LA MORTE
il punto di partenza è la resurrezione, coloro che hanno incontrato il cristo risorto che li porta
a ripercorrere gli ultimi eventi, tra cui la morte per comprenderli. tutto appare sotto una
nuova luce che i discepoli non compresero finché non lo incontrarono. I testi del nuovo
testamento sono molto complessi da capire perché quando raccontano i fatti, ci permette di
avere una comprensione storica e la nuova comprensione dei fatti e viene difficile separare i
due momenti. “i racconti delle apparizioni del risorto” in cui la struttura è sempre uguale,
discepoli che hanno costruito in vita gesù, lo incontrano da risorto, non lo riconoscono e
improvvisamente lo riconosceranno e lui scompare.
Gli eventi degli ultimi giorni di vita di Gesù di Nazareth:
- una settimana prima, il sabato, c’è la pasqua ebraica. Qualche giorno prima Gesù
arriva con i gruppi dei discepoli. I rapporti con le autorità religiose non erano buoni.
- Va al tempio e ha dei comportamenti che suscitano negli ebrei curiosità e sorpresa e
per altri risultano provocatori.
- Il giovedì di quella settimana, tiene una cena pasquale con i suoi discepoli e non
comprende perché non la fa di sabato. E’ anche diversa dal rito ebraico.
- Li porta fuori al Getsemani, vive una crisi e si immerge nella preghiera e rimprovera i
discepoli che non comprendono il momento
- avviene l’arresto, con una reazione istintiva di protezione da parte dei discepoli e poi
davanti alle forze armate si arrendono e assisteranno da lontano a ciò che accade e
con paura che potessero fare la stessa fine.
- subisce due processi:
a) religioso: ha come protagonista le autorità religiose e ha 2 fasi:
- colloquio informale con il sommo sacerdote del tempio (carica elettiva,
Caifa).
- colloquio con il sinedrio riunito (massimo organo per compiere un
verdetto religioso).
Le accuse sono la contestazione della religione, essere un eretico
nella religione (bestemmia) e lo collocano al di fuori dell’ebraismo del
tempio.
b) romano (richiesto dal sinedrio): il motivo è legato alla potestas gladii cioè i
processi religiosi ebraici per un concordato giuridico tra Roma e le autorità del
tempo, il sinedrio non poteva emettere condanne a morte. Il sinedrio
deferisca in mano ai romani, l’intento è che al verdetto religioso, l'obiettivo è
farlo fuori. Il processo è condotto dal procuratore, Ponzio Pilato, che si
trovava a Gerusalemme solo nelle giornate festive.
Da come procede il processo, il sinedrio lo presenta ai romani come uno che
ha commesso un reato politico, vuole fare il re per conto di Jahvè, come
sovversivo politico, pericoloso per il potere.
La sentenza di morte lo definisce e condanna come sovversivo politico,
viene fissata nelle 3 lingue parlate. latino, greco ed ebraico. (Gesù nazareno
re dei giudei. INRI).
- emesso il verdetto, si procede con l’esecuzione capitale e viene scelta la
CROCIFISSIONE (per reati molto gravi), pena riservata a persone di basso livello
sociale e agli stranieri. Annessa c’è una prassi: flagellazione (scopo: febbre da
infezione), tortura: il condannato si dirige verso il luogo della morte portando sulle
spalle la parte orizzontale della croce (patibulum), sul luogo della morte trova già 25
pronto il palo verticale (lo stipes). Veniva steso a terra supino il condannato, e veniva
legato o inchiodato allo stipes. Se veniva issato in alto e formava una T prende il
nome di crux commissa se invece forma una + (croce) prende il nome di crux
immissa.
- dopo averlo messo in croce, avviene la morte in agonia, lenta e avveniva per
asfissia. Se non accadeva entro il tramonto, doveva essere ucciso secondo la
religione ebraica. Inoltre, dopo la morte, il corpo veniva lasciato agli animali.
Gesù viene sepolto però!
Interpretazione degli eventi da chi li ha visti:
per gli ebrei dell’epoca, una morte in quel modo, è un segno che era un esaltato, un messia
fallito, una morte che dimostra la falsità delle sue pretese perché nessun dio è intervenuto a
salvarlo. Quindi era giusto condannarlo e averlo fatto morire perché metteva idee strane.
I discepoli pensavano al fallimento, vivono una crisi esistenziale perché hanno riposto male
la loro fede religiosa. La sua morte è un assurdo malinteso perché la sua attività è stata
scambiata come politica e non religiosa. Quando vivono l’esperienza del gesù risorto, si ha
una rilettura degli eventi: non è un incidente di percorso che sorprende Gesù di Nazareth
prima di mettersi in salvo e nemmeno un destino che dio aveva stabilito da sempre per lui.
Si tratta di un accettare e scegliere la morte violenta per rimanere fedele alla sua missione:
la missione che aveva in testa era quello di annunciare la presenza del regno di dio, rivelare
una nuova immagine di dio. Non è stata accolta dai suoi contemporanei. Nasce un conflitto
ideologico, teologico. Di fronte a ciò, si chiede “come posso testimoniare l’immagine di
Dio?”.
Decide di andare verso la fine dolorosa perchè secondo lui è stato Dio a sceglierlo e se non
lo faceva contraddiceva la fiducia in dio, il rapporto stretto che aveva dimostrato di vivere e
avrebbe contraddetto l'immagine di dio che aveva annunciato (dio come immagine di amore
per l’uomo).
Accetta la fine violenta, compie un atto di fiducia e spera di testimoniare fino in fondo ciò che
ha sempre annunciato, senza sottrarsi alla morte. Il rischio in questo atto di fiducia è che
nonostante mi consegno alla morte violenta, rischio che nessuno dei discepoli e presenti
capisca la testimonianza ultima che voglio dare. La fiducia e convinzione è che con questa
morte atroce, Dio farà in modo che la sua testimonianza si compia e si realizzi.
Ma il nuovo testamento è pieno dell’espressione Gesù doveva morire per salvare gli uomini
quindi era già destinato? no perché esisteva un piano prestabilito da Dio ma che tutto era
lasciato alla libertà degli uomini. E’ stata una reazione di opposizione violenta. Quindi o
schivava la morte o l’affrontava. Se non voleva contraddire ciò che ha detto e fatto, doveva
accettare la sua morte. (interpretazione cristiana)
Questa interpretazione vede due teorie teologiche nel nuovo testamento:
- SACRIFICIO
la descrizione della sua morte descritta come un sacrificio lo si legge come un padre che ha
dovuto sacrificare suo figlio. In realtà: sono 4 i sensi di sacrificio
1. in alcuni testi, la morte è sacrificio di alleanza (usato nei racconti dell'ultima cena)
risale al periodo più antico dell'ebraismo che nasceva da tribù seminomadi in cui era
viva l’idea nelle quali esisteva la pratica dell'uso del sangue dell’animale sacrificato
da aspergere sugli individui per realizzare un'alleanza tra due gruppi o clan. Lo si
faceva anche tra il popolo e Dio (vincolo di sangue)
2. la sua morte è stato sacrificio di espiazione
venivano uccisi 1 toro e 1 capro, invece 1 capro veniva abbandonato da un
sacerdote nel deserto. Alla sua morte, i peccati del popolo venivano tolti.. 26
3. nella lettera degli efesini, la sua morte è sacrificio come olocausto
sacrificio compiuto in casi eccezionali quando erano in gioco cose molto gravi.
Consiste nel bruciare completamente la vittima sacrificale offrendosi totalmente a
Dio.
4. in alcuni testi si collega la morte di Gesù di Nazareth ad un libro profetico come il
sacrificio del servo di Yhwh (descritto come uno che deve espiare i peccati di molti
che è la ripresa letterale dei libri di Isaia).
Sono 4 forme di sacrificio che fanno parte dell'esperienza quotidiana di un ebreo dell’epoca.
E’ un modo per esprimere una volontà di entrare in unione con Dio ringraziandolo,
chiedendogli perdono e lodandolo uccidendo un animale in quanto simbolo di restituzione
alla divinità.
Durante questo rito, si manifesta l'unione e la credenza tra Dio e l’uomo che non era mai
venuto meno. Prende il nome di memoriale perché quando compio un sacrificio, rivivo il fatto
che dio ci ha promesso di non abbandonarci, viviamo la sua vicinanza.
La morte è come un sacrificio perché l’obiettivo era unire l’uomo a Dio e con la morte ha
permesso a Dio di rivelarsi completamento all’uomo e quindi stabilire e realizzare una nuova
unione con l’umanità basato sul nuovo modo di rapportarsi. Dio sacrifica se stesso per
potersi rivelare all’uomo e ad unirsi ad esso.
- REDENZIONE
fa riferimento al mondo delle pratiche sociali e giuridiche. Nella società ebraica, il redentore
prende il nome di go’el, e indica il parente prossimo che in caso in cui un parente fosse
caduto in schiavit, poteva intervenire e liberarlo pagando un riscatto (denaro). Questo
pagamento si chiama redenzione. Il go’el aveva in diritto e il dovere di recuperare i beni che
dovevano cedere i parenti per liberarlo. Viene applicata alla metafora di Dio che morendo,
come il go’el, libera gli uomini dai peccati.
Ci ha liberato dalla condizione prima della rivelazione, di impossibilità di entrare in rapporto
con lui. Questa condizione universale di entrare in rapporto con lui, usa la categoria del
peccato, di impossibilità di capire chi è veramente Dio.
LA VITA PUBBLICA
Il punto di partenza è l'esperienza della resurrezione in quanto qualcuno l'ha visto e ha
generato una rilettura degli eventi prima della sua morte (eventi pasquali).
L'idea centrale che ha predicato Gesù di Nazareth non è l'amore ma il REGNO DI DIO.
Per tutta la sua attività da predicatore dice "il regno di Dio sta arrivando". Ma in realtà
partendo da malakut Yhwh indica l'atto con cui il sovrano compie il suo potere quindi lo
possiamo tradurre come il regnare di dio, l'atto di regnare, la signoria di dio. Quindi il regnare
di Dio sta arrivando vuol dire sta arrivando un nuovo modo con cui Dio si farà presente in
una modalità mai avvenuta prima.
Ma al tempo di Gesù, c'erano altre proposte religiose con cui Dio si presentava in maniera
diversa, messianismo ebraico. 3 proposte del messianismo ebraico:
1. Farisei, teologia farisaica: il regno di Dio sarebbe arrivato quando tutti noi ebrei
pratichiamo la legge, la Torah in modo fedele e scrupoloso. L'idea che Dio sta per
arrivare dipende dalla volontà dell'uomo.
2. Messianismo politico con gli zeloti (apostolo Simone): il regno di Dio arriverà quando
Israele acquisterà l'indipendenza politica. C'erano gli invasori, i romani, quindi per gli
ebrei è un dovere fare la rivoluzione armata verso i romani per scacciarli e solo al
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