Appunti Storia dello spettacolo nel mondo antico
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Edipo è colui che vuole sapere, vuole sapere fino in fondo come stanno le cose a Giocasta
interessa che la comunità non sappia, gli interessa come lei è vista dagli altri in basse a
quell’elemento della comunità morale. Non importa come sei tu ma come gli altri ti vedono
(all’inizio dell’Iliade Achille si infuria perché gli rubano la schiave Criseide che
rappresentava la potenza rispetto agli altri) -> mentalità arcaica come gli altri ti
considerano non come eri.
Libro di Dodds “I Greci e l’irrazionale” che parala di una civiltà di vergogna arcaica (che
conta come tu sei visto dagli altri) e una civiltà di colpa. Nella civiltà greca si passa da
una società della vergogna in cui non conta chi sei ma come gli altri ti considerano nella
comunità ad una civiltà della colpa che conta come sei tu -> passaggio ad Atene alla fine
del V secolo a.C., ,la civiltà della colpa diventerà importante poi con il Cristianesimo. Nella
tragedia vi è una diversa concezione della responsabilità umana. Nella cultura atenese del
V secolo a.C. inizia il discorso della retorica e della sofistica che porta avanti che sia
l’individuo in se che costruisce la verità. A livello di democrazia atenese e di una
responsabilità dell’individuo aumenta per un modo di vedere la funzione dell’uomo come
nella sofistica in cui l’uomo diventa centrale. Nel V secolo vi è una separazione tra la sfera
pubblica e quella privata, quest’ultima molto più forte che nel periodo arcaico. I gruppi
sociali (eterie) si conoscevano e condividevano la stessa impostazione, una stessa visione
politica e stesso gruppo di genes era fondamentale riconoscersi in quella eterie.
Elemento nodale della poetica di Sofocle è quello della conoscenza e l’elemento che
emerge è l’interesse per la sofferenza, Sofocle è un medico ed emerge il linguaggio del
dolore. Nell’Edipo re nella città vi è la peste quindi si manda un oracolo per capire come
mai nella città vi è la peste. Tucidide nella peste di Atene del V secolo a.C. prende in giro
gli oracoli, l’oracolo diversa che ci sarebbe stata una guerra contro Sparta e ci sarebbe
stato non si capisce bene se aveva pronunciato l’oracolo LIMOS (fame) o LOIMOS
(peste): carestia o pestilenza e quindi Tucidide prende in giro l’oracolo nel periodo in cui vi
è la peste ad Atene e Tucidide prende in giro gli oracoli.
Si interroga l’oracolo e dice che “vi è una persona che ha contaminato la città, l’uccisore
del vecchio re”, indagine di Edipo che va a vanti con la scoperta della verità. Conclusione
Edipo entra nella reggia per Giuseppe Serra “Edipo entra nella reggia perché il male è
dentro di noi e dobbiamo dominarlo all’interno di noi stessi”.
Edipo re è un opera grandiosa e molto importante perché nel Novecento viene ripresa
dall’importante filosofo e psicanalista Sigmund FREUD prende l’Edipo re come spunto per
fare una cura di alcuni problemi, lo spunto del pensiero di Freud è una frase che ad un
certo punto dice Giocasta per fare in modo che Edipo si calmi dal suo desiderio di
conoscere la verità, l’oracolo gli aveva rivelato che avrebbe ucciso suo padre e sposato
sua madre, quindi lui fugge dalla città e arriva a Tebe durante la strada si trova un vecchio
che per il diritto di precedenza lo ammazza. Il mito poi arriva a Tebe, che era in una
situazione difficile era ricattata dalla Sfinge, Edipo riesce a sconfiggere la Sfinge
risolvendo il suo indovinello e viene preso e portato a Tebe. Gli studi antropologici di
FRAZER, sotto questo mito ci doveva essere una pratica di successione della regalità, era
vissuta come una successione violenta che doveva sfidare il re precedente e ammazzarlo
e poi sposare la moglie dell’ucciso. Ma in questo discorso bisogna tenere presente che il
era una specie di responsabile della comunità, quindi se la comunità stava bene il re era
buono, mentre se andava male il re era messo sotto accusa -> ma di questo in Sofocle 13
non è presente. Ma vi è un accenno perché Edipo racconta a Giocasta l’oracolo ed
estrapola da questo concetto un elemento che nell’inconscio dell’uomo ci sarebbe una
gelosia nel confronti del padre e un amore da parte della madre. Questa lettura che
ha contribuito molto nel Novecento all’Edipo re, come quello di Pasolini lettura freudiana in
cui inizio e fine sono ciclici, l’inizio è personale il personaggio padre è un militare come il
padre di Pasolini. Pasolini il mito è preso come un esempio da rapportarsi: il mito è un
modo di rapportarsi. Pasolini opera anche su un'altra tragedia la Medea (Pasolini amava la
tragedia greca). Pasolini voleva fare anche un film sulla vicenda di Oreste, infatti
possediamo “Appunti per un Orestea Africana”, in cui mostra come le pulsioni del mondo
greco cultura queste pulsioni abbiamo mascherato e rappresentavano qualcosa di
universale, in cui nella nostra era collegato con la cultura africana di riconoscere questi
elementi: è una rilettura del mondo classico, il cui il tramite freudiano e discorsi
antropologici di Frazer.
Elemento in cui Freud: la cultura umana era sempre uguale a se stessa -> idea che venne
contesta nel Novecento perché l’idea logica e scientifica si possa arrivare alla realtà dei
fatti come nel Positivismo, diversamente dalla cultura del Novecento in cui questa ipotesi
traballa perché si arriverà ad un grado della verità ma mai alla verità. Nel Novecento si
basava sulla psicologia storica, come nella Scuola Francese caposcuola Yernat.
Altra ripresa del Novecento di Edipo re: idea che diverse persone sono protagoniste di uno
stesso avvenimento hanno una visione diversa -> drammaturgo austriaco degli anni
Sessanta Durrematt (rilettura non freudiana dell’Edipo re) “La morte della Pizia”-> la
vicenda di Edipo grazie ad un racconto giapponese che diviene importante grazie ad un
film “Rashomon” e si basa sul fatto che per arrivare a conoscere la verità su una vicenda
di sangue non si può condurre un indagine tradizionale ma mettere insieme le diverse
testimonianze che saranno differenti e Durrematt si ispira a rileggere la vicenda di Edipo
con una visuale particolare alla fine si scopre la verità che è sensazionale -> la verità se
esiste sarebbe alla luce di una verità parziale.
Vi è una lettura moderna collegata al concetto di DESTINO, nel mondo greco due
termini che sono molto simili MOIRA o AISA -> il problema fondamentale è quello del
rapporto tra la Moira e l’individuo stesso con la sua responsabilità. Ma se tutti noi abbiamo
una Moira qual è la nostra vera responsabilità? La Moira di Edipo rappresentava colui che
avrebbe avuto questo dovere di essere il grande re di Tebe ma allo stesso tempo avrebbe
ucciso il padre e sposare sua madre. Noi determiniamo la storia di Edipo in quello che ci
dice Sofocle ma non è cosi: fu un grande re di Tebe.
EDIPO COLONO nel 404 a.C., molto diversa alla fine del V secolo e qualcosa nella
mentalità morale è cambiata, Edipo rinfaccia ai Tebani Edipo cieco a fare una vita
impossibile e di essere cacciato via dai Tebani. Edipo sostiene di aver ucciso suo padre e
sposato sua madre ma senza saperlo, mentre loro erano a conoscenza e quindi i Tebani
erano responsabili. A Colono Edipo diventa tutelare della zona. Le concezioni morali
cambiano si vede nell’Edipo a Colono. La scena non è più a Tebe ma a Colono, vicino ad
Atene, che era stato distrutto dalla guerra. Una caratteristica del teatro Sofocle è quello di
trasformare i paesaggi in base alla sua visione a livello teatrale: Colono che a quei tempi
era devastato dalla guerra si trasforma in un bellissimo posto (lopus amenus). Atene è
l’unico posto in cui accoglie Edipo. Viene presentato il grande re di Atene, Teseo, che
rappresenta Atene, simbolo dell’ideologia democratica di Atene; mentre Sparta caccia lo 14
straniero, Atene è ospitale è democratica. Creonte vuole che torni a Tebe perché c’è stato
un oracolo che dice che deve tornare Edipo, perché la responsabilità è di chi fa il male
sapendo di fare il male (responsabilità morale). La fine di Edipo a Colono Edipo scompare.
Nella cultura greca vi era un idea in cui il personaggio era scomparso diventa il nome
tutelare della città.
Lezione n.5 – 1 dicembre
Sofocle è stato un autore molto amato nel Novecento e molti grandi giallisti vi hanno fatto
omaggio a Sofocle e all’Edipo re, l’ironia tragica è stata molto importante per il giallo a
livello filmico. Tragedia TRACHINIE protagonista Eracle e Gianianira, lei cerca di
riconquistare l’amore per il marito e lo ammazza perché crede di darli un filtro amoroso ->
riscrittura nel Novecento in chiave psicanalitica delle Trachinie.
FILOTTETTE: opera in cui si vede una delle caratteristiche del teatro sofocleo Filotette
importante perché è un eroe che è stato abbandonato dai Greci che andavano a Troia
perché aveva un ferita che puzzava, lui urlava dal male e la ferita puzzava lasciata
sull’isola di Lemno con il suo arco (isola della Grecia a pochi km di mare dalla costa
dell’Asia). Dopo 10 anni vi è la profezia che solo dopo il ritorno di Filottette gli Achei
riusciranno a prendere Troia. Sul Filottette si misurano tutti i grandi tragici
dell’antichità: il Filotttette di Sofocle e conosciamo anche la trama del Filottette di Eschilo
e Euripide grazie ad un grande retore della tarda antichità che fece un confronto tra i tre
Filottette che capiamo vari elementi e le caratteristiche del teatro di Sofocle rispetto agli
altri Filottette. Si nota il discorso che fece Sofocle sulla sofferenza fisica che diventa
sofferenza morale, è un grande personaggio sofferente non solo per la ferita ma anche
perché p abbandonato su di un isola deserta. La trama di questi tre Filottette parla dei
Greci che vanno a prendere il protagonista sull’isola di Lemno e riescono a portarlo a
Troia.
Il Filottette di Sofocle è caratteristico per un elemento in cui l’isola di Lemno, era abitata
anche a livello mitico gli Argonauti si fermano a Lemno e altri miti che riguardano
quest’isola -> Lemno era abitata nella storia, nel mito e anche nella tradizione teatrale.
Sofocle ambienta la tragedia a Lemno ma l’isola di Lemno secondo la tragedia di
Sofocle era una Lemno deserta e selvaggia in cui Filottette è assolutamente solo
perché vuole aumentare il discorso della sofferenza morale e solitudine e mostrare che i
Greci che vogliono andarlo a prendere è l’unica fonte di sopravvivente (vive grazie alle
radici e all’arco che riesce a cacciare). Sofocle è il primo in cui si inventa un “ambiente
diverso dal reale” perché funzionava il suo discorso teatrale. Inoltre è interessante anche
perché:
- i personaggi che arrivano per far tornare Filottette a Troia è l’Odisseo tipico della tragedia
(è un ingannatore, un personaggio negativo) e Odisseo vuole rubargli l’arco perché
sembra che ad Odisseo non gli interessa di riportare indietro Filottette. Inoltre
Neottoleomo, figlio di Achille, che si trova sbattuto tra l’influenza di Ulisse e la potenza di
Filottette; molti studiosi hanno visto nella figura di Neottoleomo un istituzione atenese che
doveva preparare per la maturità la EFEBIA. Quello che lo spettatore vede è il
personaggio giovane che è dibattuto tra questi due poli, se dar retta all’eroe giovane o alle
lusinghe di Odisseo. 15
L’ultima grande tragico è EURIPIDE, alla fine del V secolo a.C. Sofocle muore nel 405 a.C.
e Filottette è di poco precedente. In quegli anni l’autore più importante del teatro è
EURIPIDE, in cui Aristofane lo prende in giro il cosiddetto des ex machina (mekhanè) ->
ad un certo punto interviene direttamente la figura della divinità con la macchina (una
specie di gru) che entra per far arrivare i personaggi dall’alto per movimentare la scena.
Euripide fa si che attraverso la mekhanè arriva alla fine delle sue tragedie un dio che
conclude, questo espediente poteva essere preso in giro perché fare finire una tragedia
concludendosi con un dio dall’alto è una conclusione molto semplice e di facile derisione.
La tragedia deve concludersi con la logica interna, invece con il des ex machina non esiste
una logica interna che la fa finire il dio dall’alto è uno degli elementi del teatro di Euripide il
confronti con la religione tradizionale: gli uomini sono burattini e chi conclude sono gli dei
-> Aristofane prende in giro questo elemento, perché la cosa difficile è far finir l’opera in
modo logico e inaspettato.
Sofocle nel Filottette (sperimentalismo nel far teatro, grande autore e quindi riprese nel
Novecento) termina in due modi diversi, ovvero un doppio finale:
- in modo LOGICO: Neottoleomeo dice ad Ulisse che è un ignorante\ingannatore, lascia la
guerra di Troia e fa tornare Filottette;
- DEUS EX MACHINA: dio che dice che vogliono che Troia cada detto a Eracle con
Filottette (forse velata critica contro deus ex machina).
Il terzo grande autore dell’antichità è EURIPIDE, è un tipo di teatro differente cambia in
base ai momenti della vita dell’autore, le prime opere dell’autore sono opere verso il 440
come l’ALCESTI e l’altra opera circa nel 430 la MEDEA. Con Euripide sono conservate
tutte una serie di opere che non appartenevano al canone alessandrino, gli Alessandrino
avevano scelto per ognuno di questi tragici sette opere ma per un caso fortunato in una
biblioteca è stato trovato un faldone in ordine alfabetico delle sue opere: circa 17 opere di
Euripide (una non si sa se sia autentica). Inoltre Euripide che durante la vita ebbe meno
fortuna, ne ebbe poi nei secoli successivi alla sua morte sia in Grecia che a Roma, di
Euripide son rimasti molti papiri con frammenti e parti consistenti di opere che non ci sono
pervenute dalla tradizione. Serie di opere intorno agli anni 420, opere più politiche tra cui
quella delle Supplici, poi serie di opere verso 415 a.C. in particolare “Le Troiane”. Nel 415
a.C. anno importante per Atene perché nel Castello di Euriano, perché gli Atenesi senza
aver vinto nella Grecia continentale fanno una spedizione contro Siracusa, poi sotto il
teatro di Siracusa sono le prigioni i pochi Atenesi muoiono. Nelle Troiane è una protesta
molto forte contro la guerra.
Dal 410 a.C. serie di opere come Ifigenia in Aulide, Elena, Ifingenia fra i Tuari che sono
molto diverse sono opere di un teatro di evasione, di divertimento con una musica diversa
chiamata “Nuova Musica” perché quest’ultimo teatro mostra un gusto diverso perché dopo
più di 20 anni di guerra il pubblico vuole andare a teatro per divertirsi. Euripide negli ultimi
anni va in Macedonia nel 405 a.C. fa un opera molto straordinaria che esce dagli schemi
precedenti che sono le “Baccanti”, sono composte in Macedonia poco prima della morte e
saranno rifatte in Atene postume un anno dopo: sono state fatte per un teatro macedone. Il
cambiamento interessante secondo il gusto del pubblico:
- Medea -> sfondo sociale e mentalità;
- Supplici -> momento politico; 16
- Troiane -> prima grande opera contro la guerra (grande studioso di Euripide chiama “La
fuga verso la poesia bella”);
- Baccanti -> opera straordinaria.
Elementi che caratterizzano Euripide sono:
- nuovo interesse per la retorica, elemento della cultura atenese di quegli anni, che viene
dalla Sicilia nel 428 a.C. arriva ad Atene un personaggio che veniva da Lentini e afferma la
forza della parola. Classe dei professioni del discorso e della parola i SOFISTI, che
vengono visti come atei in una mentalità religiosa nuova, perché hanno molti dubbi sulla
religiosità tradizionale: gusto per la retorica come in molte opere ad esempio nella Medea
discorso tra Giasone e Medea;
- interesse per le frasi fatte ad effetto, Euripide poi diventerà famosissimo come autore di
sentenze delle massime;
- caratteristiche che sono presenti in tutta la sua produzione: mettere in crisi le idee
tradizionali come nella Medea la condizione della donna e dello straniero e soprattutto la
questione degli dei come nell’Ippolito che Afrodite si arrabbia, in cui l’uomo nella questione
degli dei l’uomo sembra un burattino. Alla fine delle Baccanti un personaggio dice “ma un
dio non dovrebbe comportarsi in quel modo”: il gusto di stravolgere anche i miti tradizionali
che lo spettatore si trovi spaziato. Lui scrive l’Antigone di Euripide di cui rimangono solo
frammenti dopo vent’anni da quello di Sofocle: Antigone sposa il figlio di Creonte. Euripide
cerca un dispaesamento del pubblico presente nell’Alcesti, grande eroe che combatte e
sopravvive contro la morte sta per morire la regina Alcesti Eracle (eroe cosi forte che
riesce a combattere la morte) combatte contro la morte e riesce a far si che Alcesti non
muoia. Euripide presente Alcesti che deve morire perché si sta sacrificando per il marito, la
morte vuole una vittima Apollo ha concesso che ci possa essere un sostituito quindi lo
spettatore si aspetta Eracle, invece lo sconcerto dello spettatore e gioca Euripide sulla
morte di Alcesti, Eracle arriva nel finale e riporta dall’Ade Alcesti: ha permesso che muoia
sua moglie ha perso quindi il suo onore. Euripide gioca molto anche sul finale: Eracle
porta velata Alcesti dall’Ade e gioca sull’ambiguità se sia veramente Alcesti -> Euripide
smonta il mito.
Il finale per il proff. ritiene che Euripide gioca a lasciarli irrisolti come nelle Baccanti, che lo
spettatore lascia in qualche modo di integrare lui il suo finale: finale aperto cioè che è un
punto interrogativo -> arriva una persona velata che nessuno può vedere ed Eracle
indentifica come Alcesti e il marito deve dire che sia la moglie per recuperare il suo onore.
MEDEA è vista nel mito come una maga che si vendica del marito Giasone perché ha
sposato un'altra donna, però la conclusione di Euripide della Medea è un innovazione
dell’autore perché nella tradizione precedente i figli di Medea erano stati uccisi dai Corinti.
Medea sposa Giasone da cui hanno avuto due figli, Medea è poi venuta a sapere che il
marito sta per sposare un'altra donna che è la figlia del re di Tebe Creonte (in Euripide non
compare il nome della figlia del re).Contrasti retorici tra Medea, Giasone e il re della città di
Corinto che vuole esiliare la donna, lei chiede solo un giorno e in quel giorno compie la
sua vendetta. Medea per compiere la sua vendetta ammazza i suoi figli e Giasone nel
finale ha perso la moglie, il padre della moglie e i figli che potevano garantirli qualcosa per
il futuro quelli per il quale si sposava per farli entrare nell’ambito regale; Giasone voleva
seppellire i figli e Medea scappa ad Atene sul carro del sole portando dietro i figli morti.
Tematiche di Medea: 17
- Medea che ammazza i figli è un innovazione di Euripide, prima probabilmente venivano
uccisi dai Corinzi per vendetta;
- alternanza di momenti razionali e momenti di passione profonda, nei momenti razionali
non vorrebbe mai ammazzare i suoi figli;
- Medea si autopresenta come colei che si trova in una situazione negative e poco felice,
Euripide innesta la critica della condizione della società atenese della donna e della
straniera, colei che si trova ad essere in condizioni miserabili perché donna e straniera;
- altro elemento di Euripide è la figura eroica del mondo greco Giasone viene ammiserito,
questa condizione è evidente dalle parole stesse di Giasone. Egli rimane unico vivo e non
può nemmeno seppellire i suoi figli;
- Medea viene accolta ad Atene, città che accoglieva gli stranieri (elemento
propagandistico), accoglie tutti ma sembra un interrogativo aperto di Euripide Atene
accoglie tutti ma è giusto anche chi abbia ucciso i suoi figli.
La tragedia di Medea fu molto importante anche nei secoli successivi: dalla Medea di
Euripide, Medea di Seneca che è molto diversa, mostra come la passione non governata
dalla ragione è un mostro. Nei Seicento francese Medea importante di Pier Corneilie.
Medea nel teatro musicale tra la fine Settecento e Ottocento: Medea di Cherubini nel 1778
alla fine vi è il cambiamento in cui tutto quanto finisce in fiamme, anche di Mayer
(musicista napoletano). Nella storia del teatro dell’Ottocento avviene una trasformazione
nuove scritture della Medea con esiti finali diversi. Opera di Bellini “Norma” che è una
riscrittura dell’opera di Medea nei Celti al momento dell’invasione romana: Giasone come
comandante romane e la figura della seconda moglie diventa molto importante, finale che
mostra idealità nuove dell’inizio Ottocento. Nel momento in cui Norma deve vendicarsi si
autodenuncia come colei che ha tradito e si sacrificherà. Nel Novecento la Meda di
Pasolini alla fine degli anni Sessanta, opera in cui avviene un contrasto tra un mondo
arcaico e primitivo rappresentato da Medea e un mondo razionale di Corinto che viene
rappresentato come la Piazza dei Miracoli di Pisa.
Lezione n. 6 – 2 dicembre
Secondo momento importante della produzione di Euripide, in questo periodo alcune
opere in particolare l’opera le “Supplici”, opera interessante per un discorso sul teatro
antico rapporto tra il teatro greco rispetto agli avvenimento. Nel Novecento abbiamo
l’estetica marxista: concetto del “rispecchiamento” il cui principio fondamentale secondo
cui l’opera dare rispecchia avvenimenti della società o elementi della società.
In che misura il teatro antico rispecchia gli avvenimenti di quell’epoca storica? Importante
studioso americano che osserva queste considerazioni è Thomson “Eschilo ed Atene”:
opera in cui propose un discorso di rispecchiamento degli avvenimenti nelle tragedie con
rispecchiamenti politici come il testo di Tucidide che racconta degli avvenimenti come sono
questi avvenimenti storici rispecchiati delle tragedie.
Altro importante studioso del teatro antico degli ultimi cinquant’anni, Vincenzo di
Benedetto, egli afferma un discorso ampiamento ideologico, come il discorso fatto con
l’Orestea con funzione dell’opera di propaganda. Esempio per la Medea sono stati
individuate delle leggi particolari che in quel periodo sono state fatte per gli stranieri.
Benedetti afferma che vi sono degli elementi attualizzati nel teatro ma vi sono elementi 18
ideologici e sociali.
Con le Supplici ci sono elementi ideologici ma anche un rispecchiamento dell’episodio di
Tucidide del 424 a.C. con messaggeri tebani in un incontro\scontro a livello verbale
presente nelle Supplici con la presentazione di Atene che difende la giustizia umana ma
anche quella divina. Centrale è l’episodio dell’araldo tebano e questo inizia a chiedere chi
è il “capo supremo della città” e la risposta è che ha iniziato male visto che non vi è un
capo. Teseo il re che presenta le ragioni dell’ideologia democratica -> Atene gli ideali
dell’Atene democratica.
La trama delle Supplici: episodio della guerra di Argo contro Tebe, i sette uccisi sotto le
mura di Tebe, Pericle fece una spedizione. Valenza politica leggendo Tucidide viene
narrato come la Guerra di Tebe, grande capo Pericle che muore nella pesta nel 409 a.C. e
i suoi successori non arrivano ai suoi livelli perché non riescono a capire che un buon
comandante deve conoscere il principio della misura: concetto della misura presente in
Pericle nelle Supplici. La politica di Pericle era importante perché sapeva cogliere il giusto
limite, primi elementi della sapienza delfica.
Euripide e le donne: Euripide viene sempre preso di mira dai comici perché presenta
delle eroine che sono svergogniate e per questo le donne se la prendono con lui. Euripide
pone le figure femminili in primo piano e anzi riversa elementi che sarebbero attribuite alle
figure maschili. Le figure che conosciamo è quella di FEDRA nell’Ippolito che è l’unica di
queste tragedie che ci è rimasta per l’intero. L’opera di Fedra è “particolare”, punta
l’accento sulla divinità, nel prologo la dea Afrodite racconta quello che succederà nella
vicenda perché Ippolito va a caccia(ama Artemide dea della caccia) e disprezza l’amore
(cioè Afrodite) la dea programma la vicenda che deve portare alla morte di Ippolito e alla
disperazione del re Teseo padre di Ippolito e della madre Fedra. Afrodite dea che causa la
morte e la distruzione.
L’idea della responsabilità umana è emersa già nella Medea, in cui in un certo punto
Medea rappresenta non ha compiuto quei gesti perché travolta dall’amore ma in base alla
sua volontà.
Euripide scrive due Ippoliti, nel primo Ippolito Fedra rivela il suo amore a Ippolito, a noi
abbiamo solo il secondo Ippolito interviene la nutrice personaggio popolare che incarna un
sapere poco eroico\popolare, Fedra è in preda ad una grande pulsione amore come una
malattia che la sta divorando, Ippolito quando lo sa reagisce con violenza, Fedra aumenta
la sua malattia\passione con vergogna perché la sua passione è stata rivelata. Fedra
condanna l’Ippolito e lo maledice, lei muore poi arriva Artemide che rivela con il “deus ex
macchina” quello che è successo veramente, Teseo è condannato dalla morte del figlio e
della moglie. Teseo di Euripide si caratterizza per il patetismo come in questa scena. La
Fedra è un opera che verrà ripresa incentrate le riprese sulla figura di Fedra. Riprese
successive devono cambiare e riadeguare i personaggi.
Ripresa Fedra di Seneca: Teseo il re che è andato in giro per il mondo e ha egli molte
amanti, Fedra fortissima passione non perché l’Afrodite l’ha installata è proprio Fedra che
ha la passione per il figlio. La Fedra più importante è certamente quella nel Seicento del
drammaturgo francese RACINE (le Fedra cinematografiche si rifanno più a Racine che ad
Euripide visto che il tragico greco era più legato alla sua cultura): in quest’opera Ippolito è
rappresentato innamorato di un'altra. Radicalmente diversa anche se dal punto di vista
culturale è per noi molto importante e ben conscia del modello euripideo è la Fedra di 19
D’Annunzio, nei primi anni del Novecento: è sintomatica di come viene rivisto il classico
agli inizi del Novecento in una chiave “non classica”: operazione di D’Annunzino di
commistione di autori diversi di autori che non c’erano, traendoli da altre saghe operazione
di erudizione. Per D’Annunzio Fedra è un eroina, amore per Ippolito è un amore forte che
lei vuole fermare, ammazza la giovane fanciulla amata da Ippolito e alla fine muore e la
sua morte è una morte gioiosa la morte come elemento di ricongiunzione con Ippolito
(elemento finale di D’Annunzio per nulla Euripideo).
Di Euripide abbiamo la TRILOGIA TEBANA composta dalle Troiane (composte nel 415
a.C.); Alessandro (alcuni papiri) e Palamede (solo alcuni frammenti). Alessandro a Troia
era Paride. Palamede personaggio molto importante nell’antichità che poi scompare, il
Palamede nel mito antico rappresentava colui che aveva scoperto quasi tutto come la
numerazione o l’alfabeto, nella Guerra di Troia rappresenta Odisseo l’astuzia ingannatrice.
Nel secolo successivo il Palamede viene visto come annuncio di ciò che capiterà a
Socrate che gli Atenesi uccidono come sappiamo da Platone.
Le Troiane inno contro la Guerra del Peloponneso che dura già da 15 anni, le Troiane
sono le schiave prese dai Greci come Andromaca che diventano le amanti degli uccisori
dei loro mariti. Uccisione del figlio di Ettore ed Andromaca il piccolo Astianatte, che i Greci
butteranno giù dalle mura di Troia perché non volevano che vi fosse più un erede dei
Troiani. Riferimento infatti anche ad una frase che troviamo nell’Edipo re “stolto colui che
ammazza il padre e lascia in vita il figlio”. Le Troiane sono una grande opera corale che si
tramanda sulla lamentela nei confronti della guerra. Alessandro rappresentato come colui
che è un pastore (poi principe troiano) messo da parte dai suoi fratelli. Palamede giusto
greco che poi viene ucciso finiva che il padre di Palamede si vendicava riuscendo a far si
che naufragassero i Greci al ritorno da Troia. Aristofane critica l’uso di certi espedienti
teatrali che erano sorpresetenti e paradossale, Palamede viene preso in giro un
espediente, scrive quello che è successo al fratello sui remi e buttandoli sul mare
sperando che arrivino al padre dall’Asia Minore all’antica Argo.
L’ultimo Euripide è diverso (415 a.C. opera antibellicista), poi vengono evidenziate per
l’amore per il teatro di evasione, importante per la cultura occidentale un secolo che
continuerà nella commedia nuova, poi ripreso nella commedia latina (con Plauto e
Terenzio). Ha come caratteristiche nell’amore per “le favole a lieto fine”, esempio Euripide
riprende la tradizione egizia della guerra di Troia fu ripresa da Erodoto, secondo cui la vera
Elena sarebbe arrivata in Egitto e a Troia con Paride sarebbe andato un fantasma
(STESICORO). Menelao sbarca in Egitto dove trova la moglie dove Elena è schiava. È un
primo esempio in cui nell’opera teatrale di un topos teatrale che poi nella cultura
successiva sarà fertile come “ratto dal serraglio”: cioè rapimento (serraglio il cui vero nome
in italiano dell’Harem). Personaggio femminile che è schiavo di un harem arriva il suo ex-
amante cristiano che riesce a rapirla e fregare tutti con un trucco ad andarsene. I Greci
che arrivano solo molto superiore agli Egiziani che hanno imprigionato Elena. Nel Mozart
l’Occidentale che va a prendere la donna, era figlio di un capo cristiano che avevano
ucciso i figli del visir e lui ritiene di essere più civile e li lascia liberi.
Euripide vuole stupire lo spettatore: l’opera di Ifigenia racconta la sua uccisione prima
della Guerra di Troia, Euripide Ifigenia viene sostituita da una cerca e quindi non viene
uccisa.
Euripide si diverte a prendere i miti e i personaggi mitici e a stravolgerli. 20
Nuova musica: elemento importante della produzione di Euripide, cambiamento profondo
della musica tradizionale, il grande innovatore è un personaggio che si chiama TIMOTEO
DI MILETO (nel secolo scorso è stato scoperto un antica sua opera che sono i Persiani),
Mileto in Asia Minore sostituisce alla musica tradizionale razionale allo strumento a corda
(“musica matematica e razionale”) con una nuova musica in cui sono importanti gli
strumenti a percussione e a fiato. Lo strumento più importante rimane però lo strumento a
fiato tradizionale (aulos: assomiglia all’oboe) e attestazione di nuovi strumenti che sono
inventati; introduzione delle percussioni. Euripide sposta totalmente questo nuovo tipo di
musica.
Papiro importante IPSIPILE.
L’entrata del coro era accompagnata da musica tradizionale nell’Ipsipide il coro viene
introdotto “sento un grande rumore di nacchere”.
Concetto fondamentale nella storia dello spettacolo è il rapporto tra parola e
musica, ancora più profonda la perdita per la comprensione dell’opera della musica.
Lezione n. 7 – 4 dicembre
Guerre Persiane contrasto tra Grecia e Persa finiscono questi contrasti nel 454 a.C.,
mentre le due Guerre Persiani terminano nel 480 a.C.
L’ORESTEA di Eschilo tratta della vendetta di Oreste verso gli uccisori si suo padre.
L’ultimo Euripide è l’inizio di un nuovo teatro in cui i generi non sono più cosi distinti.
La grande differenza tra Tragedia e Commedia di V secolo a.C. la grande differenza è che
la tragedia parte da elementi mitici conosciuti e variava su quello; la commedia era un
opera di invenzione l’autore comico doveva inventarsi gli autori e il plot mitico. Euripide
quindi nella tragedia quando varia il mito è un grande cambiamento, molto più forte
all’ultimo Euripide che caratterizza il teatro del secolo successivo in cui non si poteva più
parlare di vera commedia e vera tragedia; con Euripide introduce questo cambiamento di
commistione che si svilupperà all’estremo nel secolo successivo.
Gli autori di teatro si muovevano poco ma si muovevano in questi importanti centri: Grecia,
Sicilia (Siracusa e Gela) e la Macedonia (Pella). Euripide muore in Macedonia, ultima
opera è un capolavoro assoluto della storia del teatro è fatta per un teatro Macedone dove
forse c’era un gusto differente da quello di Atene. Quest’opera venne rappresentata ad
Atene postuma un anno dopo la morte nel 404 a.C. e sono le “Baccanti”. La trama nella
città di Tebe nel prologo ci racconta ciò che è succedesse è arrivato un nuovo dio dall’Asia
che è Dioniso, un rampollo della casa regale di Tebe sua madre Semele aveva avuto da
Zeus. Un elemento fondamentale era la separazione profonda tra l’essere umana e
l’essere divino che hanno le stesse passioni ma sono due mondi incomunicabili, ma per
trovarsi questi due mondi l’essere divino deve prendere le sembianze e le parole degli
uomini perché i due mondi sono incomunicabili. Semele madre di Dioniso, le altre donne
sono violentate da Zeus perché il dio esprime cosi il suo potere, Semele chiede a Zeus di
vederlo come è realmente Zeus concede questo e lei rimane incenerita -> nel mito si
evidenzia l’incomunità tra uomini e dei. La nascita di Dioniso è stata straordinaria, prende
il feto da Semele e
Se lo cuce nella sua coscia. Tutta la storia sta alla base del ritorno di Dioniso a Tebe
perché a Tebe questo mito non viene considerato “vero”. Primo elemento in cui nella 21
tragedia si basa sullo scontro tra razionalità e irrazionalità. Lo stesso Niezsche nel suo
pensiero filosofico parte dalle Baccanti. Dioniso arriva con una serie di donne asiatiche
che sono invasate di lui, la loro pazzia è l’essere invasate di un dio (in greco mania, una
specie di transe, stato di estasi). Dioniso ha fatto in modo che le donne abbandonassero
tutto e diventassero “Baccanti di Tebe”. Altro elemento del prologo l’invenzione del
tympanon (è uno strumento a percussione, forma più piccola del tamburo). Altro elemento
scenico molto importante le percussione accompagnate da danze. Euripide gioca molto
sui suoni sordi quasi fosse uno spartito per percussioni. Questa nuova musica porta alla
ribalta le percussioni. Elemento fondamentale della critica nei confronti della Nuova
Musica e dell’opera delle Baccanti di Euripide è che riprende elementi che vengono
dall’Asia, discorso molto serio fatto da Platone che la critica perché viene dall’Asia. Per gli
antichi la musica si sposava con l’ETOS (stato d’animo) e quindi la musica tradizionale era
una musica tradizionale. La musica che viene dall’Asia è una musica sensuale: è uno
scontro con i sensi.
La musica tradizionale vengono da Lesbo (isola dell’Asia) perché per l’arte era un grande
centro a Sparta nella Grecia continentale. È importante collegare questo con le guerre
Persiane con la netta separazione tra Europa e Asia l’arrivo non solo di religione ma anche
di culti con l’Asia.
Il re di Tebe si chiama PENTEO (che in greco questo termine indica la sofferenza, deriva
dalla radice il termine patetico): uomo destinato a soffrire, egli ha una visione razionale e
ritiene di doverli combatterli esercito che sconfigga il ciarlatano che si dichiara il maestro
della nuova divinità. Altri due personaggi della reggia sono TIRESIA e CADMO, nella
tradizione greca Tiresia è il grande indovino della saga tebana, è il grande indovino nella
tragedia come nell’Epido re il tramite tra uomo e dio e Cadmo è un grande eroe della
tradizione Greca viene dalla Fenicia e porta in Grecia l’alfabeto. Cadmo arrivato in Grecia
sposa una ninfa di nome Armonia (che deriva dalla radice “due elementi che si connettano
bene”). Durante le nozze tra Cadmo e Armonia sorgono le mura di Tebe con massi molto
forti. Il re mette in prigione Dioniso poi lo libera e Dioniso crea un terremoto nella reggia.
Prende personaggi seri del mito tradizionali e li trasforma travestendoli da donna. Lo
scontro nelle Baccanti è lo scontro tra razionale e irrazionale. Cadmo e Tiresia li traveste
da donna da Baccanti.
Se analizziamo bene la tragedia la situazione tra razionale e irrazionale si sposta. Penteo
si traveste anche lui da donna e va a vedere come sono questi riti. Euripide gioca
fortemente su queste trasformazione tra razionale si comporta in modo irrazionale. Penteo
travestito da Baccante che suscita il riso e arriva un araldo che racconta che Penteo è
andato a vedere quello che facevano le Baccanti sull’albero e le Baccanti l0hanno ucciso
invasate dalla divinità e la madre è quella che ha ucciso il figlio. Arrivata a Tebe Agane
trova la testa del figlio a Tebe, lei pensava di aver ucciso un leone di montagna:
rappresenta il finale una scena tragica e patetica. Dioniso non si è comportato da divinità
perché la divinità fa in modo che la madre ammazzi il figlio: Euripide da un insegnamento
morale agli dei che devono comporti in un modo diverso rispetto agli uomini.
L’Orestea è una tragedia terribile con tanti momenti terribili che parte dal fatto che il padre
uccide il figlio ma alla fine trova la sua assoluzione diversamente le Baccanti lasciano un
punto interrogativo. Molti studiosi per questo hanno supposto in Euripide come un ateista.
L’Atene del V secolo non è una città in cui l’Ateismo venisse perseguitato: personaggio di
22
Anassagora che critica la religione tradizionale.
Le baccanti opera molto importante e ancora rappresentata in tutte le parti del mondo,
alcune realizzazioni di tipo psicanalitico. Le Baccanti hanno poi ispirato il filosofo
Nietzsche tra razionale e irrazionale. Euripide riprende e cambia un plot tradizionale,
abbiamo solo delle testimonianze e un passo dall’Odissea di quella che doveva essere
l’epica Dionisiaca: Dioniso arriva in Grecia non viene accettato.
Da Euripide in poi secondo il pensiero di Niezsche l’equilibrio tra razionale e irrazionale si
rompe portando ad emergere l’elemento irrazionale. Tucidide e in molte opere verbo e
sostantivi fondamentali “ EIKAZEIN” che significa parametro per capire come risolvere
questo problema, importante capire come comportarsi. Nel V secolo nascono le scienze
umane: la politica, la sociologia e la psicologia sulla base di questo modo di pensare del
mondo greco.
Lezione n.8 – 9 dicembre
Aristofane è il grande autore del teatro comico unico che ci siano rimaste le opere della
commedia intera, poche informazioni sugli altri autori (-> vedi Kassel e Austin libro sugli
altri autori comici). I più importanti comici oltre Aristofane era: CRATINO, FERECRATE e
CRATETE, dimostrano dalle loro opere che vi erano due tendenze nella commedia:
commedia politica (e commedia disimpegnata (quella in cui i frammenti si faceva la
parodia della mitica età dell’oro, veniva probabilmente dalla Sicilia, abbiamo frammenti di
alcuni autori il più importante EPICARMO).
Molti studiosi sostengono che la commedia sia nata in Sicilia e sia stata importata
successiva ad Atene, ad Atene prevale la commedia di tipo politico, lampante la commedia
di Aristofane. La commedia politica esprimeva una satira con cui l’autore faceva politica
contro c’erti potenti, oppure era uno scopo della commedia di fare questo tipo di satira.
Aristofane fa politica contro un certo tipo di governo, in un discorso che rientra
nell’ideologia della città. Il ruolo delle donne ad Atene avevano un ruolo subordinato e
quindi Aristofane presenta le donne al potere o le donne che fanno lo sciopero del sesso e
quindi impediscono la guerra.
La commedia antica ha alcuni elementi collegati con la cultura precedente PARODIA
prendere qualcosa di importante ed applicarlo a qualcosa di meno valido: nella commedia
la parodia in due casi:
1. azioni o parole di eroi attribuite ai cuochi;
2. prendere certi versi e cambiare qualcosa al loro interno trasformando in qualcosa di
ridicolo.
La commedia politica antica le sue caratteristiche sono: la forma del GIAMBO (cioè la
violenza verbale), oppure molte volte i personaggi politici vengono chiamati e attaccati per
nome.
Aristofane maestro dell’arte comica, questo tipo di comicità che privilegiava la staticità
dell’azione e non il movimento, non ha fatto nella storia del teatro occidentale molta
fortuna. Nella commedia molto spesso lo svolgimento è molto limitato, non c’è una
linearità nello svolgimento.
Nella commedia sono importanti due elementi:
- PARABASI: momento in cui si sospende la funzione teatrale, si rivolgono al pubblico e 23
fanno un discorso teatrale o politico, discorso che prescinde dall’azione teatrale;
- AGONE: momento in cui due personaggi si contendono tra di loro e fanno un agone
verbale come nelle Rane che può essere essenziale per l’azione tragica o avulso
dall’azione tragica.
Negli Uccelli l’azione dura pochissimo e nella maggior parte sono scene.
Rimane la commedia un teatro chiuso nel V secolo a.C., ritorna fino a noi perché
Aristofane è stato considerato un modello di lingua da imitare in epoca bizantina mentre
Menandreo fu un autore casto senza oscenità ma il periodo medievale non fu copiato
Menandreo ma come modello linguistico fu meglio Aristofane.
ARISTOIFANE (ultimi 30 anni del V secolo), suo esordio nel 430 a.C., fasi tra il 430-390
a.C. e mostrano l’evoluzione anche del gusto teatrale. Dalle sue primissime opere
ACARNESI contro la guerra contro Creone e prende in giro il governo democratico, che il
demos si faccia allettare dai cavalieri. L’opera più importante nel primo periodo sono le
NUVOLE, opera più rappresentata di Aristofane, motivo di tipo culturale la presa in giro
verso l’elité culturale che comandava in Atene, era qualcosa di nuovo e negativo delle
persone legate alla cultura tradizionale: contrasto tra la cultura tradizionale di Atene e la
nuova cultura rappresentata che educa alla debolezza e al vizio; e in questo rientrano vari
fattori dalla musica alla religione degli dei tradizionali, con le nuvole e i fenomeni
atmosferici come fenomeni naturali. La tradizione religiosa voleva che una delle
caratteristiche del dio supremo (Zeus) fosse quella di far piovere. Il contadino
STERPSIADE, il figlio aveva un sacco di debiti per il gioco di cavallo, sa quindi ce che la
scuola di Socrate in cui si insegna una grande virtù di dire le cose giuste che diventano
ingiusto e viceversa. Platone mostro come un filosofo contro la cultura dei sofisti che
ingannano dicendo che il giusto dell’ingiusto sono concetti relativi e qui Aristofane vede
Socrate come persona in cui giusto e ingiusto sono relativi. Sterpsiade entra nel pensatoio
di Socrate mentre stava studiando per aria le nuvole (guardando le nuvole con il sedere),
pensa di mandare il figlio che va e impara bene la lezione e quando arrivano i creditori
riesce con una serie di sofisti a non pagare i creditori. Poi il figlio inizia a picchiare il padre
(sacrilegio per la mentalità greca) e con un discorso molto logico gli dimostra che ora è
giusto che ora picchi il padre e quindi Sterpsiade non lo può più e brucia la scuola di
Socrate. Nell’agone delle Nuvole discorso giusto e discorso ingiusto. Testimonianza di una
mentalità, Artisofane le scrisse più volte le Nuvole le prime non erano state accolte bene.
Le Nuvole ci mostrano come nella popolazione media abituata ai valori tradizionali come
potesse essere vista questa elit culturale. Rappresenta una contrapposizione tra i valori di
quest’elit culturale e quelli tradizionali. La musica era un elemento essenziale per la messa
in scena di quei templi.
Molto interessante di Aristofane non rappresentava a queste eli culturali, lui prende in giro
sia gli estremisti della cultura tradizionale sia gli estremisti della nuova cultura.
Le Grandi Dionise con la tragedia e ilo dramma satiresco era una specie di tragi-
commedia con il coro fatto dai Satiri e agoni solo comici come le Lenee veniva
rappresentata la commedia. Anche la commedia era rappresentata in feste religiose, infatti
in prima fila era presente il grande sacerdote del dio Dioniso e Dioniso viene
rappresentato nella commedia in situazione comiche nelle Rane Dioniso se la fa addosso
per la paura.
Oltre alle Nuvole del primo periodo della vita di Aristofane, poi in un secondo momento: 24
VESPE (prende in giro la passione dei Greci per il tribunale) e la PACE (di tipo politico) e
nel 415 -> anni della spedizione di Sicilia -> LISISTRATA (le donne fanno lo sciopero del
sesso in modo che Spartani e Atenesi facciano la pace); UCCELLI.
Negli UCCELLI due Atenesi che sono stanchi della guerra e dei processi e vanno nel
mondo degli uccelli per creare una nuova città, sono molto rappresentati come opera
comica sono un opera molto statica che convincono gli uccelli e poi serie di scenette che
dovevano far ridere, letti in maniera diversa da come erano originariamente. Ade ha una
lite con gli dei e gli dei devono essere servi degli uccelli padroni dell’aria. Il discorso
sull’UTOPIA, è basata sul luogo non luogo, una proiezione fantastica. Gli uccelli
riprendono un motivo tradizionale molto antico in età Sumerica della costruzione di un
edificio in aria che ritorna nei racconti. La variante di Aristofane è la città fantastica che poi
diventa dominatrice: commedia che doveva far ridere e servire per dare divertimento verso
un mondo che non esistevano le rappresentazioni.
Lezione n. 9 – 11 dicembre
Le Rane di Aristofane, fu un grande capolavoro del teatro antico, prima vera grande opera
di metateatro (teatro sul teatro), opera letteraria e musicale, fondamentale è il modo di far
teatro e importante anche la musica. L’opera è datata al 405 a.C. (fine del V secolo a.C.)
anno in cui dopo la rappresentazione delle Baccanti Euripide muore e proprio durante la
stesura dello spettacolo muore anche Sofocle, perché Sofocle è una figura secondaria
entra di straforo nell’opera. L’opera rappresenta un amore ed odio per Euripide, in
Macedonia era morto Euripide e presenta la sua morte.
Le Rane presentano Dioniso che con un servo vuole andare nell’Ade perché non vi è più
grande teatro e quindi bisogna andare nel mondo dei morti a ritrovare i grandi autori di
teatro. Nella prima parte delle Rane viaggio-comico di Dioniso verso l’Ade per cercare
Euripide. Dioniso è accompagnato da un servo SANTIA che monta un asino, il viaggio è
denso di frasi comiche. All’interno di questa tragi-commedia vi sono delle prese in giro
degli dei, come dio Dioniso buffonesco, pauroso come un vigliacco. Non sa che strada
prendere quindi va a Lesbo per chiedere a Eracle. Cambiarsi i vestiti: Dioniso e il servo
Santia si cambiano i vestiti varie volte, si traveste da Eracle e viene uno che lo vuole
picchiare, si traveste poi da Santia e poi incontrano delle donne che vogliono Eracle, poi
ad un certo punto Dioniso per paura se la fa addossa e in prima fila nel teatro vi era il
sacerdote del dio. Attore che si cambia vestito molto presente nel teatro successivamente.
Serie di commedie in cui l’EQUIVOCO diventa l’elemento nelle commedie.
Due elementi dell’opera delle Rane di Aristofane:
- del carnevale (ribaltamento di ruoli tra servo e padrone);
- molto spesso nel cambio dei vestiti si è visto questo elemento teatrale in chiave
psicanalitica, due aspetti dell’animo umano: contrapposizione tra due persone che in realtà
sono la stessa una comica e l’altro eroica.
La cultura teatrale del Nord Europa ha tratto nell’elemento del DOPPIO una chiave
psicanalitica. Importante come i testi antichi furono rivissuti in altre culture.
Dioniso quando attraversa la palude che separa il mondo dei vivi a quello die morti si trova
il barcaiolo Caronte, che nella barca ha il posto solo per una persona, durante questo 25
viaggio inizia il coro delle Rane (che darà poi il titolo alla Commedia, le rane compaiono
solo in quest’occasione, l’altra parte il coro sarà il coro dei beati). Il coro delle rane
ricostruiscono in maniera perfetta quella che è la NUOVA MUSICA. Le rane cantano e
Dioniso è scocciato per il caos del rumore delle Rane e alla fine Dioniso anche lui canta e
viene sconfitto dalle Rane.
Gli strumenti che accompagnavano la commedia e tragedia era strumenti a fiato (come
l’aulos) e gli strumenti a corda. Nelle Rane è molto importante l’aspetto musicale, nelle
Rane inizia ad avere preminenza lo strumento a fiato (l’aulos) e nelle Rane importante lo
strumento musicale. Molte volte le Rane non sono state ben intese perché compreso solo
il livello letterario e non la musica, che aveva un importanza primaria: non esisteva teatro
senza musica. Nell’ultimo Euripide il coro inizia a fare un passo indietro, differenziazione
tra le parti corali e nelle parti recitate. Lo strumento a fiato diventa in questo momento più
importante, lo strumento a corda tradizionale aveva 4 corde poi diventa con 7 corte
(tentacordo), poi 12 corde in modo che si potessero imitare gli intervalli dello strumento a
fiato. Idea che la musica tradizionale fosse una musica tradizionale e lo strumento a fiato
fosse una musica sensuale.
Dioniso si trova nell’Ade di fronte alla disputa avviene tra i due autori del teatro antico:
Eschilo “re della tragedia dell’Ade” ed Euripide, avviene una disputa per chi sia il migliore.
Euripide ed Eschilo si prendono in giro, con scene divertenti. Euripide prende in giro
Eschilo perché a volte usa parole complicate che si capisce poco, Eschilo con un
linguaggio “di tipo barocco”. Momento interessante in cui la critica è dal punto di vista
musicale: Euripide afferma come Eschilo usi “plat tratto platto”. Risponde Eschilo a questa
presa in giro di Euripide, Eschilo dice che la sua musica era una grande musica mentre
quella di Euripide è una “musica presa dalle prostitute, basta che arrivi una ragazzetta con
le nacchere”.
Alcuni ritengono che lo scontro è tutto a favore di Eschilo, ma non è vero, dichiamo che lo
scontro è paritario e ritorna nella commedia l’elemento politico che è un elemento
importante, coinvolge la polis, la comunità. Il finale è politico, Dioniso è arrivato sull’Ade
per portare Euripide tra i vivi, ma si trova di fronte ad una situazione imbarazzante: perché
lo scontro era il parità e quindi la domanda di tipo politico, cioè quale consiglio dare alla
città? Mentre Euripide da una risposta non pratica, Eschilo richiama gli elementi morali e
cardine della polis atenese che avevano fondato la città Atenese. Sceglie Eschilo visto che
vuole avere una persona politicamente utili. Il finale della commedia è molto utile, perché
la funzione del teatro non è solo di divertimento ma con una valenza anche civile,
questa fu la risposta di Afristofane, il cui teatro parla più di sesso che di cibo
(successivamente meno di sesso e più di cibo). Aristofane nelle sue opere è un teatro con
valenza civile, ha una sua funzione all’interno della polis. Le Rane si conclude con il fatto
che Eschilo e Euripide sono due grandi autori ma se pensiamo alla funzione civile del
teatro era maggiore per Aristofane quello eschileo.
L’ultima opera di Artisfone è un opera molto diversa, nei primi anni del IV secolo
(composta circa nel 390 a.C.), il Pluto (dio della ricchezza), nel IV secolo a.C. in Grecia è
un tipo di cultura “filosofica” ma spicciola con etica e morale. Pluto dio della ricchezza era
un dio cieco. Nel Pluto la parte corale è poca, è un’opera diversa sulla ricchezza ma è un
autore che non crede più al teatro.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher briciola_90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dello spettacolo antico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bologna - Unibo o del prof Tosi Renzo.
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