Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
1. DUE CASI PARTICOLARI: RUSSIA E GIAPPONE
La condizione dei servi in Russia
Popolazione russa conobbe incremento più consistente fra i paesi europei (non fu elemento positivo per la
Russia perché è causato dalla necessità dei contadini di avere più figli per ottenere maggiore assegnazione di
terra)
Problema principale era la permanenza della servitù della gleba (servi 2\3 della popolazione)
servi che appartenevano ai pomesciki (proprietà battezzata dei loro signori); servi che dipendevano dallo
stato (condizioni migliori, meno obblighi); servi della famiglia imperiale (condizione intermedia)
L’emancipazione dei servi
Durante la guerra Crimea emerse l'arretratezza del paese. Si comprese che per affrontare una guerra
moderna era necessaria una mobilitazione generale di uomini liberi (1861 zar Alessandro II decreto
l'emancipazione dei servi).
Furono concesse ai servi terre e casa dove abitavano in uso permanente dietro il canone annuo al
pomesciki.
Non avevano la proprietà della terra ma potevano riscattare terre e diventare proprietari pagando una
somma al signore
pari alla capitalizzazione del canone al 6%.
Stato anticipò 80 % di quanto dovuto con obblig.ni statali a interesse annuo, contadini dovevano
pagare il restante 20 % e rimborsare Stato in 49 anni
Terre furono affidate alle comunità di villaggio (mir) riscuotevano le annualità e le imposte
personali dei contadini
Le condizioni si fecero sempre più difficili e il malcontento aumentò,
Dopo rivoluzione nel 1905 il 1 ministro Stolypin fece una riforma agraria per formare una classe di
piccoli proprietari (cellula fondamentale dello Stato). La riforma prevedeva: possibilità di uscita dai Mir,
ottenere apprezzamento di terra e una casa in piena proprietà e il condono degli arretrati (si formò categoria
di contadini ricchi kulaki)
L’industrializzazione della Russia zarista
Sviluppo industriale realizzato dal 1890 al 1900 con un tasso di crescita della produzione dell'8%
all'anno
Industria siderurgica progressi potendo contare su ricchi giacimenti di carbone del bacino di DONETS e
di minerali ferrosi a KRIVOY ROG
Produzione di petrolio rinvenuto nel CAUCASO fece della Russia 1 produttore al mondo fino al
1900
Ferrovie inizialmente finanziate con capitale estero success costruite con l'intervento diretto dello
Stato
Lo stato si impegna ad attirare capitali esteri accogliendo imprenditori stranieri in grado di
importare tecniche denaro
Sistema bancario il compito di garantire stabilità della moneta affidato alla banca di Stato
La società giapponese e l’apertura all’occidente
Metà 800 la struttura sociale: al vertice l'imperatore, lo shogun (dittatore militare), 250 daimyo 500.000
samurai, popolo. era proibito cambiare condizione un mestiere
Inizialmente Giappone chiuso alle influenze estere (divieto di commerciare con gli occidentali)
Americani nel 1854 costrinsero il Giappone ad aprire i porti al commercio con gli occidentali (stipulati
trattati commerciali con US)
Con Mutsushito finì lo shogunato grazie a una ribellione dei daimyo. Inizia così processo di modernizzazione
Le riforme e la modernizzazione del Giappone
Giappone ricorse a varie riforme per abolire feudalesimo e ricorrere alla tassazione della terra
(per ricavare risorse finanziarie da destinare al processo di rinnovamento)
Eliminò distinzioni fra classi,restituì terre feudali dei daimyo all'imperatore che restituì agli espropriati
con indennizzo.
Molti samurai vennero liquidati con titoli di Stato e poterono dedicarsi agli affari
Popolazione passò da 32.000.000 nel 1850 a 52 nel 1913
L'occidentalizzazione favorita dalla cultura giapponese fondata su valori di dovere, lealtà e
rettitudine (non in contrasto con i principi occidentali infatti accolse consiglieri occidentali che lo aiutassero
nel processo di modernizzazione)
Industrializzazione fu principale obiettivo, il governo finanziò la costituzione di imprese dando vita
a un capitalismo di Stato
(lo stato inizio accedere parte delle imprese alla nuova classe di imprenditori che si era costituita)
Sistema bancario si ispira ai modelli occidentali (fondate banche miste).
Nel 1822 costituita la banca del Giappone con monopolio d’emissione e il compito di stabilizzare la
moneta (yen)
Indennità sostenuta dalla Cina sconfitta permise al Giappone di aderire al Gold standard
2. L’ECONOMIA DELL’ITALIA UNITA
L’Italia al m omento dell’Unità e il divario Nord-Sud
Italia presentava un agricoltura arretrata , un'industria quasi inesistente, una rete ferroviaria limitata, una
Marina costituita di velieri e un sistema bancario inadeguato.
Ulteriore problema era l'insufficienza di capitali e un divario regionale
(presi in considerazione pil, infrastrutture, credito, istruzione e vita media era evidente e l'arretratezza del
Mezzogiorno)
L'agricoltura settentrionale prevedeva grandi aziende agrarie
L’agricoltura meridionale ne era sprovvista e vedeva la prevalenza della cerealicoltura espressiva e
della pastorizia.
Settore industriale era basato ancora sull’artigianato e sul lavoro a domicilio sia nord che a sud
Industrie meridionali favorite dal protezionismo furono maggiormente esposte alla concorrenza quando
dopo l'unità si adottò la politica del libero scambio
Popolazione dell'Italia tra il 1861 e il 1911 video un incremento del 40% passando da 26 a 36
milioni di abitanti
Istruzione poco diffusa (70% della popolazione era analfabeta) nella parte settentrionale
prevalevano studi scientifici tecnici ed economici, nel Mezzogiorno studi classici, avvocatura e medicina
L’unificazione delle strutture economiche
realizzata l'unificazione politica ancora incompleta fu necessario unificare le strutture economiche del paese,
avvenne in vari step
Il nuovo regno si dotò di una moneta propria (lire italiana), L'Italia ha adottato così il sistema
bimetallico. moneta cartacea poco diffusa e il compito di metterle in circolazione spettava a 3 banche
(nazionale Toscana, nazionale sarda, Toscana di credito). Tentativo di giungere a un unico grande istituto
non riuscivo per la resistenza degli interessi economici locali
Unificato il debito pubblico per dare maggiore fiducia ai risparmiatori naz e agli investitori stranieri
Unificazione doganale attuata rapidamente per rispondere all'esigenza di creare un vasto mercato
naz
La scelta liberoscambista e i suoi effetti
Primo ventennio successivo all'unità caratterizzato dall’intervento dello Stato per dotare paese di
infrastrutture necessarie e
dalla scelta del libero scambio. Tale scelta fu questione di un ampio dibattito:
industriali volevano conservare la protezione, i proprietari terrieri si battevano per il libero scambio
La scelta era tra: puntare sull’industrializzazione con il protezionismo (avrebbe protetto le industrie dalla
concorrenza estera)
o sull'agricoltura con il libero scambio entrando nel merc. internaz come esportatore di prodotti agricoli e
importatore di manufatti. Prevalse quest'ultima (idea che Italia non avrebbe potuto competere con le naz
industrializzate per mancanza di capitali materie prime)
Gli effetti furono : un raddoppiamento delle esportazioni fra il 1861-30 e uno stimolo alla
specializzazione dell’agricoltura
Nel 1880 industria continuava a avere un peso inferiore rispetto agricoltura e settore terziario,
concentrandosi in alcune regioni del NORD dove vi erano piccole fabbriche tessili, siderurgiche e costruzioni
navali. Il lavoro a domicilio cominciò a scomparire
Il ruolo dello Stato e le sue fonti di finanziamento
Stato fece grandi sforzi per modernizzare il paese (ebbe ruolo sostitutivo dei prerequisiti dello sviluppo) e
cercò di sostenere le attività economiche con investimenti in opere pubb (aprire strade, creare e modernizz
porti, reti ferroviarie, marina a vapore naz)
Per sostenere le spese fece ricorso a fonti di finanziamento
Entrate tributarie
crebbero e derivavano da dazi di consumo, imposte su terreni, fabbricati e
ricchezza mobile. (pesante sul macinato)
Indebitamento pubblico
emise titoli sotto la pari (p. di vendita < v. nominale) per facilitare vendita.
Debito pubb triplicato in 20 anni
Vendita di beni demaniali
terreni e fabbricati appartenenti allo Stato e quelli confiscati agli enti
religiosi soppressi
Introduzione del corso forzoso dei biglietti di banca
Stato ricorse all’indebitamento con
banche d’emissione e sancì l’inconvertibilità delle banconote(agevolando prestiti a privati)
La crisi agraria e il ritorno al protezionismo
L’Europa fu colpita da crisi agraria (arrivo del grano americano e russo e di altri prodotti agricoli causò
riduzione dei prezzi)
L’Italia l’avvertì in ritardo (corso forzoso agì come protezione provocando svalutaz della moneta che
rendeva merci straniere + costose)
Le conseguenze: diminuzione della produzione e riduzione della superficie agricola coltivata
L’attività industriale conobbe notevole impulso: grazie a una maggiore disponibilità di capitali e alla
protezione accordata da alcuni suoi rami (attraverso una tariffa che sostituì dazi “ad valorem” con quelli
specifichi)
Crisi agraria e crescita industriale promosse COALIZIONE tra industriali e proprietari terrieri che chiesero
ritorno al protezionismo.
1887 adottata una tariffa (fortem protezionistica) con chiara scelta a favore dell’industrializzazione con
l’aiuto dello Stato
La crisi bancaria 1888-94
Fra 1888-94 paese scosso da una crisi economica e bancaria. Parte dei capitali affluiti all’estero (col
momentaneo ritorno alla convertibilità della moneta) si erano indirizzati alle speculazioni edilizie.
Stato intervenuto con cospicui finanziamenti che hanno interessato numerosi investitori (desiderosi di
partecip al grande affare edilizio)
Il boom delle costruzione cessò, gli investitori si trovarono in difficoltà e trascinarono con loro le banche
che li aveva finanziati
Banche di credito mobiliare travolte chiusero e venne costituita la Banca commerciale Italiana e del
Credito Italiano (banche miste)
Banca Romana fu al centro di un grosso scandalo per aver ecceduto nell’emissione di banconote e aver
finanziato alcuni politici
Stato costretto a intervenire con legge del 1893 (ridusse a 3 gli istituti di emissione: Banca d’Italia,
Banco di Napoli, Banco di Sicilia)
Il decollo
Dopo 1896 economia italiana riprese a crescere con tasso di crescita superiore al 5% (fino alla crisi 1907).
Periodo della Belle époque che coincide con l’età giolittiana.
Agricoltura giovò