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Sonorizzazione delle consonanti intervocaliche e intersonantiche
P BK GT DP, C, T in posizione intervocalica e intersonantica danno le sonoresonorizzazione delle consonanti.corrispondenti B, G, D. E’ il fenomeno della Si è verificatoamicumin tutta l’area romanza occidentale, compresa l’Italia settentrionale. Ad esempioamigo rota rueda capillum cabellodiventa in spagnolo; oppure diventa in spagnolo; diventa inchaveuspagnolo e poi la spirantizzazione con in francese. Ancora oggi i dialetti dell’Italiasettentrionale si comportano come le lingue romanze dell’Europa occidentale. La Toscana sicolloca in mezzo tra Italia settentrionale e meridionale:- K G nella metà dei casi- P B e T D ha interessato meno della metà dei casi (amicumconservazioneQuesto spiega perché in italiano abbiamo sia parole in cui c’è stata(lacumsonorizzazioneamico) sia lago). Sono state date due spiegazioni: - Secondo alcuni studiosi anche in Toscana la
sonorizzazione è stata generale come al nord, ma ci sono molti casi di conservazione che si spiegano in quanto latinismi, cioè termini latini ripresi come tali e inseriti nella nuova lingua. Si tratta però di una inaccettabile spiegazione poiché i latinismi non possono avere una tale ricaduta nell'lingua d'uso parlata. Infatti molti presunti latinismi sono parole di ambito contadino o popolare. Secondo altri studiosi c'è stato il mantenimento della sorda come nelle lingue meridionali e i vari casi di sonorizzazione vanno spiegati come singoli prestiti presi dai volgari del nord Italia. Questa seconda opzione è in parte corretta, in quanto la sonorizzazione non è stata spontanea in Toscana, ma è stata portata da un'altra area. I toponimi, essendo dei nomi ufficiali, tendono ad avere meno trasformazioni rispetto ai nomi comuni e spiegano tale fenomeno di importazione. La sonorizzazione avvenne probabilmente per moda.Imitazione delle parlate settentrionali. Lo sviluppo delle città e lo spostamento di persone contribuirono al cambiamento. Entra in campo infatti il fattore prestigio, in questo caso il cioè risultava più elegante la sonorizzazione. Anche oggi alcuni termini sono colpiti dal fattore prestigio: “figo” dovrebbe dirsi “fico”, ma il fascino del nord più industrializzato e moderno ha contribuito a sonorizzare.
Conto navale. Nelle testimonianze delle origini il volgare è documentario. Un esempio è il pisano, un inventario di spese redatto a Pisa per l’allestimento di una flotta navale. È stato molto utile a livello linguistico. Nel ‘200 le cose cambiano poiché il volgare compare nei testi carta ravennate, letterari. Abbiamo un componimento poetico anonimo risalente al 1180-1210, una generazione prima dei siciliani. Il volgare viene utilizzato molto nella poesia, che culmina nella Vita nova e nella Commedia a inizio ‘300.
Si è infatti parlato di rivoluzione, piuttosto che di evoluzione. Dal punto di vista evolutivo, nelle varie aree italiane si trattano gli stessi temi in maniera più o meno uniforme: al nord si predilige la poesia didattica, al centro quella religiosa e nel Regno delle due Sicilie si diffonde la poesia lirica. La prosa è invece molto in ritardo rispetto sia alla poesia sia alla diffusione che aveva già in Europa. La prosa, al contrario della poesia, si differenzia molto di zona in zona. La prosa del '200 può essere suddivisa in: Prosa d'arte: - d'intento letterario, più complessa per la lingua utilizzata e per la struttura del periodo. È una forma complessa che si rifà al latino classico e a quello medievale. Prosa media: - di carattere narrativo. Parliamo di racconti, cronache, memoriali e testi sacri che si distingue soprattutto per la sintassi: c'è molta coordinazione (paratassi), i periodi sono molto brevi eLa ripetizione delle parole a breve distanza è molto frequente. A tratti si avvicina quindi alla lingua parlata. Prosa documentaria: - tipica dei testi "di carattere pratico", come le lettere. La prima testimonianza di prosa d'arte è di Bologna e riguarda l'ambito del diritto. Ciò è dell'ars dictandi, dovuto alla diffusione cioè la dottrina del comporre le lettere. Ciò deriva da un'usanza tipica già in epoca classica di non scrivere direttamente, bensì di dettare agli scribi. Spesso questi testi fornivano linee generali seguite da modelli di esempio. I maestri di tale dictatores, arte venivano detti termine che iniziò ad indicare in generale i letterati. Questo ars dictandi perché l'epistolografia rimase anche con l'Umanesimo il modello di scrittura. L'inizialmente riguarda il latino, dando vita al latino medievale o giuridico. Si tratta di una prosa con forti cadenze.
Metriche che si diffonde in ambito giuridico. Non ci sorprende perché già nei romani l'imperatore comunicava con i funzionari tramite lettere. Nell'XI secolo Bologna ars dictandi diviene la città più importante per la pratica dell'ars dictandi. Venivano insegnati in questo ars dictandi modo sia i principi giuridici sia quelli retorici. Con l'ars dictandi si ha la prima testimonianza doctores dell'ars dictandi di volgare in Italia. Principali sono Boncompagno da Signa, Bene da Guido Faba. Firenze, Bono da Lucca e soprattutto Quest'ultimo viene indicato a Bologna magister, come cioè insegnante, dal 1210. Almeno fino al 1215 è insegnante di retorica e di diritto. In seguito diventa un notaio, scrivendo manuali in latino e anche in volgare. Qui applica i moduli dell'oratoria latina alla scrittura in volgare. I due testi più importanti sono:
- Gemma purpurea: raccolta di lettere redatta secondo il modello ciceroniano
- Parlamenta et
epistolae:- databile attorno al 1246, si tratta di esempî di discorsi involgare e di lettere in latino. Troviamo 26 testi in volgare. E’ il testo più importante diFaba. Fornisce spunti di epistola ai suoi studenti: l’epistola ampia, l’epistola media el’epistola minima.
Pag. 5 dispensa: il titolo in latino era un’usanza del passato. Faba offre un tipo di lettereverso un destinatario indegno e di conseguenza si usano i principi della retorica latina alcontrario. Ad esempio c’è un capovolgimento del plurale maiestatis nel “noi” per Quaresimaall’inizio. La struttura tipo dell’epistola era:
Salutatio:- primissima parte della lettera in cui c’è il saluto al destinatario, cercando diben disporsi nei suoi confronti per portarlo dalla propria parte. Ci sono formule latineche si usano ripetutamente. narratio.
Exordium:- prima enunciazione del tema della lettera. Spesso è unito allaNarratio:-
specificazione del tema, che viene ampliato e contestualizzato.
Petitio: richiesta che ha per fine di ottenere qualche cosa.
Conclusio: formula di congedo con molti gerundi in cui si fa una sorta di sintesi di quello che si è detto.
Qui non viene rispettata: dolore
Salutatio: va dall'inizio a al v. 4. Abbiamo un plurale maiestatis applicato non al destinatario ma al mittente, così come gli aggettivi positivi. Viene seguita poi da una Matreserie di "maledizioni", opposte alla consuetudine. potrebbe essere un latinismo, in quanto non troviamo la sonorizzazione.
Narratio: non c'è altro che una serie di insulti verso il destinatario. Ci sono termini fello baratero derivanti dal latino e dal provenzale, come e (colui che aveva un banco narratio abusivo in piazza, una sorta di truffatore). La qui si estende dal v. 4 al v. 9.
Petitio: qui c'è un altro capovolgimento perché non viene chiesto ma ordinato. Il passo petitio termina con
laConclusio: - non è presente, sempre per applicare i principi classici al contrario.
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA 26/10/18
Pag. 5 dispensa (ultima parte): il testo è caratterizzato da una struttura molto elegante. Si riprende il tema del giardino della filosofia. Si avverte che è molto elaborato, seppur sintetico. Si ha un tipo di prosa molto ritmata.
Pag. 6 dispensa: Nel 1266 Manfredi I, figlio di Federico II di Svevia, viene sconfitto dagli Angioini nella battaglia di Benevento. Cade la casata degli Svevi e anche la scuola poetica siciliana. Gli scritti siciliani arrivarono ai toscani che li adattarono alla propria lingua. Da questo errore nasce poi la moda della rima siciliana, sebbene sia dovuta ai copisti toscani. Al tema dell'amore si aggiungono temi politici, la vita, il vivere civile. I siciliani rappresentano gli ambienti raffinati della corte di Federico II, mentre i siculo-toscani sono figli dell'ambiente comunale e di tutti i loro problemi. Anche il
Il linguaggio poetico varia. Maggiore esponente dei siculo-toscani è Guittone d'Arezzo, in generale uno dei più influenti del '200. Nel '300 viene poi criticato aspramente e praticamente dimenticato. La prosa di Guittone è assai difficile perché vuole esserlo: egli vede la buona riuscita dell'opera nella complessità della prosa. Guittone nasce nel 1230-35 e muore nel 1294, una generazione dopo Guido Faba. È considerato il vero padre della prosa d'arte italiana, ma anche un buon poeta. Per quanto riguarda la poesia, rientra infatti nella categoria dei poeti siculo-toscani. È un borghese e mostra interesse per la politica e per l'impegno civile, essendo un esponente importante dei guelfi di Arezzo. Nel 1265 abbandona moglie e figli per prendere i voti: usiamo tale data per dividere la produzione di Guittone. La maggior testimonianza del canzoniere delle origini è il codice Laurenziano Rediano 9, in aggiunta.
Il manoscritto al Vaticano latino 3793 è stato redatto da due copisti non professionisti tra il XIII e il XIV secolo. Si vede che non è un prodotto di lusso già dal tipo di scrittura utilizzato. Quantitativamente è il più importante per il canzoniere delle origini, qualitativamente è il peggiore. Al contrario, il Laurenziano Rediano 9 è pisano ed è dedicato principalmente a Guittone, mentre il Banco Rari 217, con miniature e decorazioni, è pistoiese ed è posto alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Storia della lingua italiana 08/11/18
Guittone d'Arezzo
Appartiene al movimento dei siculo-toscani. Grande autore del Duecento, sia nel campo poetico che in quello prosastico. Riprende alcuni motivi della scuola siciliana, contestualizzandoli nell'ambito toscano. Novità stilistiche