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L’ADESIONE DI FEDE COME EVENTO DI COSCIENZA MORALE.

L’incontro con Gesù risveglia il senso del proprio bene e del proprio male. Abbiamo preso in considerazione

l’incontro con Gesù di Pietro che avviene nelle pieghe quotidiane. Simone non può non accorgersi che

questa pesca abbondante mira ad alimentare fede che vuol dire relazione di fiducia con lui; Pietro non può

non accorgersi che Pietro si rivolge a lui, che lo sta cercando con una relazione diretta e personale. Pietro

avverte di fronte a questo che è presente Dio e tutta la sua inadeguatezza. E dice “Signore allontanati da me

perché sono un peccatore”. Pietro scopre la propria piccolezza di fronte a questo incontro con Gesù. In

Pietro prevale la fiducia in Gesù nonostante la sua impreparazione nell’ambito della pesca. Pietro non

fingeva né prima né ora. Ora si trova di fronte a questa abbondanza. Questo fatto lo pone di fronte in modo

sincero a Gesù. Simone avverte che in gioco c’è la sua persona. Qui dicevamo come in altre parti della

Bibbia di fronte a questo percepire Dio l’uomo avverte la sua inadeguatezza. Di fronte a questa esperienza

Dio invita a non temere; è Dio a volere questa relazione con te; e questa relazione cambierà la tua vita. Il tuo

pescare sarà un altro; gli dice: “sarai pescatore di uomini”. Proprio attraverso l’assunzione di questa

immagine Pietro ha capito che si tratterà di stare vicino a Gesù e di lavorare con lui. E come se Gesù gli

dicesse: non importa se sei pescatore, peccatore etc... quello che sarai lo sarai in forza della relazione con

me. Ciò che personalmente ti definisce d’ora in poi è la relazione con me. Non è che tu debba avere qualche

speciale abilità o debba essere perfetto per essere mio amico. Sono io a fare questa novità nella tua vita!”. é

interessante come questo testo non spiega in dettaglio la reazione di Simone e degli altri. Non dice cosa

hanno compreso o non compreso. ma si può cogliere che i discepoli stessi compiono un iniziale movimento

di sequela; iniziano a comprendere le parole di Gesù. Infatti si dice che la parola di Gesù viene recepita e

accolta. Questo lasciare tutto indica una sequela radicale. Lo seguono in base a quello che hanno compreso

in quel momento. Sa di essere chiamato da questo Gesù che è riuscito a farsi ascoltare da un tipo “tosto”

come Pietro. Possiamo dire che emerge in tale racconto come via via matura la relazione con Gesù. Il tutto

parte dalla richiesta di Gesù di spostare di poco la barca e Pietro lo fa. Questo piccolo fatto gli aveva

permesso di fare la verità di questa relazione con Gesù. E quando Gesù chiede di andare al largo a pescare

Pietro risponde concretamente, con una parola sincera e un gesto esplicito di fiducia. Fa questo gesto

esplicito di fiducia. Simone non ha fatto prevalere la sua saggezza di pescatore. Non ha fatto prevalere la sua

esperienza personale, ma la relazione con colui che capiva essere “da Dio”. E di fronte alle barche piene di

pesce non è più questione di affidarsi ma semplicemente si tratta di essere grati; anche qui c’è un momento

di verità nella loro relazione; non semplicemente di gratitudine. Pietro si riconosce peccatore, fa la verità di

se stesso davanti a Gesù. E questo significa affidarsi alla persona di Gesù. Pietro avverte di essere accolto da

Gesù così come lui è. Anche con la sua capacità attuale di sincerità con la quale lui risponde. é interessante

vedere come il testo non dica che Gesù gli chieda di lasciare tutto per seguirlo. Gesù in un qualche modo

vede liberata la sua libertà. Da quel momento in poi il loro vivere si spiegherà solamente a partire dalla

relazione con Gesù. Ciò che poi farà tutto sarà determinato a partire da questa relazione. Possiamo dire che

in questo racconto l’iniziativa è di Gesù; è qualcosa che permette loro di assumere responsabilmente ciò che

è accolto dalle parole di Gesù. Da tutti i brani sembra si possa cogliere che ciò risveglia la coscienza morale,

la verità di se stessi (si pensi alla donna samaritana che chiama per nome ciò che non va e questo non perché

Gesù impone questa situazione). Gesù non si impone, ma in qualche modo attira a sé. Si pensi a Zaccheo

che ad un certo punto da ai poveri senza che nessuno gli abbia chiesto nulla.

In tutti questi incontri c’è un risveglio della coscienza morale di fronte a Gesù che il bene.

Facciamo un esempio: si tratta di un signore svizzero che era sposato e un giorno torna a casa e trova la casa

vuota (abbandonato dalla moglie!). Da li incomincia a rapinare delle banche: ne ha rapinate 9! Finché

l’hanno preso e in carcere grazie ad un sacerdote e ad uno psicologo ha capito cosa aveva fatto. Racconta

due casi. Una volta aveva incontrato un bambino ed era stato toccato da questo evento ma era andato avanti.

Poi un’altra volta che c’era una signora capo degli impiegati che si è interposta tra lui e gli impiegati. Lui si

è reso conto del male che ha fatto ed ha voluto incontrare queste persone. E gli unici due che hanno voluto

incontrarlo sono stati questa donna che si era messo in mezzo e il padre di quel bambino che si era

spaventato. E sia la signora sia il bambino avevano avuto forti traumi a causa di quell’evento; ora per

recuperare è impegnato a lavorare in gruppi di recupero per giovani adolescenti.

Ciò ci insegna che ognuno ha una coscienza, ma va risvegliata! E Gesù può compiere questo obiettivo che

porta alla liberazione.

Dobbiamo dire che fino ad ora abbiamo parlato di brani che rimandano a questo fenomeno della coscienza;

proviamo ora a esplorare questo termine nell’uso biblico.

è un termine usato in modi diversi, con significati diversi. La coscienza morale va distinta dalla coscienza

psicologica. In coscienza c’è distinzione di termini tra coscienza morale e coscienza psicologica. Proviamo a

esplorare la coscienza morale nella bibbia. La Bibbia lo usa raramente questo termine specifico.

Nell’Antico Testamento lo troviamo solo una volta nel libro della Sapienza (17,10).

L’antico Testamento però conosce bene questo fenomeno. Anche se non usa il termine conosce questa

esperienza. In Gen 3,7-10 vediamo che emerge un senso di colpa.

In Gen 4, 9-14 dove si parla del fattaccio di Caino e Abele emerge anche lì la questione del senso di colpa.

In Sam 24,10 si parla del grande Re Davide che aveva fatto un censimento per mostrare il suo potere, ma

dopo aver contato il popolo sentì il suo rimorso e chiese perdono al Signore. Davide ha una relazione molto

schietta con Dio e non dimentica che se è re, lo è grazie a Dio. Poi si invaghisce di una bella donna e sta

insieme a lei nonostante fosse sposata e quando lei fa sapere che è incinta fa di tutto per far tornare a casa il

marito di lei per far sembrare che fosse suo figlio; Euria si rifiuta e allora lo fa mandare nel punto più

pericoloso così che muoia e possa sposare lui sua moglie. E lì Davide riconosce umilmente la sua colpa.

8 maggio 2014

Coscienza morale nella Bibbia

Coscienza ha una polivalenza semantica: Stelzenbergen in "Das Gewissen" scrive che il termine è come un

museo in cui dozzine di quadri sono esposti con la dicitura "pittura" senza affiancare ad ognuno il nome

dell autore. Come solo gli iniziati potrebbero distinguere i singoli alberi di una foresta così avviene con la

coscienza. La parola è polivalente.

Che uso fa la Bibbia di questo termine?

In senso psicologico (Bewusstsein) e in senso morale (Gewissen). In realtà la Bibbia usa raramente il

termine specifico di coscienza, che nell'Antico Testamento compare solo una volta, nel libro della sapienza

17, 10. Altri termini indicano comunqurealtà della coscienza, come il termine cuore o il termine reni o anche

spirito. M. Chiodi dice che "il cuore è la parola essenziale per indicare l'interiorità profonda, l' io centro

dell' uomo."

Giobbe 27, 6:esperienza di approvazione di un'azione buona compiuta cioè il cuore come spia di qualcosa di

buono che si è fatta, coscienza buona.

Libro dei re 3, 9 discorso di Salomone, che è un giovane che chiede la saggezza: "concedi al tuo servo un

cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male": chiede una

coscienza retta per governare bene il popolo di Dio: la coscienza a servizio del popolo, saggezza come

capacità di gestire il bene comune

Duecaratteristiche dell'Antico Testamento:

1. Coscienza é coscienza di fronte a Dio: uomo davanti a Dio, che è il bene per eccellenza, riconosce il

proprio bene e il proprio male. Nuovo testamento riconosce l'esistenza di una coscienza autonoma,

presente anche nell' uomo non consapevole di stare davanti a Dio, non credente. Questa è la coscienza

morale, non presente nell'At. Autonomia relazionale, la coscienza morale è comunque legata a Dio

anche se non si ha consapevolezza: anche l'uomo non credente capisce la differenza tra bene e male.

2. Fenomeno della coscienza coinvolge tutto l uomo. Nella Bibbia non c è visione dualista dell' uomo

(concezione platonica, per cui uomo composto da corpo e anima). L'uomo è un tutt'uno nella Bibbia. Es:

comunità di Corinto, città greca influenzata dalla mentalità greca anche se popolazione cristiana: aveva

mentalità dualistica che faceva si che in quella comunità non si capiva la differenza tra bene e male: se

in eternosarà solo anima e non corpo, allora gli atti corporali non verranno giudicati: estremo

ragionamento disumanizzante.

Interesse AT per il fenomeno della coscienza è limitato perché mentalità del tempo non conosceva differenza

tra causa prima (Dio) e causa seconda (uomo). Per l'AT Dio è la sorgente dell'agire della persona; Non si

parla quindi di coscienza, ma di obbedienza. O l'uomo obbedisce o no e basta.

Nel Nuovo Testamento il termine coscienza nei vangeli non compare mai, è molto presente come fenomeno

ma non viene nominato -> si parla di cuore (marco, 7, 21-23).

È presente anche il fenomeno della cattiva coscienza, per esempio nella parabola del figliol prodigo (lc 15,

18): "padre ho peccato verso il cielo e verso di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.

Trattami come uno dei tuoi servi".

In generale i vangeli attribuiscono più valore alla rettitudine dell'intenzione che alla correttezza dell'agire

esteriore: importanza della decisione di coscienza e della fedelt

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
27 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martyxangel92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Varsalona Agnese.