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La situazione tra i due era molto tesa ma si conclude con l'umiliazione di Canossa

(in cui l'imperatore Enrico IV chiede scusa al papa, presentandosi il 25 gennaio del 1077 alla porta del castello della contessa Matilde di Canossa, a Mantova, con un atteggiamento desideroso di chiedere il perdono, era scalzo, coperto di cenere e vestito di bianco, si narra ci fosse una bufera e bussò per tre giorni sulla porta senza ottenere risposta - testimonianza della supremazia che il pontificato desiderava esercitare nei confronti del potere dell'imperatore).

In questo contesto sviluppa la controversia tra il clero secolare e il clero regolare.

Scenario: metà 1200, università di Sorbona, Parigi.

Clero secolare: è l'insieme dei sacerdoti che sono tenuti ad obbedire ad un vescovo in primis e in ultima battuta al papa, vivono nel (nella società civile);

Clero regolare: coloro che fanno parte di una specifica congregazione, es: religioso.

coloro che seguono i principi di un fondatore, per i due ordinimendicanti francescani e domenicani;Il contendere tra questi due cleri era dato dal fatto che il clero secolarerivendicava il diritto di confessare, predicare e di insegnare.All'interno dell'ordine francescano c'è la figura di un frate (Bonaventura daBagnorea, amico di San Tommaso) lui prende posizione nei confronti del clerosecolare, argomentando che i sacerdoti avevano posto agli ordini mendicanti undivieto, ma essi dovevano obbedire al papa e se il papa dava il suo benestare ildivieto dei secolari sarebbe decaduto.Questa argomentazione si fondava sul piano filosofico sul tema della gerarchia:summusidea che chi sta al vertice, chi è al capo della chiesa è il papa è ilierarca, mentre tutti gli altri membri della gerarchia obbediscono ai suoicomandi.A differenza dei domenicani, i francescani basano la loro risposta agli attacchidel clero secolare che gli vuole sottrarre il

diritto di predicare, di confessare e di insegnare… basano la loro risposta sull’esaltazione della posizione del pontefice. sommo gerarca,

Il pontefice nella visione di Bonaventura è il colui che detiene la plenitudo potestatis all’interno della chiesa e perciò poteva in maniera legittima attribuire dei compiti. “colattiones in hexameron”

Nella sua opera chiamata: Bonaventura dilaga questa argomentazione della gerarchia ad una dimensione che abbraccia una sommo gerarchi in genere visione cosmica, perciò considera il pontefici “ominum”, esso rappresenta il vertice politico e religioso dell’intera umanità.

Per prendere parte alla controversia vediamo che viene riaffermata la tesi teocratica del potere.

2- Bonifacio VIII e Filippo il Bello; “bolla unam santam”

Bonifacio VIII, autore nel 1302 della una bolla papaleche riaffermava la tesi teocratica.

Tesi che Filippo il bello considera eretica e rivolge un

Appello per la convocazione di un concilio universale che dichiarasse il papa eretico. Egli nomina un papa francese, Clemente V, e obbliga il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone. All'interno di questa cornice si sviluppa un altro fatto che ha come protagonista il francescano Giovanni Duns Scoto, il quale era presente nella schiera di 80 francescani che si rifiutarono di firmare l'appello per il concilio contro il papa Bonifacio VIII. Coloro che si rifiutavano di sottoscrivere l'appello avrebbero dovuto abbandonare il regno entro tre giorni.

Il problema del potere politico è connesso a quello della proprietà privata. Su quale diritto poggia la proprietà? Essa nasce dopo il peccato originale, ovvero nella condizione endemica in cui la proprietà non esisteva ma vigeva un regime di comunione dei beni, questa osservazione conduce Scoto ad affermare che la proprietà privata viene concessa nell'ambito di un diritto, che non è naturale.

e non è nemmeno diritto divino, non vi è alcun passo della sacra scrittura che menzioni la proprietà privata, necessariamente va ricondotta al diritto umano, dipende cioè dalla legittimità stessa del potere che l'ha istituita. Esistono due tipi di autorità: legge naturale, paterna: vale in forza della quindi non è revocata né dalla legge divina né dalla legge umana; politica: può risiedere o in un singolo individuo o in una comunità, si basa su un consenso in cui o si origina una monarchia elettiva governoun consenso in cui o si origina una o una forma di collegiale; Rispetto alla posizione di Bonaventura c'è uno spostamento di asse a favore dell'autonomia teoretica del potere temporale. 3- Ludovico il Bavaro e Giovanni XXII; era l'imperatore del sacro romano impero, eletto a maggioranza dai principi tedeschi, il quale voleva ottenere il riconoscimento della sua elezione anche da parte del papa Giovanni XXII, ilquale dichiarava di non voler immischiarsi. Dunque, Ludovico sdegna l'autorità del papa e nomina un antipapa, Nicolò V, che sarà pontefice dal 1328 al 1330. All'interno di questa cornice si inserisce la controversia che vide due figure: un terzo francescano, Guglielmo di Occam e il laico Marsiglio da Padova, che sostengono la tesi di Ludovico. (dialogus, octo questiones de Guglielmo di Occam in tre sue opere potestate pape, de imperatorum et pontificum potestate) espone tutti gli argomenti che avevano alimentato questa controversia tra i due poteri (temporale e spirituale), è ostile delle tesi teocratiche, manifesta simpatie per le ragioni a favore dell'imperatore. L'argomentazione utilizzata da Occam: sostiene che il magistero cristiano della chiesa poggia sulla libertà, senza libertà la missione della chiesa sarebbe priva di significato. Pertanto, non può promuovere la libertà se usurpa il potere temporale.devepiuttosto sottomettersi ad esso. La posizione conferma la negazione della "plenitudo potestatis papale in temporarius", posizione che nega quella di Bonaventura. Occam è fortemente influenzato dalle sue vicende personali e dall'opzione francescana, perché insieme ad altre figure (Michele da Cesena) si occupa della lotta contro papa Giovanni XXII che aveva emanato costituzioni che erano un duro colpo alle pretese dell'ordine dei frati mendicanti di vivere secondo il modello di cristo, all'insegna di una severa povertà. È centrale il tema della proprietà: afferma che il possesso dei beni materiali e l'abilità di esercitare il potere sono due momenti di un'unica potestà, l'esercizio dell'autorità è indisgiungibile dal possesso dei beni materiali. Per essere in grado di definire il potere civile bisogna vedere da dove nasce il diritto di proprietà, nel momento della creazione.Occam dice che, Dio ha concesso ad Adamo ed Eva il potere di disporre di tutte le cose temporali e di usarle a loro vantaggio. tutti gli uomini nascono liberi e godono dellaDa ciò deriva l'idea che prerogativa di poter scegliere i propri governanti. Per ciò che riguarda la legittimità dell'esercizio dell'autorità imperiale esistono tre argomentazioni di carattere teologico:
  1. Pilato aveva condannato Cristo, ma egli non si oppose alla condanna e quindi Cristo accettò la giurisdizione temporale;
  2. San Paolo fece ricorso all'imperatore romano quando fu condannato;
  3. I primi cristiani, anche dopo l'editto di Costantino, continuarono a prestare servizio militare anche nei tempi dell'imperatore Giuliano l'apostata, un avversario del cristianesimo, quindi anche i primi cristiani riconobbero i propri doveri di cittadini, quindi sottostanti ad un'attività imperiale;
In base a queste tre argomentazioni, la

La linea che segue Occam è quella di un sillogismo in cui la Premessa: è l'idea che il papa è esente dalla giurisdizione dell'imperatore non più di quanto lo sia stato Cristo; Cristo, in quanto uomo, fu soggetto alla giurisdizione temporale dell'impero romano; Conclusione: l'imperatore è giudice del papa per ciò che riguarda gli affari temporali.

Occam sviluppa anche un'argomentazione storica: in cui sostiene che prima vi fu l'impero romano e poi venne fondata da Cristo la chiesa, quindi vi è una priorità cronologica.

Per Occam ogni potere legittimo il potere viene senza alcun intervento da parte del pontefice, il popolo funge da mediatore nel conferimento del potere di origine divina al sovrano, il potere del papa è riservato al campo spirituale.

Marsiglio da Padova: discendente da una famiglia di notai, studiò alla Sorbona dove fu anche rettore, è autore della "defensor pacis".

dell'opera "uno scrittoche pubblica per sostenere la causa di Ludovico il Bavaro. Egli sostiene chel'impero ha come suo obiettivo principale la salvaguardia della pace, e il poteretrae origine dalla volontà popolare, egli riprende le tesi di Aristotele sostieneche il legislatore è il popolo o considerato come l'intero corpo dei cittadini o"pars valentio":come la sua parte più importante dal punto di vista qualitativo.Il governo che chiama la pars principas è esercitato in nome e per conto dellavolontà popolare.[Progressiva evoluzione nell'arco di meno un secolo, un passaggio da una teoria diBonaventura fino alla posizione di Guglielmo di Occam e Marsiglio da Padova in favorea delle tesi dell'autonomia del potere imperiale rispetto al potere pontificio.Questa evoluzione ci fa incontrare 3 figure (Bonaventura, Scoto e Occam) che sonoesponenti della corrente francescana che insieme alla corrente deialla (volontà);Quando usiamo la parola ordine possiamo fare riferimento a due cose: sinonimo dicomando o disposizione razionale delle cose su un posto.Questa ambivalenza terminologica veniva conservata nella definizione di legge data(ordinatio voluntatis):da Francesco essa per lui è espressione di un comando ispirato adun criterio volitivo.Per Francesco dio comandava delle cose perchè portatrici di un ordine in se stessobuono e le comandava perchè in se stesse cattive. caritas
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A.A. 2022-2023
106 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarettamgr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Ciscato Costanza.