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INTUIZIONI SUI MODI MIGLIORI PER GESTIRE IL TERRORE:
- Sebbene sia l’attaccamento relazionale sia l’autostima riducano le conseguenze della SM, queste basi
critiche di sicurezza psicologica sono spesso difficili da sostenere per tutta la vita; quando vacillano, è
à
probabile che emergano problemi di ansia, depressione e abuso di sostanze quanto più durevoli sono le
basi di autostima e attaccamento, tanto meno gli sforzi dell’individuo verso la gestione del terrore saranno
distruttivi.
- Quando la propria visione del mondo prescrive un comportamento pro-sociale, un pensiero flessibile o
tolleranza e compassione, allora sono probabili risposte costruttive al ricordo della situazione esistenziale
umana.
CAPITOLO 13. LA TEORIA DELL’IDENTITÀ SOCIALE (Ellemers e Haslam)
Il concetto di identità sociale è definito come quella parte del concetto di sé di un individuo che deriva dalla
conoscenza della sua appartenenza a un gruppo (o gruppi) sociale, insieme al significato emozionale associato a tale
appartenenza. L’obiettivo principale delle Teoria dell’Identità Sociale (SIT) è quello di capire e spiegare come le
persone possano arrivare ad adottare e a comportarsi in termini di tali identità sociali (piuttosto che personali). I
principi di base della SIT riguardano tre questioni primarie:
1. Descrivono i processi psicologici che spiegano in quale modo le identità sociali delle persone sono diverse
dalle loro identità personali.
La categorizzazione sociale è il processo attraverso cui individui separati sono inclusi in gruppi; quando gli individui
sono categorizzati all’interno dello stesso gruppo, si ritiene che condividano alcune caratteristiche centrali che
definiscono tale gruppo e che li distinguano dagli altri che non possiedono quelle caratteristiche.
Il confronto sociale è il processo attraverso cui le caratteristiche tipiche del gruppo sono interpretate e valutate;
laddove la categorizzazione sociale determina il modo in cui gli individui sono classificati in gruppi, i confronti
sociali definiscono i modi in cui ciascun gruppo è distinto dagli altri gruppi rilevanti.
L’identificazione sociale si riferisce ad una delle ragioni principali per cui i gruppi riferiti a persone sono diversi
dalle categorie di oggetti: il fatto che il sé possa anche essere visto come appartenente ad un gruppo sociale;
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l’identificazione non si riferisce solo alla consapevolezza cognitiva che si può essere inclusi in un particolare
gruppo, ma incorpora anche il significato emozionale di quell’appartenenza al gruppo per il sé.
2. Distinguono tra diverse strategie che le persone possono utilizzare per ottenere un’identità sociale positiva.
La SIT concepisce la categorizzazione, il confronto e l’identificazione sociale come modi in cui le persone
definiscono attivamente la realtà sociale e la propria posizione rispetto agli altri all’interno di tale realtà.
La mobilità individuale è una strategia a livello individuale in base alla quale le persone possono cercare di fuggire,
evitare o negare l’appartenenza ad un gruppo svalutato e cercare invece di essere incluse in un gruppo di status
sociale superiore.
La creatività sociale si riferisce ad un processo attraverso cui i membri del gruppo cercano di ridefinire il confronto
intergruppi rappresentando l’ingroup in termini di caratteristiche positive piuttosto che negative.
La competizione sociale si riferisce ad una strategia im base alla quale i membri del gruppo si impegnano in forme
di conflitto progettate per modificare lo status quo.
3. Specificano le caratteristiche chiave della struttura sociale che determinano quale di queste strategie sarà
utilizzata con più probabilità in una data situazione.
La permeabilità dei confini di gruppo si riferisce alla credenza che gli individui possano agire come agenti
indipendenti all’interno di un dato sistema sociale.
La stabilità dello status di gruppo si riferisce alla nozione che alcune differenze tra i gruppi sono considerate fluide
e soggette a cambiamenti, mentre altre differenze tendono a essere considerate più durature e stabili nel tempo.
La legittimità delle relazioni di status si riferisce alle convinzioni morali che determinano la motivazione al
cambiamento, laddove la permeabilità e la stabilità indicano le opportunità per il cambiamento.
ð ipotesi principali:
- Nella misura in cui gli individui interiorizzano l’appartenenza ad un gruppo come un aspetto significativo
del proprio concetto di sé, si sforzeranno di fare confronti favorevoli tra il loro gruppo e outgroup rilevanti,
al fine di ottenere o mantenere un’identità sociale positiva.
- Di conseguenza, la categorizzazione sociale può essere sufficiente per generare discriminazione e conflitti
intergruppi.
- La ricerca di un’identità sociale positiva può assumere forme diverse a seconda delle definizioni
consensuali della realtà sociale che riguardano giustificazioni socialmente condivise e delle alternative
cognitive percepite alle relazioni di status attuali. à
TEORIA DELLA CATEGORIZZAZIONE DEL SÉ (SCT) specifica ulteriormente ed estende l’affermazione di
Tajfel secondo cui la categorizzazione sociale serve come base per comprendere e rispondere in modo significativo
a situazioni sociali complesse, tuttavia la SCT si concentra più esplicitamente sulla questione che le categorizzazioni
sociali possano essere fatte a diversi livelli (collegati) di inclusione o astrazione e che lo stesso individuo possa
essere incluso in più categorie sulla base di diversi criteri.
ð in particolare affermna che:
1. ll sé è rappresentato cognitivamente in termini di categorie di sé che possono essere definite a diversi livelli
di astrazione. Queste vanno dalla categorizzazione di sé esclusiva in termini di identità personale (ad es.,«
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lo sono Christine ») alla categorizzazione di sé inclusiva in termini di ampie identità sociali (ad es.,« Noi
olandesi »).
2. La formazione di categorie di sé è in parte una funzione del meta-contrasto tra le differenze interclassi e
quelle intraclasse. Questo significa che le persone tenderanno a definirsi nei termini di una particolare
categoria di sé (ad es., olandese) nella misura in cui le differenze tra i membri di quella categoria su una
data dimensione di giudizio sono percepite come inferiori rispetto alle differenze tra i membri di quella
categoria e altri che sono salienti in un particolare contesto (ad es., belgi, tedeschi).
3. ll meta-contrasto determina anche, in parte, la struttura interna delle categorie di sé e la prototipicità di
particolari esemplari delle categorie. Ciò significa che la capacità delle persone di rappresentare e
incorporare una determinata categoria sociale aumenta nella misura in cui le differenze tra loro e gli altri
membri di quella categoria sono inferiori rispetto alle differenze tra loro e i membri di altre categorie che
sono salienti in un particolare contesto.
4. La salienza di una particolare categoria di sé porta all'accentuazione delle somiglianze intraclasse e delle
differenze interclassi percepite. In questo modo, i pattern di assimilazione e contrasto riflettono la relativa
intercambiabilità di esemplari categoriali in relazione alle categorizzazioni di sé salienti in un dato
momento.
CAPITOLO 14. LA TEORIA DELLA CATEGORIZZAZIONE DI SÉ (Turner e Reynolds)
Turner propone una teoria del comportamento di gruppo in termini di un “meccanismo di identità” per spiegare il
movimento lungo un continuum interpersonale-intergruppi. Ipotizza che, poiché le persone definiscono se stesse e
gli altri come membri della stessa categoria, allora esiste un processo di stereotipizzazione di sé in relazione alla
categoria e si tende a considerarsi più simili nei termini di caratteristiche che definiscono la categoria; questo
processo prende il nome di depersonalizzazione.
Si sostiene che le categorie di sé consistano in un giudizio variabile formato sulla base della categorizzazione del
contesto.
Come con la SIT, si sostiene che gli esseri umani non siano semplicemente individui e nemmeno lo siano le nostre
menti. Esistono individui, gruppi e relazioni intergruppi. Gli esseri umani sono sia individui che membri di gruppo
e quindi hanno sia un'identità personale che un'identità sociale. Inoltre, sulla base della SCT, la depersonalizzazione
psicologica del sé, in termini di identità sociale, produce "comportamenti di gruppo" e processi di gruppo emergenti
(ad es., influenza, cooperazione, coesione). Viceversa, definirsi nei termini di un'identità personale idiosincratica,
sulla base di differenze individuali dagli altri e caratteristiche personali distintive, produce un "comportamento
individuale".
Le persone possono definire o categorizzare se stesse a diversi livelli di astrazione. È possibile definire se stessi
come individui, come membri di gruppi particolari rispetto ad altri e come membri di gruppi più inclusivi di ordine
superiore. Le categorie di sé più inclusive definiscono ciò che è socialmente negoziato e riconosciuto di valore,
appropriato e giusto. In momenti diversi, in situazioni diverse, definiamo il sé in modi differenti e tale variazione
nellasalienza relativa è vista come normale e onnipresente.
La salienza spiega il modo in cui una particolare situazione (che include il sé) è categorizzata e dotata di
"significato". Il modo in cui la situazione viene categorizzata e compresa dal percipiente determinerà sia la
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percezione di sé che il comportamento. La salienza è funzione di un'interazione tra la prontezza del percipiente
nell'usare una categoria di sé, in un dato momento, e l'adattamento di tale categoria di sé alla realtà.
Come gli altri arrivano a influenzare i propri atteggiamenti e comportamenti:
1. Gli individui si definiscono membri di una categoria sociale distinta;
2. Imparano o sviluppano comportamenti appropriati, attesi e desiderabili che sono correlati con
l’appartenenza alla categoria e che la differenziano da altre categorie;
3. Attribuiscono le norme e le caratteristiche della categoria a se stessi (interiorizzazione: influenzata dal
grado in cui gli individui si considerano psicologicamente membri di quel particolare gruppo) attraverso il
processo di depersonalizzazione e stereotipizzazione di sé;
4. Il loro comportamento diventa quindi normativo in quanto la loro appartenenza alla categoria diventa più
saliente;
Leadership nella SCT come processo di gruppo riguardante l’influenza e il potere relativi all’interno di un g