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L’uomo è più imparentato con le scimmie antropomorfe in base ai dati
morfologici. Stando ad analisi molecolari sulla parte non codificante del DNA
l’uomo è più vicino allo scimpanzé. In base al numero di mutazioni (assumendo
il tasso di mutazioni come costante) si può ricavare il tempo di divergenza tra
uomo e altre antropomorfe. – Scimpanzé 2-4 Mya – Gorilla 6-8 Mya
- Orango 8-10 Mya. Come si è arrivati ad Homo sapiens?
I primi primati compaiono circa 70 Mya inizialmente in Eurasia, poi migrate in
Africa e da lì in sud America (tramite rafting). Presentano adattamenti alla vita
arboricola per spostamento delle nicchie ecologiche (arboreo), in quanto, in
quel periodo il mondo aveva più foreste e un clima più tropicale, a suo tempo vi
erano:
Adapidae
• Lemur-like con morfologia simile a quella dei lemuri per salto
in posizione verticale (instauratisi in Madagascar che hanno dato origine ai
lemuri e, migrati in Asia, ai lori.
Omomyidae
• Tarsius-like con orbite frontalizzate e ampie; muso più
piccolo, neurocranio più espanso e privi del primo premolare.
Dati molecolari indicano che la divisione tra Strepsirrine e Aplorrine è avvenuta
circa 60 Mya.
Alla fine dell’Eocene/ inizio Oligocene (≈ 35 Mya) si ha un crollo delle
temperature con un inaridimento del clima e una riduzione delle foreste. Si ha
Anthropoidea
una riduzione di Adapidae e Omomyidae e le (posizione
filogenetica incerta) subiscono una radiazione. [dati molecolari indicano che
Platirrine e Catarrine si sono separate circa 43 Mya quindi le “protoscimmie”
africane sono migrate in sud America tramite rafting (parallelismo con platirrine
monofiletiche)].
Si hanno pochi dati fossili sulle prime Anthropoidi. I primi reperti provengono
dal sito di El-Fayun in cui si hanno pochi lemuriformi e molte aplorrine (35 Mya).
Aegyptopithecus
• prima catarrina con alcuni caratteri in comune con le
platirrine (2 premolari e dimorfismo sessuale dei canini), arti anteriori e
posteriori di lunghezza uguale.
Altre forme forme fossili:
Branisella
• prima platirrina
Victoriapithecus
• prima cercopithecoidea
cercopithecoidea
Dati molecolari indicano che la separazione tra e
hominoidea avvenne ≈ 27 Mya corrispondente al periodo del Miocene in cui si
ebbe un nuovo aumento delle temeprature. In quel periodo l’aumento di
temperatura fu accompagnato da una radiazione di hominoidea con areale di
distribuzione piuttosto ampio tra cui:
Sivapithecus Gigantopithecus
• forme asiatiche e
Dryopithecus
• forme europee Proconsul
• forme africane Dryopithecus e
Successivamente l’ulteriore crollo delle temperature a fine Miocene portò alla
scomparsa delle foreste e alla scomparsa di molti di questi Hominoidei. In
Africa la scomparsa delle foreste fu più graduale: meno monsoni atlantici e
venti orientali rendono la parte orientale più arida con la comparsa di savane.
5-7 Mya gli Ominidi si separano da Pan.
(4 Mya) i cambiamenti climatici verificatisi alla fine del Miocene e alcune
condizioni locali fanno in modo che in Africa occidentale permangono le foreste
e quindi le scimmie antropomorfe, mentre in Africa orientale iniziano ad
evolversi i primi ominidi.
Primi presunti ominidi:
Ardipithecus ramidus
• “Ardi” 2004 presenta uno scheletro da scimmia
antropomorfa con locomozione brachiatrice (pollice più corto rispetto alle altre
dita) e un neurocranio piccolo ma un bacino da bipede. Si ipotizza che fosse un
bipede facoltativo (4,4 Mya). Ci sono altre specie come:
Orrorin
• di 6 Mya con femore da bipede
Sahelanthropus
• di 6-7 Mya con canini piccoli
Di queste specie la cronologia e la morfologia sono sospettosi. Sono presenti
forme bipedi milioni anni prima della separazione tra homo e pan. In quanto
Ardipiteco è ancora scimmiesco e ci si chiede quanto lo fossero i suoi antenati;
in ogni caso il bipedismo era stato acquisito dalle scimmie antropomorfe di fine
Miocene.
-Modifiche per il bipedismo:
-Passaggio delle ossa pelviche da strette e piatte (antropomorfiche) ad aperte e
larghe con espansione dell’ala dell’ileo all’acetabolo. Spiegabile in funzione
dell’inserzione dei muscoli glutei (grande; medio e piccolo). In antropomorfe
tutti e 3 sono adibiti all’estensione della coscia e situati tutti e 3 dietro l’ileo.
Nei bipedi solo il grande gluteo rimane dietro per estensione della coscia medio
e piccolo migrano lateralmente per bilanciare il peso durante la locomozione
(pelvi opposta ad arto sollevato viene inclinata). -Osso sacro ampio e
triangolare (scarica meglio il peso). -Perdita dell’opponibilità dell’alluce per
espandere la superficie plantare e astragalo sopraelevato al calcagno. -
Colonna vertebrale curva (cifosi toracica e lordosi lombare) con processi spinali
corti.
Esistono varie interpretazioni al bipedismo ma più accreditata sostiene che sia
derivato per una migliore osservazione del paesaggio quando gli individui
dovevano attraversare spazi aperti (foreste a chiazze) in modo da avvistare le
prede. Altre ipotesi sono: -termoregolazione (superficie corporea esposta utile
per spostamenti). -riproduzione (trasporto cuccioli e selezione sessuale).
-Toolmaking (utilizzo di utensili).
Australopithecus
•
Genere vissuto tra 4,5 e 2 Mya costituito da almeno 6 specie tra cui:
A. afarensis A. anamensis
- (Lucy) e vissuti in Africa orientale tra 4 e 3 Mya.
A. africanus
- (bambino di Taung) vissuto in Sud Africa circa 2-3 Mya.
Caratteristiche di Australopithecus:
-Cranio con neurocranio meno sviluppato di splancnocranio, toro orbitale; foro
occipitale in posizione intermedia tra antropomorfe e uomo. Capacità di circa
0,5 l. -Prognatismo con arcata
mandibolare ancora a “V” e canini piccoli con dimorfismo sessuale ma senza
diastema.
-Bipedismo comprovato da bacino, pollice allineato e impronte di laetoli
(impronte fossili di ominidi).
– Si ritiene che fosse un raccoglitore e a volte spazzino.
Una scarsità di cibo nella savana viene vicariata da altre risorse trofiche per cui
si hanno diversi adattamenti che portano alla comparsa di 2 nuovi generi (2,5
Mya).
Saprofagi
• meno specializzati (homo)
Paranthropus
• Aetiopicus robustus boisei
Genere rappresentato da 3 specie ( , , ) vissute tra
2,5 e 1,5 Mya specializzatesi per diete vegetali coriacei. Presentavano una
morfologia “robusta”. Cranio con grandi arcate zigomatiche per migliorare la
masticatura (inserzione massetere e passaggio temporale) e cresta sagittale
mediana per l’inserzione del temporale. Grandi denti iugali. Faccia molto corta
per leva più efficiente.
(2,5-2 Mya) Comparsa del genere homo; prime forme erano saprofagi
caratterizzati da denti meno specializzati e alcuni retaggi alla vita arboricola.
Vanno incontro a un allungamento del pollice che migliora la presa di
precisione e a una maggiore encefalizzazione capacità cranica di circa 0,6-0,7 l.
Il loro essere saprofagi è comprovato dalla testimonianza di ossa scheggiate e
dal rinvenimento di manufatti (pietre scheggiate rudimentalmente su un solo
lato, industria olduviana) usati per macellare le carcasse. Prima forma vissuta
Homo habilis
tra 2-1,7 Mya chiamata caratterizzata da allungamento di arti
pelvici, cranio più espanso al livello parietale e arrotondato a occipitale, minor
prognatismo e foro occipitale allineato con colonna vertebrale.
Il salto di livello trofico porta necessariamente a una riduzione sul territorio ma
gli adattamenti portano un incremento demografico. Diffusione in nuove aree
geografiche (out of Africa) da 1,8 Mya.
Storia evolutiva di homo come successione di spostamenti geografici (almeno
3) in cui si aveva sia la comparsa di nuove forme in africa sia la comparsa di
novità evolutive in zone periferiche con una tendenza alla speciazione
allopatrica.
Spostamenti in Caucaso, Asia ed Europa. Omanisi (Caucaso) negli anni ’80
sono rinvenuti depositi di faune Plioceniche con resti di Homo (mandibola e
cranio con capacità cranica di 0,75l) e manufatti olduviani datati a 1,75 Mya.
Secondo alcuni si tratterebbe di H.georgicus o di una variante arcaica di
ergaster.
Homo ergaster
• (1,7-1,3 Mya). Reperto migliore “ragazzo del turcana”
morto circa 9-10 anni. Dallo scheletro si evince che fosse un bipede obbligato.
Il cranio mostra una marcata encefalizzazione in senso anteroposteriore
(sezione a tenda) con capacità cranica di 0,8-0,9 l. Il toro sopraorbitale era
presente con ergaster. Si ha il passaggio da industria litica olduviana ad
acheuleana con la produzione di amigdale (manufatti scheggiati su entrambi i
lati).
-Out of Africa circa 1,5 Mya ergaster di “modo 2 “(acheuleiani) hanno una
pulsazione geografica (demografica) che spinge le forme più periferiche e
primitive (ancora olduvaiana) in Asia (anche estremo oriente ed Europa).
Homo erectus
-Asia si sviluppa “variante asiatica” di ergaster che presenta
una capacità cranica fino a 1 l e utilizzava il fuoco e manufatti olduvaiani.
Queste popolazioni riuscirono ad espandersi fino in estremo orienta. Vissuto
fino a 1 Mya.
Homo floresiensis
• ; 2004 rinvenimento di scheletri alti 1 m risalenti a un
periodo tra 100.000 anni e 18.000 anni fa. Cranio simile a quello dei primi
Homo ma con una capacità cranica di 0,38 l. Utilizzo di olduvaiani fa pensare a
un loro arrivo a Flores, circa 1 Mya. Homo erectus arrivato a Flores è andato
incontro a fenomeni di nanismo insulare. Scomparsi con l’arrivo di Homo
sapiens a Flores.
-Europa L’Europa andò incontro a una colonizzazione più discontinua. Reperti
rinvenuti alla Sierra de Atapuerca (in Spagna) indicano che quella zona fu
abitata da Homo tra 1,2 Mya e 800.000 anni fa. Trovarono resti appartenenti a
Homo antecessor che utilizzava manufatti olduvaiani. Alcuni ipotizzarono che
avesse dato origine a Homo sapiens e Homo neanderthalensis. Ipotesi ritrattata
in quanto tra 800e 600.000 anni fa una forte glaciazione azzerò il popolamento
umano dell’Europa (no manufatti) ramo morto. Ritrovamento di nuovi
manufatti e focolari successivi a 600.000 anni fa e di altri reperti. Appartenenti
Homo heidelbergensis
a , speciatosi in Africa e migrato in Europa e Asia.
Presentava un’industria litica acheuleiana, tattiche venatorie (prede spinte in
acquitrini con il fuoco e poi lapidate), organizzazione del territorio (campi base,
accampamenti) e sapeva utilizzare il fuoco. Vissuto fino a 200.000 anni fa. Esso
h