Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Lezione 2 (27/02/19):
L’ordine giuridico dell’Unione Europea. Questi trattati appartengono ai trattati
istitutivi di organizzazioni internazionali. Hanno creato organizzazioni
internazionali, gli stati creano un nuovo soggetto giuridico nell’ordinamento
internazionale e attribuiscono ad esso funzioni esercitate mediante organi per il
raggiungimento di determinati obiettivi. Questi organi riflettono una composizione
propri degli stati e governi. Ci sono delle organizzazioni internazionali di carattere
regionale come il consiglio d’Europa, che ha il compito di promuovere l’istituzione di
accordi tra stati e responsabile della CEDU.
Questi trattati costituiscono il diritto primario dell’ordinamento giuridico dell’UE e il
diritto primario ha natura pattizia e appartiene al genus del diritto internazionale.
Questi trattati non esauriscono l’area del diritto primario e accanto a questi strumenti
ce ne sono altri. Dopo la CEE ed EURATOM viene istituita una convenzione per
istituzioni comuni che prevede che le tre organizzazioni internazionali hanno in
comune l’assemblea e la corte di giustizia. Il fatto che siano comuni ha due valori,
è indicazione di una sorta di interconnessione organica tra le tre organizzazioni
e non vuol dire che vi sia una confusione sul piano giuridico in quanto le tre
organizzazioni agiscono nell’ambito del trattato di cui ricade l’azione. Questo
meccanismo di rendere comuni le organizzazioni viene rafforzato nel 65 con un nuovo
accordo internazionale, il trattato della fusione degli esecutivi, che rendono
comune il consiglio e quella che nel trattato CECA è la commissione.
Dopo questa adozione di accordi internazionali, si hanno una serie di accordi
internazionali per modificare quelli inizialmente stipulati, accordi di revisione del
diritto primario originario che avviene secondo regole. Il primo di questi accordi di
revisione è l’atto unico europeo del 1986 ed è un atto e accordo internazionale
dove viene modificato CEE, EURATOM e CECA con modifiche istituzionali ma anche
di diritto materiale attribuendo materie alla competenza di istituzioni europee. In
quella sede abbiamo anche un paio di modifiche sul piano istituzionale in quanto
l’assemblea delle tre comunità viene chiamata parlamento europeo e la comunità
economica europea diventa comunità europea e quindi la CEE diventa trattato della
comunità europea. Questo comporta un allargamento del campo di applicazione della
CEE anche a settori non strettamente economici.
L’atto europeo prevede l’art. 30 che introduce una forma di CPE, cooperazione
politica europea, che introduce per la prima volta un tentativo di coordinamento
delle politiche estere degli stati membri. Perché? Ci si fida di più anche degli altri
ma anche la forte integrazione economica tra stati membri aveva reso evidente la
politica economica e quella commerciale e quella estera. Si pensa di non separare
questi tipi di politica, in quanto la politica estera è una dei settori più rappresentativi
del potere dello stato, dove lo stato vuole mantenere più libertà possibile. Per questo
si decide di prevedere accanto a queste istituzioni europee un coordinamento in tema
di politica estera.
Ci sono anche il trattato di Maastricht del 42 in quanto porta a cooperazione
politica e introduce le premesse di una moneta comune. Firmato il trattato nel
92, è un trattato che ridisegna la struttura dell’UE in quanto nasce l’UE accanto le tre
entità già esistenti (CEE…). Con questo trattato la CEE perde la parte economica, il
trattato istituisce l’UE ma non vengono cancellati i trattati precedenti e le comunità
continuano ad esistere. Viene concepita una più grande forma di integrazione sia
politica che economica nella quale continuano ad esistere le comunità. L’UE si forma
quindi su tre pilastri: continuano a esistere la CECA, CEE e EURATOM e la CEE diventa
comunità europea per integrazione politica, vengono avviate le competenze della
comunità anche in materia di istruzione. Si seguono strettamente le procedure
legislative per l’adozione degli atti attraverso la partecipazione del parlamento e
consiglio. Abbiamo altri ambiti di cooperazione tra stati membri dell’UE che operano
con metodo intergovernativo come la politica estera di sicurezza comuni (PESC) e
giustizia e affari interni (GAI, dove sta la cooperazione giudiziaria sia in materia
civile che penale e con Maastricht viene portata la cooperazione degli stati nell’ambito
dell’UE) dove sono settori dove è preponderante il ruolo degli stati rispetto alle
istituzioni.
Il trattato di Maastricht è istitutivo ma anche di revisione e introduce la
cittadinanza europea, duale ovvero che è cittadino dell’UE un cittadino dello stato
membro, il diritto comunitario quindi attribuisce diritti a cittadini in quanto cittadini
dell’UE e abbiamo diritti peculiari come la libertà di circolazione e di soggiorno su un
altro stato membro. Viene istituito il diritto di protezione consolare, il cittadino
europeo può essere assistito dalle autorità consolari di un altro stato membro se si
trova in uno stato terzo. Ci sono anche diritti politici come la possibilità di votare ed
essere eletti al parlamento europeo o quelli comunali di un altro stato membro, si
favorisce quindi l’integrazione del cittadino.
Con questo trattato si gettano le basi dell’unione economica monetaria, anche se poi
la BCE diventa operativa dal 98. Gli stati che partecipano all’euro sono 19 ma gli stati
dell’UE sono attualmente 28 fino al 29 marzo.
Dopo Maastricht abbiamo un trattato di revisione, il trattato di Amsterdam, firmato
il 2 ottobre del 97 e entra in vigore il primo maggio del 99, si ha una modifica della GAI
per cui la cooperazione in maniera civile va insieme alla CE e CECA e EURATOM e
viene introdotta la materia di visti e di asilo in tema di immigrazione, nei trattati quindi
abbiamo le basi giuridiche per una politica comune in materia di immigrazione che
consentono l’azione di istituzione di norme comuni in materia di immigrazione. Con
Amsterdam viene rafforzata la tutela dei diritti fondamentali in quanto all’interno
dei trattati queste norme sui diritti fondamentali non c’erano ma già con Maastricht
viene introdotto con l’art. 6 una loro menzione e questi diritti devono essere rispettati
dall’istituzione dell’UE ma anche con Amsterdam abbiamo un ulteriore rafforzamento.
Altra modifica riguarda la possibilità degli stati che hanno i requisiti di
progredire nell’integrazione attraverso forme di cooperazione rafforzata, che
consente ad alcuni stati che sono in una situazione tale da avere convergenza nelle
proprie politiche per raggiungere obiettivi di integrazione più stretta di altri stati
dell’UE e il trattato consente a questi stati queste forme di integrazione. L’euro può
essere considerata una forma di integrazione per esempio oppure il regolamento sulla
legge applicabile del divorzio, non adottato da tutti gli stati ma da alcuni.
Abbiamo anche il trattato di Nizza firmato nel 26 febbraio del 2001 ma entra in
vigore nel primo febbraio 2003. Abbiamo una revisione del funzionamento delle
revisioni ma è un’occasione persa per procedere a modifiche più significative
in quanto nel frattempo è stata elaborata la Carta di Nizza che elabora i diritti
fondamentali per l’UE per colmare i vuoti dei trattati ed è stata firmata nello stesso
periodo ma non fa parte del trattato di Nizza ma rimane quindi un ambito affidato alla
competenza della corte di giustizia che elabora i diritti fondamentali come principi
generali.
Però nel 2004 si comincia a parlare di un trattato che costituisce una costituzione
per l’Europa e quindi si firma a Roma, la costituzione europea. È sempre un
trattato internazionale che è elaborato dagli stati membri. Non entra mai in vigore in
quanto non ratificato dalla Francia e Olanda che avevano istituito un referendum sulla
ratifica o meno. I motivi di questo blocco sono il significato politico, la costituzione
indica un passo verso un’integrazione maggiore e nell’ottica di alcuni stati avrebbe
implicato una perdita di sovranità e anche nel testo vengono inseriti richiami a
costituzioni nazionali che minacciano gli stati sulla loro sovranità. La mancata
approvazione di questo trattato segna un periodo di crisi e riflessione dell’UE in quanto
ci si chiede quale strada debba prendere l’integrazione europea, se ritornare a
un’integrazione di tipo economico senza progredire a livello politico.
Questa fase di crisi viene superata con la firma del trattato di Lisbona il 13
dicembre del 2007 e in vigore dal primo dicembre del 2009 e modifica l’assetto
dell’UE. Riprende molti elementi di modifica del trattato di costituzione d’Europa e
l’UE si sostituisce alle comunità e quindi non c’è più la rigida divisione tra metodo
comunitario e intergovernativo e vengono ridefinite le competenze all’interno dei
trattati e questo è significativo perché vengono inseriti elenchi di quelle che sono le
competenze dell’UE e viene rimarcato con norme il principio di attribuzione delle
competenze poiché gli stati in questa fase di crisi temendo la perdita della propria
sovranità vogliono rimarcare nei trattati che l’UE è competente solo in alcuni settori e
quindi abbiamo un inserimento di cataloghi di competenza dell’UE. Per le competenze
esclusive, all’art. 3 del trattato del funzionamento dell’UE vengono indicati i 5 settori
di competenza esclusiva dell’UE.
Il trattato di Lisbona è di revisione e modifica il trattato di Roma istitutivo della CEE e
lo fa diventare TFUE, accanto al quale rimane il trattato di Maastricht che diventa
TUE. C’è anche un’innovazione dei diritti fondamentali in quanto con il trattato la
carta di Nizza acquisisce pari valore dei trattati e quindi un rango di diritto primario.
Viene anche introdotto il rappresentante degli affari esteri e della sicurezza e rafforzati
i diritti dei cittadini europei.
A questo insieme di trattati è presente la categoria di trattati di adesione, trattati di
diritto internazionale stipulati tra due parti che da un lato sono tutti gli stati dell’UE a
un certo tempo e dall’altra uno o più stati membri nuovi, porta una modifica
soggettiva dell’UE includendo uno o più nuovi stati che desiderano farne parte. Questi
trattati quando realizzano l’adesione di un nuovo stato membro introducono
modifiche oggettive, modificano la composizione dell’istituzione per cui
bisogna riflettere lo statuto del nuovo stato membro che entra. Uno è del 72, adesione
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.