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Il testamento di Attalo III (138 a.C.) e la rivolta di Aristonico (131 a.C.)

138 a.C.: Muore Attalo II di Pergamo e gli succede suo nipote Attalo III. Questi morì cinque anni dopo e lasciò il regno in eredità ai Romani per mezzo di un testamento, forse per evitare che il successore venisse ucciso ed il regno stesso entrasse in crisi.

131 a.C.: Cinque legati vengono mandati a Pergamo, ma l'Asia non venne annessa dai Romani fino alla Rivolta di Aristonico.

La rivolta di Aristonico

Aristonico fu, probabilmente, figlio di Eumene e cercò di sollevare le masse, formate da militari, la parte indigena e la popolazione di stato servile, per poter prendere il potere ed essere eletto re con il nome di Eumene III. Aristonico venne appoggiato anche da alcuni re, come quello di Bitinia, Ponto, Paflagonia e Cappadocia. Questi aveva inoltre il progetto demagogico della fondazione di Eliopoli, una città utopica basata sui valori di uguaglianza e giustizia, forse ispirata dalla vicinanza del filosofo.

Blossio di Cuma.131 a.C.: Viene sconfitto ed ucciso Publio Licinio Crasso Muciano 130 a.C.: Aristonico è fatto prigioniero a Stratonicea di Caria da Marco Perperna, che si impadronisce di Pergamo e del Tesoro di Attalo. 129 a.C.: Manio Aquilio attraversa la Misia e porta all'annessione del Cherosoneo Tracico e di Egina alla Provincia di Macedonia. LA PROVINCIA ROMANA D'ASIA 129 a.C.: Istituzione della Provincia Romana d'Asia sotto Aquilio, che vi annesse Misia, Lidia, Frigia, parte della Caria ed Efeso, che divenne la capitale. Venne abolito il tributo del re per le città greche. 123 a.C.: Nonostante i divieti tentati dagli aristocratici Quinto Mucio Scevola, Publio Rutilio Rufo e Lucio Licinio Lucullo, lo sfruttamento delle ricchezze della nuova Provincia d'Asia cadde in mano al partito dei populares, dunque a forse politiche diverse da quelle che avevano varato la stessa annessione. UNA CONQUISTA "NECESSARIA" Roma aveva evitato il metodo delladominazione diretta sulle vecchie città greche per motivi ideali, per opportunità e per praticità: anche Roma, come Filippo II di Macedonia, aveva capito come infiltrarsi nel governo greco e presentarsi e farsi riconoscere come garante della pace comune, difensore di autonomia e libertà ed egemone riconosciuto da tutti. Purtroppo, però, Roma venne costretta all'annessione forzata e necessaria del territorio greco per via dell'enorme bellicosità delle varie polis, che cercavano costantemente di auto-affermarsi sulle altre. L'annessione provinciale della Grecia venne percepita come l'unico metodo per mantenere la pace. L'intero principio della ricerca della libertà e della lotta per la sua difesa da parte delle singole polis aveva portato alla sottomissione della Grecia intera. STORIA DELLA STORIOGRAFIA GRECA La storia della Storiografia è essenzialmente una storia di idee, concetti, metodi: ragionare di

astrazioni è più difficile cheragionare di fatti, ben inteso a parità di conoscenza delle une e degli altri.

CAPITOLO 1. ELEMENTI DI METODO

LE BASI PER LO STUDIO DELLA STORIOGRAFIA GRECA

La storiografia è il ripensamento e la stesura per iscritto dei fatti del passato, della storia.

1. Moltissimi libri di storiografia greca sono andati perduti. Rimangono, infatti, solamente le Storie di Erodoto e Tucidide per il V secolo a.C.; le Elleniche di Senofonte per il IV secolo a.C. e le Storie di Polibio per il II secolo a.C., anche se l'asse politico si era già spostato su Roma. Per il I secolo a.C. rimangono solo 15 libri su 40 della Biblioteca Storica di Diodoro Siculo.

2. I testi mancanti sono in parte conosciuti per mezzo delle loro citazioni in altre opere. Questi frammenti sono stati raccolti in epoca moderna da C. Muller - Fragmenta Historicorum Graecorum e, soprattutto da Felix Jacobi - Die Fragmente der griechischen Historiker, lavoro genetico.

In quanto si vede una complicata suddivisione per generi, che non venne ultimato, ma che venne ripreso da Leiden-Boston-Koln.

Prima di dare un frammento per vero, dato che lo si conosce solo per citazioni, è bene osservare il contesto storico nel quale venne scritto, qual è la qualità della fonte e quale fu l'accesso della fonte stessa all'evento narrato. Non importa quanti sono i frammenti totali per dire di poter conoscere uno storico, ma cosa contengono e quanto sono importanti.

I Greci erano poi legati al concetto di catena storiografica, nel quale uno storico era consono riallacciarsi ad un suo predecessore prima di scrivere la sua parte di storia. L'obiettivo era quello di tappare i buchi della storia, ma non venne sempre centrato. (Es: la continuazione delle Elleniche di Tucidide in Senofonte, lo storico di Ossirinco e Teopompo).

Un altro fattore della storiografia greca è quello di essere descritta come una successione di egemonie: Sparta, Tebe,

Atene in Grecia e Assiri, Medi e Persiani in Asia.

6. Un problema per gli storici moderni è dato dal fatto che le fonti antiche si contraddicono perché contengono notizie autoschediastiche, alcuni fatti inventati e una certa passione per gli stereotipi. Gli storici di oggi tendono a cercare di correggere le fonti antiche quando si contraddicono additando gli errori come confusioni nella trasmissione delle informazioni: si dà per conosciuto un dato che, purtroppo, rimane controverso.

7. Storiografia e geografia nacquero insieme nel periodo della colonizzazione greca, quando le persone si imbatterono in luoghi nuovi, sconosciuti ed esotici, che dovevano essere raccontati.

8. La storiografia presenta una suddivisione in due filoni: le storie generali dei popoli Greci, dove si vede bene il concetto della catena storiografica, e la storia precisa di una sola popolazione o città, dove ogni storico riparte dalla fondazione della città ed arriva al suo momento storico.

(Erodoto sulle Guerre Persiane). Si hanno anche delle differenze per lo stile in cui delle storie vennero scritte: etnografico, memorialista e universale; o anche su come vennero narrati i fatti, se con diacronia e dinamismo o in modo cronologico. Questa grande quantità di storie nasce dal fatto che in Grecia, a differenza di Roma, non c'era un'unica grande città, ma un insieme di stati ugualmente importanti, ad esclusione delle città egemoniche di Atene e Sparta.

9. Paradossografia: è la storiografia dei creduloni, dove si raccontano le mitologie ed i fatti strani della tradizione, come uomini che dormono dentro il proprio padiglione auricolare o l'esistenza di acque di lunga vita. Tucidide ed Erodoto avevano una differente idea di pubblico: il primo, che si riferiva ad un pubblico militare e politico, rimproverava al secondo di riferirsi ad un pubblico di boccaloni e di non rifarsi al principio del ktema eis aí - acquisizione per sempre.

10.

Un ulteriore problema della storiografia antica è che non esiste un anno perno, rappresentato per noi dalla nascita di Cristo, e, per questo, si datava in modi diversi, con le stagioni, le generazioni umane, eventi sportivi, etc... si parla, infatti, anche di cronografia, che è il susseguirsi cronologico di eventi e personaggi del mondo antico, come si vede nel Chronicon di Eusebio di Cesarea.

È anche utile sapere come gli altri popoli fossero percepiti dai Greci, il più delle volte come barbari. Si parla infatti di ellenocentrismo che, però, in alcuni autori, come lo stesso Erodoto, convive anche con il riconoscimento della bravura dei Persiani nella scienza e nelle matematica. È anche da notare che quando queste cronache erano appena agli esordi in Grecia, in Oriente erano già conservate da decine di secoli negli archivi palaziali e templari. Mettendo però a confronto un qualunque testo erodoteo con l'iscrizione

trilinguedi Behistun di Dario I, ci si accorge che i primi vennero scritti a seguito di una ricerca umana, il secondo è presentato come una verità assoluta e divina.

12. I libri sono inoltre costruiti in base all'autopsia, su altri libri e sulla tradizione orale, che venne ascoltata dallo storico. L'oralità è più o meno presente a seconda degli autori, perché era fattore fondamentale delle epoche arcaiche e proto-storiche, dove si aveva una scarsa o nulla circolazione di libri; tramandate da figure mistiche come sciamani, esegeti, bardi e sacerdoti.

13. Plutarco identifica anche la differenza tra storiografia e biografia: nella prima si deve raccontare il fatto completo, nella seconda si deve prestare una maggiore attenzione al personaggio, alla figura storica, rispetto che alla storia stessa. Molti autori più tardi hanno cercato di dare la paternità del genere a quello o a quell'altro autore, ma è un lavoro quasi impossibile.

In quanto non si sa di preciso quando questa branca si distaccò dall'astoriografia stessa. Un terzo genere collegato è quello del memoriale, una serie di fatti di vita dell'autore scritti in modo apologetico, come succede per l'Anabasi di Senofonte.

Gli storici di un tempo erano diversi da quelli odierni, in quanto erano anche filosofi e retori. Altri ancora, come Tucidide, Senofonte e Polibio furono anche parte attiva del mondo militare e politico che, non a caso, costò loro l'esilio.

Si parla anche di teoria della storiografia, dove gli autori, tra i quali Teofrasto e Prassifane e Luciano di Samosata, descrivevano come fare storia. La storiografia era inoltre mischiata ad altri generi, come la filosofia e il libretto pedagogico, come si nota nel Hierà anagraphé di Evemero di Messina, che scrisse, per conto di Re Cassandro di Macedonia, di un suo viaggio nelle zone dell'Arabia Felix, una specie di paradiso terrestre.

Abitatoda persone che mettevano in comune tutti i loro beni, che venivano amministrati dal clero. Ovviamente nientedi questo rappresenta un fatto storico.

Si definiscono opere di storiografia greca tutte le opere storiografiche che vennero scritte in greco, senzacontare la nazionalità dello scrittore. Ma quando finisce la storia greca? Ci sono degli autori del IX secolo d.C.che continuano ad usare le metodologie di quelli del V secolo a.C.; forse ci si deve fermare a Diodoro Siculo,che scrisse una storia universale che comprendeva sia la Grecia, che Roma, che tutto il resto allora conosciuto.

COS'È LA STORIOGRAFIA?

La storia di un popolo comincia dal momento in cui compare la scrittura presso quello stesso popolo. Questa definizionenon va bene in tutti i casi, ma è comunque utile per tracciare una barriera di divisione della storia dalla preistoria.Gli Storici moderni hanno sempre avuto una certa curiosità per le origini della storia, a differenza

ia antica è una disciplina che si occupa dello studio del passato umano attraverso l'analisi di fonti scritte, materiali e archeologiche. Gli storici antichi, come i Greci, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di questa disciplina. Tuttavia, ci sono anche altri popoli antichi che hanno offerto importanti riflessioni sulla storia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
163 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AureoB00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bucciantini Veronica.