Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
UNO SGRUARDO D’INSIEME ALLA 1° RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
1- Perché è avvenuta in Europa?
Secondo Pomeranz la leadership cinese e araba durò fino all’11° secolo poi si avrà il
rovesciamento degli equilibri a favore dell’Europa.
I fattori principali furono:
a. Tutela della libertà individuale: la difesa dei propri diritti, tra qui quello della
proprietà è fondamentale per rendere le persone attive
b. Competizione e frammentazione territoriale: nasce un sistema di mercato
concorrenziale
c. Giustizia: difesa dei diritti di ciascuno
Questi fattori sono di origine istituzionale, forme di governo che spingono a questo.
2- Perché in Inghilterra?
I fattori principali furono:
a. Geografico- naturali: l’Inghilterra è un’isola, quindi può difendersi più facilmente,
inoltre è ricca di carbon fossile, ferro ed acqua
b. Politico- istituzionali:
i. È una monarchia parlamentare (dal 1689) in cui parte dei poteri sono affidati
al parlamento formato da “camera dei Lords” (aristocratici) e “camera dei
comuni” (borghesi)
ii. Common low: assenza di una costituzione scritta, questo permetto maggiore
flessibilità
iii. Diritto di proprietà: enclosures
iv. Mix fra mercantilismo e libero scambio: nelle fasi iniziali l’Inghilterra attivò
politiche protezionistiche in modo da proteggere la propria industria fino a
quando non divenne abbastanza forte da poter competere con altri paesi. E
quindi si apri al libero scambio.
v. Efficiente gestione del pauperismo (povertà), il povero in un’ambiente
protestante come l’Inghilterra rappresentava un problema in quanto (a
differenza del mondo cristiano) non serviva per fare buone azioni e quindi
conquistare la salvezza. Per risolvere questo problema furono attuato le
“poor lows” (leggi per i poveri) che tra le tante cose istituirono le “work
house” dove venivano portati i mendicanti per:
1. Toglierli dalla strada, dove avrebbero potuto creare problemi sociali
2. Utilizzarli per produrre
c. Etico- sociali: tolleranza religiosa, accogli i migranti religiosi di altri paesi che spesso
rappresentano capitale umano di qualità, capacità di far fronte alle avversità
d. Sociali:
i. società aperta, non esistono classi sociali né barriere di interclasse, tutti
possono salire nella scala sociale (o scendere) e questo stimola
l’intraprendenza economica
ii. aristocrazie attenta agli affari, gli aristocratici investono in attività
economiche
iii. nesso tra ricchezza e status sociale, il ricco viene apprezzato
e. tecnologici: già osservati
3- Dibattito storiografico:
a. Definizione rivoluzione industriale→ Toyenne: è un fenomeno violento e profondo.
Secondo alcuni economisti la rivoluzione inglese è a tutti gli effetti una rivoluzione,
secondo altri invece non lo è, ad esempio:
i. New economic hisotry→ secondo i loro studi in Inghilterra non si può parlare
di rivoluzione industriale in quanto vi è stato uno sviluppo di lungo periodo e
non rapido e forte.
L’elemento fondamentale però è che anche se i tassi di crescita inglesi non
sono elevatissimi, il processo di crescita è durato molto tempo e, elemento
ancora più importante, questo fenomeno ha cambiato completamente il
modo di vivere nell’Europa occidentale.
ii. Scuola del cambiamento sociale→ ritiene che con la rivoluzione inglese si +
avuta la nascita di un sistema di mercato che divenne così dominante
iii. Scuola dell’organizzazione industriale→ ritengono che con la rivoluzione
inglese si cambia il luogo di produzione, che diventa la fabbrica e il modo di
produrre, utilizzo e dimensione della forza lavoro. Inoltre, si passa da
un’economia a capitale circolante ad una di capitale fisso.
iv. Scuola dell’innovazione tecnologica→ ritiene che questo processo sia dovuto
al cambiamento dei modi di produrre.
EFFETTI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SU:
1- LAVORO:
a. Molti ritengono che in questa fase vi era una forte abbondanza di offerta di lavoro a
basso costo
b. Altri invece ritengono che anche se c’era molta offerta di lavoro, questa non era
comunque sufficiente a soddisfare la domanda tanto che molti lavori vennero svolti
dalle macchine. Queste quindi vennero viste come una minaccia dai lavoratori (vi
furono fenomeni di uttismo le persone distruggevano le macchine).
Con la rivoluzione industriale nacque la fabbrica, grande spazio dove si concentra
un’ampia forza lavoro. Questa porta come principali vantaggi:
▪ Controllo diretto della manodopera, nelle fabbriche l’imprenditore può
direttamente controllare i suoi operai (nel lavoro a domicilio questo non era
possibile)
▪ Specializzazione, miglior organizzazione della produzione, a ciascun operaio
gli veniva richiesto di seguire solo una specifica fase del processo produttivo.
A.Smith studiò una fabbrica di spilli la produzione con la specializzazione
produttiva aumentò enormemente con la produzione realizzata rispetto a
prima della rivoluzione industriale senza specializzazione produttiva
▪ Standardizzazione dell’output, i prodotti finiti di una fabbrica sono tutti uguali
▪ Ruolo della famiglia, la famiglia mentre prima era anche luogo di produzione
ora era diventata invece solo luogo di consumo
▪ Ruolo della donna, fino alla 1° guerra mondiale le donne non parteciparono
(se non in minima parte) all’attività produttiva. Rimarrà in casa a badare i figli
e al marito
2- CAPITALE
La maggior parte del capitale necessario per la costituzione di fabbriche proviene
dalle famiglie. Le banche non erano ancora disposte a finanziare attività di capitale
fisso. Per questo quindi possiamo concludere che se per avviare un’industria era
sufficiente il captale di una famiglia, ciò significa che questo non richiedeva grandi
investimenti.
3- ANDAMENTO DEMOGRAFICO
Tra il 18° ed il 19° secolo c’è stato un forte aumento demografico della popolazione.
Questo aumento è stato sia quantitativo che qualitativo (aumento dei redditi) e
questo permette un aumento di domanda di beni secondari (industriali)
4- LIVELLI DI VITA E DISTRIBUZIONE DEL REDDITO
Tra il 18° ed il 19° secolo si p avuto un aumento anche dei salari reali. Questo in una
prima fase ha portato benefici agli imprenditori poi in una seconda fase si p ridotto il
divario tra imprenditori e operai
N.B: Concentrazione di fabbriche, meccanizzazione della produzione, alti ritmi di lavoro, alienazione
(il prodotto non è più degli operai ma è dell’imprenditore), creano le premesse per il conflitto
sociale.
TEORIA DELLO SVILUPPO
N.B: il concetto di sviluppo è diverso rispetto al concetto di crescita economica.
- Sviluppo→ oltre agli aspetti economici, si considerano altri elementi più generali come la
salute, il grado di istruzione ecc.
- Crescita economica→ fenomeno solitamente quantitativo
TEORIA DELL’IMITAZIONE, si dividono in:
- Teorie senza differenze→ ritengono che i paesi per industrializzarsi debbono seguire il
modello inglese senza alcuna differenza
- Teorie con differenze→ o paesi devono seguire il modello inglese adeguandolo alle loro
caratteristiche
N.B: queste teorie sono sia descrittive in quanto descrivono i processi di sviluppo nei cari paesi, sia
prescrittive, cioè dicono cosa un paese deve fare per raggiungere l’Inghilterra.
TEORIE SENZA DIFFERENZE:
1- Teoria di Rostow: secondo tale teoria un paese per svilupparsi deve seguire 5 tappe:
a. Inizialmente tutti i paesi sono basati su una società tradizionale cioè una società, ad
esempio quella medievale, in cui non vi è progresso
b. Transazione: inizia uno sviluppo tecnologico, sociale; compaiono gli imprenditori.
Inizialmente questa fase è limitata poi per si allarga con la 3° fase
c. Decollo: dovuto ad un’accumulazione di capitale che porta a nuovi investimenti.
Questo sviluppo si estende per tutto il paese
d. Maturità: il mercato si satura, si completa e questo ne rallenta la crescita
e. Consumi di massa: ci si culla sui risultati acquisiti a causa del fatto che il mercato è
saturo non si investe più per produrre ma per consumare. Per fronteggiare questo
fenomeno le imprese sono portate a tagliare i costi (personale, produzione). Questa
quindi è una fase di precrisi.
Critiche a questa teoria:
o Non si spiegano le cause dei vari passaggi da una all’altra fase
o Non si spiega il perché gli imprenditori attivano sul mercato
o Non spiega il ruolo dello stato
o Non considera le relazioni internazionali
TEORIE CON DIFFERENZE
1- Teoria di A. Gerschenkron: ha come base la teoria di Rostow alla quale però aggiunge degli
elementi:
a. Prerequisiti: ogni paese ha risorse naturale, tecnologiche ecc. diverse dagli altri.
b. Fattori sostitutivi: a causa della differenza nei prerequisiti, nei vari processi di
sviluppo sono utilizzati prerequisiti diversi
c. Vantaggi dell’arretratezza: i second mover sono avvantaggiati in quanto possono
copiare il first mover senza commettere gli stessi errori
d. Big spurt (grande balzo): il decollo deve avvenire molto rapidamente
e. Catching-up: i second camers hanno l’obbiettivo di raggiungere e superare il first
momver
Ruolo Stato- economia:
o Rapporto minimale: lo stato si limita a garantire la giustizia e l’ordine pubblico.
Controlla pochi beni economici
o Rapporto misto: molto diffuso, si occupa di molti beni pubblici e interviene dove la
società fallisce. Lo stato inoltre può effettuare programmazioni economiche, porre
cioè degli obbiettivi
o Rapporto massimale: (ad esempio nelle URSS), tutta l’economia viene statalizzata
2- Teoria della conquista pacifica di S. Pollard:
secondo questa teoria la rivoluzione industriale inglese è nata dal basso (su iniziative
economiche della società) dove lo Stato e le banche hanno girato un ruolo marginale.
Gli elementi fondamentali secondo questa teoria sono:
▪ Fenomeno regionale: lo sviluppo inizialmente ha riguardato solo alcune
regioni che poi hanno trainato l’intero paese
▪ Differenziali della continuità: il processo di sviluppo mostra repentina
interruzione o cambiamenti causati da vari fattori (guerre, crisi, invenzioni
tecniche ecc.).
3- Teoria delle istituzioni di D. North:
ritiene che i processi di sviluppo economico sono legati al grato di sviluppo
dell’istituzione che lo favoriscono attraverso la loro attività se positiva.
Queste istituzioni si evolvono e setto la spinta dei componenti economici o anche in
modo autonomo anticipando i cambiamenti eco