotipi
coltivati cioè cultivar) o le recuperiamo e facciamo incroci per il miglioramento
genetico.
Nelle specie coltivate noi usiamo MG e biotecnologie.
La caratterizzazione: prima di conservare si deve caratterizzare: scheda pomologica e
classificazione botanica, similitudini con varietà già conosciute, quindi la
caratterizzazione feno-morfologica, caratterizzazione citologica – citogenetica se vuoi
essere più preciso e la c. biochimica – molecolare.
Importante è la conservazione: ho i cloni, dove li conservo? Ex situ: fare dei centri di
conservazione, (es a Roma per la frutta per una questione economica ci si rivolge a
centri regionali ASSAM). Microp