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Estratto del documento

Vengono infatti aboliti i gradi tribunali, organi che limitavano il potere politico. Dunque la

Rivoluzione realizza il sogno degli illuministi, contrario a quello di Montesquieu. Vengono anche

aboliti tutti i privilegi e le consuetudini locali: prima di questa legge l’individuo non è mai solo

davanti allo Stato, ma l’individuo è davanti allo Stato in quanto parte di una corporazione, di una

famiglia, di un ordine. Con la Rivoluzione si passa dai codici che non sono più codici di raccolta di

antiche leggi come erano stati in passato ma dei codici innovativi: il codice non è più un testo

neutro ma è un testo che deve cambiare e riformare la società. Uno dei primi passi della

Rivoluzione è infatti l’annuncio che sarà redatto un codice civile, annuncio fatto insieme alla

proclamazione dell’unità nazionale. I deputati all’assemblea sono convinti che non ci sarà mai unità

nazionale se non ci sarà un diritto unico per tutti, però le circostanze politiche della Rivoluzione

impediscono una realizzazione immediata del codice: bisognerà aspettare il consolato e l’inizio

dell’Ottocento per la realizzazione.

Nozione di codificazione: come si è sviluppata nell’Ottocento e nel Novecento

La nozione della codificazione uscita dalla Rivoluzione francese si basava su un’idea di rottura,

che si può imputare a tre princìpi fondamentali ideologici: il primo elemento di rottura è

rappresentato dal giusnaturalismo moderno, che aiuta l’affermazione dell’idea dei diritti soggettivi

(diritti propri a ciascun individuo); a partire da questo momento, il diritto tenderà a basarsi di più

sulla ragione che non sulla storia; il secondo elemento è più contemporaneo alla rivoluzione, cioè

l’Illuminismo, che in particolare il principale ruolo nell’affermazione della libertà e dell’uguaglianza

del nuovo diritto viene posto da Voltaire e altri giuristi: è in questo momento che si crea una frattura

e si può parlare di un diritto degli illuministi in contrapposizione con il diritto dei giuristi, legati alle

applicazioni delle consuetudini. Il terzo elemento che incide sullo sviluppo dell’idea di codificazione

in contemporanea con la Rivoluzione è l’affermazione della teoria del contratto sociale: alla base

del contratto sociale sta il principio per cui il diritto non viene da Dio ma sono gli uomini che si

danno il diritto con la loro volontà. Gli esponenti principali sono Hobbes, Locke e Rousseau per cui

gli uomini non sono crea la società ma si danno anche le regole giuridiche che regolano la società.

La Rivoluzione sarà ispirata da questi vari elementi e su questi elementi fonderà i momenti di

rottura che produrrà. La prima rottura è di natura politica che si trova nella creazione

dell’Assemblea nazionale perché determina un trasferimento della sovranità dal re alla Nazione.

Questa creazione determina anche una rottura sociale, perché è unica e tutti i deputati sono

uguali, riflettendo una società unitaria in cui tutti i cittadini sono uguali. Questa rottura, dunque,

politica e sociale è una rottura con la storia, con la tradizionale distinzione della società in classi

propria dell’Antico Regime e che vedeva le tre categoria: la nobiltà o feudalità, il terzo stato e gli

ecclesiastici. Dalla Rivoluzione in avanti non c’è più che un’unica categoria di soggetti cittadini, tuti

uguali di fronte alla legge. Quindi la rottura è anche giuridica. Questo insieme di rotture produce un

effetto che è quello della unità: ormai c’è una sola Nazione con una sola categoria di cittadini

davanti ad un unico diritto. Dunque la Rivoluzione che vuole un’unità giuridica rifiuta i particolarismi

locali, i diritti particolare e le consuetudini perché sono contrarie al principio di unità del diritto a

livello nazionale; non si può neanche più accettare il diritto romano perché è un diritto estraneo alle

idee della Rivoluzione; si rifiuta anche il valore di precedente delle sentenze dei giudici perché non

si piò riconoscere a un giudice il potere, attraverso l’interpretazione, di cambiare il significato e

l’efficacia di una norma giuridica: nelle prime costituzioni non c’è neanche più il potere giudiziario.

L’idea che sta alla base di ciò è che l’interpretazione della legge deve essere effettuata in modo

meccanico: in questo modo l’idea di codificazione assume dei caratteri specifici sotto la

Rivoluzione, con l’effetto di questi elementi. La codificazione è favorita da questi elementi della

Codificazione perché non si trova più davanti tutto ciò che la Rivoluzione ha rifiutato. Un altro

aspetto è che non ci riporta più come esempi alle antiche leggi della monarchia, le antiche

ordinanze, ma si vuole fare un diritto nuovo, partendo da capo. Questa idea degli illuministi è di

operare una legislazione astratta partendo da una idea di uomo. Nei primi tempi i cui si pensa di

elaborare un codice durante la Rivoluzione non si chiede neanche più il parere dei giuristi perché

non ci si fida più di loro, in quanto non hanno niente da guadagnare nell’avere un codice, ma solo

da perdere. L’idea è che i giuristi nell’Antico Regime abbaino approfittato a loro favore

dell’interpretazione del diritto. Durante i primi anni della Rivoluzione vengono elaborati tre progetti

di codice civile, caratterizzati soprattutto dallo spirito del diritto pubblico, dunque i princìpi di

partenza sono i princìpi pubblici di libertà e uguaglianza, tradotti all’interno del diritto privato.

Questo avviene soprattutto a partire dal 1792, dall’instaurazione della prima Repubblica: qui le

idee illuministiche di un diritto nuovo fondato sulla libertà e sull’uguaglianza ha maggiore fortuna.

L’idea è che la codificazione deve essere sempre conforme al sistema politico del paese. Dal

punto di vista politico il punto di vista fondamentale è il passaggio alla repubblica: per la stessa

ragione in questi progetti viene abolito il potere monarchico del padre di famiglia; il padre non è più

come il re dentro la sua famiglia, ma si stabilisce un’uguaglianza perfetta fra marito e moglie, in

particolare una uguaglianza totale negli orientamenti della vita familiare, patrimoniale e per quanto

riguarda la potestà sui figli. Sempre relativamente all’ambito familiare si era proclamato il principio

di uguaglianza fra i figli. Lo stesso discorso vale per la laicità del diritto pubblico, che comporta

anche una laicizzazione del diritto privato: un esempio evidente è la trasformazione del

matrimonio, che non è più un sacramento ma un semplice contratto fatto dagli sposi davanti alla

legge, e dato che è un contratto può essere sciolto, aprendo la possibilità di un divorzio, molto

facile da ottenere; addirittura esso è una modalità di risoluzione di un contratto più facile di tutti gli

altri perché il divorzio è un contratto unilaterale per cui basta la volontà di solo una delle parti.

Questo interezza anche la sfera del diritto pubblico, che aveva previsto il divieto di qualsiasi

impegno contrattuale a tempo indefinito, introdotto per abolire la servitù della gleba. Quindi questo

principio diventa uno strumento per introdurre una modifica nel rapporto matrimoniale: basta la

volontà di divorziare di una sola delle parti perché questo si realizza; il divorzio non ha nessun

risvolto economico e neppure nessun obbligo di risarcimento dei danni. Questa è una rivoluzione

dei costumi che provoca in Francia una forte spinta all’individualismo. Questi progetti di codice,

codici caratterizzati dalle novità introdotte dal diritto pubblico e da idee astratte, rimangono solo

progetti. Sono codici molto semplici e brevi, uno addirittura ha soltanto 300 articoli, quando quello

che sarà poi adottato ne ha più di 2000. Il fallimento di questi progetti è anche dovuto all’instabilità

politica della Rivoluzione, che dura 10 anni, dal 1789 al 1799, nel cui corso c’è molta instabilità non

solo a livello della Francia ma anche a livello europeo. La codificazione in questo momento non è

una priorità, ma si tiene da parte aspettando un momento di tranquillità per riprenderla. Nel

momento di maggiore fragilità viene addirittura sospesa la costituzione e i progetti di codificazione

verranno ripresi in mano quando in Europa ci sarà un momento di ritorno alla pace e alla stabilità

politica, in Francia avvenuta con il consolato nel 1800. Con il consolato vengono adottate nuove

concezioni del diritto e dell’uomo, dovute a un ripensamento della visione positiva che Rousseau

aveva dell’uomo con il mito del buon selvaggio: la diffusione del pensiero di Rousseau in Francia si

era realizzata in contemporanea con la guerra e con il terrore, che aveva mostrato una natura

umana feroce. Questo contrasto fra le idee di Rousseau e il contrasto del terrore fa pensare che

l’uomo non sia buono, ma che sia naturalmente cattivo: si ritorna così all’idea di un diritto fatto dai

giuristi, perché l’uomo deve essere inquadrato all’interno di un sistema di leggi dato che per sua

natura è pericoloso. La prospettiva del consolato è quindi quello di creare uno Stato forte, analogo

al Leviatano di Hobbes, che si giustifica anche con il fatto che in Francia in questo momento ci

sono due France che si contrappongono: una legata al cattolicesimo e alle antiche tradizione

anche della famiglia e una legata ai principi di libertà e uguaglianza, repubblicana e che si ispira al

nuovo diritto. Dunque il progetto politico del consolato è quello di creare uno Stato forte per

neutralizzare le spinte di queste due fazioni. Bisogna soprattutto ricostruire uno Stato creando

delle istituzioni, che pressappoco sono quelle che ancora oggi sono alla base dello Stato francese.

Si ristabilisce l’ordine monetario, i tribunali e si comincia a fare ricorso agli avvocati. Si riforma il

sistema dell’insegnamento, creando le università. Tutto questo deve servire a tenere uniti i francesi

creando dei princìpi comuni: la codificazione partecipa a questo progetto di unificazione,

proponendosi di dare ai francesi un diritto forte e unico per tutti. Il codice corrisponde alle

trasformazioni dell’organizzazione pubblica perché il codice deve servire a far cessare i litigi lunghi

fra i cittadini, come lo Stato deve far cessare i litigi fra le due fazioni. Allora l’idea per dare un diritto

unitario è quella di andare a recu

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Publisher
A.A. 2019-2020
11 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FrancescaTG di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Aimerito Francesco.