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Germania è un baluardo

L’idea è come fare in modo che la Germania cresca condividendo la sua crescita. L’idea

viene a Shuman, Adenauer e De Gasperi: far ripartire l’economia tedesca in un quadro di

cooperazione, creare un mercato comune dei prodotti tedeschi (acciaio e carbone) che

devono servire sia x l’economia della Germania ma anche agli altri stati. Alleanza franco-

tedesca che elimina le barriere.

Per i tedeschi la CECA è la fine della Seconda Guerra Mondiale perché ritornano tra i

paesi protagonisti. Si aggregano anche Belgio, Olanda, Lussemburgo e anche l’Italia per

lo stesso motivo della Germania; perché sconfitto ma anche perché si ha la certezza che i

nostri lavoratori siderurgici e minatori possano operare in un mercato in cui ci si può

muovere liberamente.

La CECA sui temi del carbone e dell’acciaio ha potere superiore agli stati, è un

organismo sovranazionale, dove si vota a maggioranza.

Crea l’idea dell’Europa che a pezzi si inizia ad unire e crea strutture sopra gli stati. Questo

accordo che sembrava penalizzante, per l’Italia si risolve con una crescita.

La CEE

Nel 1953 c’è l’idea di una comunità europea di difesa (esercito europeo) ma i francesi

bloccano questo progetto. Fallito il passaggio politico, si passa a quello economico, nel

1957 a Roma si istituisce la CEE (Comunità Economica Europea) un mercato comune

europeo, una realtà dove i mercati economici sono regolati; c’è omogeneizzazione delle

regole su un’autorità superiore a quella degli stati. Si vota all’unanimità.

Contemporaneamente nasce l’EURATOM per la cooperazione in ambito nucleare

La CEE ha come scopo creare un mercato comune: abolizione dei dazi, libera circolazione

dei lavoratori, legislazione comunitaria e politiche comuni per sostenere l’agricoltura (PAC

- Politica agricola comune), che è lasciata alle libere dinamiche del mercato e rischia di

diventare un settore residuale. Quindi bisogna trattenere gli agricoltori nei campi. C’è un

forte intervento dello stato a sostegno dell’agricoltura per farla diventare sempre più

efficiente.

L’Europa si apre ma al tempo stesso si chiude ai paesi extraeuropei. In Europa c’è un

sistema di integrazione del prezzo ed è un sistema che ha limiti, costi e distorsioni; è un

clima dove l’agricoltore non è spinto ad innovare perché comunque viene pagato e si

continua a produrre anche se non si vende.

Tutto ciò che è politica comune è agricoltura. Sono aiuti che all’inizio sono sussidi

all’esportazione, aiuti al prezzo, poi cambieranno e saranno sempre meno politiche di

sostegno al prezzo ma a incentivare la modernizzazione delle imprese.

Il risultato è che la CEE funziona, cresce enormemente l’interscambio e i paesi CEE

crescono più degli altri europei. La Gran Bretagna entra negli anni ‘70 con la Danimarca e

Irlanda e poi tutti gli altri. L’integrazione europea si allarga molto lentamente poi dagli anni

2000 c’è una balzo nell’integrazione europea con vari problemi. L’Europa attira i paesi

marginali.

Il miracolo giapponese

Anche il Giappone cresce molto a ritmi dell’8% all’anno. Grazie a una serie di riforme che

gli americani impongono e anche perché con la guerra di Corea gli americani vogliono

che sia loro alleato e forte militarmente.

Il paese ha un’abbondanza di capitale e di lavoro e c’è una forte capacità di innovazione

tecnologica. Quindi, una crescita non solo quantitativa ma qualitativa. [L’Italia fa paura ai

giapponesi inizialmente.]

Importano tecnologia americana e europea e la innovano. Ribaltano il modello fordista

(grande volume produttivo che deve portare alle vendite) e creano sensori sui vari mercati

per avere un idea di qual è la domanda e produrre ciò che in pratica è già venduto.

Un’espansione dovuta alle esportazioni: importante lo stato e il MITI (Ministero del

commercio estero e dell’industria) capiscono che lo sviluppo industriale si ha quando si

è presenti sui mercati internazionali. Il pro capite arriverà molto vicino a quello americano.

Dietro c’è anche la forza delle grandi imprese giapponesi.

I paesi periferici

Le altre realtà sono segnate da processi di decolonizzazione. Ci sono tentativi di creare

una base industriale ma mancano le conoscenze tecniche. I nuovi governi saranno

inefficienti e corrotti. I paesi che diventano indipendenti vengono aiutati dai paesi ricchi,

ma questi gli chiudono i mercati.

Aumentano gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, aiuti sanitari, di istruzione, accesso

all’acqua e si riducono le carestie ma il risultato paradossale: viene abbattuta la mortalità

in paesi che non si stanno sviluppando economicamente. C’è un’esplosione

demografica e quindi uno squilibrio tra popolazione e risorse e inizieranno fenomeni di

spostamento di queste popolazioni verso i paesi ricchi.

I paesi periferici: l’America latina

Sono paesi relativamente ricchi alla fine ‘800 ma non approfittano dell’espansione degli

anni ’50 e ‘60. Furono colpiti molto durante la crisi del ’29 i prezzi dei prodotti agricoli.

Si prova ad industrializzarsi sostituendo le importazioni dai paesi europei a quelli

americani. Questo protezionismo permette una crescita dell’industria locale ma “senza

data di scadenza” e non ci si apre mai alla concorrenza: le industrie vivono per la

protezione e non per il mercato.

A differenza degli USA e dell’Europa fallisce il tentativo di creare un mercato unico e quindi

la loro crescita soffre di una dimensione del mercato inferiore a quella che avrebbero

potuto avere unendosi. Hanno sistemi industriali piuttosto fragili e avranno momenti di

crisi quando, in seguito, si deciderà di introdurre una maggiore concorrenza con l’estero.

Espansione e crisi delle economie a pianificazione centralizzata

La Rivoluzione Russa e formazione dell’URSS

Nel 1917 la Russia esce dalla guerra

La rivoluzione… dittatura del proletariato … del partito comunista… ciò produce:

- eliminazione della libertà -> dittatura del proletariato

- socializzazione forzata dell’economia -> abolita proprietà privata e

nazionalizzazione

Il comunismo di guerra produce rivolte, carestie e viene varata la NEP e in parte si ritorna

al mercato, il piccolo commercio e la piccola agricoltura e la piccola industria ritornano ai

privati. L’economia torna a funzionare ma ci questa libertà dovrebbe presupporre altre

libertà che non verranno concesse; ma il compromesso regge.

01/12/14

Il comunismo di guerra è fallimentare e provoca delle proteste, viene trovato un

compromesso instabile, la NEP. Il risultato è positivo. Morto Lenin c’è una guerra di

successione tra Trockij e Stalin. Con Stalin partono dei progetti di industrializzazione

forzata attraverso i piani quinquennali. Si torna ad un sistema rigido dell’agricoltura. Il

risultato è una fortissima industrializzazione a scapito del settore agricolo.

Superata la Seconda Guerra Mondiale, il modello sovietico è imposto sia nelle repubbliche

dell’URSS ma anche nei paesi del blocco:

- mezzi di produzione socializzati

- pianificazione centralizzata dell’economa

- primato dell’industria pesante

Obiettivo è creare un modello alternativo a quello capitalistico che dopo la Seconda

Guerra Mondiale non è risultato funzionante. Accanto a questo, nasce il patto di Varsavia

(alternativa alla NATO) e il COMECON (opposto al piano Marshall) attraverso il quale la

Russia mantiene il controllo.

Questo processo di guida dall’alto è molto rigido. Il sistema mostra una serie di limiti:

- le imprese non operando in un mercato ma solo a dettami del piano, non hanno

autonomia né responsabilità. Il problema è raggiungere gli obiettivi quantitativi

previsti dal piano non una produttività alta. Infatti il risultato è una bassa produttività

- il consumo di materie prime, che sono abbondanti, è eccessivo

Sono società che funzionano con meccanismi diversi: incertezze nei rifornimenti, scarso

incentivo all’innovazione, determinazione arbitraria dei prezzi. Viene meno la funzione

imprenditoriale.

Malgrado i problemi, la crescita industriale e tecnologica è forte che l’URSS diventa una

potenza economica e politico/militare. Visto che si risponde a un problema politico, è

importante reggere il confronto militare con l’ovest, e così questa crescita avviene

penalizzando il settore agricolo e la produzione di beni di consumo.

Sembra esserci un cambiamento quando nel ‘53 muore Stalin. Krusciov tenta di rilanciare

l’agricoltura. Nel ‘64 Breznev riporta come obiettivo la centralità della potenza militare e

spaziale.

Il modello sembra essere funzionare fino ai primi anni ’60, poi mostra i suoi limiti (crescita

non più come prima) e accanto a questo, negli anni di Breznev, si determinano

meccanismi di corruzione. Rispetto alla Russia zarista, la Russia comunista è un paese

dove il divario sociale si riduce, il livello di vita viene abbastanza garantito ma il sistema

non riesce a fare salti ulteriori.

Anche nei paesi europei dominati dall’URSS c’è una crescita. Con la morte di Stalin alcuni

paesi introducono riforme volte a migliorare la produzione e il consumo della popolazione.

In alcune realtà questa mancanza di libertà politica ha provocato delle rivolte (Ungheria nel

‘56 e in Cecoslovacchia nel ‘68) che sono state represse.

È un modello meno centralizzato dove si da maggiore responsabilità alle aziende e da una

maggiore capacità di autogestione e si hanno risultati migliori in alcune realtà.

Il modello di partenza è autarchico e, malgrado il COMECON, l’integrazione è scarsa.

La Cina

Dopo la Seconda Guerra Mondiale scontro tra comunisti e nazionalisti. Nel ‘49 nasce la

Repubblica popolare cinese con Mao e si afferma un nuovo modello con contenimento

della natalità e dalla fine degli anni ’50 un trasferimento delle risorse da agricoltura a

industria (seguendo il modello sovietico), in un momento di difficoltà dell’agricoltura

(collettivizzazione) che produrrà carestie (25-30 milioni di morti).

La svolta, non è tanto dalla Rivoluzione culturale del ’66, ma con Deng Xiaoping con la

morte di Mao, dove tutto è controllato dal partito unico ma maggiore libertà dal punto di

vista economico, introducendo progressivamente il libero mercato (abbandono del

socialismo).

Altri paesi

Dettagli
A.A. 2015-2016
25 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillosirianni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Besana Claudio.