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S. TOMMASO CERCA DI TENERE UNITE SIA LA FEDE CHE LA RAGIONE!
Anna D'Alessio, SPGI
11 Storia delle dottrine politiche:
➡️ La fede non vuol dire solo credere nel miracolo, ma nel riflettere su ciò che ci sta
intorno e costruire una riflessione logica su questo.
✝️
Somma teologica :
La Somma teologica, frequentemente chiamata anche col titolo originale Summa
Theologiae, è la più famosa delle opere di Tommaso d'Aquino. Fu scritta negli ultimi
anni di vita dell'autore 1265–1274; la terza e ultima parte rimase incompiuta. È il
trattato più famoso della teologia medioevale e la sua influenza sulla filosofia e sulla
teologia posteriore, soprattutto nel cattolicesimo, è incalcolabile.
La base della dottrina politica di S. Tommaso è quella teoria del diritto naturale che
costituisce una delle maggiori eredità lasciate dallo stoicismo alla storia della filosofia
e che nella sua epoca era stata assunta a fondamento dello stesso diritto canonico.
Egli nella sua opera, si sofferma sul concetto di legge, ossia un ordine della ragione
che è orientato al bene comune ed è promulgato da colui che si prende cura della
comunità. Viene messo così in chiaro che ciò che definisce la legge è il fatto di avere
una struttura razionale(è una condizione necessaria affinché una legge possa
↪️
definirsi come tale).
San Tommaso appartiene all'ordine dei domenicani e la loro visione si
contrappone a quella dei francescani. La sostanziale differenza fra le due scuole di
pensiero è la seguente: per gli intellettualisti(ovvero i domenicani)vige il principio
del"una cosa viene comandata perché giusta", mentre per i francescani"una cosa è
ingiusta quando è comandata". Nel primo caso, si pone l'accento sul contenuto del
comando di una legge; nel secondo caso invece ci si focalizza sull'aspetto formale.
È importante poi dire che i francescani, facendo leva su un discorso prettamente
spirituale(cioè la chiesa doveva secondo loro ritornare al messaggio delle
origini)rappresentavano una minaccia per S. Tommaso: sia dal punto di vista
filosofico che anche per ciò che concerne la Chiesa. Anna D'Alessio, SPGI
12 Storia delle dottrine politiche:
↪️ tendenza laica che era stata definita"averroismo
Era poi andata a svilupparsi una
latino". Durante il Medioevo, il pensiero di Averroè viene studiato anche in Europa e
dalle sue parole(benché interpretate in modo erroneo)si ricava una dottrina tendente
alla laicità. Anche questa tendenza era minacciosa per S. Tommaso in quanto uomo
di Chiesa.
Secondo S. Tommaso esistono diversi tipi di legge:
● Legge eterna=cioè una ragione che governa tutto l'universo e che esiste nella
↪️
mente divina. Questa legge è conosciuta solo da Dio e dai beati;
la legge di natura(che è negli uomini) è un riflesso
Di questa legge eterna,
e si concretizza in tre fondamentali inclinazioni:
- Quella che l'uomo ha in comune con tutti gli esistenti, ovvero
l'inclinazione a preservare la vita;
- Quella che l'uomo ha in comune con gli animali, ovvero l'inclinazione
del maschio e della femmina a unirsi per procreare;
- Quella che è propria dell'uomo, ovvero l'inclinazione a vivere in società
e a non recare danno agli altri.
➡️ Si tratta di un principio non scritto:
attraverso la ragione ricaviamo le inclinazioni prima citate.
● Legge umana=è la legge civile positiva data dagli uomini e che si fonda sulla
legge naturale;
● Legge divina=necessaria per indirizzare l'uomo al suo fine soprannaturale e
che corrisponde alla legge rivelata dalle Scritture.
Problema importante:
Possono esserci delle persone al potere non interessate a scrivere le proprie leggi rifacendosi ai
principi della legge eterna.
↪️ Cosa succede se vi è una difformità dalle due?
Anche se la Chiesa pensa che vi sia un difformità dalle due, S. Tommaso dice che dal punto di vista
giuridico quella legge non perde il suo valore perché non vi è la certezza della violazione. Tuttavia, ci
sono delle parti della legge eterna di cui gli uomini sono a conoscenza ovvero quella divina.
Invece, se la trasgressione è fra la legge umana e quella naturale S. Tommaso dice che gli uomini
devono comunque obbedire a quella umana perché quella naturale è oggetto di interpretazione
dell'individuo ed ha un grado di certezza minore rispetto a quella divina. Anna D'Alessio, SPGI
13 Storia delle dottrine politiche:
Vi è tuttavia un caso in cui il teologo dice che non si può trascendere ossia sulla trasgressività tra la
legge divina e quella umana:
↪️ Es. Se la legge divina dice di non rubare(di cui abbiamo certezza perché scritta)e quella umana lo
consente, le persone possono scegliere di non rispettarla.
↪️ S. Tommaso riprende il concetto della"resistenza", reinterpretandolo in un senso
costituzionale. Suggerisce infatti una revisione costituzionale della legge che deve essere
promossa dalle stesse istituzioni politiche e dalla chiesa.
▶️Si tratta quindi di una resistenza pacifica Frammento della celebre opera del religioso
MARSILIO DA PADOVA
Vita :
Marsilio Mainardini nasce tra il 1275-1280 a Padova in una realtà comunale. Studiò
medicina all'Università di Padova e divenne rettore dell'Università di Parigi.
Diventerà poi consigliere politico di Ludovico il Bavaro, invitandolo a farsi eleggere
imperatore da un rappresentante del popolo romano. Questo è importante perché
significa due cose: invertire lo schema della sovranità (il potere non discende più da
Dio) e avere una legittimazione al potere di tipo democratico. Marsilio cerca così una
fondazione laica del potere, estremamente innovativa. Suggerisce poi all'imperatore
di nominare un antipapa ovvero un francescano. Morirà nel 1342.
Anna D'Alessio, SPGI
14 Storia delle dottrine politiche:
☮️
Il difensore della pace :
"Il difensore della pace"è una delle opere più importanti di Marsilio da Padova. Si
divide in tre parti: la prima è dedicata all'ambito politico, la seconda è incentrata sulla
religione(interpretazione di Marsilio sul significato dei vangeli e il rapporto tra sfera
politica e spirituale) e nell'ultima vi è un riassunto di quanto detto. Per scrivere
quest'opera, il filosofo si rifà a: l'anticlericalismo francescano(molti francescani
avevano elaborato una posizione molto critica nei confronti della chiesa), agli studi
aristotelici e all'averroismo latino.
● Divisione dei poteri
Per capire a che cosa si riferisce il titolo, bisogna rifarsi a chi era il"defensor
pacis"storicamente. Marsilio si rifà a quell'imperatore che lo ha accolto nella sua
corte ovvero Ludovico il Bavaro. Il filosofo identifica genericamente come difensore
della pace, la figura politica dell'imperatore che ha il compito di garantire la pace nel
suo regno. È necessario inoltre evidenziare che la pace dove essere volta a
garantire la serenità degli uomini nonché la realizzazione delle strutture economiche
dell'impero. Marsilio elabora una visione della struttura dello Stato, per certi aspetti
molto simili alla nostra in cui prevalgono due poteri: quello esecutivo(del principe)e
quello legislativo. Marsilio afferma che il potere legislativo spetta al popolo
considerato come Universitas. Precisato che il potere legislativo spetta al popolo,
egli determina le modalità con cui questa volontà popolare si manifesta ed esprime.
Spetta alla maggioranza, intesa quantitativamente, rappresentare e manifestare la
volontà del popolo. Alla base di tutto sta la considerazione che l'individuo, in quanto
parte del popolo, è obbligato ad accettarne le decisioni. Egli dice poi che chi ha il
compito di redigere la legge è un gruppo ristretto composto da persone che
conoscono il diritto e dai comuni cittadini. Agli esperti compete formulare, ma
soltanto formulare, la legge, mentre spetta al popolo approvarla o respingerla.
Marsilio individua la prima di quella che successivamente sarà chiamata
separazione dei poteri, pars principans o potere legislativo esclusivo del popolo ed il
Anna D'Alessio, SPGI
15 Storia delle dottrine politiche:
potere esecutivo esercitato dal Principe. Secondo Marsilio da Padova il potere
esecutivo deve essere esercitato senza alcuna interruzione. Marsilio da Padova nel
Defensor Pacis fu uno dei primi uomini a gettare le basi scritte del concetto di
democrazia (dopo i filosofi greci) anche se è da puntualizzare che la democrazia che
si presenta nei nostri giorni non è quella intesa dallo scrittore, perché secondo lui al
governo doveva esserci un solo uomo o un ristretto gruppo di uomini (per trovare più
facilmente un accordo ed avere più velocità di esecuzione dei provvedimenti).
● La legge
L'originalità dell'opera di Marsilio consiste nel carattere positivo del concetto
di"legge", che egli prende a fondamento della discussione giuridico-politica dalla
quale esclude la concezione della legge come inclinazione naturale. La sua teoria di
legge si rifà alla tradizionale volontarietà francescana che considerava la legge come
un comando e si caratterizza non per il contenuto ma per la forma. La legge si
caratterizza per imperatività, coattività e per il fatto di rispettare l'ideale di giustizia. Il
filosofo ritiene che la legge politica degli uomini si differisce da quella religiosa e che
quest'ultima non ha alcun potere punitivo nella nostra vita(il giudice della legge
divina non è un giudice terreno). La prima distinzione tra le due leggi è la sanzione,
che nella legge divina è puramente spirituale e ultraterrena. L'uomo risponde solo a
Cristo e non invece ai sacerdoti a cui viene negato, nella maniera più assoluta, ogni
potere coattivo. Le leggi divine sono proiettate al raggiungimento della vita dopo la
morte. Lo Stato invece deriva da sé stesso i propri princìpi e fini, indipendentemente
da qualsiasi influenza divina(può emettere dunque delle sanzioni se i cittadini non
rispettano le norme).
Inoltre, nessun potere(né statale né religioso) può intromettersi nel pensiero umano,
↪️
che deve essere libero.
Es. Penso che una persona mi stia antipatica
⏩
Penso che quella persona mi stia antipatica e per questo motivo decido di spararle
Non è punibile dalla nostra legge chi pensa a far del male ad una persona, ma chi
➡️
lo pensa e poi lo fa;
In materia religiosa si pu&ogr