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LEZIONE PROFESSOR CLAUDIO DI BENEDETTO
Gli Uffizi sono il Museo più visitato e più famoso d'Italia. La Biblioteca venne costruita su quello che prima era un "teatro di Baldracca", che prendeva il nome dalla vicinanza al quartiere del Potere (Palazzo Vecchio - potere civile della città di Firenze e del Granducato di Toscana) dove, vicino a via de' Neri, c'erano luoghi dove andare con donne prezzolate. Un editto granducale, dato che il Teatro di Baldracca era dedicato al popolino, fece divieto di fischiare e lanciare oggetti contro gli attori.
Alla metà del XVII secolo il teatro cade in disuso e rimane solamente un grande stanzone. Antonio Magliabechi vive di una parte delle azioni di famiglia, di una modesta rendita, il Granduca Cosimo III gli propone di divenire bibliotecario della sua Biblioteca Palatina. Accetta per poco tempo la stanza di servizio per poi tornare nella sua stanza piena di libri. Questo
pitocco era in corrispondenza però di tutti i più grandi cittadini del tempo, dà seguito alla sua conoscenza continuando ad acquistare i libri. Muore nel 1714 lasciando un testamento: al momento della sua morte ebbe 30mila volumi nel suo lascito, una collezione di volumi importantissimi, di grande formato, non ci sono specificità di disciplina, né passioni particolari, è un uomo che si nutrirà di tutto, dal punto di vista dell'erudizione. Li avrebbe lasciati alla città di Firenze se, e solo se, li avesse raccolti in una biblioteca pubblica, accessibile a tutti. Se la città di Firenze non avesse accettato, tutti e 30mila i volumi sarebbero stati lasciati al convento di frati domenicani che lo aveva ospitato nell'ultima parte della sua vita. La città accetta e viene scelto lo stanzone del teatro della Baldracca come base per la biblioteca. Giovan Battista Foggini consegna le chiavi all'amministratore per
Firenze.Firenze.31 – 03
TRATTATO DI BIBLIOTECONOMIA
Trattato pubblicato nel 1816, si riallaccia alla biblioteca malabechiana, si possono fare anche confronti con quello di Naudè.
Dopo le prime soppressioni religiose, in un contesto di storia delle biblioteche che sta cambiando, può essere riallacciato all'architettura delle biblioteche sei - settecentesche, al vaso librario. È un trattato scritto "Della Costruzione e del Regolamento di una pubblica probabilmente da Leopoldo della Santa, e si chiama universale Biblioteca con la pianta dimostrativa" e pubblicato a Firenze presso Gaspero de Ricci. Il titolo è piuttosto diverso da quello del Naudè, ovviamente bisogna contestualizzare temporalmente, sono passati due secoli dalla pubblicazione del titolo. Il trattato di Naudè da istruzioni, non un regolamento, per allestire una biblioteca, pubblica o privata che fosse (lui era bibliotecario di cardinale, quindi nel contesto del privato);
ma il Della Santa si rivolge a coloro che gestiscono, lavorano, nell'ambito del pubblico e universale dell'. Il testo è diviso in 10 capitoli. In questo trattato i luoghi di fruizione e di conservazione sono separati, non si parla più di vaso librario, perché lo scopo principale dev'essere la conservazione dei libri e l'aiuto al lettore in termini di tramite tra bibliotecario, altre figure di lavoratori del libro, per il servizio pubblico. Quando fu pubblicato, anche per la forte critica al vaso librario e per tutte le novità della biblioteca, troverà molti consensi ed anche aspre critiche, come quella di un recensore anonimo. A questa recensione viene in difesa del trattato un bibliotecario che lavorava alla biblioteca Malabechiana, Vincenzo Follini (un abate, altissimo spessore culturale). La difesa non passa inosservata, tanto è vero che il direttore della "Biblioteca Italiana" rivista dove venne pubblicata.La recensione negativa pubblica un altro articolo in difesa della recensione negativa ed in questo suo articolo afferma che non gli torna che Follini si sia così esposto per difendere il trattato di un personaggio sconosciuto, tanto è che si arriva all'accusa al Follini di aver scritto il trattato stesso per dedicarlo ad Angelo Mai, direttore della Biblioteca Ambrosiana. → Della Santa era figlio di un miniatore-copista ed anche lui fa il copista di professione e lavora alla Malabechiana come copista, ed è molto legato al Follini, forse facendogli da prestanome per la scrittura del trattato. Adesso gli studiosi sono tutti concordi sul fatto che il trattato sia stato scritto da Vincenzo Follini (è quasi impossibile che un copista abbia ideato l'idea di una biblioteca più moderna). Le biblioteche pubbliche prendono in custodia i libri provenienti dalla soppressione degli ordini religiosi. Questa grande moltitudine di libri non può
Trovare spazio nell'unico salone del vaso librario.
Nel primo capitolo si parla dei difetti del vaso librario: innanzitutto il vaso librario non può contenere tutti i libri, quando i saloni non riuscivano a contenere la mole di libri, vengono allestite delle stanze senza criterio biblioteconomico né architettonico, le uniche stanze attorno al vaso librario erano quelle che conservavano i libri rari (anche i libri proibiti), avere i lettori a contatto diretto con i libri si potevano avere perdite di libri (magari alcuni lettori rubavano i libri stessi).
Ai lati del vestibolo, una stanza d'ingresso con due tabelle: una tabella con l'orario di apertura ed una con le regole di comportamento per gli utenti, sono previste quattro stanze che sono adibite a magazzini e, pertanto, devono essere divise dalle varie librerie e dalle sale di lettura, là vi si contenevano gli strumenti per la pulizia dei locali e per la gestione amministrativa per la biblioteca stessa.
c'era poi una stanza adibita alla rilegatura e per piccoli restauri (i libri non dovevano uscire dalla biblioteca). I custodi dovevano assolvere a degli obblighi, in particolare dovevano controllare che l'utenza non commettesse danni, dovevano ricevere le richieste del libro da parte degli studiosi, andare a prendere il libro richiesto nelle varie zone di conservazione. NOVITÀ: Stanza adibita per il ministro dell'indice, contigua alla sala e divisa da una grande porta finestra. Il ministro dell'indice è il bibliotecario che gestisce il catalogo (indice - autori e titoli; ministro - amministrava il catalogo). A differenza dei custodi, che non dovevano avere un alto livello di cultura, il ministro dell'indice doveva avere un buon livello culturale: doveva aiutare lo studioso stesso nel trovare un libro di cui non ricorda autore o titolo, dare indicazioni, aggiornare il catalogo con i nuovi volumi (persona istruita). Nella stanzacomunicante abbiamo la stanza dell'indice (il gabinetto dell'indice), dove veniva conservato l'indice e il dizionario bibliografico. L'indice servirà per trovare la collocazione del libro, sarà consultato dopo la richiesta fatta al custode (autore - libro) ed è uno scritto prettamente topografico, ma non è detto che l'utente ricordi nome ed autore di un'opera o, magari, si voleva fare una ricerca per materia; allora c'era anche il dizionario bibliografico, (come Naudé, si indica anche il contenuto delle varie opere). Un dizionario doveva essere in più volumi, per titolo, per autore, per materia ecc... E poteva essere consultato anche dal lettore, a differenza dell'indice, che era solo sotto discrezione del ministro. Se mancavano dei libri, il ministro poteva acquistarli o si affiggeva un elenco di "desiderata" - di tomi che mancavano, ed il possessore di dato volume poteva.decidere di donarlo alla biblioteca stessa. Si ha poi un saloncino privato con l'archivio della biblioteca, ma era anche il saloncino di accoglienza per ipersonaggi illustri, che venivano da fuori, magari in visita della biblioteca stessa. Ai lati di questa sala cistavano altre stanza per i custodi e gli aiutanti del ministro.
Il corridoio dà accesso alle librerie vere e proprie e qui passiamo al cuore della biblioteca. L'autore pensa a quattro librerie scelte e tutta una serie di librerie strette e lunghe, chiamate comuni, che contengono il cuore della biblioteca. Le "scelte" conservano manoscritti, incunaboli (libri di collezionismo, particolarmente importanti dalla metà del Settecento), libri proibiti, edizioni su pergamena, edizioni di lusso e libri rari. Questi libri avranno una segnatura nell'indice, di modo che fosse lo stesso ministro dell'indice se poteva dare o meno tale volume in consultazione.
Le librerie sono formate da scaffali.
In legno che corrono per il lato lungo e, in parte, anche lungo ai laticorti, cioè intorno alla porta d'ingresso ed alla finestra.
21 - 04
Soppressioni degli ordini religiosi: estremamente importanti per la nostra storia, perché le biblioteche vedranno arrivare un enorme patrimonio di libri dalle biblioteche ecclesiastiche. Per soppressione si intende la chiusura di un'istituzione o di un ordine religioso e può essere effettuata dal potere civile e dallo stesso potere ecclesiastico. Si deve ricordare che non esistono solo le soppressioni messe note nell'Ottocento, ma anche dall'epoca medievale, perché la Chiesa stessa poteva sopprimere un ordine intero.
→ Conventi o monasteri potevano essere particolarmente piccoli, per cui non si sentiva la necessità di tenerlo aperto; motivi di decadenza o di non osservanza dei dettami della Chiesa Cattolica; per motivi politici; per motivi di proliferazione di ordini che si sottraggono al
potere della chiesa stessa (XIV secolo – Papa Clemente V e Filippo il Bello sopprimono l'ordine dei Templari). Il primo ordine che viene soppresso è quello dei Gesuiti perché la Compagnia di