Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ACIDO FOLICO
Un componente metabolico estremamente importante è l’acido
Folico ovvero una molecola as sunta attraverso l’alimentazione e
che partecipa a un ciclo metabolico che è detto Ciclo dei Folati. Il
Ciclo dei Folati è essenziale per il nostro organismo in quanto esso
termina con la sintesi di Pirimidine che sono anche alla base della
sintesi delle Purine. L’Acido Folico, quindi, è essenziale in maniera
più o meno diretta affinchè si possa avere una sintesi del DNA.
L’Acido Folico possiede un anello condensato detto Pteridina che
contiene quattro atomi di Azoto. Alla Pteridina è legato l’Acido p-
Aminobezoico a cui legata una molecola di Acido Glutammico. Abbiamo quindi un sistema biciclico planare, uno snodo
in corrispondenza dell’Acido p-Aminobenzoico e infine un Acido Glutammico terminale. L’Acido Folico, come detto, è
assunto attraverso la dieta e rientra nel Ciclo dei Folati che utilizza un enzima chiamato Diidrofolato Reduttasi nel primo
passaggio. L’Acido Folico viene ridotto due volte
con una reazione NADPH dipendente inizialmente
in Acido Diidrofolico e in seguito in
Tetraidrofolato che è un ulteriore forma ridotta
dell’Acido Folico. La riduzione dell’anello
Pteridinico è condotta entrambe le volte dalla
Diidrofolato Reduttasi. Il Tetraidrofolato è in
grado di ricevere un gruppo metilenico in
posizione 9 tra i due azoti. Questa reazione, che
porta alla formazione di un ponte metilenico, è
catalizzata dall’enzima Idrossimetiltranferasi. Il
5 10
prodotto della reazione è chiamato N , N -
Metilen-Tetraidrofolato. È chiaro che il gruppo
metilenico legato ai due azoti è un gruppo molto
reattivo. In virtù della sua reattività il gruppo
metilico può essere ulteriormente trasferito
attraverso l’enzima Timidilato Sintetasi alla
Deossiuridina Trifosfato rendendola Deossitimina
Monofosfato. Attraverso questo ciclo, quindi, abbiamo iniziato a costruire le prime str utture necessarie per la sintesi
dell’acido nucleico. Dalla Timidina, attraverso ulteriori processi enzimatici, è possibile arrivare ad altre basi azotate. È
chiaro che però se riusciamo a bloccare la sintesi della Timidina blocchiamo anche tutta la costru zione dell’acido nucleico
in quanto la Timidina stessa rappresenta quel “mattone” fondamentale che permette la sintesi delle altre basi. L’idea è
quella di andare a interferire con questo ciclo catalitico. Esistono infatti dei farmaci che reagiscono sia co n la Diidrofolato
Reduttasi sia con la Timidiato Sintetasi. NICOLA MORO – APPUNTI DI CHIMICA FARMACEUTICA E TOSSICOLOGICA 1
71
METOTRESSATO
La logica dello sviluppo del farmaco Metotressato è relativa al fatto che l’Acido Folico potrebbe essere organizzato in
due forme tautomeriche (Tautomeria Ammido-Imminica).
Dal punto di vista logico si è pensato di andare a congelare la struttura imminica dell’Acido Folico pensando che l’Acido
Folico si legasse in quella forma al recettore. L’idea è stata quella di generare una sostituzione Bioisostera (l’ossidrile
della forma imminica diventa un amminogruppo in modo tale da impedire la tautomeria) seguita da una metilazione
dell’azoto centrale per renderla metabolicamente più stabile in quanto l’Azoto centrale non può essere ossidato.
L’acido folico è stato quindi congelato in una struttura che, al tempo, si pensava fosse più adatta a legare la Diidrofolato
Reduttasi (DHFR) e soprattutto che la legasse con una affinità maggiore rispetto al suo substrato naturale. In seguito,
tuttavia, si dimostrò che le teorie sviluppate sul legame alla forma imminica erano errate e in particolare la forma attiva
era proprio quella Ammidica. Nonostante tutto, fortunatamente, il farmaco funziona lo stesso.
Sintesi
Per sintetizzare il Metotressato si parte da una Tetra-Amminopirimidina che reagisce con la Dibromopropionaldeide.
L’aldeide, inizialmente, forma una Base di Shiff reagendo con l’amminogruppo della Pirimidina e in seguito si avrà una
sostituzione del Bromo con un processo che favorisce la reazione intramolecolare. Abbiamo quindi la forma zione del
ciclo Pteridinico-simile in cui abbiamo il Bromo che appunto è stato sostituito dall’azoto con una successiva ossidazione
della molecola.
Dall’altro lato dobbiamo andare a costruire il legame tra l’acido p-Aminobenzoico con l’Acido Glutammico e la reazione
è analoga alle reazioni viste nella sintesi di Peptidi. Adiamo a proteggere il gruppo amminico dell’Acido p -Aminobenzoico
e vogliamo che non subisca a sua volta una reazione e quindi cerchiamo di andare a formare un alogenoderivato
dell’Acido p-Aminobenzoico con l’Azoto protetto tramite una metilazione.
NICOLA MORO – APPUNTI DI CHIMICA FARMACEUTICA E TOSSICOLOGICA 1 72
Nella reazione abbiamo indicato come X il gruppo protettore e con Y il gruppo attivante (es. alogeno). Abbiamo quindi
l’acido attivato che reagisce con l’Amminogruppo α dell’Acido Glutammico andando a formare l’Ammide. L’Ammide
verrà poi sbloccata (in funzione del sostituente si useranno condizioni blande quindi leggermente acide o leggermente
basiche) portando alla formazione di un Amminogruppo libero.
A questo punto l’Amminogruppo libero derivante dalla deprotezione può andare a reagire con il Bromoder ivato
sintetizzato precedentemente attraverso un meccanismo di sostituzione nucleofila andando a costruire la molecola
finale con uscita di Acido Bromidrico.
Interazione con l’Enzima (Diidrofolato Reduttasi)
Vediamo ora in che modo il Metotressato e l’Acido Folico vanno a interagire alla
Diidrofolato Reduttasi in modo tale da capire quali sono i determinanti strutturali di
riconoscimento del substrato. In pratica la
struttura più rilevante dal punto di vista
elettrostatico è l’Acido Carbossilico (Glu30) che si
oppone alla parte basica della Piridina del
Metotressato. L’anello Pteridinico, inoltre, risulta
essere stabilizzato da interazioni π. Se andiamo a
vedere il legame del Metotressato alla DHFR
(immagini sottostanti) possiamo osservare che
questo occupa più o meno la stessa posizione
dell’Acido Folico e quindi possiamo chiaramente
capire i motivi della competizione che c’è tra le
due strutture. La competizione, infatti, è
giustificata dalla posizione del nostro sistema.
Ancora una volta la zona acida dovuta alla
presenza dell’Acido Carbossilico derivante
dall’Acido Aspartico si oppone all’anello
Pteridinico. Se analizziamo le due immagini
possiamo notare che le due strutture, dal punto
di vista conformazionale, non sono equivalenti e
possiamo vedere che c’è un differente collegamento tra il carbossilato del sito
attivo e la struttura del Metotressato. NICOLA MORO – APPUNTI DI CHIMICA FARMACEUTICA E TOSSICOLOGICA 1
73
Nel caso dell’Acido Folico, infatti, l’interazione coinvolge l’Amminogruppo in posizione 2 e l’Azoto in posizione 3 per
andare a formare un legame a Idrogeno. Nel caso del Metotressato, invece, si ha il coinvolgimento dell’Azoto in
posizione 1 per la formazione del legame a Ponte di Idrogeno. Fondamentalmente, quindi, abbiamo una rotazione
attorno al legame, che comporta una variazione di circa 90° della posizione relativa dell’anello Pteridinico. In virtù di
questa situazione, quindi, avremo delle differenti organizzazioni dei legami idrogeno. In seguito a questa differente
organizzazione dei legami a Idrogeno avremo quindi l’inibizione del funzionamento dell’Enzima DHFR.
5-FLUORO URACILE
Un altro possibile stadio su cui possiamo andare a interferire è quello che coinvolge la Timidilato Sintetasi (TS). In questo
caso siamo a valle del processo di sintesi. In questo caso il
substrato corrisponde al N , N -Metilen-Tetraidrofolato.
5 10
Questo enzima è in grado di trasferire il gruppo metilenico
presente nel substrato all’Uridina Monofosfato attraverso
una reazione di attacco alla posizione 5 dell’Uridina. In pratica
la reazione è una processo n cui il gruppo Ti olico della TS
(Cisteina) attacca la posizione 6 della Deossiuridina portando
alla formazione di un intermedio covalente che permette di
polarizzare il doppio legame in posizione 5-6 e facendo in
modo che il gruppo metilenico venga trasferito. Al termine
della reazione la TS si stacca dal complesso e si ha la
liberazione della Timina che si è formata in seguito al processo
descritto. È un processo relativamente semplice che appunto
prevede l’intermedio covalente costituito dall’enzima e dal
Tetraidrofolato. La sostituzione dell’Idrogeno in posizione 5
con u Fluoro porta alla formazione della specie chimica
denominata Fluoro Uracile. Il Fluoro Uracile, una volta
coinvolto nella reazione, porta alla formazione di un intermedio molto stabile in cui non si
ha il trasferimento del metile alla posizione 5. Si ha quindi l’incapacità da parte della TS di
costruire la base corretta. Il processo, quindi, viene interrotto in seguito a questo substrato
che corrisponde a un substrato suicida in quanto si lega in maniera c ovalente all’enzima
stesso. Il Fluoro Uracile è il substrato degli enzimi che fosforilano e quindi può subire i
processi di fosforilazione che lo portano ad esistere in forma mono fosforilata, difosforilata
o trifosforilata. Ricordiamo inoltre che gli enzi mi che presiedono al processo di
incorporazione delle basi al DNA lavorano con i nucleotidi trifosfati. Il Fluoro Uracile è
abbastanza simile all’Uracile da poter subire la reazione di fosforilazione in maniera analoga dopo essere trasformato
in un nucleoside (Fluoro Uridina). A questo punto se il Fluoro Uracile viene fosforilato avremo che questo processo
permette anche l’incorporazione di questa base non corretta nell’Acido Nucleico in crescita. Avremo quindi un Acido
Nucleico modificato per effetto dell’incorporazione di questo nucleotide che impedisce, come detto, una ulteriore
NICOLA MORO – APPUNTI DI CHIMICA FARMACEUTICA E TOSSICOLOGICA 1 74
crescita della macromolecola e quindi, di fatto, si avrà una troncatura della sintesi della macromolecola. In pratica
abbiamo una prima fase che corrisponde alla fase di aggancio tra il Nucleoside e la catena polinucleotidica. Il passaggio
immediatamente successivo vede il Nucleotide sbagliato e, di conseguenza, la Polimerasi non riconosce più il suo
substrato e quindi non riesce ad andare a legare un’altra base alla catena in cres cita. Ricordiamo però che, come ogni
danno al DNA, possiamo avere l’intervento degli enzimi di riparazione che annullano l’effetto della reazione che, pur
esse