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ESPOSIZIONE DI ARCHITETTURA RAZIONALE (Roma 1930) DEL MIAR (MOVIMENTO ITALIANO ARCHITETTI RAZIONALISTI)
Il 14 giugno 1930 fu inaugurata la Galleria di Roma. All'uscita si riconoscono Pier Maria Bardi (accanto alla "piccola italiana"), in primo piano Mussolini e al suo fianco Cipriano Efisio Oppo. Poi nel 1931 a Roma vi fu anche la 2° Esposizione di Architettura Razionale. I Razionalisti vogliono diventare architetti del regime, ma non ce la fanno.
Tavolo degli Orrori Pietro Maria Bardi (Architettura Arte di Stato 1931)
Casabella Guido Marangoni (1928)
Il primo numero della rivista uscì a gennaio 1928 sotto la direzione di Guido Marangoni con illustrazione di Bruno Santi. Il 6 giugno 1933 la direzione passò ad Edoardo Persico e Giuseppe Pagano. Le riviste in questo periodo hanno importanza decisiva. Persico è intellettuale, Pagano architetto. Questi emarginano architetti come Terragni (lirismo architettonico). Pagano farà una mostra
Firenze rappresenta un importante momento di svolta nell'architettura italiana. La stazione, situata nel centro della città, vicino alla Basilica di S.Maria Novella, si distingue per la sua grande modernità, con un muro continuo e una pensilina. Questo progetto, realizzato da Giovanni Michelucci e altri architetti, è stato il risultato di un concorso vinto nel periodo 1932-35. Durante il periodo fascista, l'arte di regime ha comportato l'implementazione di una politica urbanistica che ha gettato le basi per le successive trasformazioni urbanistiche della città. I centri storici sono stati riqualificati funzionalmente e adatti a fini speculativi. In questo contesto, le opere pubbliche sono state realizzate per rispondere a precise esigenze economiche e propagandistiche.Firenze viene salutata con molto calore dai difensori dell'architettura moderna. Realizza la stazione in pieno centro, vicino ad un complesso monastico, è un progetto di grande modernità.
Chiesa di San Giovanni Battista sull'Autostrada del Sole Giovanni Michelucci (Firenze 1960-64)
Sull'ideologia della partecipazione Michelucci fonda una teoria della città come frutto del diretto intervento dei cittadini. La chiesa di San Giovanni Battista alle porte di Firenze è chiamata anche chiesa dell'autostrada del sole per la sua collocazione all'incrocio fra l'Autostrada del sole è la A11 Firenze mare. Si estende su 6000 metri quadrati, metà dei quali coperti. La chiesa venne costruita per ricordare i numerosi caduti sul lavoro causati dalla costruzione dell'autostrada del sole. Il luogo venne scelto simbolicamente in quanto posto esattamente a metà strada tra Milano e Roma, le due città collegate.
dall'imponente infrastruttura. L'incarico per la realizzazione della chiesa di San Giovanni Battista viene affidato a Giovanni Michelucci. L'architetto Pistoiese realizza un impianto a pianta longitudinale ed ipotizza la creazione di un ampio nartece avente da una parte la funzione di introibo alla chiesa e dall'altra quella di galleria atta ad ospitare grandi bassorilievi raffiguranti tutte le città italiane collegate dalla nuova autostrada. Per giungere alla definizione volumetrica del modello definitivo di copertura Michelucci ricorre all'ausilio di plastici in creta e bronzo. Si fa progressivamente strada la soluzione della copertura a tenda a sezione iperbolica con apice in corrispondenza dell'altare Maggiore sul cui dorso si articola un percorso ascensionale verso la croce, evidente richiamo al Golgota. Più difficile risulta la scelta del materiale e delle tecniche costruttive: in un primo momento l'architetto ipotizza unacopertura con struttura in ferro, presto abbandonata avantaggio del cemento armato. La chiesa è finalmente inaugurata nell'aprile del 1964. Assai complessarisulta per Michelucci che rifiuta ogni messaggio di monumentalità, la sintesi tra apparato decorativo edorganismo architettonico: grazie alla mobilitazione di un gruppo di artisti ed intellettuali tratteggiati daBruno Zevi, la commissione liturgica accetta l'eliminazione di 9 tele che avrebbero alterato la plasticità deimuri in pietra. Ponti la eleva a capolavoro assoluto dell'architettura del 900, esaltandone il valore plastico el'alto portato religioso. Me lo dà la sintesi tra tecnologia e artigianato che la rendono allo stesso tempoantica e moderna. Ugualmente positivi risultano in generale i giudizi formulati tra gli anni 60 e 70: Zevi dauna parte riconosce all'edificio la dipendenza da Ronchamp ed una percorrenza e fruibilità totali, e dall'altraripropone in
Parte il dubbio di Portoghesi sulla non perfetta coerenza tra schizzi ed esecuzione. La chiesa ripropone il tema della nave, L'Arca, della montagna, Il calvario, e dell'albero, l'albero della vita. L'impianto è caratterizzato da tre diversi corpi giustapposti, distribuiti longitudinalmente secondo l'asse est-ovest: la galleria battesimale conclusa dal battistero ad andamento curvilineo, il nartece o galleria delle città d'Italia a pianta rettangolare ed infine il corpo della chiesa vera e propria con aula a pianta a croce Latina punto fraposti fra i tre diversi ambienti, due piccoli giardini con ulivi. La copertura fortemente verticalizzata incorrispondenza dell'aula forma una cuspide.
Facciata della Mostra della Rivoluzione Fascista Adalberto Libera e Mario de Renzi (1932) Costruiscono una facciata piatta, provvisoria con impalcatura centrale con la scritta. All'interno architetti, pittori, fanno una serie di sale molto movimentate.
Giuseppe Terragni realizza la Sala O, mani tese salutofascista. Mario Sironi realizza all'interno la Galleria dei Fasci. Adalberto Libera realizza il Sacrario dei Martiri.
ESPOSIZIONE NAZIONALE ITALIANA
Padiglione del Ferro Battuto e del Legno Alberto Sartoris (1928)
Padiglione dei Futuristi Enrico Prampolini (1928)
Padiglione della Fotografia Gigi Chessa (1928)
Gino Levi Montalcini (1902-1974)
Palazzo per Uffici Gualino Gino Levi Montalcini e Giuseppe Pagano (1928-30)
Piani segnati da cornici marcapiano.
Marcello Piacentini (Roma 8 dicembre 1881- 19 maggio 1960)
Ha costruito le cose più importanti, ha un dialogo con Mussolini, elabora la sua idea di architettura, è molto aggiornato, ricerca una via mediana alla modernità, rifiuta le architetture astratte di Le Corbusier con le finestre a nastro ma mantiene l'idea tradizionale del costruire, non perdere la forza rappresentativa, Stile Littorio fascista, sperimentazione della città universitaria, realizza padiglioni.
un albergo, una banca nazionale del lavoro, linguaggio metropolitano, pareti lisce, scansioni verticali e orizzontali senza eccessi di modernità. Mussolini, come Hitler, mostrò un personale interesse per le questioni progettuali. Nel 1925 Erastato messo in moto un nuovo piano per il rinnovamento di Roma punto strade dritte avrebbero dovuto collegare i principali monumenti del passato con quelli che Mussolini intendeva costruire con la consulenza architettonica di Marcello Piacentini. Nel 1931 viene approvato il nuovo piano regolatore di Roma, la cui impostazione dovuta a Piacentini, è una fedele fotografia della politica voluta dal regime, ovvero la riqualificazione monumentale del centro. Significa apertura di squarci prospettici nel tessuto urbano ed espulsione verso le borgate dei ceti popolari. La capitale ritrova la sua vocazione monumentale, nonostante le conserve storicistiche di Giovannoni. Giovannoni inventa la nuova figura dell'architetto-Urbanista.Camillo Sitte dice che la città non può essere solo una macchina, c'è un'arte per costruirla. Ha costituito tutte le opere più importanti del regime fascista. Elabora una sua idea di architettura, cercando una via mediana della modernità. Rifiuta l'architettura astratta di Le Corbusier, cercando di riprendere la tradizione, la attualizza, rendendola rappresentativa. Da questo esce fuori lo Stile Littorio.
Albergo Ambasciatori Marcello Piacentini (1925)
Sede BNL via Bissolati Marcello Piacentini (1932)
Casa Madre dei Mutilati di Guerra Marcello Piacentini (Roma 1928)
In mattoni, sul Tevere.
Città Universitaria Marcello Piacentini (Roma 1932-35)
Progetto complesso, fa un'operazione politica, chiama esponenti meno radicali, razionali, per costruire la città chiusa, un campus con gli edifici, chiama Giuseppe Pagano (Fisica), Marcello Piacentini (realizza il Rettorato), Giò Ponti, Giovanni Michelucci, Giuseppe Capponi.
La pianta ricorda una basilica, croce con abside il Rettorato, percorso con colonnato liscio, piazza con statua della Minerva. Rettorato con portico di ingresso, Lettere e Giurisprudenza, concezione unitaria. Il Rettorato liscio con pronao monumentale escalinata. Chimica, movimento del Futurismo. Botanica grandi vetrate, cemento armato, finestre continue con telaio. Giò Ponti rende movimentata una struttura classicheggiante. La città universitaria ha funzione di ricerca e di formazione. Le linee direttive che Piacentini impose ai 9 architetti che collaborarono con lui nel 1932 alla nuova università di Roma, fissavano attraverso la ripetizione di elementi semplici i principi fondamentali dello stile ufficiale fascista. Questo stile eccezionalmente coerente si esprimeva nell'università quasi sempre in masse di quattro piani in mattoni e pietra il cui coronamento era costituito da cornicioni e rudimentali la cui unica articolazione consisteva nella modulazione di
aperture rettangolari. Riprende il tema basilicale in pianta, infatti è evidente la croce e l'abside. L'ingresso è monumentale si accede da Piazza della Minerva. Piacentini progetta i propilei di ingresso e la sede del rettorato punto defilati rispetto a questi si collocano l'istituto di fisica di pagano, l'istituto di chimica di Aschieri, l'istituto di botanica di Capponi punto dal momento che era consentita una certa irregolarità ed asimmetria nella progettazione dei particolari, l'espressione rappresentativa si limitava in larga misura alle entrate, dove assumeva una forma classica grazie ai colonnati, ai bassorilievi ed ai fregi recanti scritte. Nonostante il fatto che nessuno degli appartenenti al Gruppo 7 avesse lavorato al progetto dell'università, tre edifici del gruppo Piacentini tradivano una qualche affinità con il razionalismo e precisamente la scuola di matematica di Giò Ponti, l'edificio di.mineralogia di Giovanni Michelucci e soprattutto l'istituto di fisica dall'elegante rivestimento in mattoni di Giuseppe Pagano. Il Gruppo 7, composto da Frette, Pollini, Figini, Rova, Larco, Terragni e Castagnoli, poi sostituito da Libera, cercava un l