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CRITERI DI AUTENTICITÀ STORICA
CRITERIO DELLA MOLTEPLICE ATTESTAZIONE
Sono storicamente autentici i dati che sono attestati da più tradizioni e culture o in generi letterali diversi.
CRITERIO DELL'IMBARAZZO
Sono storicamente autentici tutti i dati che sono imbarazzanti per l'immagine di Gesù e per i cristiani e che sono stati mantenuti nonostante causassero difficoltà. Per esempio, l'episodio del battesimo: nonostante Gesù fosse il Messia, si è fatto battezzare da Giovanni Battista, non il contrario: nelle Scritture si nota infatti un processo di edulcorazione dell'episodio. Nei Vangeli, Gesù afferma di non sapere certe cose, come il giorno e l'ora della fine, nonostante sarebbe meno imbarazzante scrivere di un Gesù onnisciente.
CRITERIO DELLA SPIEGAZIONE NECESSARIA
Sono storicamente autentici i dati per cui è necessario riconoscerne l'autenticità al fine di comprendere altri elementi storicamente accertati. Per esempio,
si riconosceva che Gesù era il Messia promesso. Il termine "Cristo" deriva dalla parola greca "christos" e significa "unto". Nella tradizione ebraica, l'unzione con olio era un segno di consacrazione e autorità divina. Quindi, chiamare Gesù "Cristo" significava riconoscerlo come il Messia, colui che era stato unto da Dio per compiere la sua missione. La figura storica di Gesù è oggetto di studio e dibattito tra gli studiosi. Ci sono molte fonti storiche che testimoniano l'esistenza di Gesù, come i Vangeli, le lettere di Paolo e le testimonianze di storici ebrei e romani dell'epoca. Tuttavia, non esistono prove archeologiche dirette della sua esistenza. Gesù è considerato una figura centrale nella storia del cristianesimo. I suoi insegnamenti, i miracoli che avrebbe compiuto e la sua morte e risurrezione sono fondamentali per la fede cristiana. La sua figura ha influenzato profondamente la cultura occidentale e continua ad essere oggetto di studio e adorazione da parte dei cristiani di tutto il mondo.l'Antico Testamento chiama l'ultimo inviato di Dio. Anche l'appellativo Messia deriva da mashal, "unto". Nei Vangeli si racconta che Gesù sia nato a Betlemme a causa di un censimento per volere di un Imperatore romano. In realtà, nessun Imperatore ha fatto un censimento nel tempo in cui è nato Gesù, perché veniva fatto solo per riscuotere le tasse e per il numero di soldati da mandare in guerra, ma Gesù nacque nella Pax Romana. In realtà, sono stati trovati documenti che attestano che tutti i discendenti della tribù di Davide avevano un terreno nelle vicinanze di Betlemme, luogo di nascita di Davide, perché se un figlio della tribù fosse stato il messia sarebbe partito da quel luogo per compiere la sua missione. Si ipotizza che questa prassi fosse in uso al tempo della nascita di Gesù e che sia quindi nato nell'appezzamento di terra di Giuseppe. Nel 525, il monaco Dionigi il Piccolo.Prese come riferimento le indicazioni del Vangelo di Luca, in cui si dice che Gesù aveva circa 30 anni quando Tiberio era nell'anno 11 del suo Impero. Tiberio fu imperatore dal 14 al 37 d.C., quindi si fissa l'anno 0 come anno di nascita di Gesù, corrispondente all'anno 754 dalla fondazione di Roma. Nel 900 si scopre che il calcolo è errato perché le fonti accreditano la nascita di Gesù nel regno di Erode il Grande, il quale morì a Gerico nel 4 a.C.: si stima quindi che Gesù sia nato circa nel 6-4 a.C.
Una delle spiegazioni più comuni per scegliere il 25 dicembre come giorno di nascita di Gesù è che fosse la trascrizione cristiana di una festività romana nel solstizio d'inverno, la festa del Sol Invinctus. Tuttavia, ci sono due questioni che mettono in crisi questa teoria:
- Il solstizio d'inverno cade il 21 dicembre
- Il Sol Invinctus era celebrato nell'urbe
RomaUn'altra ipotesi è che i cristiani africani avrebbero tentato di posizionare verosimilmente la data di nascita di Gesù partendo dalla data di nascita di Giovanni Battista, suo cugino di secondo grado. Nei Vangeli è detto che Maria era incinta quando Elisabetta era al sesto mese di gravidanza. Il marito di Elisabetta, Zaccaria, faceva il turno sacerdotale al tempio di Gerusalemme con il gruppo di Apia, che faceva due volte il turno, uno dei quali a fine settembre. Si calcola quindi che sei mesi dopo, Maria rimase incinta. Il nome ebraico di Maria è Myriam e il suo promesso sposo si chiamava Josef. Per il cristianesimo, quest'ultimo è il padre putativo di Gesù, perché il suo vero padre sarebbe Dio. Per i primi cristiani, se Gesù è solo un uomo è nato come tutti gli uomini, ma se Gesù è anche Dio fatto uomo, allora non può essere frutto di un concepimento naturale. Gesù è nato
all'interno dell'Impero Romano al momento della sua massima espansione, era un cittadino romano ma diserie b. I veri cittadini romani abitavano nell'urbe o in province nobili, come la Gallia. In queste zone, se un cittadino fosse stato messo a morte non avrebbe potuto essere torturato. Gesù viveva invece in una provincia diversa e non poteva appellarsi all'imperatore se messo a morte, quindi poteva essere torturato, come è riportato nei Vangeli. 3. L'ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO Il tema principale della predicazione di Gesù è il Regno di Dio. Questo è provato dai Vangeli sinottici: la parola "regno" è una delle parole che ricorre maggiormente nei Vangeli: 33 in Luca, 14 in Marco, 4 in Matteo, il quale preferisce la formula "Regno dei Cieli", che utilizza 32 volte. Gesù non dà mai una definizione di cosa sia il Regno di Dio perché al tempo era facile comprenderne il significato. In ebraico,Regno di Dio si dice malakut yhwh, un modo di dire yhwh melek, ovvero "Dio è re". In ebraico regno non è qualcosa che appartiene a Dio, ma una qualità di Dio, ovvero un modo per dire che Dio regna, chi è Dio nei confronti dell'uomo.
Nella Bibbia, l'essere re di Dio è interpretato attraverso quattro dimensioni:
- Dio è re perché è un liberatore e un pastore: è un re che libera il popolo dalla schiavitù dai re umani, si pone davanti al popolo e apre la via
- Dio è il re perché è il nostro re: Dio protegge il suo popolo e lo accompagna, lo fa sentire al sicuro, come fa uno sposo con la sua sposa "mio re" ha la stessa accezione che una sposa dice allo sposo
- Dio è re perché è il creatore dell'universo ed è il signore della storia
- Dio è re perché è il giudice universale ed escatologico: è una
garanzia di salvezza perché farà scomparire il male dal mondo
Al tempo di Gesù esistevano tre modalità di leggere Dio accentuando determinati aspetti:
- Per i farisei, un gruppo che si impegnava a vivere secondo la legge di Dio, il Regno di Dio sarebbe venuto quando Israele avrebbe praticato perfettamente la legge di Dio
- Per gli zeloti, il Regno di Dio si sarebbe manifestato nella sovranità di Israele, da ottenere con la lotta armata e la cacciata dei romani
- Per gli apocalittici, il Regno di Dio sarebbe arrivato con la fine del mondo, in cui tutto il male sarebbe stato oppresso e tutti i buoni sarebbero stati premiati
Gesù non fornisce una definizione del Regno di Dio, ma utilizza due parabole per spiegare cosa non è il Regno di Dio (pars destruens) e una per spiegare come è il Regno di Dio (pars costruens).
Con l'episodio delle tentazioni, Gesù spiega che Dio non è tale quando (a) soddisfa i bisogni materiali dell'uomo,
(b) utilizza il potere e la violenza sulla libertà degli uomini, perché Dio non va temuto, ma adorato, e (c) compie azioni sensazionalistiche per ottenere l'adulazione da parte degli uomini. L'immagine di Dio che propone Gesù è diversa. Dio dà continuamente per rigenerare gli uomini a vita nuova, come fa una madre per generare un figlio. Il Regno di Dio è un Regno di: a. salvezza perché Dio perdona sempre b. umiltà perché Dio ha una forza che porterà a cose più grandi anche se non si fa vedere c. scandalo per i religiosi del tempo d. sorpresa per i peccatori, perché nessuno immaginava un Dio che ama così tanto tutti gli uomini Le parabole sono una narrazione che mira a coinvolgere l'interlocutore cercando di aggirare gli ostacoli e le resistenze dell'ascoltatore per permettergli di prendere posizione rispetto a una situazione o a una realtà simile. Lo scopo èfar vedere un nuovo punto di vista affinché l'ascoltatore possa arrivare liberamente da sé a formulare un proprio giudizio. Parlare in parabole nasce da un'esigenza teologica: Gesù dice che Dio si avvicina all'uomo chiedendo il suo accoglimento per amore, e la parabola è il corrispettivo di questo messaggio perché non dimostra, ma sollecita la libertà di prendere una posizione. In realtà, il Regno di Dio non è che Gesù. Se il Regno di Dio è il modo con cui Dio regna, è Gesù stesso che mostra la verità di come Dio sia nel suo modo di parlare e agire. Origene definisce Gesù "autobasileia", ovvero il Regno di Dio fatto persona: il centro del messaggio di Gesù è la presenza di Dio nel mondo attraverso la sua persona. 4. LE AZIONI E I MIRACOLI 4.1. LE AZIONI Dalla relazione fra Gesù e i discepoli si intende il messaggio del Regno di Dio: → ÈGesù che chiama i discepoli a seguirlo, come è Dio che sceglie l'uomo e non il contrario→ Gesù non richiede alcun periodo di prova perché Dio è incontrabile in qualsiasi momento, al contrario dei maestri del tempo, che chiedevano un periodo di prova per constatare se i discepoli fossero alla sua altezza→ I discepoli saranno sempre discepoli e non si chiameranno maestri perché alla scuola di Dio si deve rimanere disponibili ad apprendere, in quanto nessuno può diventare maestro di Dio→ Gesù parla di Dio attraverso la condivisione di vita, più che con la conoscenza intellettuale→ Gesù non chiede di studiare la Torah, ma di mettere i propri passi dietro di lui, al contrario dei maestri del tempo, che chiedevano la lettura dei testi sacri→ Gesù chiede ai discepoli di abbandonare i propri lavori e di vivere unicamente come discepoli perché l'incontro con Dio è il
l loro genere. Gesù rompe con questa tradizione e accoglie le donne come sue discepole. Questo gesto rivoluzionario dimostra l'uguaglianza di tutti di fronte a Dio e l'importanza della partecipazione attiva delle donne nella diffusione del messaggio evangelico.