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TEORIE DEI PROCESSI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE E DEI MERCATI
L'attività internazionale dell'impresa può assumere caratteristiche e forme diverse che possono essere viste come il risultato di specifiche esperienze e percorsi di crescita aziendale.
- DECENTRAMENTO GEOGRAFICO → ALLOCAZIONE DELLE ATTIVITÀ IN LUOGHI DIVERSI.
- DISTANZA CULTURALE → DIVERSITÀ SOCIO-CULTURALE DERIVANTE DAL RAPPORTO CON PAESI DIFFERENTI.
- INTERNAZIONALIZZAZIONE
Riguarda la collocazione all’estero dei mercati di riferimento e delle operazioni aziendali.
Presenta, sotto vari aspetti, le caratteristiche del processo strategico:
- - EFFETTI DI LUNGO TERMINE
- - INVESTIMENTI REVERSIBILI E NON RECUPERABILI
- - ANALISI INTERNA-ESTERNA E DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
- INTERNAZIONALITÀ
Necessaria per l'internazionalizzazione e riguarda il processo di apprendimento dell’organizzazione o prescindere dallo spostamento, acquisizione delle risorse e competenze necessarie (es. lingua).
Teorie dell'internazionalizzazione
- La teoria di Smith si basa sulla produttività dei singoli paesi e più precisamente un paese esporterà quei beni per i quali ottiene un vantaggio assoluto in termini di produttività e quindi di costo, ed importerà quelli in cui si presenta la condizione svantaggiata.
- La teoria di Ricardo 1817 che prova a spiegare il vantaggio comparato: se un paese avesse un vantaggio analitico in termini di produttività in più beni, dovrebbe specializzarsi in un solo bene quello in cui il suo vantaggio è proporzionalmente più elevato.
- La teoria neoclassica di Hecksher 1919 e Ohlin 1933 secondo questa teoria, ogni paese sarà portato a esportare i beni per la cui produzione viene richiesto un impegno più intenso di quello che è il fattore di cui il paese ha una dotazione più abbondante, mentre importa quello per cui ha dotazione minore.
Il processo di internazionalizzazione è definito come strategico, poiché ha carattere di lungo termine.
Internazionalizzazione delle Imprese e Reti Industriali
La posizione di un'impresa all'interno del network, raggiunta attraverso un processo di apprendimento, costituisce il presupposto alle azioni strategiche future. In questa prospettiva, il grado di coinvolgimento estero di un'impresa dipende dai rapporti che essa è in grado di instaurare, sviluppare e organizzare con altre organizzazioni nazionali e estere.
Si profilano secondo questa logica 4 possibili situazioni:
- The Early Starter: è la posizione delle imprese che hanno rapporti instaurati con i mercati esteri e che non si possono avvalere delle conoscenze del network in cui sono inserite.
- The Lonely International: questa posizione contraddistingue le imprese che vantano relazioni consolidate con partner stranieri in più mercati.
- The Late Starter: in questo caso le imprese, pur servendo in via prioritaria il mercato domestico, sono inserite in reti produttive altamente internazionalizzate.
- The International Among Others: l'alto grado di coinvolgimento estero dell'impresa è connotato con l'elevata internazionalizzazione del network in cui è inserita.
Segmentazione dei mercati internazionali
La segmentazione dei mercati dei beni di largo consumo durevoli e non, può prevedere il ricorso a differenti criteri:
- SOCIO-DEMOGRAFICO come la composizione della popolazione per sesso e classi di età, la struttura dei nuclei familiari, il livello di istruzione, la distribuzione del reddito, ecc.
- PER BENEFICI RICERCATI questo criterio è basato sull'analisi dei vantaggi ricercati dagli acquirenti nel loro processo di acquisto e consumo del prodotto. E' però una soluzione molto costosa e non sempre facile da implementare.
- PER STILI DI VITA la creazione di cluster omogenei dipende in questo caso dallo studio delle attività delle persone, dei loro interessi e delle loro opinioni.
- PER COMPORTAMENTI D'ACQUISTO variabili come tasso di utilizzazione di un prodotto, occasioni di acquisto, esclusività di marca, preferenze per il canale di distribuzione, tipologia di pagamento ecc.
La scelta di segmentare ogni singolo mercato estero seguendo tali criteri, accresce la completezza dei risultati, ma può produrre effetti negativi. Essa può, infatti, impedire all'impresa di cogliere eventuali elementi di sovrapposizione degli acquirenti nei differenti paesi.
- CONSORZIO ALL'ESPORTAZIONE
È un'aggregazione di imprese costituita con lo scopo di promuovere e vendere sul mercato estero i loro prodotti.
ESPORTAZIONE DIRETTA
Con questa strategia, l'impresa, se mantiene ancora la produzione nel paese di origine, realizza un maggior avvicinamento al mercato e assume "in-house" molte delle attività prima affidate a terzi. A tal fine istituisce un proprio ufficio esportazione che si occuperà di scegliere e controllare il personale di vendita, di gestire gli ordini e di definire le strategie e le politiche di marketing sul mercato estero.
L'impresa può quindi, decidere di avvalersi di una propria rete di vendita sul mercato internazionale attraverso la definizione di figure intermediarie:
- PROCCIATORE D'AFFARI (broker, mediatore)
È una figura non chiaramente individuata sotto il profilo giuridico, che promuove, in via "occasionale" la vendita dei prodotti dell'impresa sul mercato estero. La sua principale funzione è quella di trasmettere informazioni, segnalare potenziali clienti, e favorire l'incontro tra le parti interessate a concludere la transazione.
Accordi con finalità commerciali e produttivo-commerciali:
- Joint Venture
È un accordo fra due o più imprese che operano in mercati diversi. A differenza, però, delle precedenti modalità, questa cooperazione richiede maggiori livelli di coinvolgimento poiché persegue obiettivi più rilevanti. Si distinguono due tipologie:
- Joint Venture Non Equity (o contrattuale)
Con la quale due o più imprese giuridicamente autonome formano una partnership, conferendo risorse tecnologiche e commerciali per svolgere in comune un’attività di cui condividono i costi, i rischi e i risultati.
- Solitamente scelta per il compimento di un singolo progetto.
- Joint Venture Equity
Ha le stesse finalità di quella "Non Equity", solo che vengono perseguite con la costituzione di un nuovo soggetto giuridico distinto dalle imprese partner, che ne condividono la proprietà e il controllo.
- Solitamente scelta quando l’attività oggetto dell’accordo richiede un’interazione ripetuta e non limitata ad un singolo progetto.
2) MODELLI BASATI SUL RAPPORTO TRA CASA MADRE E UNITÀ
- Modello Multinazionale: si caratterizza per la distribuzione delle risorse e delle attività fra le varie unità internazionali, alle quali sono delegate buona parte delle responsabilità decisionali. Le consociate estere adattano liberamente i prodotti e le strategie di marketing alle esigenze del mercato.
- Modello Internazionale: esso differisce dal precedente per una maggiore dipendenza delle unità estere dalla casa madre nel trasferimento delle nuove conoscenze e delle informazioni.
- Modello Globale: individua una configurazione basata sulla centralizzazione delle risorse, delle attività e del potere decisionale presso la casa madre, combinata a una mentalità che vede il mondo come un unico grande mercato.
3) MODELLI ETERARCHICI
L’organizzazione eterarchica è un sistema flessibile, con ruoli e responsabilità assegnati in relazione alle risorse e ai vantaggi di localizzazione posseduti dalle varie unità che la compongono. L’impresa possiede quindi molti centri sparsi per il mondo, coordinati tra loro grazie allo sviluppo di una cultura organizzativa e non attraverso metodi coattivi.