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Jefferson: Federalist paper

È difensore degli ideali illuministici. La guerra d'indipendenza viene vinta dagli americani grazie alla collaborazione con i francesi contro gli inglesi. Concetto di nazione di filo francese. Dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776 dichiara l'eguaglianza naturale di tutti gli uomini e diritti innati e inalienabili come il diritto alla vita, libertà e alla felicità. Nazione politica nasce dalla condivisione di determinati valori politici e all'adesione di una determinata visione di stato. La nazione americana è una nazione universalistica, purché condividano i valori politici e aderiscano al regime repubblicano. Jefferson crede che le istituzioni siano funzionali al benessere materiale degli individui per realizzare il loro diritto alla felicità. Individui vengono prima dello Stato. La ricerca del benessere si realizza meglio se vi è maggiore libertà di scelta e movimento per l'individuo.

Sposa l'idea della confederazione: prevede un potere centrale volutamente debole, poiché conferisce un potere autonomo ad ogni stato. Jefferson è un liberista per il libero mercato e contrario nei rapporti internazionali ai dazi doganali, no protezionismo. Possiede una visione espansionistica. È il fautore della civilizzazione americana universale, ovvero senza confini. Esercito americano così come quello napoleonico è liberatore dai tiranni e deserti che opprimono i diritti dell'uomo. Missione civilizzatrice diventa a carico degli Stati Uniti quando vi è la decadenza di Napoleone. BURKE: Lo si considera come padre del conservatorismo e dello storicismo. Fa parte degli Whings. Per Burke l'identità del popolo si costruisce nei secoli. • Nella "Mozione di conciliazione con le colonie americane" (1775): Sostiene la rivoluzione americana anche se si oppone alla loro totale indipendenza dall'Inghilterra poichéauspica la creazione di una grande comunità, il Commonwealth che verrà istituita nel 1926. Crede che l'Inghilterra possa rivestire la funzione di guida e orientamento per tutte le sue colonie creando i fini della collettività con l'attività politica e perseguendoli con l'attività amministrativa. Le colonie americane, autonome dall'Inghilterra hanno sviluppato una propria identità come comunità che è molto legata alla religione. Burke deve essere concessa la maggiore autonomia alle colonie americane. Nelle "Riflessioni sulla Rivoluzione francese" (1790) Burke paragona: - La Gloriosa Rivoluzione del 1689 avviene con l'identità del popolo britannico espressa con la legge consuetudinaria e la ricerca della libertà politica. È una rivoluzione conservatrice vista la sua tendenza di restaurare un ordine antecedente alla deviazione avviata dal Re. - La Rivoluzione francese del 1789

è destinata a fare ricorso alla violenza. Critica ai rivoluzionari di aver creato un'idea di popolo idealista, che non esiste, e che pretendono di concretizzare. Non potendo farlo, l'unica opzione è usare la violenza e da qui la ghigliottina come simbolo di questo popolo che non esiste e che fa violenza sulla realtà.

Nella “Rivendicazione della società naturale” gli illuministi contrappongono le religioni storiche al deismo. Le prime sono tutte artificiali, il deismo è l'unica vera religione. Se applicassimo lo stesso criterio alle società umane, diremmo che tutte sono artificiali e che non esiste una vera società naturale. Sono artificiali perché sono forme culturali, ma proprio per questo hanno allo stesso tempo un grande valore e non meritano di essere cancellate. Burke vuole dare importanza a tutti quegli elementi che riguardano il sentimento, le emozioni e la passione. Burke contesta la tendenza a

Trattare le colonie come inferiori. Secondo Burke vi è il dovere di preservare quello che serve alle generazioni future. Le persone devono essere custodi. La ragione è limitata, poiché vi sono eventi non governabili dalla razionalità. Se il singolo non accetta tali limiti utilizzerà la violenza per abbatterli. Per Burke non esiste la libertà assoluta in astratto, ma solo una pluralità di libertà.

KANT: Ultimo dei giusnaturalisti. Imperativo categorico kantiano cioè un principio oggettivo e razionale che orienta l'agire umano al bene. Ogni essere umano diventa libero quando riesce ad emanciparsi dal mondo fenomenico. Per Kant vi sono 2 realtà:

  1. Fenomenica, conoscibile dall'uomo e creata dalla ragione.
  2. Del Noumeno che è inconoscibile.

Nella "Fondazione della metafisica dei costumi" propone una distinzione tra morale e diritto. Umanità viene diminuita quando l'essere umano

ètrasformato in oggetto. (Visione antimacchiavelliana).

Per Kant, la cultura èla conquista della libertà e la capacità di saper vivere in convivenza.

Lo stato ideal-razionale è uno Stato patriottico e anti distopico. Accoglie la divisione dei poteri di Montesquieu:

  • Potere legislativo è il potere sovrano. Consiste in un organo rappresentativo eletto a suffragio ristretto dai cittadini che devono possedere libertà dalle costrizioni esterne, uguaglianza di fronte alla legge e indipendenza economica.
  • Potere esecutivo subordinato a quello legislativo.
  • Potere giudiziario composto da un corpo di giudici eletti dal popolo.

Kant è il paladino dello stato di diritto. Si fa fautore di un governo di tipo repubblicano e liberale in cui la sovranità risieda nel popolo, il quale rispetti le leggi e che abbia libertà e uguaglianza. Deve anche garantire la libertà religiosa.

Kant esprime 2 giudizi sulla rivoluzione francese:

  1. Viene
  2. esaltata essendo un evento cardine di un processo di rinnovamento dell'umanità.

    Viene criticata poiché utilizza la violenza che è contro alla concezione di stato di diritto di Kant.

    Nella "Pace perpetua": l'idea di progresso riguarda anche le relazioni internazionali. Si pone il problema della dimensione contrattuale all'interno degli e tra gli Stati. A livello internazionale possono esservi patti di società ma è difficile che vi siano dei patti di soggezione, teme che un unico stato conquisti tutti gli altri. La monarchia universale limita e priva la libertà degli individui creando una nuova schiavitù, meglio dunque una confederazione.

    HEGEL:

    Tedesco/prussiano padre fondatore dell'idealismo, corrente filosofica che riconduce l'essere al pensiero e nega l'esistenza autonoma alla realtà. Tratta del tema religioso, filosofico, storico e dello Stato. Vive durante la prima reform Bill, la

    rivoluzione francese e l'espansione napoleonica. introducendo Napoleone nella casistica degli eroi, i quali facilitano l'incarnazione del divino del mondo.

    • Nelle "lezioni sulla filosofia della storia" crede nell'idea del progresso attraverso la storia. La razionalità diventa realtà nel momento in cui vi è un cammino verso la libertà e l'emancipazione dell'uomo. Definisce Socrate anticipatore del futuro dell'umanità ma destinato ad essere condannato poiché nella sua epoca i tempi non erano considerati maturi.
    • Nel "La costituzione della Germania" considera la Prussia uno stato modello. Gli stati devono saper essere pluralisti ed unitari. Ammira l'idea di unificazione dell'Italia di Macchiavelli e del Cardinale Richelleux che afferma la forza dello stato francese contro i calvinisti ugonotti. Se lo stato possiede il monopolio della forza può essere anche

    Hegel considera lo Stato come il prodotto di un lungo processo storico, è espressione di libertà, razionalità, moralità ed eticità. Tutto ciò deve essere unificato con lo Spirito. La sua idea di Stato è il massimo di razionalità. Riconosce che per rendere la proposta realistica vi siano elementi irrazionali, né sarebbe utopistico.

    Lo stato inserisce la razionalità attraverso:

    1. Diritto astratto: modo di regolamentare i rapporti tra gli individui nei loro interessi privati, proprietà privata deve essere sempre garantita dal diritto stesso poiché è connaturata con lo sviluppo della persona e diventa patrimonio.
    2. Moralità: individuo dotato di coscienza e ragione, l'eticità si fonda con costumi, leggi tradizioni.
    3. Famiglia: primo istituto in cui l'individuo afferma la propria moralità. Ha il limite di soffermarsi solo sul sentimento soggettivo.
    4. Società

    civile: contenitore più ampio in cui vivono gruppi di famiglie. Rappresenta il mondo dell'economia (Adam Smith). Ognuno è alla ricerca del propio interesse individuale. All'interno della società civile vi sono alcuni fattori:

    • Amministrazione della giustizia: Istituti che accanto alle classi sociali limitano e contengono l'irrazionalità
    • Corporazioni
    • Polizia: non si occupa solo di mantenere l'ordine ma anche dell'intervento delle persone bisognose. Garanzia della polis
    • Classi sociali: Proprietari terrieri che rappresentano l'immediatezza e l'universalità. Industriali che perseguono solo il loro interesse. Funzionari dello stato, burocrati con l'universalità concreta.

    L'irrazionalità persiste tramite la plebe che tende ad impoverirsi, questo è il prodotto dell'ingiustizia sociale di cui non si può porre rimedio. Non esistono istituzioni che abbiano la piena razionalità.

    La guerra rappresenta l'irrazionalità poiché è utopistico fare a meno degli eserciti. Per Hegel, nei rapporti con gli stati, a prevalere è la forza (Hobbes). Hegel ritiene che la forma migliore di governo sia una monarchia costituzionale. È presente la separazione dei poteri. Il potere legislativo è svolto da due camere: i conservatori che garantiscono la continuità con il passato e gli industriali che garantiscono il progresso della società civile. Non vi deve essere alcun mandato imperativo. L'importanza della classe media è fondamentale per garantire la razionalità e per evitare che lo stato imploda su se stesso. Hegel crede che l'illuminismo e la rivoluzione francese portino ad una limitazione della libertà poiché è fondata su un individuo egoista.

    SAINT SIMON: Vive durante la rivoluzione francese, assiste all'impero napoleonico, alla...

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
25 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MattiSait di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof De Sanctis Alberto.