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I MECCANISMI CEREBRALI
- Il NUCLEO IPOTALAMICO LATERALE (IL)—> sembra comprendere un
centro “fame attivata”. La stimolazione dell’il di un ratto farebbe si che
questo cominciasse a mangiare, mentre una sua lesione farebbe si che il
ratto rifiutasse il cibo fino a morire di fame
- Il NUCLEO IPOTALAMICO VENTROMEDIALE (VMH)—> sembra
comprendere un centro “fame disattivata”. La stimolazione elettrica del
vmh farebbe si che l’animale, anche se affamato, rifiutasse il cibo, mentre
una sua lesione provocherebbe un forte aumento di peso.
In realtà questi non sono realmente centri di attivazione/disattivazione della
fame” perche, ad esempio, i ratti con lesione nel il smettono di
mangiareperche sviluppano problemi ad inghiottire e deglutìire.
- Il NUCLEO PARAVENTRICOLARE—> un gruppo di neuroni con un’alta
concentrazione di ricettori dei vari trasmettirori che stimolano o riducono
l’appetìito
13.2.2 GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA FAME—> a evidenziare l’origine
culturale per l’insoddisfazione per il proprio corpo c’è la scoperta che, in
tutta la metà del XX sec, al contrario degli uomini, le donne sono sempre
meno soddisfatte del proprio corpo. I risultati indicano inoltre che le
discrepanze fra peso reale e peso ideale sono molto inferiori nelle culture
che hanno minore esposizione al valore positivo attribuito alla magrezza alle
civiltà occhientali.
13.2.3 I FATTORI AMBIENTALI E CULTURALI—> Rispetto l’alimentazione, il
regolatore ambientale più ovvio è la disponibilità di cibo. La nostra
alimentazione, inoltre, è regolata dalla varietà e dal sapore del cibo.
Attraverso un condizionamento classico, noi abbiamo imparato ad associare
l’odore e l’aspetto del cibo al suo sapore, e queste indicazione possono
scatenare la fame
13.2.4. L’OBESITA’—> l’indice di massa corporea (IMC), che tiene conto di
peso ed altezza, dimostra che l’obesità varia potevolmente da un paese
all’altro. Essa costituisce un rischio per chi ne soffre, non solo a causa dei
numerosi problemi medici che comporta, ma anche perché le persone obese
sono fatte oggetto di stereotipi e pregiudizi. L’obesità viene spesso attribuita
a scarsa forza di volontà, a un modo disfunzionale di affrontare lo stress, a
una maggiore sensibilità verso gli stimoli esterni che indicano la presenza di
cibo e a disturbi emotivi.
I GENI E L’AMBIENTE—>L’ereditarietà influenza il metabolismo basale di una
persona e la tendenza a immagazzinare energia sotto forma di grasso
oppure come tessuto magro. Sono stati idemificati oltre 200 geni che
potrebbero contribuire all’obesità ma anche l’ambiente ha la sua importanza.
Secondo alcuni studiosi, la colpa va attribuita a:
- Abbondanza di cibi poco costosi ma saporiti, con molti grassi e/o
carboidrati
- Importanza culturale attribuita al fare un buon affare, che contribuisce ad
ingigantìire le porzioni presenti sul menu
- Progressi tecnologici che diminuiscono la necessità di fare attività fisica
- Elevati livelli di dopamina nei circuiti neurali del cervello deputati alla
ricompensa, che possono rendere alcune persone particolarmente
sensibili alle proprietà rinforzano del cibo
LE DIETE E LA PERDITA DI PESO—> purtroppo, per milioni di persone in
sovrappeso, essere grassi è uno stimolo a restare grassi, perché altera in
parte la chimica del corpo e il dispendio di energia.
—> Non esistono stime attendibili sul lungo termine riguardo alle pervenutali
di successo nella perdita di peso
—> Esistono differenze significative relative al sesso e all’etnia nelle diete,
presenti sin dall’adolescenza
—> nelle donne in particolare, quella che cominci come una dieta purtroppo
può evolvere in un disturbo che mette in pericolo la vita stessa
ANORESSIA NERVOSA—> la persona è terrorizzata all’idea di essere grassa
e riduce enormemente l’assunzione di cibo fino al punto di autoinfliggersi la
morte per fame. L’anoressia causa la cessazione delle mestruazioni, provoca
osteopenia, affatica il cuore e aumenta i rischio di morte.
BULIMIA NERVOSA—> la persona ha paura di ingrassare, mangia in modo
incontrollato, poi cerca di espellere il cibo inducendo il vomito oppure
prendendo lassativi.
—> Le persone bulimiche spesso consumano fra le 2000 e le 400 calorie al
giorno e nei momenti di alimentazione incontrollata arrivano a consumare
anche 20000 calorie al giorno.
—> Anche se quasi tutte le persone che soffrono di bulimia sono
normopeso, le ripetute purghe possono causare gravi conseguenze fisiche,
compresi problemi gastrici e notevole erosione dei denti.
CAUSE ANORESSIA E BULIMIA
- Anoressia e bulimia sono più comuni nelle culture industrializzate dove
magrezza equivale a bellezza
- Fattori della personalità. Spesso le persone che soffrono di anoressia sono
perfezioniste e mirano ad essere vincenti, e tendono quindi a vivere
autoimponendosi standard elevati, compreso il rigido ideale di un corpo
accettabilmente magro. Perdere peso diventa per loro una battaglia per il
successo
- Per alcuni Bambini e adolescenti che soffrono di anoressia, il rifiuto del
cibo può essere rafforzato dallo stress che provocano nei genitori. In
sostanza, la morte per fame autoinflitta può diventare un modo per punire
i genitori e assumere un certo controllo
- Le persone bulimiche tendono ad essere depresse ed ansiose, mostrano
scarso controllo degli impulsi e sembra mancare loro un senso stabile di
identità personale. Il desiderio di cibo sembra essere scatenato da stress
e cattivo umore, e mangiare in modo sfrenato riduce temporaneamente il
loro stato emotivo negativo. Ma al mangiare sfrenato seguono senso di
colpa disprezzo per se stessi e ansia, e indursi il vomito o prendere
lassativi può essere il modo per ridurre queste sensazioni negative
- Alcuni ricercatori ritengono che i neurotrasmettitori e gli squilibri ormonali
possano contribuire a causare i disturbi alimentari
13.3 LA MOTIVAZIONE SESSUALE
13.3.1 LA FISIOLOGIA DEL SESSO—> Nel 1953 Masters e Johnson
cominciarono uno studio nel quale esaminavano le risposte sessuali di 694
fra uomini e donne in condizioni di laboratorio. Conclusero che gran parte
delle persone, quando sono eccitate sessualmente, passano atraverso un
CICLO DI RISPOSTA SESSUALE in 4 fasi: eccitamento, plateau, orgasmo e
risoluzione
13.3.2 LA PSICOLOGIA DEL SESSO—> L’eccitazione sessuale coinvolge
ben più delle risposte fisiologiche. Comincia di norma con il desiderio e uno
stimolo sessuale percepito in modo positivo.
—> Lo stress, la stanchezza e la rabbia nei confronti del partner possono
portare a temporanei probiemi di eccitazione.
DISFUNZIONI SESSUALI—> si riferiscono a un’attività sessuale
cronicamente menomata che angoscia una persona. E alcune delle cause
sono psicologiche
13.3.3 LE INFLUENZE AMBIENTALI E CULTURALI—> Il significato
psicologico del sesso stesso dipende dai contesti culturali. Alcune società e
religioni vietano il sesso prematrimoniale e possono anche proibire un
abbigliamento e un comportamento che, in pubblico, potrebbero risvegliare il
desiderio sessuale. Diversamente, esistono società che incoraggiano
apertamente il sesso prematrimoniale.
—> Gli stimoli ambientali sono in grado di suscitare il desiderio e il
comportamento sessuale in modo pervasivo e sicuro. Si tratta di stimoli che
troviamo in bella vista sia nella vita quotidiana che sui media. Il problema è
ulteriormente accentuato dalla pronta disponibilità della pornografia.
—> I sociologi e gli psicologi affermano che molti materiali pornogafici
presentano il mito dello stupro, suggerendo che gli uomini hanno diritto al
sesso e che alle donne piace essere obbligate a far sesso. E questo
potrebbe spingere molti uomini e realizzare ali di violenza
13.3.4. L’ORIENTAMENTO SESSUALE—> Si riferisce alle preferenze
emotive ed erotiche di una persona per partner di un determinato sesso
—> Alcuni ricercatori considerano l’orientamento sessuale come un’unica
dimensione che varia da “esclusivamente eterosessuale” a “esclusivamente
omosessuale” con, a metà strada, un “ugualmente eterosessuale e
omosessuale”.
—> Altri, invece, affermano che l’orientamento sessuale ha tre dimessioni:
idemità del se, attrazione sessuale e comportamento sessuale reale.
LE DETERMINANTI DELL’ORIENTAMENTO SESSUALE—> un solo modello
coerente sulle origini dell’orientamento sessuale: fin dall’infanzia gli
omosessuali, uomini e donne, sentivano di essere in qualche modo diversi
dalle persone del loro sesso ed era più probabile che tenessero
comportamenti non conformi al genere. analogamente, se raffrontate alle
donne eterosessuali, era due volte più probabile che le donne omosessuali di
Brasile, Peru, Filippine e Stati Uniti fossero state considerate dei maschiati
durante l’infanzia, e che avessero provato interesse per gli abiti e i giochi dei
maschi.
—> Un’altra prospettiva suggerisce che il cervello sviluppi un modello
neurale che predispone un individuo a preferire partner sessuali uomini o
donne, e questo dipende dall’attività prenatale dell’ormone sessuale e dal
fatto che segua un percorso maschile o femminile. Inoltre, anche se son casi
rari negli uomini, alcuni feti geneticamente maschili sono insensibili alle
proprie secrezioni androgene e alcuni feti femminili presentano una
formazione atipica di androgeni
13.4 LA MOTIVAZIONE SOCIALE
13.4.1 PERCHE’ CI AFFILIAMO?—> Gli uomini sono esseri sociali che si
affiliano in svariati modi, in gruppi di coetanei, in famiglie, con i colleghi di
lavoro ecc. Alcuni teorici propongono che, nel corso dell’evoluzione, fosse
più probabile che sopravvivessero e si riproducessero gli individui la cui
costituzione biologica li predisponeva ad affiliarsi, rispetto a quelli di natura
solitaria.
La ricerca ha dimostrato che nel mondo odierno, i rapporti sociali positivi
costituiscono un contributo importante per una vita soddisfacente.
—> Il confronto sociale comporta raffrontare le nostre credenze, sentimenti e
comportamenti con quelli di altre persone. Questo ci aiuta a determinare le
nostre risposte sono normali e ci permette di valutare il livello delle nostre
capacità cognitive e fisiche.
L’intensità del desiderio di amicizia varia da persona a persona.
—> Molti studi, tuttavia, hanno mostrat