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NON SEMPRE XK LE SOSTANZE COLORATE POSSONO ESSERE DOVUTE ANCHE A
PIGMENTI VACUOLARI O PLASTIDIALI O DA ENTRAMBE), nella banana, nel
peperoncino,e si possono trovare anche in organi sotteranei come nel caso
della carota, tuberi o rizomi,come nel caso delle patate zuccherine.
Gli amiloplasti sono i plastidi deputati alla sintesi ed accumulo di amido e si
trovano nei tessuti di riserva e quindi li troveremo per esempio in organi
sotterranei (tuberi) e in altri tessuti di riserva come nel parenchima di numerosi
frutti per esempio nella parte interna della banana ricca di amido. Nonostante i
plastidi abbiano una struttura e una funzione completamente diversa tra di loro
e anche un metabolismo differente, il plastoma di tutti i plastidi presenti nella
stessa pianta è esattamente identico. Quindi l'organizzazione e la composizione
del DNA plastidiale di tutti i plastidi nella stessa specie è identico. Ciò che
cambia durante l'interconversione plasdiale è l'espressione dei geni
plastidiali :quindi nei cloroplasti saranno espressi i geni coinvolti nelle reazioni
fotosintetiche, nei cromoplasti saranno prevalentemente espressi i geni
coinvolti nelle reazioni di sintesi dei carotenoidi, negli amiloplasti saranno
prevalentemente espressi i geni coinvolti nella biosintesi dell'amido. All'interno
di ciscun cloroplasto esistono numerose copie di DNA circolare e le dimensioni
del plastoma possono variare da una specie ad un'altra ( es nelle piante
vascolari chiamate anche tracheofite, il plastoma può avere dimensioni che
vanno da 120 a 160 kilobasi, nelle alghe il plastoma anche è differente può
variare da 85 a 300 kilobasi), ovviamente il plastoma di DNA dei plastidi è
libero nello stroma perché i plastidi hanno un'organizzazione simile a quella dei
batteri e quindi il plastoma è organizzato all'interno dello stroma a formare dei
nucleoidi.
I plastidi come già detto sono organelli semiautonomi e si pensa che derivino
da un processo endosibiotico di cianobatteri fotosintetizzanti con una cellula
eucariotica non fotosintetizzante. Questi cianobatteri fotosintetizzanti
inizialmente avevano nel loro plastoma geni necessari per la loro funzionalità,
però nel momento in cui questi cianobatteri sono diventati degli endosimbionti
della cellula eucariotica e successivamente sono diventati degli organelli di
questa cellula eucariotica, durante l'evoluzione è avvenuto un lento e
progressivo spostamento dei geni presenti sul plastoma verso il DNA nucleare;
quindi il plastoma dell'originario cianobatterio si è via via impoverito di geni
che sono passati alcuni sul genoma nucleare altri invece che magari erano
presenti in duplice copia sia sul plastoma che sul genoma sono stati
semplicemente eliminati dal plastoma. Alcuni altri geni presenti sul plastoma
che però avevano nel genoma nucleare un geme simile anche questi sono stati
eliminati. Quindi allo stato attuale la maggior parte delle proteine plastidiali è
codificata dai geni nucleari e solo relativamente poche proteine plastidiali sono
codificate dal plastoma. Questo processo di trasferimento di geni dai plastidi al
genoma continua ancora ad avvenire, ovviamente con tempi evolutivi. Se la
maggior parte delle proteine plastidiane è codificata dai geni nucleari allora ci
devono essere dei meccanismi che permettono il trasporto delle proteine
all'interno dei plastidi. Le proteine che devono entrare nei plastidi devono
sintetizzare a partire dalla mRNA da ribosomi liberi nel citosol , che portano alla
sintesi di una proteina che può presentare dei segnali di indirizzamento
plastidiale. Se questa proteina presenta questi segnali allora potrà essere
trasportata verso il sistema “tic toc” e potrà essere importata all'interno del
plastidio. Alcune proteine invece vengono sintetizzate a partire dall'mRNA
prodotto dal DNA plastidiale, in questo caso l'mRNA viene tradotto da ribosomi
presenti nello stroma e la proteina sarà già all'interno dello stroma. Poiché
alcune proteine derivano dall'espressione dei geni presenti nel genoma
nucleare e altre dall'espressione dei geni presenti sul plastoma, la biogenesi dei
plastidi deve necessariamente dipendere da un'espressione coordinata sia dei
geni nucleari che dei geni plastidiali. Quindi ci devono essere dei segnali a
livello cellulare che coordinano durante la biogenesi dei plastidi l'espressione
gei geni plastidiali e dei nucleari che porteranno alla sintesi delle proteine che
verranno poi portate ai plastidi. I plastidi non possono essere formati a partire
da qualche altro organello, possono essere formati soltanto per divisione di altri
plastidi. Perciò tutti i plastidi deriveranno dai plastidi già presenti a livello dello
zigote e a livello dello zigote i plastidi giungono all'interno dei gameti. Quasi
sempre nelle piante superiori con eccezione delle conifere ( quindi
gimnosperme:come il pino); i plastidi vengono ereditati per via materna e cioè
sono presenti all'interno della osfera mentre i granuli pollinici per esempio sono
privi di plastidi.
Nelle cellule meristematiche i plastidi si trovano sotto forma di proplastidi
cioè si trovano in una forma non differenziata che ha una capacità di diversi
molto accentuata. Quindi i proplastidi si possono divedere in maniera molto
sistematica per scissione binaria formando due proplastidi figli all'interno delle
cellule meristematiche e poi quando queste cellule meristematiche si dividono i
proplastidi verranno uniformemente smistati tra le due cellule figlie. Via via che
le cellule meristematiche vanno incontro al differenziamento di cellule adulte,
si può avere una ulteriore divisione dei proplastidi che contemporaneamente al
differenziamento cellulare e alla crescita per estensione delle cellule, vanno
incontro a ulteriori divisioni per aumentare ancora di più il numero di
proplastidi nella cellula e vanno anche incontro a differenziamento per
diventare plastidi maturi che poi a seconda della loro funzionalità essere
cloroplasti,amiloplasti,cromoplasti ecc..
Anche i plastidi maturi sebbene con una frequenza inferiore rispetto ai
proplastidi,sono in grado di dividersi per scissione binaria.
Cellula parenchimatica del mesofilo fogliale. Si riconosce perché sono presenti
all'interno numerosi cloroplasti verdi e alcuni di essi, pur essendo già dei
plastidi maturi, sono in fase di divisione.
Cloroplasto maturo con il suo sistema tracoidale interno. Parti scure grosse
sono granuli di amido primario per distinguerli da quelli secondari che invece
troveremo negli amiloplasti.
I cloroplasti hanno una caratteristica unica e cioè sono in grado di
interconvertirsi uno nell'altro e cioè sono in grado di andare incontro ad un
processo di differenziamento,quindi il proplastidio si differenzia in cloroplasto a
sua volta si sdifferenzia e si ridifferenzia in cromoplasto e così via.. e quindi
hanno una capacità enorme di differenziarsi, sdifferenziarsi e ridifferenziarsi.
GUARDARE SCHEMA
Nella parte centrale è presente il proplastidio che troviamo all'interno delle
cellule meristematiche e il proplastidio è costituito da una membrana
esterna ,una membrana interna ,uno spazio periplastidiale, uno stroma e una
struttura membranosa interna. Dal proplastidio si possono formare tutte le
tipologie di altri plastidi. Si può formare il cloroplasto, il
cromoplasto,l'amiloplasto e il leucoplasto. Molto spesso dal proplastidio per la
formazione del cloroplasto si passa da una forma intermedia di cui le
membrane tilacoidali non sono ancora perfettamente organizzate a formare
appunto il sistema tilacoidale, che prende il nome di PLASTIDIO PREGRANALE.
Questo plastidio pregranale, in presenza di luce dà origine al cloroplasto, se
invece la pianta è tenuta al buio allora invece di formare il cloroplasto darà
origine all'ezioplasto.
Che succede quando dal plastidio pregranale si passa al cloroplasto?
Succede che le membrane tilacoidali presenti a livello del plastidio pregranale,
si organizzano a formare un sistema tilacoidale pregranato. Questo processo
può avvenire esclusivamente in presenza di luce, se invece la luce è assente,
questi sistemi membranosi si organizzano a formare delle strutture
semicristalline e i plastidi che appunto vengono formati al buio non sono verdi,
perchè non si sarà formata la clorofilla ,ma saranno scarsamente colorati e
quindi giallini pallidi o verdini e prendono il nome di ezioplasti.
Le diverse classi di plastidi come già detto prima sono interconvertibili. Nelle
foglie può accadere un'altra cosa, e cioè che i cloroplasti al termine della
stagione vegetativa, vanno incontro ad un processo di invecchiamento o
senescenza. Quando le foglie si preparano a cadere, da verdi
diventano via via galle, questa conversione di colori è dovuta ai processi di
senescenza dei cloroplasti che diventano gerontoplasti e cioè plastidi vecchi.
Durante questo processo, succede che la quantità di clorofilla presente nel
sistema tilacoidale viene degradata e siccome nelle membrane tilacoidali
(fotosistemi) oltre alle clorofille sono presenti anche carotenoidi in particolare
santofille gialle , succede che via via che viene degradata la clorofilla i
carotenoidi già presenti, prendono il sopravvento come colorazione. Quindi la
foglia da verde mira verso il giallo.
Alla fine poi la foglia cade e il fenomeno della caduta della foglia prende il
nome di abscissione, che permette la caduta di alcuni organi della pianta.
Una volta cadute le foglie ,vanno incontro a un'ulteriore imbrunimento
diventando marroni,in questo caso si ha la produzione di tannini all'interno dei
vacuoli.
I PROPLASTIDI sono plastidi più semplici,sono molto piccoli (1-3 micron), si
trovano nelle cellule meristematiche a livello delle parti più giovani dei
vegetali. Sono incolori oppure di un verdino pallido. Sono privi di attività
fotosintetica ed hanno una forma che può essere sferica oppure ellissoidale.
Possono presentare internamente strutture membranose non organizzate a
formare tilacoidi, e possono presentare dei globuli chiamati PLASTOGLOBULI (
presenti in quasi tutti i plastidi ma soprattutto in cloroplasti e cromoplasti) ,
sono molto simili ai corpi oleosi; quindi hanno un monolaier, i plastoglobuli
sono sede di attività metabolica,per esempio partecipano alla sintesi della
vitamina E.
Cosa possiamo trovare nello stroma dei proplastidi?
Possiamo trovare delle strutture paracristalline. Lo stroma dei proplastidi può
contenere depositi di ferro detti anche depositi di fitoferritina, una forma di
riserva del ferro simile alla ferritina delle cellule animali. I proplastidi possono
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