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KEY QUESTION
Ci sono alcuni casi di successo che sono comunque una parte molto piccola rispetto alla
numerosità di imprenditori che hanno fallito.
Come fanno gli imprenditori a prendere decisioni, decidere di portare avanti la loro idea
imprenditoriale?
Il processo tipicamente seguito è in fasi
1- Avere un’idea. Quando gli imprenditori presentano la loro idea e il loro business
raccontano sempre come è nata questa idea. Avendo l’idea bisogna capire se possa essere
di successo o meno
2- Segnali. Cercare di capire se la loro idea è di valore o meno. Situazione molto incertezza,
difficile capire ex-ante se l’idea è di qualità o meno. Sulla base dei feedback ricevuti gli
imprenditori passano alle decisioni.
3- Decisioni. Si può proseguire se l’imprenditore capisce che l’idea è di qualità. Altri casi in cui
capisce che l’idea deve essere migliorata, fa pivot, dove cambia magari l’idea di impresa. 3
abbandona l’idea imprenditoriale
Le decisioni sono influenzate dai segnali esterni, ma anche dalle caratteristiche dell’idea
dell’imprenditore.
Imprenditori sono spesso overconfidence, ovvero elevata considerazione di se stessi,
sopravvalutando la propria idea in maniera errata. Di contro ci sono persone però che hanno
tendenza opposta, ovvero essere particolarmente critici, ritendendo la loro idea con un valore
minore del reale. Questi due tratti tendono a distorcere la realtà. I primi continuano con la loro
idea anche se non è buona, mentre i secondi abbandonano anche se buona l’idea. Assistiamo
quindi ad idee imprenditoriali non buone lanciate sul mercato, con uno spreco di risorse ed un
costo per le società, causate dalla cattiva valutazione. Di contro anche il sottovalutare l’idea è un
problema. Problemi che riguardano la società e non le singole imprese.
Fondamentale, quindi, raccogliere informazioni dall’esterno. È importante per capire se l’idea è
buona o meno. Molti imprenditori vanno a parlare con potenziali acquirenti, clienti, chiedendo
cosa ne pensano dell’idea e se userebbero il nuovo prodotto. Si fanno a potenziali clienti che
comunque rimangono nel giro dei familiari. Partono dal proprio giro di conoscenze e chiedono
feedback. Modo non corretto in quanto si fanno domande non corrette e poco precise, inoltre è
→
soggetto a gravi buyers, come i confirmatory buyers penso di avere una buona idea perché
qualcuno mi ha detto di sì. Invece devo trovare il caso che smentisca la mia teoria. Quindi non
conferme ma smentite.
Con questo modo di procedere non è facile definire delle regole. Le informazioni che raccolgo
devono essermi utili per prendere delle decisioni. Mi servono regole chiare, informazioni
dettagliate. Non risposte generiche. Inoltre non consente di cogliere possibilità di Pivot: mi dicono
si continuo, no abbandono. Invece all’imprenditore servono feedback più dettagliati, anche per
capire come eventualmente reindirizzare la propria idea. Se i feedback hanno valore scientifico
danno un valore su come implementare l’idea.
Ci sono altri imprenditori che agiscono in maniera diversa, andando da potenziali utenti e
consumatori, facendo domande aperte con l’obiettivo di capire quali sono i bisogni dell’utente,
capire quali siano i problemi. I clienti devono dare il problema e loro devono poi risolverlo. Questo
è l’approccio usato da UBER per sviluppare la loro idea. Si ottengono valutazioni più utili e più
realistiche. Cosi facendo l’approccio diventa più scientifico, perché il campione diventa
rappresentativo. Se rimango nel giro di conoscenze non ho il campione rappresentativo del mio
target. Quindi per avere info utili ci servono campioni rappresentativi.
L’approccio scientifico:
Applicare l’approccio scientifico.
Eliminare il falso positivo, dal punto di vista dell’imprenditore, è evitare che chi ha una cattiva idea
ma è overconfidence continui. Falso negativo è l’opposto.
Riducendo o eliminando i due si possono prendere delle decisioni migliori, migliorando anche le
performance.
A livello statistico sono come gli esperimenti che si fanno in medicina. Qui si prende un campione
rappresentativo della popolazione, si divide in due gruppi, ad uno si da il medicinale agli altri si da
il placebo. Si hanno due gruppi, uno trattato e uno che viene trattato con il placebo. I due gruppi
devono essere omogenei. Dopo aver somministrato la cura, verifico cosa succede. Se la cura è
buona nel gruppo dei trattati si avranno delle persone che guariscono, mentre nell’altro no. Anche
nel nostro caso, per quanto riguarda gli esperimenti ai casi manageriali, viene fatto nello stesso
modo. 1 gruppo, due sottogruppi omogenei. Si raccolgono informazioni per un determinato
periodo e poi si raccolgono i dati.
Con bocconi si sta portando avanti un progetto che intende applicare questo approccio alle Start-
up. 1- Fase di call, dove si cerca di coinvolgerle nell’esperimento.
2- Si dividono in due gruppi, una sottoposta all’esperimento e l’altra no. Il trattamento vero e
proprio consiste nel fare training per insegnare agli imprenditori ad usare questo approccio
scientifico per prendere decisioni, che li aiuterà a prendere decisioni apportando un
approccio scientifico.
All’altro gruppo invece verranno insegnati gli stessi strumenti in linea teorica. Gli si fa fare
un BUSINESS PLAN. Dovranno quindi, entrambi, fare delle analisi. Idea di insegnare, tramite
gli stessi modelli, ai due gruppi a fare dei business plan. A entrambi vengono dati gli stessi
strumenti. Nel gruppo dei trattati si spiega anche come utilizzarlo applicando l’approccio
scientifico. Alle altre no.
3- Fatto il training che durerà un paio di settimane, c’è la fase in cui si seguono le start-up per
un certo numero di mesi, si raccolgono informazioni statistiche che verranno elaborate per
capire se il trattamento è stato efficace o meno.
Ci si aspetta di vedere che, se il trattamento funziona, le imprese che appartengono al gruppo dei
trattati sono riuscite a prendere delle decisioni più precise. Ci aspettiamo che avremo un numero
maggiore che decidono di abbandonare, e anche di chi decide di fare PIVOT. Per vedere se ha
funzionato o meno, devo vedere se le performance sono migliori.
ESEMPI STRUTTURA ORGANIZZATIVA
BLUE BELL
Una struttura molto semplice, impresa piccola. Non ha senso creare una struttura complessa per
una piccola impresa. Quella funzionale ha molto più senso. Si punta sulla qualità del prodotto
quindi la funzionale è la più adatta. Le imprese piccole non si possono permettere la duplicazione
dei prodotti. Monoprodotto. Per area geografia e per cliente non ha senso, concentrata in una
città e molto fedele la clientela.
Karolinska hospital
Ha senso per un ospedale dividere per funzioni, infatti si hanno 47 dipartimenti funzionali. Ma
questo comporta problemi di organizzazione, il CEO decise di tagliare da 47 a 11 dipartimenti. Il
paziente che ha bisogno di fare delle visite prima rimaneva giorni nell’ospedale per fare le visite
nei diversi dipartimenti. Il CEO ha deciso di focalizzare l’attenzione sul paziente, questo ha
permesso di ridurre molto i tempi di permanenza del paziente nell’ospedale con qualità maggiore
e diminuzione dei costi. Il CEO per questo ha creato una nuova posizione Coordinatore
infermieristico che aveva la funzione di spostare i pazienti da un dipartimento all’altro. I medici
dovranno fare affidamento a questa nuova figura.
Struttura organizzativa -> Divisionale dato che il cliente è al centro dell’attenzione dell’ospedale.
Dimensione fondamentali sono i dipartimenti, ma per creare coordinamento sono stati create
meccanismi di coordinamento orizzontali attraverso la figura proposta dal CEO. Struttura
matriciale garantendo da un lato qualità del servizio e l’efficienza con l’abbattimento dei costi
attraverso la minore permanenza del cliente nell’ospedale.
Pittsburgh steel company
Impresa produttrice di acciaio. Negli anni recenti ha subito un po' di turbolenza dato che è
diminuito il consumo di acciaio, determinando un settore meno stabile. A questo punto è stato
deciso di specializzare la propria offerta e cambiare la propria strategia attraverso economia di
scala, efficienza, pubblicità aggressiva e flessibilità di mercato.
Specializzarsi in 4 linee di prodotto diminuendo la varietà di prodotti. In seguito a questa
ristrutturazione, sono aumentate le commesse. Il Business manager fu data ogni singola linea
invece
Struttura organizzativa -> matriciale, le funzioni sono fondamentali come (economie di scala,
efficienza) ma la nuova strategia è stata di focalizzarsi su 4 linee di prodotto diverse (divisione per
prodotto). Essendo fondamentale il marketing aggressivo, queste funzioni sono lasciate
indipendenti. INTEGRAZIONE VERTICALE
Corporate strategy
CAP.14
Teoria dei costi di transazione e scopi dell’impresa
Con l’espressione di integrazione verticale ci si riferisce all’internalizzazione di una serie di attività
verticalmente correlate. Quanto maggiori sono la proprietà e il controllo esercitato da un’impresa
sulle fasi della catena del valore tanto più essa è integrata verticalmente.
Questa può essere di due tipi:
• Integrazione completa (EXAMPLE alcune aziende vinicole californiane sono completamente
integrate ciò significa che queste aziende hanno il controllo su ogni fase della value chain e
cioè dalla produzione alla vendita).
• Integrazione parziali (EXAMPLE altre aziende vinicole californiane sono solo parzialmente
integrate, per esempio, parte del loro vino, la commercializzazione avviene mediante
distributori indipendenti).
Decisione delle attività che un’impresa deve svolgere al suo interno e in quali attività interne si
deve specializzare. Le decisioni che riguardano se avere aziende all’interno della propria impresa
oppure fare affidamento a imprese esterne è una decisione a livello corporate quindi STRATEGIA
DI GRUPPO. CORPORATE STRATEGY
La strategia di gruppo provvede alle funzioni di:
• Diversificazione della produzione, quanto le aziende devono essere specializzate in un
settore o in diversi settori.
• Ampiezza del mercato di riferimento, in quale area geografica ideale l’attività deve
operare.
• Grado di integrazione verticale, comprensione del livello di integrazione desiderabile che
può essere ottenuto tramite lo studio e il confronto dei costi.
Andando a considerare il livello di integrazione, è importante considerare i costi associati ai
seguenti casi cioè la comprensione del livello di integrazione dell’azienda.
Quando tutte le attivit&a