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Estratto del documento

Educare al pensiero riflessivo significa dunque educare a saper padroneggiare i propri errori e

saper far di essi un futuro presunto successo. !

“Non c’è niente che riveli meglio la presenza di un sapere educato quanto l’uso che esso sa

fare dei propri errori e insuccessi “(Dewey come pensavo).!

Allo scopo di educare al pensiero riflessivo è necessario educare ed esplorare la realtà. Dewey

prospetta una teoria dell’intelligenza dove il richiamo costante va verso l’approfondimento continuo

( secondo livello che fa scaturire la crescita di abitudini mentali e competenze). E’ grazie alla

razionalità riflessiva e al rigore mentale che riusciamo a superare le molteplici barriere cognitive.!

Il metodo procedurale dell’indagine e del pensiero riflessivo è dunque il miglior modo di pensare

ma, per promuovere buone abitudini di pensiero è necessario superare il nozionismo e imparare a

connettere il pensiero con la risoluzione efficace delle situazioni problematiche. A distanza di

quarant’anni è l’analisi di De Bartolomeis ed il suo contributo teorico ad essere ancora attualissimi.

Egli sosteneva fortemente che l’insegnante per poter promuovere il metodo della ricerca (intesa da

Dewey come linfa vitale di ogni scienza) deve essere lui stesso a saper condurre una ricerca. La

ricerca ricopre un ruolo fondamentale nella formazione degli studenti e futuri insegnanti . In “ la

ricerca come antipedagogia ,1969 “ De Bartolomeis denuncia l’inefficacia del sistema

informativo italiano.Il metodo della ricerca sconvolge i tradizionali rapporti tra docenti e discenti ed

esplicita l’importanza di una sana interazione tra loro.!

Homines Dum Docent Discunt insegna Seneca.L’insegnante deve essere in grafo di crescere

con i propri allievi deve dunque conoscere loro, i loro bisogni le loro esigenze e saper infine

formarli. Come riportato sopra “ meno argomenti e ben fatti “; oggi alcuni studi di neurologia

confermano che la pausa di riflessione aiuta la mente a non sovraccaricarsi e mette quindi il

soggetto in condizione di pensare in modo ottimale. La creatività richiede capacità di concentrarsi

con determinazione e allo stesso tempo di rilassarvi ( Poincare arrivava alle scoperte dopo lunghi

periodi di incubazione dal lavoro).!

Un’interpretazione classica vede nascere nei momenti di riflessione l’intuizione.!

Il laboratorio rappresenta la condizione necessaria per fondare l’apprendimento sulla ricerca e per

realizzare attività produttive.!

Nei laboratori gli studenti vivono la partecipazione provando esperienze di socializzazione.!

La struttura laboratoriste rappresenta il mezzo e il luogo privilegiato per realizzare attività di ricerca

in quanto determina un cambiamento qualitativo delle attività tradizionali stabilendo una

connessione tra apprendimento e produzione.!

nei laboratori tutti possono e devono provare tutto senza preoccuparsi di eguagliare gli standard

selettivi di rendimento.!

Ma “non è tanto necessario essere in laboratorio quanto sentirsi in un contesto laboratoriste ,avere

la possibilità di esplorare situazioni,formulare ipotesi,agire e provare direttamente le conseguenze”.!

(Baldacci,”Ripensare il Curricolo”).!

Sternberg individua come si possa raggiungere l’acquisizione di abilità di ragionamento e di

apprendimento ulite a risolvere problemi teorici e pratici attraverso 7 passaggi ( questi passaggi

sono riferibili a metacomponenti o abilità metacognitive del pensare sei sviluppano come risultati di

interazione tra la componente ambientale e genetica).!

identificare il problema,scelta del procedimento ,rappresentare le informazioni,formulazione di

strategie ,distribuzione delle risorse,controllo delle soluzioni e valutazione delle soluzioni.!

Dunque possiamo concludere dicendo che per superare il rischio connesso all’incapsulamento

delle conoscenze e favorire il trasferì in altri contesti (resnik imparare dentro e fuori scuola)

l’apprendimento è pensato e interpretato come un processo attivo di costruzione delle

conoscenze ,delle abilità delle competenze.!

L’insegnamento strategico e la strutturazione di un abito generale di ricerca mettono l’accento

volendo approfondire il ruolo delle strategie metacognitive.!

La conoscenza metacognitiva consiste nell’utilizzo consapevole di strategie e il controllo

metacognitivo è relativo alle capacità di esercitare un controllo ,saper mettere in atto aggiustamenti

necessari.!

Gli allievi dotati di abilità metacognitive possiedono un gran bagaglio di conoscenze ma ciò che li

caratterizza davvero è l’organizzazione e l’accessibilità a queste.!

Lo studente divenuto più autonomo e consapevole grazie all’esercizio della riflessione e

dell’autoregolazione riuscirà a sviluppare meglio delle abilità metacognitive.!

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E’ desiderabile che tutti gli esseri umani diventino scienziati nei loro atteggiamenti vale a dire

genialmente intelligenti nel loro modo di pensare e agire “!

(dEWEY,”l’UNITà DELLA SCIENZA CON PROBLEMA SOCIALE “)

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Pratiche Educative:!

Bourdieu sviluppa una sua analisi intorno al senso pratico.!

Egli segna un punto di svolta centrale nella riflessione sulla pratica ponendo le premesse per

cogliere le dimensioni specifiche ed autonome della pratica rispetto al sapere teorico.!

La pratica non è una traduzione empirica della logica e della teoria ma è infatti una dimensione

autonoma che si svolge nel tempo e agisce sul tempo.!

Nell’esperienza professionale nei servizi educativi il professionista deve essere in grado di mettere

in atto un sapere pratico capace di vedere in anticipo il presente ovvero partendo dal presente

prefigurarsi il possibile sviluppo futuro.!

Si tratta di vedere una situazione in profondità e allo stesso tempo di vedere attraverso per agire

qui e ora e contemporaneamente prefigurarsi la logica scena che sta accadendo nel presente ,in

un tempo immediatamente futuro.!

Bourdieu afferma che la pratica non è in rapporto di subordinazione rispetto alla teoria e ai modelli

concettuali in quanto la pratica esclude qualsiasi interesse formale.!

Scribner esplora le dinamiche attraverso le quali il pensiero ,la conoscenza ,l’intelligenza prendono

forma ovvero nella messa in atto di compiti e pratiche di lavoro secondo logiche specifiche ,che

nascono dalle competenze pratiche.!

Il confronto con la materialità porta ad attivare un pensiero pratico che si riferisce a tutto il pensiero

in azione quando l’intelligenza è al lavoro.!

L’intelligenza al lavoro è attiva ogni volta che l’educatore si torva nella condizione di posizionarsi

professionalmente di fronte ad un caso e si rende conto che ciò che gli permette di intervenire è un

atto professionale creativo dove il sapere teorico potrà esserle di aiuto solo in parte.!

Il sapere pratico è connesso al pensiero teorico ma a differenza di questo è adattabile .Un

educatore esperto infatti non parte ogni volta da zero andando per tentativi ed errori ma coglie una

possibile via di azione mantenendo un atteggiamento sperimentale pronto ad essere rimodellato.!

La teoria dell’attaccamento e dello sviluppo relazionale non bastano per guidare l’azione perché

pur delineando un quadro che aiuta a dar significato alle dinamiche relazionali,non indicano

repertori possibili di pratiche educative ed è qui che entra in gioco il pensiero pratico e l’esperienza

professionale dell’educatore.!

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il pensiero pratico si struttura e si allena nel tempo facendo perché la pratica comporta un certo

tempo di esercizio ,allenamento e ripetizione affinché certi approcci e interventi diventino

progressivamente habitus intenzionale.!

Le pratiche educative infatti non sono pura esecuzione ripetitiva ma processi trasformativi ,carichi

di possibili cambiamenti non solo nei contesti ma anche negli attori coinvolti.!

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Schon è un autore che si è particolarmente interessato al superamente della tradizionale scissione

tra il pensare e l’agire,sapere e fare,decidere e attuare; scissione che nel mondo occidentale ha

radici lontane .!

Schon infatti parte da una premessa: tra teoria e pratica non esiste un rapporto dicotomico o

gerarchico ma una dialettica inscindibile per la quale l’azione e il pensiero convivono e si

arricchiscono reciprocamente.!

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Schon ha approfondito le modalità con cui i professionisti integrano la loro preparazione teorica

con la pratica quotidiana .!

Schon rileva come il problem solving non sia più l’unica risposta adeguata alla realtà almeno se

non integrato dal probelm setting ovvero salla definizione del problema e cioè il processo

attraverso cui definiamo la decisione da prendere,i fini da raggiungere e i mezzi da scegliere.!

Si delinea dunque un aspetto più problematico alla realtà che considera ogni situazione nella sua

complessità e nella sua unicità : la riflessione nell’azione ( reflection in action) .!

Per usare un termine pedagogico si può dire che l’operatore riflessivo si avvale della capacità di

apprendere ad apprendere.!

Più precisamente schon sostiene che l’azione intelligente può essere guidata da 2 elementi

basilari: la conoscenza nell’azione e la riflessione nell’azione.!

queste riflessioni rinviano alle riflessioni di dewey a cui schon fa riferimento.!

nel pensiero di dewey infatti è forte il rinvio all’importanza delle attività riflessive che

accompagnano l’esperienza di conoscenza nel contatto con la realtà empirica .!

la conoscenza e il pensiero riflessivo nascono a partire dall’incertezza connessa adoni esperienza

caratterizzata da un mutamento improvviso che spezza il fluire routinarii e lascia trapelare i

contorni di una condizione problematica.!

La riflessione non è dunque una fase sucessiva all’azione ma è una qualità dell’azione con cui il

professionista interviene dialogando con il problema ,definendo la situazione problematica in

problema con occhio critico e curioso.!

il professionista riflessivo pensa a ciò che fa mentre lo fa.!

Mortari evidenzia la prospettiva del fare pensoso e sottolinea come con la pratica riflessiva si tratti

di cogliere il senso profondo dell’esperienza.!

L’analisi riflessiva è un processo per ripensare alle situazioni ,per attribuire ad esse un significato .!

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il pensiero a cui si fa riferimento non è il fermati e pensa di Arendt che consiste nel sospendere

l’azione ma più vicino all’idea di un fare Pensoso di Mortari.!

!

E’ Bruner che portò in questa visi

Dettagli
A.A. 2017-2018
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinajagothor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dei servizi educativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Fioretti Silvia.