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Differenziali Semantici

Sono degli strumenti che hanno come obiettivo principale rilevare l'immagine che i rispondenti hanno di un particolare oggetto. Dove per oggetto possiamo intendere gli oggetti disparati, da oggetti fisici a persone ecc.

Si presentano alle persone delle coppie di aggettivi che dovrebbero rappresentare i due poli di un continuum, tipicamente divisi da 7 categorie di risposta. Si chiede appunto di indicare quanto questi aggettivi descrivono le immagini della persona di quel particolare oggetto, cioè di solito si dà come quella di non pensare troppo alla risposta ma quello che viene spontaneo dire, proprio perché quello che rilevano soprattutto i differenziali semantici è non tanto la dimensione cognitiva quanto quella effettiva del livello di reazione emotiva verso particolari oggetti.

Gli aggettivi che vengono utilizzati sono in primis disparati quindi non ci sono particolari criteri per selezionarli, di solito però fanno...

riferimento a tredimensioni fondamentali o la dimensione attività/passività, o una valutazione positivo/negativo, o alla potenza/attribuiamo diciamo particolari oggetti. Ecco la grande potenzialità di questi strumenti è che ci consentono per esempio di confrontare l'immagine che diverse categorie sociali hanno di uno stesso soggetto (giovani donne/uomini), montare l'immagine reale per le persone hanno di particolare oggetto, oppure confrontare l'immagine reale che le persone hanno di un particolare oggetto (per esempio il loro posto di lavoro), l'immagine ideale come dovrebbe essere un posto di lavoro ideale per esempio. In generale anche se non sono delle indicazioni precise su come selezionare gli aggettivi è molto importante che questi abbiano lo stesso significato per il ricercatore e per chi compila il differenziale semantico, per chi risponde all'inchiesta e che siano anche rilevanti per le persone che rispondono, quindi che siano aggettivi che diinfluenza la qualità dei nostri dati, ed è la costruzione di un buon questionario. Ecco alcuni criteri da seguire per costruire dei buoni questionari: 1. Chiarezza: le domande devono essere formulate in modo chiaro e comprensibile. Evitare l'uso di termini tecnici o ambigui che potrebbero confondere i partecipanti. 2. Brevezza: cercare di mantenere il questionario il più breve possibile, evitando domande superflue o ripetitive. In questo modo si favorisce la partecipazione e si riduce il rischio di abbandono. 3. Ordine logico: organizzare le domande in un ordine logico e coerente. Iniziare con domande generali e introduttive, per poi passare a domande più specifiche e dettagliate. 4. Evitare domande suggestive: le domande non devono influenzare le risposte dei partecipanti. Evitare di fornire suggerimenti o di indirizzare le risposte in una determinata direzione. 5. Utilizzare scale di valutazione: per misurare l'opinione o l'atteggiamento dei partecipanti, utilizzare scale di valutazione (ad esempio da 1 a 5) anziché domande aperte. Questo rende più facile l'analisi dei dati. 6. Verificare la coerenza: controllare che le domande siano coerenti tra loro e che non si contraddicano. Evitare domande che potrebbero portare a risposte contraddittorie. 7. Testare il questionario: prima di utilizzare il questionario su un ampio campione, testarlo su un piccolo gruppo di persone per verificare la comprensione delle domande e l'efficacia del questionario stesso. Seguendo questi criteri, si può costruire un questionario efficace e ottenere dati di alta qualità per la propria ricerca.fattoredeterminerà l'attendibilità dei nostri dati che ha a che fare con la qualità delle nostre domande. Quindi è vero che dobbiamo curare ogni aspetto nella preparazione di una ricerca, ma è anche vero che l'aspetto principale importante che farà sì che i nostri intervistati riescano attivamente a rispondere in maniera sincera e non approssimativa alla nostra domanda, è quella di costruire le domande in modo che siano buone. Quindi devono avere tutta una serie di caratteristiche. Non solo dobbiamo costruire delle buone domande, dobbiamo anche riuscire a elaborare una sequenza di domande che eviti di influenzare le risposte o che riesca in qualche modo ad ottenere la risposta più attendibile possibile ad ognuna di queste domande. Infine, non solo servono delle buone domande in un buon ordine ma servono anche delle buone alternative di risposta. Cerchiamo di definire che cos'è l'aggettivo buono.

“buona qualità” significa: sia per le domande che per l'ordine e per le alternative di risposta.

Criteri da seguire per costruire delle buone domande.

CONTENUTO SENSATO

Sembra assolutamente ovvio che debbano essere sensate; ma questo è uno dei criteri più spesso violati.

Le domande che noi inseriamo in un determinato questionario, che poniamo al nostro campione, devono avere un significato per le persone a cui chiediamo di rispondere; quindi devono riguardare dei temi che non per forza devono essere assolutamente rilevanti per quel target di popolazione.

Devono riguardare temi sui quali possono esprimersi.

Abbiamo visto che c'è una variabilità a livello della rilevanza di un tema per una persona, però non devono neanche essere troppo irrilevanti, troppo lontane dalla quotidianità di queste persone. Se facciamo uno studio per vedere gli effetti dei social network dell'umore, con tutta probabilità non ci focalizzeremo

solo ed esclusivamente su un campione di persone oltre i 70 anni, perché potremmo immaginare come il contenuto di queste domande non sia così sensato per questa popolazione. Perché è così importante che le domande abbiano un significato per coloro che rispondono? Perché rispondere a qualcosa che non capiamo, oppure decidere di saltare la domanda perché è qualcosa che di fatto ignoriamo, su cui non riusciamo ad esprimerci, è qualcosa di molto costoso emotivamente. Di fatto, è molto più probabile che di fronte a una domanda che non capiamo completamente, o sulla quale non abbiamo una posizione chiara, rispondiamo con una risposta casuale piuttosto che non rispondere. Questo distorcerà i risultati perché non rispetteranno quello che i nostri intervistati pensano ma piuttosto saranno il frutto di scelte casuali. Allo stesso tempo, il fatto di essere interrogati su qualcosa di assolutamente irrilevante,risposte, quindi dobbiamo rendere il tutto il più semplice possibile. Devono essere chiare e comprensibili, evitando l'utilizzo di termini tecnici ocomplicati che potrebbero confondere gli intervistati. Devono essere concise, evitando di utilizzare frasi troppo lunghe o complesse. Devono essere dirette, andando dritti al punto senza giri di parole o ambiguità. Devono essere specifiche, evitando domande troppo generiche o vaghe. Devono essere univoche, evitando ambiguità o possibilità di interpretazionidiverse. Devono essere coerenti con gli obiettivi della ricerca, evitando domande che nonsono rilevanti o che non contribuiscono alla raccolta di informazioni utili.conoscenze le loro opinioni, quindi il minimo che possiamo fare è fare in modo che questa richiesta non comporti un sforzo cognitivo eccessivo. Questo lo si ottiene con domande brevi, con domande che utilizzano un linguaggio semplice dove ricordiamo che semplice non ha significato universale, si intende semplice in relazione al target della popolazione campione a cui verrà sottoposto e somministrato il questionario. Semplice però non vuol dire un linguaggio colloquiale, si cerca quindi di rimanere tra i due poli. Né troppo specialistico né troppo colloquiale adattandolo poi al nostro campione. Un'altra cosa che bisogna evitare è che di fronte a un termine che le persone non conoscono, rispondono in maniera casuale e in qualche modo sviluppino un atteggiamento difensivo poi verso il resto del questionario. *RISCHI IN CASO DI VIOLAZIONE (SLIDE) INCLUSIONE DI UNA SOLA DOMANDA Un criterio collegato è il fatto di includere una sola domanda alla volta.ogni item deve comprendere un interrogativo solo. RISCHI IN CASO DI VIOLAZIONE: Impossibile ottenere risposte accurate, si può essere d'accordo (o ritenere importante ecc.) in parte del quesito e in disaccordo con un'altra parte. Perché se mi si rivolge una domanda che comprende di fatto due domande, noi potremmo essere d'accordo con la prima parte ma non lo essere la seconda, o dare una certa importanza al primo aspetto e dare un'altra importanza al secondo. Risulta difficile fare la media tra i due costrutti, quindi le risposte daranno distorte; e soprattutto richiede uno sforzo cognitivo che non possiamo richiedere alle persone di fatto. Quindi nel momento in cui ci ritroviamo in mano le risposte non sappiamo effettivamente che cosa misura quella variabile. Percezione dell'intervistato che il questionario non sia stato costruito accuratamente. Un altro aspetto piuttosto grave del fatto di combinare più domande nello stesso item ha a chefare col fatto che l'intervistato si accorge perché si trova in difficoltà e si rende conto che c'è una differenza tra il modo in cui risponderebbe una parte della domanda, è il modo in cui risponderebbe all'altra parte della domanda. E non solo si irrita e può di fatto sviluppare un atteggiamento difensivo e impiegherà meno impegno, ma anche il messaggio che gli arriva è che non ci sia tutta questa cura nella preparazione del questionario è un ragionamento che compie è che se nemmeno il ricercatore ha prestato cure e a costruito il questionario con accuratezza perché dovrei impegnarmi io a dare delle risposte corrette. INDUZIONE STESSI CRITERI DI RISPOSTA Una domanda deve poi essere molto chiara rispetto a quali criteri si devono utilizzare per scegliere la risposta più adeguata; quindi deve essere in grado di indurre gli stessi criteri di risposta in tutti i rispondenti. Quando i criteri di risposta nonsono necessari ulteriori dettagli per comprendere quali criteri utilizzare per rispondere alla domanda.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
80 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JNY8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecniche dell'intervista e del questionario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Lenzi Michele.