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Eschilo Trilogia Troiana di Agamennone sono tre tragedie collegate tra loro].
Le tre tragedie di Sofocle sono tre tragedie legate al mito Tebano in momenti differenti:
- ANTIGONE: composta alla fine degli anni 40, ci sono allusioni che mostrano omaggi al
compositore Pindaro. Siamo nel momento in cui Atene è governata da Pericle. L’Antigone
presenta allusioni molto chiare alla figura di Pericle;
- EDIPO RE: data non sicura, forse alla fine degli anni 30 (altri postano la data circa 15
anni dopo), mostra una città dilaniata dalla peste raccontata da Tucidide;
- EDIPO COLOMO: opera dell’ultima parte della vita si Sofocle, alla fine del secolo 405-
404 a.C., quando Atene conosce la sua grande sconfitta. Il gusto teatrale è cambiato:
opera in cui si nota una grande trasformazione della morale tradizionale, la tragedia greca
a partire dall’Agamennone è importante il concetto della responsabilità umana che cambia
fortemente nell’Edipo re e dell’Edipo Colomo.
Antigone ebbe molto fortuna nella cultura Occidentale, diventa la grande opera nel
Novecento periodo in cui ebbe fortuna grazie a due riprese da due importanti
drammaturghi. L’Antigone rappresenta una scontro: i due figli di Edipo sono morti nello
scontro. La città di Tebe che si è salvata, vede in Pollice un invasare; il re di Tebe,
personaggio che “non avrebbe mai creduto di fare il re”, sarà un re che opera per il bene di
tutti. Il re Creonte ordina che vi sia una differenza, nella mentalità arcaica della religione
greca, che il cadavere di Pollice rimanga insepolto questo è un punto di forte sensibilità
nei greci. LO scontro in Antigone è tra la polis rappresentata da Creonte contro la legge
del genos della “famiglia allargata” -> due doveri polis e genos verrà ripreso da Hegel. La
figura di Creonte allude per certi versi viene chiamato “strategeos” che in quel momento
era Pericle. Vi sono studiosi che parlano di “ideologia greca” la polis, la comunità della
polis doveva essere superiore a tutto -> ideologia della città (polis come costruzione
superiore a tutto quanto). Questo scontro nella tragedia finisce nel modo più tragico che
muoiono tutti: Antigone che ha sepolto il fratello (dovere della polis per la sorella), viene
poi imprigionata e sepolta viva. Creonte ha poi una punizione terribile nel teatro greco:
rimanere vivo quando tutti i suoi cari sono morti come anche Giasone in Medea. Letto
nella mentalità politica del tempo che se non si vuole arrivare ad un massacro bisogna
arrivare a dei compromessi, se si mantengono entrambi i forti schieramento si va ad un
massacro, molto coerente con il fatto che in quegli anni Sofocle era impegnato
politicamente.
L’Antigone è vista in maniera diversa in quanto era percepita a quei tempi: diventa
fondamentale in Antigone il punto che risponde agli attacchi di Creonte che fa riferimento
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alle leggi non scritte, uno dei traguardi erano le leggi Atenesi erano leggi scritte
(legislazione da far riferimento), Antigone dice che esistevano leggi non scritte che erano
importanti da far riferimento, sono leggi non scritte che dice Antigone che vengono dagli
dei (leggi non scritte nel V sec a.C. che vengono dagli dei). Le leggi non scritte sono quelle
Panelleniche che servono per tutta la Grecia. Le leggi scritte che vengono dagli dei sono
quelle di Antigone è stata vista come colei che difende le leggi divine o nel Novecento
come colei che difende la libertà contro la tirannide; perché anche Antigone non vuole
compromessi. Nelle opere del Novecento Antigone è un personaggio positivo che si
scontra contro un tiranno (come Blech è Hitler, rappresenta la resistenza tedesca di Hitler).
In Anui: Antigone era la fanciulla che si era ribellata e poi era stata giustiziata, scrive Anui
nella Francia occupata, rappresenta uno scontro di generazionale tra il vecchio e la
giovane adolescente.
Lezione n. 4 – 18 novembre
Due importanti riletture della tragedia di Antigone di Sofocle, soprattutto nel Novecento:
Blech scrive due versioni dell’Antigone una subito dopo la guerra, l’altra dopo gli anni
Cinquanta con trasformazioni notevoli del plot come fosse stata una resistenza tedesca
rappresentata da Antigone. Nel Novecento vi è un’altra quella di Anui rappresenta uno
scontro generazionale invece che un contrasto sulle ideologie come in quella di Sofocle tra
Creonte è un saggio e politico, Antigone è una giovane adolescente. Inoltre le tragedie di
Antigone sono collegate all’eutanasia, malattia terminale -> Antigone in chiave moderna la
morte di Polinice come malato terminale.
Sofocle è importante per molte opere che hanno dato molto alla cultura dell’età moderna e
contemporanea, per Euripide grande mito del teatro del Seicento per Sofocle è stato un
grande autore e maestro che ha parlato tra la fine dell’Ottocento e Novecento. Sofocle è
un grande autore a cui sono rifatti molti artisti nel Novecento (come omaggi di Wody
Hallen nella “La dea dell’amore” è una ripresa di passi sofoclei). Importante tener conto il
contesto storico in cui lavorò Sofocle: siamo partirti dall’Antigone anche se gli avvenimenti
storici dell’Edipo Re sono precedenti a quelli dell’Antigone, tra l’Antigone e l’Edipo re
passano circa 13 anni o anche di più. L’Edipo RE è una delle grandi opere della cultura
occidentale, ripresa nel Novecento: è un opera che ha sempre colpito e avuto fortuna
perché ha il plot (la trama tipica del giallo), una delle problematiche che troviamo in
Sofocle è quella della conoscenza (CONOSCENZA elemento che troviamo in tutte le
opere di Sofocle) e nell’Edipo Re rappresenta una conoscenza acquisizione graduale
attraverso un indagine -> un passo importante dell’Edipo re consiste in quello che si
chiama IRONIA TRAGICA con la differenza sostanziale che quello che sanno i protagonisti
della vicenda è quello che sa lo spettatore. Elemento tipico e importante del teatro
antico in cui nella tragedia tragica perché nella poesia tragica ci si trova di fronte
uno spettatore che conosce il mito, i personaggi e le caratteristiche fondamentali
dei personaggi(come di Edipo re sa bene che Edipo ha ucciso suo padre e sposato suo
padre), mentre lo spettatore della commedia non conosce i personaggi. Sofocle gioca sul
fatto che il pubblico conosce la storia, e può allora mostrare come nei personaggi vi
sono diversi livelli di conoscenza. Edipo e Giocasta rappresentano due mentalità differenti:
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Edipo è colui che vuole sapere, vuole sapere fino in fondo come stanno le cose a Giocasta
interessa che la comunità non sappia, gli interessa come lei è vista dagli altri in basse a
quell’elemento della comunità morale. Non importa come sei tu ma come gli altri ti vedono
(all’inizio dell’Iliade Achille si infuria perché gli rubano la schiave Criseide che
rappresentava la potenza rispetto agli altri) -> mentalità arcaica come gli altri ti
considerano non come eri.
Libro di Dodds “I Greci e l’irrazionale” che parala di una civiltà di vergogna arcaica (che
conta come tu sei visto dagli altri) e una civiltà di colpa. Nella civiltà greca si passa da
una società della vergogna in cui non conta chi sei ma come gli altri ti considerano nella
comunità ad una civiltà della colpa che conta come sei tu -> passaggio ad Atene alla fine
del V secolo a.C., ,la civiltà della colpa diventerà importante poi con il Cristianesimo. Nella
tragedia vi è una diversa concezione della responsabilità umana. Nella cultura atenese del
V secolo a.C. inizia il discorso della retorica e della sofistica che porta avanti che sia
l’individuo in se che costruisce la verità. A livello di democrazia atenese e di una
responsabilità dell’individuo aumenta per un modo di vedere la funzione dell’uomo come
nella sofistica in cui l’uomo diventa centrale. Nel V secolo vi è una separazione tra la sfera
pubblica e quella privata, quest’ultima molto più forte che nel periodo arcaico. I gruppi
sociali (eterie) si conoscevano e condividevano la stessa impostazione, una stessa visione
politica e stesso gruppo di genes era fondamentale riconoscersi in quella eterie.
Elemento nodale della poetica di Sofocle è quello della conoscenza e l’elemento che
emerge è l’interesse per la sofferenza, Sofocle è un medico ed emerge il linguaggio del
dolore. Nell’Edipo re nella città vi è la peste quindi si manda un oracolo per capire come
mai nella città vi è la peste. Tucidide nella peste di Atene del V secolo a.C. prende in giro
gli oracoli, l’oracolo diversa che ci sarebbe stata una guerra contro Sparta e ci sarebbe
stato non si capisce bene se aveva pronunciato l’oracolo LIMOS (fame) o LOIMOS
(peste): carestia o pestilenza e quindi Tucidide prende in giro l’oracolo nel periodo in cui vi
è la peste ad Atene e Tucidide prende in giro gli oracoli.
Si interroga l’oracolo e dice che “vi è una persona che ha contaminato la città, l’uccisore
del vecchio re”, indagine di Edipo che va a vanti con la scoperta della verità. Conclusione
Edipo entra nella reggia per Giuseppe Serra “Edipo entra nella reggia perché il male è
dentro di noi e dobbiamo dominarlo all’interno di noi stessi”.
Edipo re è un opera grandiosa e molto importante perché nel Novecento viene ripresa
dall’importante filosofo e psicanalista Sigmund FREUD prende l’Edipo re come spunto per
fare una cura di alcuni problemi, lo spunto del pensiero di Freud è una frase che ad un
certo punto dice Giocasta per fare in modo che Edipo si calmi dal suo desiderio di
conoscere la verità, l’oracolo gli aveva rivelato che avrebbe ucciso suo padre e sposato
sua madre, quindi lui fugge dalla città e arriva a Tebe durante la strada si trova un vecchio
che per il diritto di precedenza lo ammazza. Il mito poi arriva a Tebe, che era in una
situazione difficile era ricattata dalla Sfinge, Edipo riesce a sconfiggere la Sfinge
risolvendo il suo indovinello e viene preso e portato a Tebe. Gli studi antropologici di
FRAZER, sotto questo mito ci doveva essere una pratica di successione della regalità, era
vissuta come una successione violenta che doveva sfidare il re precedente e ammazzarlo
e poi sposare la moglie dell’ucciso. Ma in questo discorso bisogna tenere presente che il
era una specie di responsabile della comunità, quindi se la comunità stava bene il re era
buono, mentre se andava male il re era messo sotto accusa -> ma di questo in Sofocle 13
non è presente. Ma vi è