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Il linguaggio

La capacità di comunicare è probabilmente uno dei più importanti componenti di tutti i comportamenti sociali in atto dagli esseri umani: è qualcosa di tipico degli esseri umani. Comunicare non è soltanto usare il linguaggio, ma include altri aspetti come aspetti non verbali, intenzione e contesto. Ci focalizziamo sul linguaggio, l'aspetto verbale.

Il linguaggio è una delle caratteristiche che distingue gli esseri umani dagli altri animali. Ma alcuni animali, come le scimmie, hanno una loro forma di linguaggio gestuale; anche le api hanno una loro forma di linguaggio per cui disegnano delle trattorie per l'alveare; caso particolare è il pappagallo che è in grado di riprodurre il nostro linguaggio o i suoni con un'accuratezza incredibile.

Ci sono diverse posizioni teoriche sul linguaggio: ci chiediamo come fa un bambino che nasce senza sapere una parola a sviluppare una competenza/conoscenza? Gli empiristi (o i...

comportamentista di Skinner e sostiene che il linguaggio non può essere spiegato solo attraverso l'apprendimento per rinforzo. Secondo Chomsky, i bambini nascono con una predisposizione innata per acquisire il linguaggio, che lui chiama "grammatica universale". Questa grammatica universale è una serie di regole innate che permettono ai bambini di comprendere e produrre il linguaggio. Chomsky sostiene che i bambini sono in grado di generare un numero infinito di frasi grammaticali a partire da un numero finito di regole. Questa capacità di creare nuove frasi non può essere spiegata solo attraverso l'apprendimento per rinforzo, ma richiede una predisposizione innata. Secondo Chomsky, il linguaggio è quindi un'abilità innata che si sviluppa spontaneamente nei bambini, indipendentemente dagli stimoli ambientali.empiristaportando i seguenti argomenti/problemi irrisolti: - Creatività: come giustifichiamo la creatività? Ognuno di noi può inventarsi delle parole o frasi. In tutto questo la creatività non ha ruolo. - Acquisizione precoce: se guardiamo un bambino dalla nascita ai suoi primi anni di vita, il livello di competenza è molto superiore/veloce a quello che potrebbe essere da un meccanismo di apprendimento standard. - Bassa risoluzione del segnale: comprendere qual è il comportamento che sta compiendo e qual è il rinforzo; il bambino ricevono linguaggio dai genitori mentre stanno giocando o fanno altro. Il segnale linguistico è immerso in numerosi stimoli. Chomsky ci dice che l'acquisizione del linguaggio avviene su una base innata, perché abbiamo un dispositivo per l'acquisizione del linguaggio (LAD): permette di comprendere la struttura del linguaggio e ci garantisce delle strategie e delle tecniche perl'apprendimento delle caratteristiche. Chomsky propone un'alternativa: la grammatica ha la caratteristica di essere universale. In tutte le lingue del mondo ci sono delle regole condivise generali imprendiscibili (chiamati come principi), da cui non si può prescindere. Una lingua per essere considerata tale deve rispettare dei principi. Ad esempio, non esiste una frase se non c'è il soggetto; il concetto di frase implica la presenza di un soggetto. Oltre ai principi, ogni lingua ha dei parametri binari (0-1; assenza o presenza del parametro) che determinano la variabilità sintattica: il fatto che noi ci mettiamo a studiare la sintattica di una lingua straniera è dovuta dai parametri di quella lingua. Il parametro può assumere due valori: il valore 1 (es. accetto soggetto sottinteso) o il valore 0 (es. non accetto soggetto sottinteso). Ma Chomsky cosa ne pensa dell'ambiente? Ritiene importante l'ambiente in quanto fornitore di

Stimoli per riconoscere e apprendere il linguaggio. Un esperimento indicativo del linguaggio: in questo studio hanno preso due gruppi di persone; a un gruppo hanno insegnato il giapponese, al secondo gruppo hanno insegnato una lingua nuova ma inesistente, inventata ad hoc dagli sperimentatori che però non rispetta le regole della grammatica universale. Attraverso la risonanza magnetica al cervello, al primo gruppo il cervello (in particolare l'area Broca) rispondeva in modo positivo. Per il secondo gruppo invece il cervello rispondeva in modo diverso, non si attivava l'area Broca ma altre aree che non sono del linguaggio (tipo memoria, attenzione, etc...)

Secondo Chomsky, c'è una differenza tra competenza (conoscenza implicita della grammatica che rimane per sempre) ed esecuzione (abilità nella effettiva produzione delle frasi; un fallimento dell'esecuzione non implica al fatto che non abbiamo acquisita ma dipende da vari fattori).

Un'altra distinzione che fa è tra struttura superficiale (il livello sintattico, cioè come è stata costruita la frase a livello sintattico) e struttura profonda (il livello semantico, cioè il significato della frase). Non sempre coincidono, ma per diverse strutture superficiali possiamo avere una stessa struttura profonda.

Ad esempio: Gianni ama Maria / Maria è amata da Gianni. Ci sono anche delle frasi ambigue costruite ad hoc per vedere come si giocano: "la vecchia porta la sbarra". Qui le strutture superficiali sono diverse con diverse strutture profonde.

Ci sono alcune caratteristiche del linguaggio condivise:

  • Produttività: in ogni lingua possiamo costruire un numero illimitato di frasi le une diverse dalle altre, combinando le parole di una lingua secondo specifici criteri grammaticali.
  • Arbitrarietà del significato delle parole: il suono delle parole non ha niente a che fare con il loro significato (tranne per le parole onomatopeiche).

es. chicchirichì ha a che fare con quello che identifica e per il suono).- Ogni lingua è dotata di un numero limitato di suoni, privi di significato, detti fonemi.- Combinando i fonemi (sono meno di 100), formo i morfemi. I morfemi possono essere combinati in modo sistematico per formare le parole, che a loro volta formano le frasi.

Alcune aree di studio del linguaggio:

  • Fonologia e fonetica (studio degli elementi più piccoli del linguaggio)
  • Semantica
  • Grammatica
  • Pragmatica

Fonologia e fonetica studiano oggetti diversi. La fonetica studia l'aspetto fisico del suono, come riproduciamo il suono fisicamente; studia la percezione e la produzione dei suoni linguistici. Un disturbo fonetico è la disartria, è la incapacità di produrre suoni non riuscendo a configurare la bocca. La fonologia studia i suoni da un punto di vista più astratto, come noi lo pensiamo prima di produrlo. Un disturbo a livello fonologico è la parafrasia: implica

studio delle forme delle parole e delle loro variazioni. Si occupa di analizzare la struttura interna delle parole, come ad esempio la radice, il prefisso e il suffisso. Per quanto riguarda la sintassi, essa si occupa di studiare come le parole si combinano tra loro per formare frasi grammaticalmente corrette. Questo include l'ordine delle parole, la concordanza tra i vari elementi della frase e l'uso corretto dei segni di punteggiatura. Inoltre, la grammatica si occupa anche di studiare le regole che governano la flessione delle parole, ovvero le loro variazioni in base al genere, al numero, al tempo verbale, alla persona, ecc. In conclusione, la produzione delle parole richiede una corretta comprensione del loro significato, sia denotativo che connotativo, e una padronanza delle regole grammaticali che ne governano l'uso corretto.

Lo studio delle regole che consentono di modificare forma e significato delle parole è oggetto della morfologia. La morfologia studia il morfema, che è la combinazione di suoni che nella forma minima riesce a dare un significato parziale ma sufficiente per capire la parola.

Infine, la pragmatica è più affine all'ambito della comunicazione. La pragmatica ci racconta come il linguaggio diventa comunicazione, come usiamo il linguaggio per applicare i nostri obiettivi, per interagire con gli altri. Include il linguaggio non verbale, il contesto, gli aspetti impliciti e le norme sociali.

Lo sviluppo del linguaggio del bambino dalla nascita fino a sei mesi: il neonato è in grado di distinguere 869 fenomeni individuati tra le lingue del mondo. In seguito, i bambini si specializzano nel riconoscimento e poi nella produzione dei fonemi appartenenti alla propria lingua madre. Nasce il concetto della finestra critica, che è un lasso di tempo predeterminato: è un tempo di esposizione di un linguaggio per renderlo una lingua.

madre. Si riconoscono quattro stadi di sviluppo tipici (Oller, 1980):
  1. Stadio fonatorio: sono i primissimi mesi dopo la nascita, incomincia a produrre suoni quasi vocali, comunica attraverso il pianto riflesso e suoni vegetativi, perlopiù non intenzionali/non comunicativi (ruttini, colpi di tosse, deglutazioni).
  2. Stadio primitivo fonatorio: tra i due e i quattro mesi, incomincia a produrre una sequenza di suoni (vocali e proto consonanti, cioè somigliano alle consonanti ma non lo sono) e cooing (vocalizzazione di benessere, piacevole).
  3. Stadio di espansione: tra i quattro e gli otto mesi, dove manifestano il fenomeno del babbling, ovvero produzione di sillabe in sequenza ripetute (consonante-vocale); sono associate spesso a movimenti ritmici degli arti (ba-ba-ba).
  4. Stadio canonico: tra i cinque e dodici mesi (sovrapposizione del terzo stadio); compaiono sillabe che rappresentano parole nel linguaggio naturale (dada; baba). Capita anche bambini che a dodici mesi non dicono una parola.

parola. Dopo un anno, i bambini cominciano a imparare forme linguistiche più complesse. Tra i 18 e i 20 mesi producono combinazioni di due parole, iniziano rapidamente ad apprendere nuovi vocaboli. Intorno ai due anni, imparano circa 50 parole e usano un linguaggio telegrafico: non è un linguaggio chiaro, ma assomiglia a un telegramma, cioè un linguaggio che evita tutto ciò che è accessorio (articoli, congiunzioni, avverbi; usano magari solo un nome e un verbo). A tre anni i bambini imparano a usare la grammatica quindi declinare i verbi e i nomi: usare il plurale e usare i verbi nella persona corretta. Emergono fenomeni di sovrageneralizzazione: è il fatto che i bambini tendono a generalizzare delle regole che hanno appreso nelle forme e parole: ad esempio rendere femminili le parole che sarebbero solo maschili (vincitorE-vincitorA). A cinque anni i bambini hanno acquisito le regole fondamentali del linguaggio, ma solo successivamente raggiungeranno un

stata oggetto di studio da parte di numerosi filosofi e linguisti nel corso dei secoli. Alcuni sostengono che il linguaggio sia un riflesso del pensiero, che le parole siano semplicemente strumenti per esprimere concetti e idee preesistenti nella mente. Altri, invece, ritengono che il linguaggio sia in grado di influenzare il pensiero stesso, che le parole e le strutture linguistiche possano plasmare e modellare il modo in cui pensiamo e comprendiamo il mondo. Indipendentemente dalla natura esatta della relazione tra linguaggio e pensiero, è innegabile che il linguaggio sia uno strumento fondamentale per la comunicazione e per la trasmissione di conoscenza e cultura. Attraverso il linguaggio, siamo in grado di esprimere i nostri pensieri, di comunicare con gli altri e di apprendere nuove informazioni. La grammatica, in particolare, svolge un ruolo cruciale nel linguaggio. Le regole grammaticali ci permettono di organizzare le parole in frasi e di comunicare in modo chiaro e coerente. La conoscenza delle regole grammaticali ci consente di comprendere e produrre testi scritti e discorsi comprensibili e di qualità. In conclusione, la relazione tra linguaggio e pensiero è complessa e ancora oggetto di dibattito. Tuttavia, è indiscutibile che il linguaggio e le regole grammaticali siano strumenti essenziali per la comunicazione e per la comprensione del mondo che ci circonda.
Dettagli
A.A. 2022-2023
100 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luciamajdancic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Repetto Claudia.