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L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA
Vari studiosi hanno inteso individuare le origini della guerra fredda nei contrasti e nei
sospetti manifestatisi durante il secondo conflitto mondiale tra i membri della grande
alleanza. Il confronto globale tra Occidente e Oriente mostrò tratti molto forti e
coinvolgenti soprattutto a partire dall’immediato dopoguerra, caratterizzando così sia
le relazioni internazionali sia le vicende interne di quasi tutti i paesi del mondo e
dando origine a quello scontro politico-ideologico, economico-sociale e militare definito
“guerra fredda”.
All’indomani della scomparsa di Roosevelt nel 1945, si apriva a San Francisco la
conferenza che nel volgere di un mese avrebbe condotto alla redazione della versione
finale della carta dell’ONU, alla presenza dei rappresentanti di 50 nazioni. La carta
sarebbe stata ufficialmente firmata il 26 giugno 1945.
Tra il 1945 e il 1946 veniva inoltre istituita una serie di organismi dipendenti dall’ONU,
come:
- L’organizzazione mondiale della sanità (OMS)
- L’organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO)
- Il Fondo per l’infanzia (UNICEF)
Per quanto riguarda invece le trattative di pace, esse ebbero inizio con la conferenza
dei ministri degli Affari esteri delle quattro potenze (istituita a Potsdam). Questo
organismo iniziò i suoi lavori nel 1945 e nella capitale francese di tenne la conferenza
detta “dei ventuno”, vale a dire di tutti gli stati che avevano dichiarato guerra alla
Germania e ai suoi alleati. I testi dei trattati vennero siglati dai rappresentanti dei
vincitori e dei vinti il 10 febbraio 1947 a Parigi.
Inoltre tutti i cinque ex alleati della Germania vennero sottoposti a forte limitazioni sul
piano militare e costretti ad accettare onerose riparazioni.
Ben più serie furono le difficoltà concernenti il trattato di pace italiano e la situazione
dei confini dopo la guerra. Lungo il confine orientale, le forze comuniste di Tito non
solo presero possesso dei territori italiani dell’Istria e della Dalmazia, dando avvio ad
una sorta di pulizia etnica nei confronti degli italiani, ma per più di un mese
occuparono Trieste con un regime che si contraddistinse per la persecuzione non solo
degli esponenti fascisti, ma anche degli oppositori al fascismo non comunisti.
Il partito comunista jugoslavo aveva già provveduto durante la guerra ad eliminare
gran parte degli oppositori e avrebbe completato tale processo appena giunto al
potere nell’estate del 1945. Tito, che riteneva di godere di un’ampia autonomia
rispetto ai leader comunisti di altri paesi nonché del pieno sostegno di Stalin,
procedette dunque all’instaurazione di un duro regime comunista.
Londra e Washington esercitarono forti pressioni su Tito affinché ritirasse le sue truppe
da Trieste, pressioni dettate da una crescente ostilità nei confronti del generale.
Infine, l’Italia fu costretta ad accettare un trattato che venne giudicato duro e ingiusto.
Le forze armate vennero limitate fortemente e le unità della flotta furono in larga
misura spartite fra i vincitori. Vennero inoltre imposte pesanti riparazioni.
Particolarmente severe furono le clausole territoriali: l’Italia perdeva l’Istria e i territori
della Dalmazia, mentre restava irrisolto il nodo di Trieste, che avrebbe dovuto far parte
di un territorio internazionalizzato (il cosiddetto “Territorio Libero di Trieste”) sotto la
responsabilità di un governatore scelto dall’ONU.
LA CRISI IRANIANA
Nel 1941, dopo l’aggressione nazista all’URSS, Mosca e Londra avevano deciso di
occupare militarmente l’Iran:
- Per impedire una deriva filotedesca al governo
- Per mantenere il controllo sulle risorse energetiche del paese
- Per aprire una via di comunicazione diretta fra le potenze occidentali e l’URSS
In realtà Mosca cercò fin da subito di rafforzare la propria presenza in Iran, sia
sostenendo il locale partito comunista sia appoggiando le tendenze separatiste nel
nord del paese confinante con l’Azerbaigian sovietico.
Dopo la fine della guerra Stalin mantenne la presenza di unità dell’armata rossa nella
parte settentrionale dell’Iran ed esercitò pressioni sul governo iraniano perché
venissero affidate all’URSS concessioni sui giacimenti petroliferi. La questione venne
sollevata anche all’interno dell’ONU e Stalin dovette accettare il ritiro delle proprie
truppe in cambio di concessioni economiche.
IL CONTRASTO SUL FUTURO DELLA GERMANIA
All’indomani dell’occupazione del territorio tedesco e della nascita delle quattro zone
di influenza, ciascuna delle grandi potenze avviò una politica autonoma verso l’area
sotto il proprio controllo.
1) Per ciò che riguarda la zona di occupazione sovietica, in un primo tempo le
autorità russe esercitarono una brutale azione di rivalsa nei confronti dei
tedeschi, con una spietata persecuzione nei riguardi dei nemici di classe. Il
territorio venne sfruttato senza ritegno con lo smantellamento di interi impianti
produttivi. A questo periodo seguì poi una politica più ragionata mirante a
creare un interlocutore tedesco nella figura del locale partito comunista.
2) Altrettanto dura fu la politica di occupazione perseguita dalle autorità francesi
nel territorio da loro controllato. Vi fu uno sfruttamento intensivo delle risorse
locali e con il passare del tempo Parigi sembrò riproporre le stesse scelte che
avevano caratterizzato il periodo successivo alla fine della prima guerra
mondiale.
3) Più complessa e ambiziosa fu la politica britannica, a cui spettava oltretutto la
Ruhr con il suo potenziale industriale.
4) Per ciò che concerne la zona di occupazione statunitense, per qualche tempo la
politica degli USA si mostrò incerta, favorendo fenomeni di illegalità e
corruzione diffusi.
Dopo l’inverno 1945-1946, la terribile situazione della popolazione tedesca e la
constatazione circa le scelte autonome compiute da Mosca nella sua zona di
occupazione furono tra le cause che spinsero i governi di Washington e Londra a
rivedere parzialmente il loro atteggiamento.
Settembre 1946 -> il segretario di stato americano Byrnes tenne un importante
discorso nel quale annunciò che le zone di occupazione britannica e americana si
sarebbero fuse economicamente dando origine alla cosiddetta “Bizona”.
“LA DOTTRINA TRUMAN”
La situazione più grave appariva però quella della Grecia dove, dopo lo scontro aperto
fra comunisti e forze conservatrici avvenuto verso la fine del 1944, si era stabilita una
fragile tregua. Agli inizi del 1946, tuttavia, le ostilità si erano riaperte non appena
erano state evacuate le forze tedesche e ristabilita la monarchia sostenuta dalla Gran
Bretagna. Il partito comunista greco, che poteva contare sull’aiuto militare della
Jugoslavia e dell’Albania, aveva esteso il proprio controllo in una serie di aree nella
parte settentrionale del paese ai confini con le due nazioni comuniste. Il governo
monarchico di Atene non appariva in grado di soffocare l’azione dei comunisti e la
questione arriva fino all’ONU (soprattutto quando, tra il 1946 e il 1947, la Gran
Bretagna si ritrova ad affrontare gravi difficoltà economiche che rendevano difficile la
prosecuzione dell’aiuto alle autorità ateniesi).
L’ONU stabilisce delle sanzioni per l’URSS, che tuttavia non vengono applicate a causa
del diritto di veto di quest’ultima. Truman allora utilizza questo evento come pretesto
per avviare una politica di intervento in Europa. Il 12 marzo tiene un discorso al
Congresso in cui dichiara che gli USA dovevano impegnarsi a sostenere ovunque nel
mondo tutti quei governi che si sentissero minacciati da un pericolo interno o esterno
-> questa presa di posizione è conosciuta come “dottrina Truman” e garantì lo
stanziamento di aiuti economici e militari a Grecia e Turchia.
Il 1947 si concludeva con un ulteriore evento che rivelava la crescente tensione fra Est
e Ovest: in novembre si riuniva a Londra una nuova sessione della conferenza dei
ministri degli Esteri delle grandi potenze, che provvide a:
- Creare un importante organismo di spionaggio, la Central Intelligence Agency
(CIA)
- Creare il National Security Council, strumento di coordinamento ed elaborazione
di una politica estera e di difesa su scala globale
Sempre in quest’anno venne firmato il trattato di Dunkirk -> un trattato di alleanza
franco-britannica al fine di creare un fronte unico di mutua difesa militare contro
l'eventualità di una nuova minaccia bellica proveniente dalla Germania (o in futuro
dall’URSS).
LA NASCITA DI ISRAELE E LA PRIMA GUERRA ARABO-ISRAELIANA
Palestina = area dell’impero Ottomano meta di migrazioni e di spedizioni degli inglesi
durante la guerra per fomentare le rivolte delle popolazioni arabe con la promessa di
costruire uno stato arabo indipendete alla fine del conflitto. Stessa promessa che era
stata fatta al popolo arabo, creando così delle aspettative oltre che la disgregazione
dell’impero.
1939: il governo britannico emana un libro bianco, ovvero una relazione sulla
situazione in Oriente con cui il governo prometteva di limitare gli spostamenti di
queste popolazioni.
La Gran Bretagna continuava ad essere considerata una presenza estranea e ostile in
Oriente. Seri contrasti si rinnovarono nel dopoguerra con l’Egitto, i cui governanti
chiedevano la fine della presenza militare inglese. Ma le vicende della seconda guerra
mondiale, in particolare l’Olocausto, rappresentarono un fortissimo incentivo ad una
nuova ondata migratoria di ebrei verso la Palestina.
La prima decisione del governo laburista fu quella di bloccare il flusso migratorio e
elaborare un progetto basato sulla suddivisione del territorio palestinese in quattro
aree. Il piano non accontentò nessuna delle fazioni, rendendo necessario l’intervento
dell’ONU. Alla fine di novembre 1947 venne approvata la costituzione di due stati
separati, uno ebraico e l’altro arabo. 1948
1948: la componente ebraica proclama la nascita dello Stato di Israele e dovette
immediatamente affrontare la reazione militare degli stati arabi confinanti (prima
guerra arabo-israeliana). Il conflitto si protrasse fino agli inizi del 1949 con decine di
migliaia di arabi palestinesi costretti a cercare rifugio in campi situati al confine di
Israele, in particolare Gaza e la Cisgiordania.
Nel 1949 anche Israele entrava a far parte delle Nazioni Unite.
1950: USA, Gran Bretagna e Francia (potenze interessate all’aera) prendono un
impegno comune per cercare di collaborare al fine di mantenere la pace in Medio
Oriente.
IL PIANO MARSHALL
Nella visione delle