Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
2° PARTE DELLASTORIA DELLA RUS
Fu nel 1223 che i mongoli invasero per la prima volta la Rus. Nel 1240 avevano soggiogato tutti i principali della Rus e nel 1242 stabilirono il loro quartier generale a Saraj, sulla Volga inferiore. Abbiamo già illustrato lo stato di smembramento in cui versava la Rus a quell'epoca e la situazione che permise l'assoggettamento ai tatari. I chan mongoli comunque governarono indirettamente senza influenzare più di tanto la cultura slava, né tantomeno cercarono di convertire il popolo slavo. Il loro dominio si limitava al pagamento di tributi, alla scelta dei gran principi, i quali, prima di salire al trono, dovevano compiere un viaggio a Saraj e ricevere la jaryk, ossia l'autorizzazione dal chan mongolo. Attraverso questo sistema il chanato si faceva garante degli interessi dei signori e principi locali, a tutto vantaggio del potere centrale.
Ciò che comportò il dominio mongolo fu in generale un peggioramento
delle condizioni economiche, dell'artigianato esicuramente delle lettere e della scrittura, che subì un periodo di stallo. Il dominio mongolo ebbe poi rilevanza soprattutto nella chiusura della rus rispetto all'occidente. Soltanto citta del nord come novgorod continuarono ad avere contatti con alcune città tedesche. I mongoli quindi portarono un generale arretramento culturale, soprattutto se paragonato all'occidente. Un'influenza in senso positivo, però, si ebbe a livello della struttura di governo, la quale ereditò la forma assolutistica ed autocratica tipica dei tatari, che caratterizzerà poi la politica russa a partire dalla fine del xv secolo... È durante la dominazione mongola che Mosca acquisisce sempre maggiore importanza. All'inizio non era che un piccolo villaggio (ostrog, fortilizio) di scarsa importanza. Nel 1237 fu rasa al suolo da mongoli. Il fattore geografico fu determinante per la fortuna di Mosca, cheInfatti si trovava sulla riva del fiume Moscova, al centro di quella che sarà una delle principali vie commerciali (Baltico, Volga, Caspio) e godeva di una posizione ben difesa, che offriva rifugio e protezione. Infatti Mosca divenne un centro di stazionamento per i profughi dei principati più esposti nel XIII e XIV secolo, quando le regioni occidentali e sudoccidentali erano minacciate dal dominio polacco, mentre a sud e a est subivano le incursioni tatare. Dalla seconda metà del XIII secolo in poi Mosca subì un processo di notevole espansione, attraverso operazioni di acquisto, aperte conquiste, acquisizioni per mezzi diplomatici e vera e propria colonizzazione. Poi, dalla seconda metà del XIV alla prima metà del XV secolo, la Moscovia completò la sua più importante base d'espansione e arrivò ad affacciarsi sulla via dell'Asia, che offriva il vantaggio del commercio della seta con.
L'est. L'espansione e il potere della Moscovia fu dovuto in gran parte alle relazioni tra slavi e mongoli, ossia i gran principi della Moscovia si impegnarono in un'opera di "corteggiamento" del chan mongolo al fine di ingraziarselo. I ricchi signori della Moscovia inoltre si fecero quasi garanti del potere e dell'autorità del chan, contrastando ogni opposizione all'interno dello stesso popolo slavo e accadde anche la Moscovia si servì di truppe mongole per affrontare gli altri principati. Così la Moscovia ottenne il diritto di esigere i tributi che i mongoli imponevano ai principati slavi. Nel 1353, poi, il principato di Moscovia fu riconosciuto dai tatari come avente autorità giuridica sugli altri principi della Rus. Fu così che nel 1380 si arrivò al primo tentativo slavo di liberarsi della dominazione mongola, nella battaglia di Kulikovo ad opera di Dimitrij Ivanovich di Mosca. Fu un'importante
vittoria ma non ancora definitiva (infatti nel 1382 i mongoli distruggono un'altra volta Mosca e si dovrà aspettare un altro secolo perché Mosca si liberi definitivamente e formalmente dal dominio tartaro). Nel frattempo sul versante occidentale... [to be continued]IL CICLO DI KULIKOVO, LA ZADONSCHINA E L'ESALTAZIONE DI DIMITRIJDONSKOJ
Con il ciclo di Kulikovo si fa riferimento a tutti quei testi e documenti che raccontano della battaglia del 8 settembre 1380 in cui le milizie della Rus guidate dal principe dimitrij ivanovich donskoi sconfiggoo i tartari di Mamaj a Kulikovo.
Tre sono le fonti maggiori:
- i racconti cronachistici: in forma variamente compilativa, riconducibili a due redazioni: una breve (e forse primaria) intitolata "Della grande guerra sul Don" e una più lunga, il cui schema sembra riprodurre quello della quarta cronaca novgorodiana e prima di S.Sofia. La lunga è più elaborata della breve.
- narrazione della...
guerra di Mamaj: otto redazioni , la stesura di base risalirebbe al xiv secolo e sarebbe posteriore allaredazione lunga del racconto cronachistico. Più particolareggiata dei racconti cronachistici, contiene elementileggendari, folclorici, biblici e classici.
3- La Zadonschina (epopea d’oltre Don) o “Documento del monaco Sofonij di Rjazan”: sei redazioni diversamenteintitolate e risalenti al xv-xii secolo. Interessante è la su relazione con lo slovo di igor. Due sarebbero le ipotesi sulla lororelazione:
a)un testo primitivo attestato da un’unica redazione sarebbe alla base della versione lunga della Zadonschina , da cuiavrebbe poi ripreso l’ipotetico falsario dello slovo di Igor.
b) La versione lunga non sarebbe secondaria ma si baserebbe dierettamente sullo slovo di Igor, il quale sarebbe quindiautentico.
In ogni caso, il racconto della battaglia di Kulikovo riflette una routine scrittoria entro le convenzioni della letteraturaslava ecclesiastica.
quindi ben lontana dall'estrosità compositiva che caratterizza lo slovo di Igor. Possiamo ascrivere al ciclo di Kulikovo anche un'altra opera: "Discorso sulla Vita e morte dl gran principe Dimitrijivanovic, zar russo", anche se la relazione di questa con le altre opere è più formale che reale. Infatti questa tratta dellabattaglia non come episodio centrale. Esso si concentra invece sulla vita e sul buon regno del principe. Inoltrel'eloquenza prevale sulla narrazione. VARIE COMPILAZIONI CRONACHISTICHE: la tradizione cronachistica e annalistica si è ormai affermata e continua anche nel xiii ecolo. Il tema principale è ora l'invasione dei tatari, che viene interpretata come castigo divino per i peccati del popolo slavo, i cui gran principi si facevano la lotta a vicenda. Questa è la chiave tematica di componimenti cronachistici quali la prima cronaca di novgorod, dove è narrato l'episodio della battaglia.Sul fiume Kalka del 1223, che rappresenta la prima rovinosa sconfitta contro i tataro-mongoli. Poi abbiamo la storia della disruzione di Razan da parte di Batyil, a questo ciclo è legata anche la storia di Merkurij di Smolensk, il quale esce vittorioso grazie all'intervento della vergine maria ma poi muore anche lui (in alcune versioni decapitato dall'angelo). Un altro corpus annalistico di questa età è rappresentato dalla cronaca di Halic(h)-Volinia, costituito da due unità compositive, una più antica e una del 1262. Tra le raccolte principali del XIV secolo, poi, ci sono: le cronache di Tver, cronache di Pskov e cronache di Mosca. Della cronaca di Tver fa parte la storia di Shekval, rappresentante del chan dell'orda, contro cui il popolo di Tver insorge nel 1327, stanco dei soprusi. Qui l'orda non è più considerata come l'invasore, ma già come un problema interno, facente parte della stessa realtà russa.
Vi è poi una particolare narrativa didattica dai toni agiografici, il cui tema è il dissidio politico-etico del buon cristiano che però accetta il governo dell'orda. È questo il caso della vita di Michail di Cernigov, che è disposto ad accettare il dominio temporale dei mongoli ma non le sue divinità e subisce il martirio. N.B. Con il termine "svod" si indica una raccolta enucleata dalla cronaca ipaziana che tratta degli episodi delle terre meridionali della Rus dal 1117 fino alla fine del XII secolo. PARAGRAFO 4: PROSA ORNATA ED ELOQUENZA, KLIMENT SMOLIATIC, KIRILL TUROVSKIJ, SERAPION VLADIMIRSKIJ (mancante) VITA DI ALEKSANDR NIEVSKIJ: Quest'opera è stata composta intorno al 1280 probabilmente da un contemporaneo di Nievskij ma più giovane, dato che l'autore afferma di averlo visto di persona e di aver attinto notizie su di lui dai propri genitori. Nievskij era signore di Novgorod e figlio del granprincipe di suzdal, di cui poi diviene egli stesso gran principe nel 1252. La figura di quest'uomo diventa importante per la sua impresa contro gli svedesi nel 1240 (stesso anno in cui i tataro-mongoli distruggevano Kiev) sul fiume Neva (da cui l'appellativo Nevskij); e nel 1242 sconfigge i cavalieri di Livonia dell'ordine teutonico. Queste imprese gli valsero la canonizzazione a sant'aleksandr nievskij. L'opera è a metà tra bios greco e agiografia cristiana, che coniuga caratteristiche tipicamente mondane a quelle della vita di un santo. Dell'opera abbiamo ben 5 redazioni, di cui la più tarda del XVII secolo. Noi ci occupiamo della rima, prevenutaci da ben 13 manoscritti, in 2 dei quali è inserita un'altra opera: il discorso sulla rovina della terra russa; tuttavia è molto probabile che questo inserimento sia casuale. L'opera si può dividere in 4 parti:
- INTRODUZIONE costituita da un topos modestiae,
Seguito dall'affermazione che l'autore ha conosciuto di persona il gran principe, segue un breve accenno ai genitori di Nevskij e infine viene fornita la chiave tematica mediante un rimando scritturale a Isaia.
1° PARTE NARRATIVA: un nobile occidentale Andrea si reca da Aleksandr, ne ammira il regno e riporta le sue lodi al ritorno. Venuto a sapere ciò, il re svedese vuole impadronirsi del regno di Aleksandr e dichiara guerra. Come nello slovo, quindi anche qui troviamo il tema del peccato di superbia punito da Dio per mano del principe Aleksandr. Aleksandr si reca alla chiesa di Santa Sofia e prega. Una sentinella ha una visione prodigiosa di Boriš e Gleb sul fiume, Aleksandr è confortato dalla visione. Sul campo di battaglia interviene l'angelo divino dove non arrivano le truppe di Aleksandr.
2° PARTE: la seconda parte ricalca fedelmente gli schemi della prima, solo che qui siamo nel 1241 e si combatte contro i cavalieri dell'ordine teutonico di Livonia.
i parte: la prima riguarda il principe Aleksandr che, dopo aver sconfitto i nemici, decide di liberare i prigionieri e di restituire loro i loro beni. La seconda riguarda il principe che, vedendo un povero contadino che ha perso tutto a causa di un incendio, decide di aiutarlo donandogli una nuova casa e dei terreni per coltivare. In entrambi gli episodi si evidenzia la bontà d'animo e la generosità del principe Aleksandr, che si preoccupa del benessere del suo popolo e si impegna a proteggerlo. -4° PARTE: la quarta parte del testo descrive il principe Aleksandr come un grande guerriero, coraggioso e valoroso. Viene raccontata la sua vittoria in una battaglia contro i tartari, dove dimostra la sua abilità e il suo coraggio nel combattere per difendere la sua terra. In questa parte si sottolinea l'abilità militare del principe Aleksandr e la sua dedizione nel proteggere la Russia dai suoi nemici. -5° PARTE: l'ultima parte del testo riassume le qualità e le azioni del principe Aleksandr, definendolo un vero e proprio eroe. Viene sottolineato il suo coraggio, la sua giustizia e la sua devozione verso il suo popolo e la sua patria. In questa parte si conclude il ritratto del principe Aleksandr come un leader virtuoso e amato dal suo popolo.