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MODELLO SOVIETICO

Non esiste più, ma aiuta a comprendere alcuni elementi dei modelli economici. Il modello sovietico nasce, si costruisce, in Unione Sovietica, si struttura alla fine degli anni '20/'30 e dopo la Seconda Guerra mondiale dato che l'URSS amplia la sua sfera di influenza, questo modello viene imposto ad altri paesi controllati militarmente/politicamente e viene applicato anche da altri paesi non politicamente controllati dall'URSS come ad esempio in Cina in cui si crea uno stato con il partito comunista al potere che inizialmente fa proprio il modello sovietico con qualche variante.

Si tratta di un modello in cui la proprietà privata delle imprese è azzerata, in Unione Sovietica in particolare: non ci sono libere imprese in un libero mercato, ma il mercato (che è fondamentale nelle economie di mercato anche laddove ci sono politiche keynesiane) è sostituito dal ruolo decisore dello Stato, dell'amministrazione pubblica e...

Quindi del potere politico. È un sistema politico totalitario, a partito unico, non democratico, che gestisce lo Stato che si sostituisce al mercato che determina le regole economiche e l'azione economica. Lo stato diventa, nelle sue diverse articolazioni, il soggetto economico. Che questo soggetto economico si articoli in imprese o meno, queste imprese compiono scelte adeguandosi, gestendo sulla base di scelte compiute dall'amministrazione dello Stato.

Lo Stato fa delle scelte costruendo un piano di sviluppo. L'insieme delle scelte dello Stato si traduce in un piano economico: quanto, cosa e come produrre. Si parla quindi di economia pianificata o economia di piano. Economia pianificata è quella che sottende un controllo totale da parte dello Stato sulle attività economiche.

Il concetto di piano è un concetto che in un altro contesto possiamo usare anche noi. Se immaginiamo di essere manager di una società, è necessario che ci sia un piano.

Certi strumenti quindi non ci sono estranei, ma la pianificazione avviene in un'economia di mercato concorrenziale, in cui, magari, bisogna anche essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti di contesto il sistema sovietico non prevede competizione. Nell'economia pianificata invece è il potere politico che decide la produzione, non c'è domanda e offerta. Non esiste domanda e offerta, ma la produzione viene decisa dal piano che è deciso dagli organi del piano, dalla Gosplan che è l'amministrazione dello stato sovietico: è il ministero dell'economia e della pianificazione economica. Non c'è un concetto di domanda, ma un concetto di bisogno. Il decisore deve soddisfare quelli che ritiene essere i bisogni fondamentali della popolazione -> la popolazione si deve adattare. Tipicamente i bisogni sono stati bisogni di istruzione, di tempo libero, bisogni primari, i cittadini dovevano mangiare, nutrirsi.

Andare a scuola, avere un reddito che per un certo periodo di tempo risultava anche in crescita, e poi come bisogno del sistema, c'era anche un bisogno di modernizzazione del paese, di crescita tecnologica e anche di forza militare per cui i bisogni di sistema erano anche bisogni pubblici, non erano solo quelli della popolazione che erano quelli appunto di soddisfacimento di bisogni di base. È possibile dare una spiegazione del perché fossero individuati quei bisogni come bisogni da soddisfare. Pensiamo ai bisogni della popolazione. Nell'unione sovietica del 1928 quando Stalin mette a punto il sistema dei piani economici di sviluppo non era campato in aria come obiettivo politico quello di far mangiare i russi, quello di soddisfare dei bisogni alimentari di base, perché il paese veniva da una storia di enorme povertà in cui il problema della fame era un problema reale. Questo problema non era presente negli USA nel 1929, ma in Russia era un problema reale.

mondiale. L’industrializzazione diventa quindi un obiettivo prioritario per il governo sovietico. Per raggiungere questo obiettivo, vengono adottate diverse politiche. Innanzitutto, viene promossa la collettivizzazione dell'agricoltura, con l'obiettivo di liberare manodopera per l'industria. Questa politica, però, si scontra con la resistenza dei contadini, che vedono minacciata la loro proprietà privata. Ne segue una violenta repressione da parte del governo, con la confisca delle terre e la deportazione dei contadini che si oppongono. Parallelamente, vengono avviate grandi opere infrastrutturali, come la costruzione di strade, ferrovie e centrali elettriche. Vengono anche create nuove industrie, soprattutto nel settore pesante, come l'industria siderurgica e quella chimica. Queste politiche portano a un rapido aumento della produzione industriale, ma al costo di enormi sacrifici umani e di gravi problemi sociali. Infatti, l'industrializzazione accelera l'urbanizzazione, con milioni di contadini costretti a trasferirsi nelle città in cerca di lavoro. Le condizioni di vita sono estremamente precarie, con sovraffollamento, mancanza di servizi e bassi salari. Inoltre, l'industrializzazione porta anche a un aumento delle disuguaglianze sociali, con una classe operaia sfruttata e una classe dirigente privilegiata. Nonostante tutti questi problemi, l'industrializzazione dell'URSS ha avuto successo nel raggiungere l'obiettivo di trasformare il paese da una economia agricola a una economia industriale. L'URSS diventa una potenza industriale e militare di primo piano, in grado di competere con gli Stati Uniti e l'Europa occidentale. Tuttavia, il prezzo pagato per questo successo è stato molto alto, con milioni di vittime e gravi problemi sociali. L'industrializzazione forzata ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'URSS e ha avuto conseguenze durature sulla società russa.mondiale, che è stato ridimensionato. È una scelta che deve dare all'URSS la capacità di reagire agli attacchi ed è ciò che succede nella Seconda Guerra mondiale. L'attacco arriva e con fatica l'URSS è in grado di reagire. La capacità di reazione militare è molto legata al fatto che l'obiettivo di un'industrializzazione veloce era stato centrato negli anni '30 e quindi l'URSS era in grado di rifornire il proprio esercito con armamenti, esercito che era impegnato contro l'esercito tedesco. Dopo la Seconda guerra mondiale la forza militare nel confronto con gli Stati Uniti è una costante. Dal punto di vista politico sono legittime entrambe le visioni: sia quella che attribuisce all'URSS una volontà di espansione politico militare sia quella che sottolinea la capacità militare di difendersi. Sia come sia dopo la Seconda guerra mondiale, il governo sovietico ritieneche il bisogno di essere forti nelle tecnologie di punta (militari e corsa allo spazio) sia prioritario. Questo discorso dei bisogni da soddisfare sia della popolazione che di sistema determinano a livello di piano le scelte su cosa produrre, che beni produrre. Nel modello della pianificazione c'è un grande utilizzo matematico delle matrici. Il concetto di questo sistema è un concetto input/output. Questo sistema centralizzato, che pianifica tutto, decide cosa bisogna produrre sulla base di questa analisi di bisogni e quindi determina quantità di beni da produrre: trattori per agricoltura, cereali per fare pane per sfamare la popolazione, magliette con cui si può vestire, armamenti, ecc... Un apparato che studia e traduce in matrice gli output e gli input necessari. Esempio: produzione cereali deve avere un determinato andamento nel quinquennio output è x. Il sistema a matrici indica ad esempio quanti trattori siano necessari per raggiungere quell'output.e di conseguenza ad esempio quanti pneumatici e ancora quanta gomma, ecc... è un sistema con una burocrazia che si sostituisce al mercato che deve calcolare tutte queste cose e deve farle quadrare. Dal punto di vista dello sforzo elaborativo non è un sistema banale, però è un sistema pesante che deve prevedere tutto e deve prevedere anche (e questo è sia un input che un principio politico) la piena utilizzazione della forza lavoro, è un modello infatti che non prevede domanda e offerta di lavoro, ma è un modello che prevede che tutti i cittadini abbiano diritto al lavoro e che debbano trovare occupazione in quei settori per cui è prevista da sistema una determinata esigenza di forza lavoro. Quindi ad esempio quanti saldatori sono necessari per soddisfare l'output del piano Il sistema della formazione scolastica professionale deve garantire la presenza di x saldatori. (ci sono segmenti anche nei nostri sistemi in cui)

c'è una pianificazione di questo tipo, molto rigida, come ad esempio medicina. Da questo punto di vista per chi entra in quel percorso c'è un grosso vantaggio che è quello di completa occupazione). Nel sistema sovietico questo vale per qualsiasi tipo di lavoro. C'è poi una visione del lavoratore come input nell'economia pianificata. Tutti i soggetti che producono devono rispettare delle indicazioni. C'è però un minimo di dialettica tra le parti. Nella definizione del piano ci sono i funzionari pubblici che a cascata definiscono gli obiettivi di un settore e poi gli obiettivi di un settore diventano gli obiettivi di una somma di imprese del settore che devono realizzare ciascuna quanto affidato come obiettivo dal piano e devono d'altra parte poter disporre di fattori produttivi per soddisfare gli obiettivi del piano. Queste imprese, le singole unità economiche, hanno dei responsabili e questi dialogano con

I decisori responsabili del piano. Per esempio, gli uffici del piano che si occupano di siderurgia decidono che in un quantitativo di acciaio da produrre in URSS, la grande azienda x ne debba produrre una certa quota e lo decidono discutendo con il responsabile dell'impresa il quale ha tutto l'interesse a discutere gli obiettivi da un lato farà sì che gli obiettivi non siano troppo elevati per le capacità produttive dell'impresa, dall'altra cercherà di ottenere più materiali, più forza lavoro, un miglioramento degli impianti. Si apre quindi una fase di discussione per cui gli obiettivi non sono interamente decisi dall'alto, ma sono frutto di una contrattazione che coinvolge coloro che sono figure apicali all'interno delle imprese che devono concorrere alla realizzazione del piano. C'è quindi una certa contrattazione all'interno di un sistema però molto molto rigido.

Osservazioni su questo sistema: ha avuto dei risultati che non sono stati eguali nelle diverse fasi dell'astoria dell'URSS. Questo sistema presenta alcuni vantaggi e numerosi svantaggi.

Vantaggi: è possibile concentrare risorse in settori considerati strategici e che effettivamente lo sono. Nell'astoria dell'URSS abbiamo una concentrazione di risorse nel soddisfare bisogni di base della popolazione (fine anni '20, e poi '30, '40, '50, obiettivo realistico che viene centrato in un paese che partiva da condizioni comunque di arretratezza, in cui quindi la necessità di soddisfare questi bisogni di base era assolutamente reale), nel costruire una base industriale (molto sforzo viene fatto per dotare l'unione sovietica di una base industriale accelerando il processo di industrializzazione). Quindi produzione di impianti industriali che mettano in moto un velocizzarsi del processo di industrializzazione del paese. All'interno di questo

Il processo di industrializzazione che deve essere stimolato molto (anche qui obiettivo realistico) ha un peso importante nella produzione di armamenti. Su questo frangente è stato ottenuto il risultato: vittorian

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A.A. 2021-2022
129 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AleDelu33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni economiche internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Doria Marco.