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LA GIORNATA D'UNO SCRUTATORE (1963)

La giornata di uno scrutatore è il romanzo di Calvino che ha avuto la gestazione più lunga: la prima idea è del 1953, nel pieno della militanza politica; acconsente, ma solo per fare numero, di essere inserito all'interno delle liste elettorali, anche se, come abbiamo visto, il suo carattere schivo e riservato gli avrebbe impedito di avere un ruolo veramente attivo all'interno della vita di partito. Come era usanza ai quei tempi, come membro associato del partito comunista, si reca al seggio del Cottolengo per vedere come si svolgono le elezioni. Il Cottolengo è una sorta di città nella città, cioè un grandissimo edificio fondato nel XIX secolo e ampliato nel corso del tempo che aveva lo scopo di dare una casa a persone in difficoltà di tutti i tipi, non solo economiche, ma anche fisiche e mentali; trovavano posto, anche per tutta la vita, sia minorati fisici - quelli che oggi

vengono definiti diversa-mente abili - sia i minorati mentali. La piccola casa della Divina Provvidenza, così come era chia-mata, era il luogo dove, dice Calvino, vivevano i cutu, termine che a quel tempo designava coloroche avevano una deficienza mentale che non permetteva loro di capire le cose come sono in gradodi fare i “sani”. Calvino aveva scelto di andare a vedere com’era la situazione all’interno del seggiodel Cottolengo perché tutti i luoghi, le istituzioni, gli enti legati alla Chiesa erano bacino elettoraledella democrazia cristiana, e quindi una particolare attenzione bisognava fare in questi luoghi perevitare che si spingessero a votare persone che non erano in grado in realtà di intendere e di volere,quindi di esprimere un voto libero e personale. Come osservatore, Calvino era stato molto poco, ecome ci viene detto, era tornato a casa con un insieme di immagini troppo scarne - anche se loavevano già colpito - perutilizza una scrittura molto riflessiva e ponderata. Spesso, prima di iniziare a scrivere, fa delle ricerche approfondite sul tema che intende affrontare. Inoltre, è solito prendersi del tempo per pensare e meditare sulle idee che vuole esprimere, cercando di trovare la forma più adatta per farlo. Una volta che ha chiaro in mente il suo progetto, Calvino inizia a scrivere, ma anche in questo caso lo fa con grande attenzione e cura. Rilegge e corregge più volte il suo testo, cercando di rendere ogni parola e ogni frase il più preciso e significativo possibile. La scrittura di Calvino è caratterizzata da una grande precisione e da una grande attenzione ai dettagli. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase è costruita con attenzione, cercando di ottenere un effetto preciso e di comunicare un messaggio chiaro. Inoltre, Calvino è un autore molto attento alla forma del suo testo. La sua scrittura è spesso caratterizzata da una grande musicalità e da una grande attenzione al ritmo. Le sue frasi sono spesso brevi e incisive, ma allo stesso tempo fluide e armoniose. In conclusione, la scrittura di Calvino è caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli, da una grande precisione e da una grande cura nella scelta delle parole e nella costruzione delle frasi. La sua scrittura è anche caratterizzata da una grande musicalità e da una grande attenzione al ritmo.lavora molto ai suoi testi, ci torna sopra, riflette, cambia e modifica, aggiunge; dieci anni, tuttavia, sono veramente un lungo periodo per l'agestazione di un romanzo breve o racconto lungo. È interessante vedere come Calvino, però, dopo 8 anni dedicati alla scrittura fantastica, avesse comunque sentito il bisogno di scrivere qualcosa di diverso. Lui stesso, in una conferenza tenuta nel 1959, afferma: "anche io scrivo e ho scritto storie realistiche. Le mie prime novelle e il mio primo romanzo trattavano della guerra partigiana. Era un mondo colorato, avventuroso, dove tragedia e allegria erano mescolate. La realtà intorno a me non mi ha più dato immagini così piene di quell'energia che mi piace di esprimere. Di scrivere storie realistiche non ho mai smesso, ma per quanto io cerchi di dar loro più movimento che posso e di renderle deformi attraverso l'ironia e il paradosso, mi riescono sempre un po' tristi. E sento ilbiso-gno allora nel mio lavoro narrativo di alternare storie realistiche a storie fantastiche”. In effetti, dopol’avvio della fase di scrittura neorealista con I sentieri dei nidi di ragno e alcuni racconti effettiva-mente ancora di impianto realista - o addirittura, come dicono molti critici, naturalista - Calvino sidedica alla scrittura di testi fantastici, prima con la trilogia dei Nostri antenati (Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente) e poi alla raccolta di quei tre volumi di fiabe italiane,che non sono state scritte da lui, ma che sono la raccolta di tutta la tradizione favolistica scritta initaliano, alcune delle quali neanche mai trascritte su carta, ma solo tramandate da generazione agenerazione esclusivamente in maniera orale. L’operazione con i tre volumi fu fondamentale perchérappresentava il tentativo di raccogliere in un corpus abbastanza completo una tradizione che perlui era significativa, non solo perché

Riempiva il vuoto della storia della fiaba italiana che ancora mancava, ma anche perché l'aspetto favolistico della letteratura era uno degli aspetti che lo interessavano maggiormente. A cavallo della stesura di queste due raccolte, Calvino continua a scrivere anche testi di carattere più realistico, tra cui La speculazione edilizia, un romanzo del 1957 che racconta la storia di un giovane che decide di speculare in campo edilizio e di contribuire egli stesso alla costruzione di quegli orrendi palazzoni che si vedono in tutta la Liguria alla fine degli anni Cinquanta; in quegli anni, infatti, c'era una sorta di corsa alla ricostruzione in Italia e, di conseguenza, di quegli orrendi quartieri periferici delle grandi città fatti di palazzoni anonimi, tutti uguali e grigi. E un racconto piuttosto lungo intitolato La nuvola di smog del 1958: è un racconto un po' surreale sull'inquinamento, in cui Calvino dimostra una lungimiranza, una

capacità quasi di prevedere il fu-turo, perché ancora alla fine degli anni Sessanta il problema ecologico e ambientale era poco dibattuto. Questo racconto è interessante perché è in bilico tra il Calvino realista, e quindi una storia dai contorni veritieri e reali, e quella nota un po' fantastica-favolosa che alberga spesso nei suoi testi. La scrittura definitiva arriva nel 1963, quando ormai il distacco è avvenuto da molti anni e la sua militanza è, per così dire, un ricordo. La scrittura, dunque, attraversa momenti ideologici diversi, tanto che Amerigo, il protagonista del romanzo, è un comunista atipico, cioè molto dialettico, che continua a riflettere sulle cose che vede e a cui crede: la dialettica, infatti, non era l'arma maggiormente usata dal comunismo, che presup-poneva un'adesione totale alle idee che venivano all'alto del partito, e poco si discuteva sull'ideologia. Amerigo si considerava.invece, un erede del razionalismo illuministico, cioè figlio di una filosofia che pone al centro il ragionamento, la capacità di discutere intorno alle cose, di sviscerare di un determinato oggetto di discussione diversi aspetti e quindi sapere analizzare tutti i punti di vista: all'interno di questa giornata, infatti, Amerigo si porrà, anche se non sempre riuscirà a trovare delle risposte, tanti interrogativi intorno al senso della vita, alla politica, a chi ha il diritto di votare e chi non ce lo dovrebbe avere, che cosa dovrebbe fare la società per prendersi cura di determinate persone, se determinate persone che vivono all'interno del Cottolengo - storpi, menomati fisici e mentali, idioti - che hanno una ridotta capacità fisica e mentale siano da considerarsi persone e se siano capaci di operare una libera scelta di votare secondo coscienza. È questo il razionalista illuministico, colui che è capace di essereun animale dialettico in grado di saper ascoltare la posizione di pensiero di molte persone, e forse di trovare una soluzione che sia capace di tenere in piedi più punti di vista. Proprio da questo elemento è possibile dire che l'ideologia comunista di Amerigo è già un'ideologia scomposta rispetto al credo unitario di adesione all'ideologia del partito. E in questo si vede il cammino di Calvino: è vero che lui ambienta la storia nel 1953, durante la cosiddetta legge truffa, ma è anche vero che Amerigo non è solo quello che aveva aderito al partito comunista, ma anche quello che a un certo punto ha deciso di uscirne. È forse per questi motivi che Amerigo può essere considerato l'alter-ego di Calvino, nella sua complessità di intellettuale, di uomo di cultura e di scrittore che aveva aderito con entusiasmo al partito comunista pensando che da quello sarebbe passata la modernizzazione e la.

Democratizzazione della società italiana dopo l'era fascista, ma che a un certo punto deve fare i conti con un governo che è altrettanto totalitario, anche se nascosto dietro una facciata diversa. La lettura di questo romanzo, tuttavia, non deve essere e non è una lettura interamente politica: in verità, il romanzo è molto più complesso, come capita in generale con le opere di Calvino, che apparentemente sembrano semplici, ma che nascondono invece una complessità di pensiero notevole. Cioè, è vero che Amerigo è un comunista e lui stesso si presenta come tale, e come tale decide di fare lo scrutatore proprio in un seggio all'interno del Cottolengo; questo dato, quindi, non può essere annullato dalla lettura, ma non può essere l'unico dato utile per leggere questo romanzo.

L'altro elemento fondamentale da indagare per leggere questo romanzo sono le passioni letterarie e filosofiche.

di Calvino: l'illuminismo, innanzitutto, quindi Voltaire, Rousseau, Diderot , centrali nel suo essere intellettuale e scrittore; Giacomo Leopardi, poi, sarà un autore che risulterà centrale per tutta la sua vita e che utilizzerà ampiamente (Zibaldone) la dialettica nelle sue opere; è certo, anche lui, che lo scienziato e il letterato sono la stessa cosa e hanno un unico scopo: aiutare l'uomo a vivere nel miglior modo possibile, o almeno a far comprendere all'uomo quali sono i motivi dell'infelicità umana. È per questo motivo che il romanzo di Calvino si può leggere come un romanzo politico, ma nel senso più alto che diamo al termine, cioè il senso con cui è nato il termine: l'arte di studiare, analizzare e trovare le soluzioni della vita del singolo cittadino e della città, quell'organismo sociale, economico e culturale che regolava la vita dei singoli; solo così sipuò affermare che L'giornata d'uno scrutatore è un romanzo politico, e non un romanzo ideologico legato esclusivamente al fatto che Amerigo sia comunista. A Calvino serve che Amerigo sia comunista perché sceglie di andare al Cottolengo, una miniera di voti per il Partito Comunista.
Dettagli
A.A. 2020-2021
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lazzerimartina9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di lingua e letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Landi Patrizia.