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PARANTESI SUL RUOLO DELLA FOTOGRAFIA IN ITALIA
La fotografia ottiene un riconoscimento in Italia a partire dagli anni ’70. L’unica legge che tutela la
fotografia è del 1999 che riguarda tutti i beni culturali, fino ad allora la fotografia non viene considerata
bene culturale => molto patrimonio fotografico viene disperso.
1979: Venezia diventa la capitale della fotografia con 3 mostre impostanti: “Fotografia italiana
dell’Ottocento”, “Fotografia pittorica”, “Venezia ‘79” = si fa il punto sul passato e il presente della fotografia
italiana. La prima delle mostre suddivide il catalogo per regioni e cataloga tutti i fotografi conosciuti (lavoro
di mappatura della fotografia italiana dell’Ottocento). Il catalogo della seconda mostra è mirato a
distinguere la fotografia pittorica dal pittorialismo. Il catalogo della terza mostra fa il punto su tutta la
fotografia contemporanea e del Novecento italiano fino al ’79.
1973: mostra a Torino, “Combattimento per un’immagine” = tratta dei rapporti fra fotografia ed arte
contemporanea.
Nel ’77 c’è in Italia la prima mostra storica su una ditta fotografica (Linari); è la prima volta che si fa una
mostra dedicata ai fotografi. Linari era una casa fotografica fondata a metà Ottocento.
Con il tempo tutte le regioni italiane si rendono conto che il patrimonio fotografico va tutelato. Sono le
regioni del Nord che si danno da fare per la salvaguardia del patrimonio fotografico (inizia l’Emilia che
cataloga i suoi beni culturali comprese le fotografie).
NEL 1985: nascita da aft, rivista di storia e fotografia, finanziata dal Comune di Prato. La rivista è cessata nel
2009 (numeri scansionati presenti online).
“Fotologia” (rivista nata nel 1984 che va avanti fino agli anni ’90); questa rivista pubblicava fotografie a
colori e a fare portfoli.
A livello internazionale: “Etudies pthotographiques”, poi pubblicata anche in inglese.
silvia.paoli@comune.milano.it
RIPRESA DEL DISCORSO SULL’ANNUARIO
L’annuario ci fa capire che non c’è una linea comune ai fotografi italiani in questo momento. Emerge una
linea del moderno, soprattutto nella prefazione di Scopinich.
Le premesse di una fotografia neorealista e, più in generale, moderna sono chiare in questo volume del ’43;
è uno snodo attraverso cui i vari filoni si presentano.
- Slide 202. Giuseppe Pagano, “Casa a Ischia”. Pagano era iscritto al partito fascista pensando di
poter conciliare le istanze di rinnovamento del movimento moderno in architettura con le istanze
del movimento fascista.
Dirigerà la “Casa bella” (rivista) insieme a Persico. Si tratta di una rivista nata nel ’28. Questa
esperienza dura per Pagano fino al ’31 insieme a Persico e poi continuerà da solo fino al ’43 (la
rivista deve cessare le pubblicazioni), intanto Pagano aiutava a dirigere Domuns.
Pagano collabora con architetti razionalisti: costruzione dell’istituto di fisica dell’Università di Roma
e l’edificio originario della Bocconi.
Lui è un architetto razionalista => vs corrente dell’architettura monumentale.
Si arruola volontario nella seconda guerra mondiale; capisce di aver sbagliato e diventa un
antifascista.
Qui siamo nel luglio del ’43 e lui due mesi dopo partecipa alla resistenza. Nel ’44 viene arrestato e
portato nel campo di concentramento di Mauthausen.
Nel 1938 aveva parlato della sua decisione di diventare fotografo perché non trovava presso la
sovraintendenza di belle arti italiane le fotografie a cui era interessato.
Non è interessato alle architetture monumentali (quelle ufficiali), ma all’architettura popolare
(costruita da contadini etc.).
29/11/17
LUIGI VERONESI
- Il primo fotogramma è del 1927. Lui è un disegnatore tessile, si interessa di fotografia e di incisione.
A Parigi conosce il cubismo e le altre correnti artistiche del momento.
Inizia a lavorare a scenografie teatrali e fa sperimentazioni di tipo fotografico.
Interessante è lo studio di Luciano Carmen su Luigi Veronesi (un saggio è presente anche nell’”Uomo
nero”). 1932: partecipa a una mostra di incisioni (Galleria del Milione a Milano). Nel 1934: aderisce ad un
gruppo di artisti parigini “Astrazione Creazione”. È vicino anche agli astrattisti lombardi degli anni
’30.
Interessato alle esperienze del Bahuaus e alle avanguardie.
1935: mostra di arte astratta a cui V. partecipa (Torino); tra i partecipanti ci sono anche gli artisti
astrattisti lombardi.
Anni ’30: interesse allo sviluppo della grafica e della pubblicità => lavora per “Campo grafico”. Poi
lavora per “Ferrania”.
’47: firma il manifesto “La Bussola” (Ferrania è la rivista che riunisce gli artisti che hanno firmato
questo manifesto). Ferannia nasce nel ’47 e finisce nel ’67 (anni ’60: periodo cambiamenti).
Giulia Veronesi (sorella) era critica d’arte a Parigi e si occupava anche di fotografia.
Veronesi era in contatto anche con Edoardo Persico + Molinovi ?.
’48: adesione al Movimento Arte Concreta (MAC). Insegna all’accademia di Brera e a Venezia
insegna grafica (al corso superiore di industrial design). Guido Guido è un fotografo che si è formato
al corso di industrial design di Veronesi.
Anni ’70: si interessa di musica e di rapporti con il colore.
È morto nel 1998.
Tutta l’arte contemporanea punta l’attenzione non sull’esito dell’atto artistico (l’opera), ma sul
processo di lavorazione/creazione dell’opera stessa.
- (foto con il pizzo). Si tratta del primo fotogramma (1927). La tecnica è quella di Talbot; per Veronesi
il fotogramma è un’attività che porta avanti tutta la vita.
Attenzione: questo si chiama “fotogramma numero 1” (i fotogrammi non hanno nomi, ma sono
numerati). Questa è una scelta anti-realista, anti-documentaria, anti-figurativa + si oppone anche
all’idea di fotografia come documento e trasposizione del reale. Quello che interessa è l’interazione
fra soggetto e luce (come Molinovi) => nuovo processo di costruzione delle forme e delle immagini.
- “Campo grafico”, rivista che contribuisce all’innovazione al campo della grafica. Qui vediamo una
delle copertine (influenza del Bauhaus).
- Fotogramma 16 = trame sottili del tessuto che fanno passare la luce.
C’è la forma circolare (vd fotogrammi di Molinovi).
Sono tutti fotogrammi degli anni ’30 e continua a riproporre le stesse forme, perché l’indagine non è
sull’oggetto, ma sulle modalità con cui esso interagisce con la luce.
- Ripresa dal basso della Tourre Eiffel = ricorso ad una prospettiva non tradizionale (vd M.).
- 1937, “Scultura” = fotografia di una corteccia. Lo stesso Paolo Monti ha interessi simili, ma più
tardi.
Anni ’30: i fotografi astrattisti (e anche i pittori astrattisti) italiani lavorano nonostante il regime, ma non
sono apprezzati (almeno fino agli anni ’50). Invece in Germania, dopo l’arrivo del Nazismo, non era proprio
possibile la sperimentazione.
Dal 1938: Veronesi inizia a fare i film astratti = successione di forme e colori (no narrazione/no
documentario).
Vicinanza fra le opere di pittura di Veronesi astratte e i fotogrammi = es. composizione di fotogramma e
pittura = sotto c’è il fotogramma di un asse circolare e sopra lui ha dipinto una forma. Lui continua a
ritornare sulle stesse forme/strutture con mezzi diversi.
- Solarizzazione = ottenuto il negativo, lo rimetto nella macchina fotografica e lo espongo ancora alla
luce => rimane solo una serie di contorni che danno la sensazione del volume anche senza i
contrasti tonali. Si tratta di un procedimento che parte dalla fotografia vera e propria.
Nel dopoguerra, quando comincia la pellicola a colori, troviamo gli esperimenti di Veronesi con i colori. I
due tipi di pellicole a colori che si diffondono sono Alfacolor e Kodachrome. In Italia c’è la pellicola della
ditta Ferrania (dal 1947). Veronesi sperimenta anche con fotogrammi in cui è presente il colore.
- 1958, pellicola trasparente introdotta nel fotogramma (elemento che si ripete); uso dei colori (i
colori primari tornano in tanti fotogrami).
Continua a produrre fino alla morte.
FRANCO GRIGNANI
- Nasce nel 1908 (stesso anno di Veronesi).
- È un architetto. Vicino all’astrattismo e al costruttivismo. E si avvicina alla Psicologia della Gestalt =
studio della percezione visiva (come noi reagiamo davanti alle forme).
- Ha partecipato alla biennale di Venezia del 1972, nella sezione di grafica sperimentale. Si interessa
anche di teorie della comunicazione.
- È stato designer del marchio di pura lana vergine.
- Fotogramma tratto da Domus.
- Foto di passaggio: sotto ci sono due fotografie composte (due soggetti che fanno due lavori diversi,
due foto tratte da due negativi e composte in fase di stampa) + sopra fotogrammi.
- Slide con marchio di pura lana vergine (deriva dalle sperimentazioni di Grignani con la luce e dai
suoi studi sulla percezione).
- Lavora per le ditte farmaceutiche (slide 35, penicillina) = fotogramma (parte sotto bianca) +
elementi di pittura, grafici etc.
Riflette sull’ambito della comunicazione e sul potere dell’immagine anche con coscienza civile.
STEINER
- Archivio di questo autore conservato dal Politecnico di Milano.
- Personaggio poliedrico.
- Nasce nel 1913 e muore nel 1974. È un personaggi di grande impegno politico e civile (partecipa
alla resistenza). Giacomo Matteotti è zio di Steiner. Steiner dopo l’omicidio di Matteotti diventa
convinto antifascista.
- Formazione nel campo del disegno/pittura. Conosce tutta la Milano più colta (frequenta Edoardo
Persico), la galleria Milione. Collabora alle prime mostre di arte astratta (vd locandina della galleria,
slide 38).
- Steiner non viene classificato ancora come fotografo, ma partecipa alla vita culturale dell’epoca.
- Frequenta lo studio di Antonio Ruggeri = lì si trovavo i grandi innovatori del momento. Tramite
questo studio si avvicina al Bauhaus e al costruttivismo.
- Insieme alla moglie apre uno studio (logo, slide 39): lavora per molte aziende + partecipa alla prima
mostra di grafica (settima biennale, 1940).
- 1939: iscrizione al partito comunista italiano (fondato nel 1921 da Gramsci). In questo periodo
conosce Vittorini (altro intellettuale di sinistra).
- Segue la linea sperimentale = fotogrammi etc.
- Stainer lavora per Domus e anche per le riviste di architettura. È curatore del volume di Domus del
1943.
- Collabora con le case editrici del momento (fa le copertine): es. Einaudi.
- Anni ’40, dopoguerra: va in Messico (conte