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Si sviluppano con Enrico VII alcune attività economiche come l’allevamento, perché
incominciò l’enclosures, fenomeno implementato poi anche dalla regina Elisabetta, cioè la
progressiva privatizzazione e recinzione di terre. Mentre prima erano usate dai contadini per
finalità agricole, ora ridotte a spazio per pascolo ovini: questo permette all’Inghilterra di
sviluppare la produzione di tipo laniero. È una trasformazione importante del paesaggio
inglese agricolo locale a paesaggio prativo (pecore hanno bisogno di prati).
Per la storia moderna è importante il figlio e successore di Enrico VII, Enrico VIII ricordato per
lo scisma anglicano (1534). Rispetto agli altri scismi nel 1500, questo scisma è qualcosa di
diverso perché è uno scisma politico privo di eresia dottrinale cioè compiuto non per ragioni
dogmatiche, teologiche, dottrinali ma per ragioni politiche e dinastiche. La chiesa sotto Enrico
VIII lascia il mondo cattolico e si separa dalla Chiesa di Roma per ragioni politiche.
Dal punto di vista della dottrina era un ferventissimo cattolico, aveva firmato in precedenza
un libello a difesa dei 7 sacramenti cattolici contro le critiche di Lutero.
Enrico VIII si dividerà dalla Chiesa di Roma perché si vuole riposare: la sua prima moglie
spagnola, Caterina di Aragona, sorella di Giovanna la Pazza e zia di Carlo V, non riesce a dargli
un figlio maschio, nel frattempo si invaghisce di Anna Bolena, dama di corte dell’altra società
e vuole sposarla.
Quando Enrico VIII chiede al pontefice Clemente VII de Medici, l’annullamento del matrimonio
con Caterina di Aragona, ma lui dice no perché siamo nel periodo dopo il 1526, anno del
Sacco di Roma = anno della massima frizione dei rapporti tra Carlo V imperatore e il pontefice
Clemente VII de Medici, si tenta la riappacificazione.
La riappacificazione sarebbe culminata nel 1530 con l’incoronazione di Carlo V all’interno
della basilica di San Petronio a Bologna come re d’Italia e imperatore.
Enrico VIII fa annullare il matrimonio dal Parlamento inglese con l’atto di supremazia. Questo
pone Enrico al comando della chiesa inglese (da quel momento la chiesa inglese non dipende
da Roma) e diventa anglicana.
Enrico VIII si sposò con Anna Bolena ma anche lei non da figli maschi, è stata poi ripudiata,
imprigionata con accuse di tradimento e stregoneria. Si risposa poi con una donna inglese
Jane Seymour che riesce a dargli un figlio.
Successione di Enrico VIII.
Prima di morire determina un atto di successione, stabilisce regole: dei 3 figli che ha avito
dalle 3 mogli (2 femmine e 1 maschio) colui che erediterà il trono sarà il maschio Edoardo
(diventerà re d’Inghilterra con nome Edoardo VI).
In seconda posizione dopo Edoardo Vi c’era Maria Tudor = prima figlia avuta con Caterina e al
terzo posto l’altra figlia Elisabetta I Tudor avuta dal secondo matrimonio.
Edoardo VI è il primo che fa dei cambiamenti all’interno della chiesa anglicana, introduce
alcuni aspetti teologici vicini al calvinismo, mentre con Enrico VIII si era rimasti nel solco del
cattolicesimo.
Il regno di Edoardo dura 6 anni e alla sua morte subentra Maria Tudor che attua una politica
opposta: chiude il calvinismo e ad ogni tentativo di diffusione di confessioni protestanti,
difende a spada tratta il cattolicesimo.
Maria era una fervente cattolica, era figlia di Caterina di Aragona e il padre Enrico VIII era
cattolico. Maria Tudor sposò il re di Spagna Filippo II (figlio Carlo V). Filippo II diventa consorte
d’Inghilterra e Maria consorte di Spagna.
Le due corone rimangono autonome.
Maria Tudor passa alla storia con il nome di “Bloody Mary” (Maria la Sanguinaria) perché in
quanto cattolica attua una feroce repressione di protestanti, in particolare calvinisti, per
portare in alto il cattolicesimo in Inghilterra.
Tra le vittime ci fu anche uno degli artefici della riforma anglicana dell’epoca di Enrico VIII:
l’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, autore di un testo per organizzare la chiesa
anglicana “Il libro delle preghiere comuni”, viene giustiziato da Maria in quanto era
interessata a ripristinare il cattolicesimo.
Anche in questo caso il regno è breve (1553-1558). Alla sua morte succede Elisabetta I che
durò dal 1558 a 1603.
Dopo la diffusione della dottrina calvinista dal regno di Edoardo e la repressione anticalvinista
di Maria, Elisabetta equilibra dal punto di vista professionale e religioso l’Inghilterra, con un
occhio di riguardo alle esigenze.
La chiesa anglicana restava vicina al modello cattolico ma dal punto di vista teologico (come
accaduto con Edoardo VI) la chiesa si avvicina al modello calvinista. Si tratta di un
compromesso.
La politica religiosa di Elisabetta non è filocattolica ma fu antispagnola e anticattolica. Dal
punto di vista della configurazione geografica dell’attuale Gran Bretagna (allora non si
chiamava così) vi era una parte di territorio compreso sotto la corona inglese che era l’Irlanda
(roccaforte del cattolicesimo).
Nei confronti dell’Irlanda cattolica, Elisabetta fece una politica repressiva in modo che
obbedisse alla Chiesa anglicana. Di questa politica nel fece le spese anche una lontana cugina
di Elisabetta, Maria Stuart, regina di Scozia.
In Scozia si era diffuso il calvinismo nella componente presbiteriana, cioè una componente di
tipo antigerarchico che contestava qualsiasi istituzione di qualsiasi gerarchia all’interno della
Chiesa e quindi anche di quella anglicana.
Questa diffusione del calvinismo aveva dato problemi a Maria Stuart, la quale da giovane fu
costretta a lasciare la Scozia e a trovare rifugio alla corte francese di Enrico II e Caterina de
Medici. Qui Maria aveva sposato Francesco II, primogenito di Caterina de Medici, che però
muore e lei resta vedova in una Francia dilaniata dalle guerre di religione. Lascia la Francia e
si rifugia in Inghilterra da Elisabetta. I primi anni ebbero rapporti simpatizzanti, ma Elisabetta
inizia a sospettare che la cugina, essendo cattolica, diventi il punto di riferimenti di tutti i
cattolici inglesi che vorrebbero spodestare Elisabetta per mettere al suo posto Maria.
Elisabetta la imprigiona e nel 1587 la fa giustiziare. L’uccisione di Maria Stuart fu la goccia che
fece traboccare il vaso nei rapporti tra il re spagnolo Filippo II e la regina inglese Elisabetta.
Filippo II in quanto rimasto vedovo (marito della regina Maria Tudor) voleva mettere le mani
sul trono inglese ma Elisabetta inizia ad attuare nei rapporti con la Spagna una politica ostile
(incrementa atti di pirateria, appoggia ribellione delle province unite contro la Spagna con la
loro dichiarazione d’indipendenza nel 1581, appoggia gli ugonotti). Filippo si vendica con la
spedizione dell’invincibile armata nel 1588 ma non riuscì. Elisabetta ne esce vincitrice, riesce
a rafforzare il potere in Inghilterra, crea una borsa sul modello di quella di Anversa, da impulso
a esplorazioni geografiche verso il Nuovo Mondo (America nord).
Questa politica coloniale dà risultati, Elisabetta nel Nord America fonda un possedimento
coloniale inglese che verrò chiamato, in suo onore, Virginia, perché lei è passata alla storia
come vergine (non si era mai sposata perché si sentiva la sposa dei sudditi inglesi).
con Elisabetta la privatizzazione dei terreni si rafforzò, ma aveva ripercussioni per il fatto che
prima le terre erano collettive e ora si sviluppa la proprietà terriera. I contadini vengono
cacciati e vanno a cercare cibo nelle grandi città inglesi. Per rimediare a questi effetti emana
dei provvedimenti a favore dei poveri con delle norme per l’avviamento al lavoro (chiamate
“Poor Laws” 1597-1601).
Anche l’Inghilterra elisabettiana come l’Olanda è un paese che fiorisce anche con produzioni
culturali come quelli di Shakespeare. In più si forma anche la compagnia delle indie orientali e
una compagnia del levante, cioè una compagnia che intratteneva rapporti commerciali con il
Levante (Medio Oriente).
Elisabetta muore nel 1603, con la sua morte cambia la dinastia, non essendosi mai sposata e
senza figli. Il trono resta vacante, ma viene scelto subito il parente prossimo di Elisabetta,
Giacomo Stuart che si chiamò Giacomo I.
Era il figlio di Maria Stuart. Non era cattolico però appartiene alla dinastia Stuart che era stata
apertamente cattolica, vicina alle istanze cattoliche. Cerca lui di normalizzare la situazione
senza scontentare i cattolici.
Era già re di Scozia e a partire da lui i regni di Scozia e Inghilterra cominciarono ad essere
governati dallo stesso monarca pur essendo 2 corone separate. Si trova a governare una
realtà britannica diversificata:
- dal punto di vista economico = Irlanda e Scozia erano arretrate, prevalentemente agricole
feudali, mentre Inghilterra aveva già sviluppato una propensione commerciale e al mercato
coloniale dinamica;
- dal punto di vista religioso = diversificazione intera, Irlanda era la roccaforte del
cattolicesimo mentre Inghilterra si era formata la chiesa anglicana aperta al calvinismo, ma
l’organizzazione era di modello cattolico. La Scozia era calvinista ma non riconosceva le
gerarchie della chiesa anglicana, calvinismo presbiteriano antigerarchico.
La Scozia era una corona unita e autonoma, non era facilmente governabile. In più all’interno
della chiesa anglicana si era sviluppato un settore ortodosso, la schiera dei calvinisti puritani.
Il re d’Inghilterra dovette confrontarsi in Parlamento, era un organo di rappresentanza e di
interlocuzione rispetto alla politica esistente prima. A causa della forza del Parlamento,
avrebbe fatto sì che la monarchia inglese del 1600 avrebbe preso una via diversa dalle altre:
Francia e Spagna erano indirizzate verso l’assolutismo, quindi verso il potere del sovrano
centrale che governava con ausilio di consiglieri; l’Inghilterra sviluppa la via del
parlamentarismo, rapporto di interlocuzione continua tra re e Parlamento = re può governare
l’Inghilterra senza l’approvazione delle sue norme da parte del Parlamento.
In Inghilterra nel 1600 si arriva a questo processo con violenze e guerre, soprattutto una
guerra civile tra 1642-1649 con protagonista il figlio di Giacomo I, Carlo I (imparentato con il
re francese Luigi XIII, perché sposo della sorella Enrichetta di Borbone) che avrebbe governato
l’Inghilterra tra 1625 e 1649. Carlo I in Inghilterra attua una politica di centralizzazione sul
modello delle altre monarchie europee. Questa politica dovette fare i conti con il parlamento
inglese formato da 2 camere:
- camera alta = formata dai Lords, nobiltà inglese di antico lignaggio;
- camera bassa = o camera dei comuni, ceto borghese.
Per approvare le tasse bisognava passare dal Parlament