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Appunti sul Quattrocento fiammingo Pag. 1
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Il Quattrocento fiammingo

Movimento fondamentale per lo sviluppo dell’arte italiana.

In alcuni centri nordici di cultura e tradizione tardo-gotiche, alcuni pittori sviluppano una stretta adesione al

Realismo -> Fiamminghi, artisti delle Fiandre

- Nelle loro opere non ci sono riferimenti all’antico né ripresa dei classici (che sono alla base della ricerca

degli italiani, contribuendo alla composizione, alle scelte spaziali e alla definizione dei contenuti)

Caratteristiche e differenze tra fiorentini e Fiamminghi:

1. Fiorentini: rendono illuministicamente, con essenzialità e certezza matematica lo spazio grazie alla

prospettiva lineare centrica

Fiamminghi: studiano ogni elemento, in modo che tutto venga analizzato e precisato nei minimi

particolari, che nella realtà sfuggirebbero anche all’occhio più attento.

2. Fiorentini: c’è un solo punto di fuga

Fiamminghi: più punti di fuga, cosicché architetture, oggetti e le figure possono essere mostrati

secondo il loro lato più comunicativo e rappresentativo

3. Fiorentini: l’uomo occupa sempre una posizione centrale essendone il protagonista

Fiamminghi: l’uomo non è che una delle infinite presenze

4. Masaccio: evidenzia con forza la struttura dei suoi personaggi e finalizza il colore alla resa dei

volumi

Fiamminghi: si soffermano su ogni particolare anatomico o di panneggio e nulla viene dimenticato

5. Fiorentini: luce originata da un’unica sorgente, è sempre funzionale alla ricerca prospettica

Fiamminghi: essa proviene da più fonti e illumina con precisione ogni oggetto ponendolo come

se fosse protagonista della storia

Realismo fiammingo

- A partire dalla fine del’300 si era diffusa nei paesi nordici la ricerca di un più stretto e personale rapporto

tra Dio e l’uomo, che implicava una quasi fisica identificazione, centrata sulla Passione di Cristo o sulla

figura di Maria.

- Diffusione dei libri di preghiere per laici, proliferazione di immagini devozionali, destinate a fornire spunti

emotivi che favorissero la partecipazione al fatto sacro

Per questo l’immagine doveva essere concreta, ricca di dettagli minuti e precisi

- Questo realismo potrebbe rapportarsi alla filosofia nominalistica -> la sostanza della realtà perviene a noi

i

attraverso i singoli oggetti percepit

Jan Van Eyck (1390-1441)

- Opera cronologicamente parallela a quella di Masaccio

- Tecnica della pittura ad olio: permette, al contrario della tempera, di realizzare sfumature e trasparenze;

permette il ritocco; consente la cura nei dettagli

Ore di Torino, Jan Van Eyck, 1417

- forte legame che lo unisce al tardo-gotico: le sue prime opere sono delle miniature

- immagini create dalla dall’integrazione di figure e paesaggio , grazie alla luce che unifica lo spazio

- delinea i singoli oggetti che arredano la stanza

- ferma il gesto naturalissimo della donna che trattiene il bambino

Anche Jan, parallelamente a Masaccio, si pone il problema della realtà, ma adotta soluzioni diverse.

Masaccio: opera una sintesi, coglie la struttura l’essenza delle cose, in una visione prospettica

unitaria. Tolti tutti i dettagli per arrivare ad un unico concetto

Jan Van Eyck: procede per analisi, partendo dai singoli innumerevoli oggetti che si presentano ai

nostri sensi. Dettagli, sottigliezze specificati in maniera maniacale perché in essi si

rivela la presenza del divino

Figura di Adamo, particolare del Polittico dell’agnello mistico, 1426 - 1432, olio su tavola, Gand,

Chiesa di San Bavon

- uomo nudo con tutti i suoi aspetti

- sembra emergere da una nicchia verso la luce, colto di sotto in su

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Publisher
A.A. 2016-2017
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rebepuddi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof De Feo Roberto.