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ETICA MORALE

Deriva dal greco ETHOS che significa costume, inteso come comportamento dell'uomo. Si è arrivati a pensare che era stato dato quel significato all'etica, si è pensato che l'etica fosse l'atteggiamento e i comportamenti che l'uomo ha nei confronti di altri uomini. Il corrispettivo religioso è la morale. Il corrispettivo laico è l'etica.

È importante rendersi consapevoli del fatto che ogni scelta che noi facciamo è una scelta su noi stessi, su chi vogliamo essere. Noi diventiamo quello che siamo attraverso le scelte che quotidianamente noi facciamo. Rispetto agli altri esseri viventi l'uomo è libero. Nel momento in cui devo scegliere la prima domanda che mi devo porre è "In base a quali criteri io scelgo?"; solitamente non si sceglie a caso, ma c'è sempre un criterio.

Due sono le vie:
  1. Scegliere a caso
  2. Scegliere in base a un criterio valutativo che mi permette di giudicare che una scelta sia migliore rispetto a un'altra. Inevitabilmente la scelta deve essere fatta con una certa intelligenza e si deve andare in profondità alle cose. I desideri dell'uomo devono basarsi su scelte che portano al bene e non al male; se io al centro metto l'uomo e il bene comune di tutti, non posso permettermi di pensare che posso sfruttare l'altro e compiere scelte che possono essere a discapito di altri => questo è un male. L'uomo deve compiere delle scelte che portano al suo bene ma anche al bene degli altri, bisogna mettere al centro l'uomo e il bene comune. Molto spesso le persone fanno scelte a discapito degli altri, ma è sbagliato: bisogna cambiare perché al centro bisogna mettere l'uomo, perché ogni cosa che ci circonda è fatta per noi. Se io mi rifaccio solo alla ragione il rischio
È di ritornare all'UTILITARISMO (ogni uomo è lupo), dove ognuno prevale e predomina sull'altro più debole. Un problema attuale è anche la visione della morale laica. Inizialmente, il termine laico indicava l'appartenenza al popolo e si utilizzava per differenziare le persone del popolo rispetto al clero, ma il laico rimane un fedele. Questo era il senso primitivo originario. Oggi il laico è colui che agisce senza il condizionamento di alcuna religione. La morale laica intende presentarsi come una libera conquista della ragione che, disancorata dalla Parola di Dio, sarebbe in grado di definire da sé il bene ed il male. Secondo questa morale, si può vivere senza fede, ovvero "io vivo come voglio". I comandamenti ed il Vangelo non vengono pertanto più visti come normativi del comportamento ma, anzi, vengono spesso intesi come impedimenti verso il raggiungimento di formulazioni universalmente condivise. Anche la

Chiesa viene di conseguenza vista come istituzione che condiziona la vera libertà di scelta. Nel momento in cui non accetto nessun fondamento, quindi nessun Dio, ho diverse possibilità di scelta:

  1. NON ESISTE ALCUN VALORE ASSOLUTO o, nel momento in cui dovesse esistere, umanamente non è conoscibile: non dico che non ci sia, ma non mi impegno perché io lo venga a riconoscere. Si forma così l'ateismo: dichiaro che non esiste alcun Dio. Devo scegliere il meglio pur non disponendo di un criterio oggettivo ultimo di valutazione (fondamento) dentro di noi c'è questa istanza di morale. Anche se non conosco il fondamento e preferisco la giustizia all'ingiustizia, preferisco la pace alla guerra, vuol dire che dentro di me già ce l'ho qualcosa di buono. Questo modo di atteggiarsi viene chiamato dagli studiosi navigarea vista: a seconda del caso faccio la scelta. Già io dentro mi rendo conto che c'è un
atteggiamento da sostenere che deve andare verso la bontà piuttosto che la malvagità. Questa navigazione a vista imposta dei bisogni dell'umanità e della società di oggi. Quindi mi comporto in un certo modo sull'onda della situazione. Quando ci saranno dei problemi prendo delle posizioni, però non è facile scegliere se non ho un fondamento, cercherò di scegliere la cosa migliore ma rischierei sempre. Chi fa scelte non considerando un fondamento, considera il piacere immediato. 2. PRUDENZA/ASSUNZIONE ARISTOTELICA (LA VERITÀ STA NEL MEZZO): ogni volta che devo prendere una decisione e valutare le cose considero i pro e i contro e la verità sta nel mezzo. C'è un punto dolente: come faccio a parlare di pro e contro se non ho assunto un criterio per poterne parlare, in qualche modo io un criterio lo devo considerare. La prudenza è la capacità di commisurare i mezzi con i fini, però se io non

Mi sono rappresentato un fine, come faccio a esser prudente? Sulla base di che cosa?

3. KANT: cercare un principio formale e quindi universalizzabile da tutti, accettato da tutti, attraverso la ragione umana. Ma la ragione umana non riesce a fondare questo assoluto, perché sta al di fuori dell'uomo. Esempio: necessità di convivere nel rispetto dell'attenzione degli altri è un dovere morale ma lo considero anche un assoluto ma non lo è. Le relazioni pacifiche fra gli esseri umani sono un principio formale, razionale ma manca l'assolutezza del valore: è semplicemente un modo di comportarsi.

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La morale religiosa

La MORALE RELIGIOSA ha avuto un problema perché spesso è stata vissuta come degli atteggiamenti rigidi da dover compiere. La morale religiosa è connessa inevitabilmente alla credenza di un assoluto e questo assoluto viene definito come Dio; questo si rifà a un significato ultimo, non imposto, ma proposto.

Il problema morale è legato all'obbedienza a questo Dio. Se il senso ultimo si riduce a obbedire a Dio, cioè a questa norma scritta direttamente da Dio, ovviamente la morale religiosa perde di credibilità perché diventa pesante. La tentazione che una religione ci dia certezza solo perché lo dice quel libro rischia di farci cadere nel FONDAMENTALISMO. Facendo così, obbedire a Dio, il rischio è molto semplice: non mettere in gioco la libertà dell'uomo. Obbedire a Dio non è identico ad assumere consapevolmente un significato per la mia esistenza. La morale cristiana deve tenere conto di costruire una proposta che non soffochi la libertà, ma che anzi dia un rasserenante sbocco all'umanità intera. Leggendo il Vangelo si evince che Gesù si propone, non si impone, perché sa che la vita è quella e sta me nella piena libertà decidere se seguirla o meno. Qualsiasi cosa detta daGesù è nell'intento di insegnarci qualcosa ma non ce la impone. Per la morale cristiana che cos'è un PECCATO? Peccato in greco si dice Amartia (A-: non, negativa, Martano:raggiungere il senso della vita) che significa non aver raggiunto il senso ultimo della vita che Gesù ti insegna. Gesù dice che il peccato più grande è la bestemmia contro lo Spirito Santo, rinnegare Gesù. Rivelazione cristologica e la rispettiva etica. L'attuale crisi mette al centro il proprio io e, inevitabilmente, questo ha ripercussioni in tutti gli ambiti che riguardano l'uomo: famiglia, relazioni, amicizie, lavoro... Per questo motivo deve emergere il vero significato della fede cristiana perché deve portare i credenti a rispondere a questa crisi antropologica ma con una proposta che sia capace di dialogare con il mondo. Non può il credente non dialogare con il mondo. Questa proposta deve ragionare considerando che per.

Per poter funzionare è necessario il bene comune, che l'intera umanità possa vivere come si deve. Se ognuno pensa al suo si fa fatica ad uscirne dalla situazione attuale. Bisogna mettere in atto l'EMERGENZA EDUCATIVA, che evidenzia il fatto di rendersi conto che lui è sì un io ma non auto-referenziale, ma è un io che è sempre in relazione con un tu e con un noi. Oggi non si ascolta più chi ha bisogno e questo è un grande problema attuale. La disponibilità e l'accoglienza non deve farti pensare alle cose in grande ma basta che tu, nel tuo piccolo, faccia quello che tu debba fare, perché l'uomo non vive da solo ma vive con gli altri. Nell'epoca attuale il tu e il noi viene vissuto come una minaccia all'integrità dell'io, ed ecco che si diventa autoreferenziale e penso solo al mio io => l'uomo deve capire che non è così. Il cristiano dovrà seguire un

modello che è Gesù che è il vero Dio e il vero uomo. Per la tradizione cristiana chiunque segue Cristo diventa anch'egli più uomo. Quando si parla di uomo perfetto si intende, non senza macchia e senza imperfezione, ma significa compiuto, realizzato, essere quello che dobbiamo essere. L'uomo è perfetto ed è veramente uomo non quando fa vedere che è bravo e che non sbaglia niente (è proprio nella debolezza che Dio mostra di non essere tanto lontano dall'uomo), ma quando è capace di sopportare la sofferenza, è capace di piangere... L'uomo dell'epoca moderna non esiste. Gesù ha sofferto e ha pianto, non si può pensare che l'uomo non soffra (sofferenza fisica e sofferenza dell'anima). Ogni uomo ha queste sofferenze ma se io vivo consapevole che l'uomo deve sopportare tutto questo, io non posso avere nemici, perché siamo tutti sulla stessa barca. Tutto

questo permette di esser più uomo. Per il nuovo umanesimo, essere uomo non è essere superuomo: bisogna contribuire, attraverso un atteggiamento che rispecchi l’atteggiamento di Gesù Cristo, a fare in modo che si possa raggiungere quel bene comune e condividere determinati valori e ci si possa rendere conto di come sia importante il raccoglimento di una figura, che è Gesù, che possa rendere più chiara l’umanità che stiamo vivendo.

Noi dobbiamo conoscere chi siamo, la nostra identità, cosa vuol dire credere in Gesù Cristo, il cristiano deve partire da questo e far riferimento anche alle mancanze che oggi ci sono per colpa di chi avrebbe dovuto fare diversamente. Non bisogna rassegnarsi, ma bisogna inquadrare il problema, riconoscerlo e cercare di fare qualcosa. Basterebbe la lettura del vangelo per imparare a conoscere. La via dell’incarnazione (il figlio di Dio che si fa uomo) e la redenzione (attraverso il figlio).

comunicare il messaggio di salvezza agli uomini. Questo richiede un'attenzione particolare alla cultura e alle realtà concrete in cui vivono le persone, al fine di rendere l'annuncio del Vangelo significativo e accessibile a tutti. Inoltre, l'evangelizzazione non può limitarsi alla sola predicazione verbale, ma deve essere accompagnata da gesti concreti di amore e solidarietà verso i più bisognosi. È attraverso l'esempio di vita dei cristiani che il messaggio di salvezza può essere testimoniato in modo efficace. Infine, l'evangelizzazione non può essere un'azione isolata, ma deve essere inserita all'interno della comunità ecclesiale, che ha il compito di sostenere e accompagnare coloro che si avvicinano alla fede. La comunità cristiana è chiamata a essere un luogo di accoglienza, di ascolto e di condivisione, dove ognuno può trovare sostegno e crescere nella propria fede. In conclusione, l'evangelizzazione è un compito fondamentale per ogni cristiano, che deve essere svolto con umiltà, amore e rispetto per le persone e le loro culture. È attraverso l'annuncio del Vangelo e la testimonianza di vita che l'uomo può trovare la salvezza e la pienezza della vita in Dio.
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Publisher
A.A. 2021-2022
18 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kevin_rossato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia 3 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bonelli Massimo.