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Teorema Fondamentale dell'Algebra
Ogni equazione algebrica di grado m ha esattamente m radici in ℂ.
Se i coefficienti nell'equazione sono tutti reali, allora le radici sono reali o complex conjugate.
Distanza di un vettore dall'origine
\(\|x\|\) Norme euclidea di X
- \(\|x\| \geq 0\) la norma di un qualunque vettore è sempre ≥ 0
\(\|x\| = 0\) è possibile solo in un caso, quando \(\mathbf{x} = (0, 0, \ldots , 0) = 0\)
\(d(x, x_0) = \|x - x_0\| = \sqrt{(x_1 - x_{01})^2 + \cdots + (x_n - x_{0n})^2}\)
Definiamo U(\(x_0\)) l'insieme degli X tali che \(\|x - x_0\| < \delta\)
X ∈ (\(x_0 - \delta, x_0 + \delta\)) = U(\(x_0\))
Definiamo u(\(x_0\)) l'insieme degli X ∈ ℝn tali che \(\|x - x_0\| \leq \delta\)
INSIEME APERTO
A (insieme) è detto aperto se ogni punto X ∈ A è punto interno ad A, cioè
∃ u (Xo, δ) ⊂ A
intorno del punto Xo di raggio δ
def:
Sia f: E ⊂ ℝm → ℝ, Xo ≠ X ∈ punto di accumulazione di E, si dice che
limX→Xo f(X) = I se lim f(X) = o
│X-Xo│→o
- si dice che X ∈ E è punto di accumulazione ne per E se in ogni intorno del X (∀ u(X, δ)), esiste almeno un punto di E diverso da X.
def:
Sia f: E ⊂ ℝm → ℝ, Xo ≠ X ∈ punto di accumulazione per E, si definisce
limX→Xo f(X) = +∞ se lim f(X) = +∞
│X-Xo│→o
def:
Sia f: E ⊂ ℝm → ℝ, l ≠ ∞, si dice che
limX→∞ f(X) = l se lim f(X) = l
│X│→+∞
- insieme che non è limitato ma superiormente ne inferiormente
def: Una trasformazione T:Rm→D Rm è detta lineare se:
- T (X1 + X2) = T (X1) + T (X2)
- T (λ X) = λ T (X)
∀X, X1, X2∈Rm e ∀λ∈R
TEOREMA
- se T : R → D R è lineare allora T(X) = c x cioè T ∈R tale che svolge l’inuguaglianza
- se T : Rm→R è lineare esiste un vettore l tale che T (X) = l ∙ X
- se T : Rm→Rm è lineare esiste una matrice M tale che T (X) = M X
OSSERVAZIONE
Il differenziale primo (di variabile h)
dƒ (x0,h) = h g’(x0)
è un’applicazione lineare da R in R2
def: Sia ƒ: A⊂Rm→D R, A aperto x0∈A, si dice che ƒ è differenziabile in x0 se esiste un'applicazione lineare L (x0, h) tale che
ƒ (x0+h) = ƒ(x0) + L(x0, h) + Θ(‖h‖m)
Θ(‖h‖)‖h‖→∞∀ h ∈ u (o)
Nota ottimizzazione esercizio se necessario?
L (x0, h) = dƒ (x0, h) = h p’ (cx)
è differenziale di ƒ in x0 relativo all’incremento h
ƒ(x0∙h) = ƒ(x0) + dƒ(x0, h) + Θ(h)
f(x0+h*x*)-f(x0)=⟨f(x0),h*⟩+o(⟨h⁺⁺⟩)
=εL+σ(ε)L=⟨l,a(σ(ε))⟩>0
simbolo di linearizzazione vettoriale (tutte lezioni tranne f+ esule)
quindi x0 non può essere punto di massimo
f(x0+h*x*)-f(x0)=⟨f(x0),h*⟩+o(⟨h⁺⁺⟩)
=-εL+σ(ε)L=⟨-l+a(σ(ε))
ε>0
quindi x0 non può essere punto di minimo
non è punto di massimo, non è punto di minimo - tesi è negata: il punto non è estremante
def: Sia f : Rn ⊆ Rm → R, A aperto, x0 ∈ A
e j ∈ C*(u(x0))
∂f/∂xi (x) (î=1, …, m) e una funzione reale di variabile vettoriale.
Se A è due volte derivabile rispetto a Xj,
si dice che f è due volte derivabile
rispetto a xi e xj,
∂f/∂xi (x) = g(x) ∂/∂xj g(x) = ∂/∂xj
∂2f/∂xix (x)
∂/∂xj (∂2f/∂xi2) (x) - ∂/∂xj
di derivata parziale seconda di f rispetto
a xj e xi.
iii) se un autovalore della matrice H(f, X0) è positivo e di ordine k, esistono X0 è un punto di sella per f
def. è detta curva ogni funzione
Γ: [a, b] → ℝm con l'→ Γ(l) ∈ ℓ1([a,b]); la sua
immagine ¿(Γ) = {¿(l) ∈ [a, b], Γ(l) ∈ ℝm} è detta
traiettoria (o ancora curva)
la curva è detta semplice se
Γ(t1) ≠ Γ(t2) ∀ t1, t2 ∈ (a, b) con t1 ≠ t2
la curva è detta aperta se
Γ(a) ≠ Γ(b),
chiusa se
Γ(a) = Γ(b).
la curva è detta regolare se
Γ' ∈ ℓ1(a, b)
regolare a tratti se
Γ ∈ ℓi, ai + (ai+1) per i = 0,...,m-1 ∈ [a0, ai] ∪ [ai, ai+1]
áU(oml, αιε) = [a, b]
Integrale curvilineo
Se ∫ [a, b] → ℝm al curva regolare (ad: ε C1)
Se ∫ Δs → ℝm-ℝm con Π &ist; A, f ∈ C°(a)
definiamo, l'integrale curvilineo di f lungo la
traiettoria G, il numero reale:
∫G f dM = ∫ab f(Γ(t)) . Γ'(t) dt
prodotto scalare
vettore le ho per componenti le
derivate delle componenti
di Γ
Smn = m-1∑ i=0 Mi ⋅ [ϵi+1 oi] ⋅ [Cs+1 - Cs]
Si definisce integrale doppio di ƒ in Q il numero
∫E ƒ(x,y) dx dy = ∫ba (∫r1(x)r2(x) ƒ(x,y) dy) dx =
= ∫dc (∫s1(y)s2(y) ƒ(x,y) dx) dy =
Si dimostra che l'integrale doppio esiste se ƒ∈C°(Q) (ƒ continua in Q)
TEOREMA
Sia ƒ; E⊂R2 → R, ƒ∈C°(Ē) e T diciamo trasformazione del piano in se. Allora
{ x = X(μ, r) Risulta:
{ y = Y(μ, r)
∫E ƒ (x,y) dx dy = ∫E' ƒ°(μ, r) |detT'| du dr
dove E' è il trasformato di E nelle coordinate μ e r.
ƒ°(μ, r) = ƒ (x(μ, r), y(μ, r))
EQUAZIONI DIFFERENZIALI
Un'equazione differenziale è un'equazione in cui l'incognita è una funzione e compare almeno una derivata della funzione incognita.
Le equazioni differenziali. Si chiamano
ORDINARIE quando la funzione incognita dipende da una variabile reale.
Alle derivate parziali quando la funzione incognita dipende da due o più variabili
reali (o da una variabile vettoriale). Si chiamano ordine di un'equazione differenziale