Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 55
Appunti storia della psicologia Pag. 1 Appunti storia della psicologia Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 55.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti storia della psicologia Pag. 51
1 su 55
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA PSICOLOGIA NELL’AREA ANGLOSASSONE (INGHILTERRA E USA)

EVOLUZIONISMO E PSICOLOGIA

Nel 1859 viene pubblicato “L’origine della specie” in cui Darwin propone una nuova e

rivoluzionaria teoria dell’evoluzione. Questo concetto non era nuovo, ma fino alla metà

del ‘700 c’era ancora la concezione fissista e creazionista: gli esseri viventi sono stati

creati da Dio e si sono riprodotti pressoché immutati. C’erano infatti le classificazioni di

Linneo di minerali, vegetali e animali. I primi tentativi di andare oltre questi modelli sono

della seconda metà del ‘700 da parte di de Buffon che propone un modello di evoluzione

della crosta terrestre. Lamarck invece propose la teoria del trasformismo riferita agli

esseri viventi, in base a cui l’uso di organi per vivere nell’ambiente porta al

potenziamento di questi e alla trasmissione degli stessi alle generazioni successive.

Questa teoria non ebbe modo di affermarsi perché fu scavalcata dalla teoria del

catastrofismo di Curier. I tre pilastri fondamentali della teoria di Darwin sono la

variazione (gli individui di una specie non sono tutti uguali), la lotta per l’esistenza (chi è

in grado di conquistare i mezzi per la sopravvivenza sopravvive, altrimenti no) e la

selezione naturale (gli organismi che non hanno caratteristiche adatte per l’esistenza

muoiono). Darwin si è ispirato a Lyell che aveva teorizzato che la crosta terrestre ha

subito nel corso del tempo variazioni simili a quelle che avvengono oggi). Per spiegare il

perfetto adattamento degli organismi all’ambiente in ci vivono Darwin parte

dall’osservazione della selezione che gli allevatori operavano per ottenere le razze

migliori, ipotizzando che una cosa analoga dovesse avvenire anche in natura. Si imbatte

poi nell’opera dell’economista Malthus che diceva che ad un certo punto nella società si

arriva ad una discrepanza tale tra le risorse per la sopravvivenza e crescita della

popolazione che ci sono fatti come le malattie, la mortalità infantile, ecc per riequilibrare

la situazione. Darwin nota che effettivamente nelle popolazioni di animali il numero dei

nati è superiore a quello degli individui adulti, ma la popolazione tende a tenersi in

numero di individui costante. Solo chi ha le caratteristiche adatte per sopravvivere può

crescere e riprodursi e trasmettere quindi le caratteristiche favorevoli alla prole. La

diversità tra gli animali derivanti da un unico originario capostipite dipende dalla

diversità degli ambienti in cui vivono. Su questa linea si colloca l’opera successiva del

1871 “L’origine dell’uomo”, in cui sostiene l’idea della selezione sessuale come fattore

evolutivo. Darwin prova ciò con la rilevazione di meccanismi sentimentali simili tra

animali e uomo (per esempio l’istinto sociale). Quest’opera venne contrastata perché

metteva in crisi l’intera società e la concezione creazionista. Darwin però portò nuove

prove nell’opera del 1872 “L’espressione dei sentimenti nell’uomo e nell’animale”,

considerato il suo capolavoro psicologico, per cui Darwin è l’iniziatore della psicologia

animale comparata. Darwin affronta il problema dal punto di vista naturalista. La sua

ricerca è una applicazione alla psicologia del metodo con cui gli scienziati osservano gli

animali nel loro ambiente naturale. Osserva le emissioni sonore in situazioni emotive

quali rabbia, paura, eccitazione sessuale e le manifestazioni somatiche e le compara con

quelle umane. Arriva alla conclusione che le manifestazioni somatiche in concomitanza

con certe emozioni sono simili in specie diverse. È quindi interessato ai fatti osservabili,

non alle emozioni in sé come fatto psichico interno. Le sue ricerche si basano su

osservazioni dirette, fotografie, relazioni di viaggiatori, di psichiatri e utilizza attori che

riproducono la mimica dei sentimenti. Studia le situazioni stimolo che causano il sorriso e

arriva alla conclusione che gran parte delle concomitanti somatiche dei sentimenti hanno

una base ereditaria, innata. In alcuni casi non siamo in grado di dare un significato alle

concomitanze somatiche, ma possiamo considerarle un segno di stadi evolutivi

precedenti. Anziché risalire ai comportamenti animali si può anche considerare il

bambino, seguire cioè l’ontogenesi (sviluppo del singolo) anziché la filogenesi (sviluppo

della specie). Darwin si sofferma sulla fisiologia del pianto. I bambini cominciano a

piangere nel senso di lacrimare non subito, ma dopo qualche settimana o mese, mentre

prima si esprimono con grida simili a quelle dei cuccioli degli animali. La lacrimazione

deriva dall’afflusso di sangue al viso che fa contrarre i muscoli lacrimali, ma per questo

processo ci vuole un po’ di tempo. L’interesse di Darwin per l’infanzia precede la

pubblicazione de “L’origine della specie”. Osserva il suo figlio primogenito e pubblica

questi scritti nel ’78, quando esce un articolo del filosofo Taine sulla rivista ‘Mind’. Fino

a quel momento il bambino era considerato come un adulto in miniatura o come una fase

particolare. Per la prima volta con Darwin non si ha più la divisione netta tra uomo e

animale, perché anche questi hanno attività mentali. Con Darwin inoltre nasce la

psicologia dell’età evolutiva. Darwin spiega i comportamenti riconducendoli alla loro

origine. Nasce così la psicologia clinica. Si apre anche lo studio delle differenze

individuali,cioè lo studio di come le menti si differenziano tra loro, anch’esso escluso dal

modello wundtiano, che era psicologia generale. Sorge anche un nuovo strumento di

indagine: il test, coi cosiddetti psicometristi. I quattro nuovi ambiti hanno successo

perché usavano metodi diversi da quelli della psicologia tedesca ottocentesca, cioè

l’introspezione. Darwin si affida invece all’osservazione delle manifestazioni esteriori dei

fenomeni mentali, seguendo una metodologia di stampo comportamentista, anche se

ritiene che dove si può si deve osservare anche internamente. La psicologia si apre così a

concetti nuovi, di matrice biologica. Nei paesi di lingua anglosassone la psicologia si

inserisce nelle università nelle facoltà di scienze naturali, come strettamente correlate con

le scienze biologiche. Darwin rovescia la tesi empirista che sostiene che la parte

fondamentale della nostra mente è preordinata, ereditata. Nasce così l’opposizione tra

natura e cultura, eredità e apprendimento. Darwin si rende conto che una parte

fondamentale è data dal nostro rapporto con l’ambiente, poiché gli esseri viventi sono

esseri adattivi e l’uomo deve continuamente mettere in atto strategie di adattamento. A

partire da Cartesio la mente era considerata non in rapporto col mondo esterno, mentre

Darwin la considerava come funzione biologica dell’organismo al pari di altre funzioni

anatomo fisiologiche e perciò è in interazione con l’ambiente per l’adattamento. Ciò

succede anche in alcune specie animali vicine all’uomo.

LA PSICOLOGIA ANIMALE COMPARATA

Sulla scia di Darwin alcuni studiosi inglesi a partire da Jhon Ramones studiarono la

psicologia animale. Nel 1883 pubblica “Animal intelligence”, anche se il suo approccio

non fu rigoroso, alcune osservazioni non le svolse personalmente e fece molta

interpretazione; tuttavia il suo contributo fu importante. Distingueva nel comportamento

animale l’istinto dall’abitudine e dal riflesso. Quest’ultimo infatti è totalmente

automatico, privo di consapevolezza cosciente. L’istinto è il comportamento animale che

si esplica in assenza di addestramento, apprendimento. È fondamentale il fatto che si

sono individuati negli animali istinti che compaiono subito dopo la nascita. Si trasmette

per via ereditaria. L’uomo ha una precisa posizione nella scala evolutiva perché è l’unica

in grado di produrre idee astratte. I limiti del metodo anedottico di Ramones sono

superati da Lloyd Morgan, che si impegna per una metodologia oggettiva e quasi

sperimentale. Gli animali non erano osservati in laboratorio, ma nell’ambiente naturale

leggermente modificato. Ha riassunto la sua metodologia in una regola o legge detta

canone di Morgan che dice che in nessun caso il comportamento animale deve essere

interpretato come funzione superiore quando può spiegarsi come funzione inferiore. Al

complicarsi degli aspetti anatomo fisiologici degli organismi corrisponde la

complicazione delle funzioni psichiche. Negli USA gli studi di psicologia animale

comparata diventano parte integrante degli studi di laboratorio. Erano state preparate da

una serie di ricerche che Jaques Loeb aveva condotto occupandosi di tropismi negli

animali inferiori, cioè azioni o reazioni pressoché automatiche di adattamento agli stimoli

fisici esterni, interpretati come meccanismi essenzialmente fisiologici. Secondo Loeb

questi meccanismi erano presenti anche in animali superiori. In realtà l’interpretazione

fisica è criticata. Thorndike è uno dei primi psicologi di origine americana, mentre gli

altri avevano studiato in Europa. Col suo lavoro del 1898 “Animal Intelligence” cerca

contro ogni forma di antropomorfismo (trasferire modalità comportamentali umane a

organismi non umani) di spiegare i modelli di adattamento all’ambiente. Costruisce un

suo proprio strumento, la puzzle box, con caratteristiche diverse a seconda dell’animale

che veniva messo nella scatola, mentre fuori c’era il cibo. C’era un meccanismo per

aprire la gabbia. L’animale casualmente riesce ad azionere il meccanismo. Nelle prove

successive il tempo di riuscita del compito diminuisce. Si fecero anche ricerche con

labirinti a T (Small e Watson). Il grafico dell’apprendimento era graduale. Si verifica un

processo di stamping in (si imprime il movimento favorevole) e di stamping out (viene

eliminato dopo un certo numero di tentativi il comportamento inadeguato). Vengono

formulate due leggi dell’apprendimento: la legge dell’esercizio, per prove ed errori e la

legge dell’effetto (ricompensa). Questo modello di apprendimento è detto

connessionismo o associazionismo dallo stesso Thorndike. Fa anche un modello

fisiologico dell’apprendimento, che si esprime come un intensificarsi a livello di neuroni

delle connessioni sinaptiche. Gli studi di psicologia animale preparano alla nascita del

movimento comportamentista, che fu una rivoluzione poiché cambia il metodo di

indagine della ricerca e anche l’oggetto: le ricerche oggettive, osservative devono essere

estese anche alla mente umana ( deve ricevere gli stimoli in entrata e gli stimoli in us

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
55 pagine
22 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VeroG91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Antonelli Mauro.