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Estratto del documento

REGIONI

Laconia è una regione Spartana.

Nel Peloponneso abbiamo a sinistra la Messenia, dove Sparta si espande, poi vi è l'Achea a

settentrione, l'Elide sempre a sinistra.

Nella regione dell'Attica vi è Atene, sopra ad essa c'è la Beozia, regione di Tebe.

La Tessaglia è una zona marginale e considerata di barbari dai greci, così come la Macedonia.

Nell'VIII secolo, nelle città appena nate troviamo già delle tensioni che sfociano in forma di crisi

interne. I greci parlano di guerra civile: pólemos, si combatte solo in alcuni periodi all'anno, nella

stagione estiva (?). Parlano invece di stasis, quando la guerra civile viene svolta all’interno della

stessa città, spaccandola in due. Si tratta della cosa peggiore che può succedere per la città. I metodi

per evitare questa stasis sono i tirannidi, i legislatori o la colonizzazione.

PRIMA COLONIZZAZIONE

La colonizzazione è la più utilizzata: si cercano terre più fertili, e cibi che in Grecia non hanno

possibilità di crescere, come cereali. I greci inoltre cercavano territori occidentali di facile

conquista. Loro parlavano di “terre vuote”, e sono le terre che puntano.

Le spedizioni coloniali erano regolate dall'oracolo di Delphi: l'ecista veniva mandato a Delphi, dove

gli veniva detto dove andare a colonizzare con le benedizioni del dio Apollo.

Il santuario separava dori, ionici e achei in modo che ognuno avesse delle zone da colonizzare,

senza scontrarsi gli uni con gli altri.

La zona intorno a Delphi era incolta: era sacrilegio coltivare in quelle terre, dato che erano le terre

del dio Apollo. Le città vicino a Delphi, per controllare il santuario e proteggerlo, mandavano due

esponenti ciascuno. Nasce così la lega detta “Anfizionia”. Essi si occupavano anche dell’economia

e della politica del tempio, dato che era molto ricco.

I sacerdoti non facevano parte della lega. Il sacerdote infatti non è una persona religiosa, ma una

persona dotata di incarichi magistrali datigli dalla società. Viene spesso corrotto.

Il tempio si trovava su di una montagna, con una strada d'accesso tortuosa. Vicino al tempio vi era

un teatro per gare atletiche e poetiche, e uno stadio (per i greci lo stadio era una misura, l'unità che

gli atleti correvano). Importante personaggio nel santuario di Delphi era la Pizia, la sacerdotessa del

Dio Apollo: era una donna giovane, vergine, la quale aveva il potere di comunicare con gli dei,

parlando in una specie di trans.

Ovviamente il santuario non era l’unico esistente, vi sono anche altri templi, ma quello di Apollo

era uno tra i più importanti.

Nel VIII secolo, i greci vanno in Italia meridionale durante una seconda colonizzazione (per loro

corrispondeva solo alla punta dello stivale, fino all’Ismo di Squillace, e cioè all’incirca fino alla

Calabria) e, dato che già conoscevano il territorio attraverso i Micenei, per loro non è stata

un’operazione difficile.

La Sicilia, che non era considerata parte dell’Italia, era un’area privilegiata. Ci sono tre popoli

indigeni: nella zona centrale abbiamo i siculi e i sicani; fuori Palermo, gli eoli; a Palermo, i

cartaginesi. I cartaginesi inizialmente, fino al V sec., non danno problemi per la realizzazione della

colonizzazione greca. I siculi e i sicani si trasferiscono all'interno della Sicilia.

I greci, dopo aver indagato sul territorio dall’entroterra, riescono quindi a insediarsi facilmente sulle

coste, dato che a loro interessava il commercio.

Sono comunque i ricchi della popolazione greca che ottengo queste terre, diventando sempre più

ricchi, mentre i poveri diventano sempre più poveri. Questi strati iniziano a spingere per poter

raggiungere la carriera politica e un maggior potere e riconoscimento.

Con la colonizzazione si cerca di evitare questo problema: la città creava un bando coloniale per chi

voleva partecipare (a volte comunque è la città stessa che decide chi deve spostarsi); veniva

nominato un capo di questo bando, l'ecista, e chi voleva partecipava; una volta arrivati, veniva

controllato il territorio, costruite città, sparita la terra e le cariche, e così anche i poveri riuscivano a

ottenere terreno e potere.

Una volta trasferitosi nei territori conquistati, il greco diventa colone e perde la cittadinanza della

madrepatria (metropoli = che per i greci significava “città madre”). Si allontana dalla propria terra,

ma comunque non completamente: ci sarà sempre un rapporto di favori tra la Grecia e le proprie

colonie.

Solo gli uomini venivano mandati a colonizzare. Per quanto riguarda le donne, quando la situazione

si era pacifica venivano chiamate da casa, oppure venivano prese dalle popolazioni locali, come

esito di rapporti pacifici (come succede con i sicani, che vengono particolarmente ellenizzati) o di

ratti.

I greci infatti potevano essere pacifici o bellicosi verso le popolazioni locali, naturalmente ciò

dipendeva da come venivano accolti.

Le città che sono state più coinvolte nella colonizzazione greca sono state: Calcide e Eretria. Queste

due città erano già precedentemente in conflitto per le terre della fertile pianura di Lelanto. Calcide

ne sarebbe uscita vincitrice, ma le fonti divergono. Di ciò che è accaduto durante questo scontro non

si sa nulla, né di come si sono succedute le battaglie, quello che comunque è certo è che questa

lunga guerra incamminerà le due città verso il declino.

Anche i greci combatteranno contro queste due città per la conquista del territorio, ma alla fine

decidono di spostarsi e di espandersi altrove, verso l’area della Campania e, appunto, della Sicilia,

dove fondano le prime città ioniche.

All’espansione ionica, anche i dori rispondono con delle spedizioni coloniali e creano comunità

doriche verso lo stretto di Siracusa.

Anche gli achei (che poi sono greci, nomariaioesco) invece vanno verso la Sicilia (era un territorio

molto colonizzato).

In questo periodo non si hanno colonizzazioni esclusivamente in Italia, anche le popolazioni

asiatiche infatti partecipano alla colonizzazione ma soprattutto verso le zone del Mar Nero.

FONDAZIONE DI TARANTO -> guardare fonte

Mentre i greci e le altre popolazioni organizzano spedizioni per le colonizzazioni, gli spartani, nel

Peloponneso, non hanno bisogno di colonizzare dopo la conquista della Messenia.

Legata a questa conquista è la fondazione di Taranto:

Per la Messenia, vengono spediti tutti gli uomini di Sparta. Qui la battaglia dura decenni, e le donne

rimangono senza uomini. Di conseguenza non si hanno nuovi nati e non si ha un ricambio della

popolazione.

Da qui gli studiosi hanno fatto due ipotesi: secondo alcuni il re chiama in patria due uomini per

generare nuovi figli (ipotesi molto improbabile); e secondo altri nascono figli generati con gli

schiavi.

La seconda ipotesi sembra sia quella più possibile.

Quindi, dopo essere rimasti senza uomini, le donne spartane sposano gli schiavi e generano figli

illegittimi. La popolazione diventa così di mezzi schiavi e, dato che gli uomini spartani tornati dalla

guerra non li accettano, vengono mandati in esilio.

Questi figli vengono chiamati “Parteni”, letteralmente figli di donne vergini, effettivamente figli di

donne non legittimamente sposate, e senza nessun diritto.

Le fonti parlano di “Lacedemoni” per indicare gli uomini che non sono partiti per la guerra. Da qui

gli studiosi hanno ipotizzato parlassero degli schiavi, dato che tutti gli uomini spartani in periodo di

guerra vengono spediti per i combattimenti. Inoltre anche il fatto stesso che le fonti li chiamino così,

come a volerne nascondere le origini, ha fatto pensare gli studiosi.

In ogni caso, i lacedemoni a un certo punto cominciano a chiedere che gli siano riconosciuti gli

stessi diritti politici degli spartani. Ovviamente gli spartani rifiutano. Ne consegue l’organizzazione

di una congiura da parte dei lacedemoni che viene però facilmente sventata.

Dopo una prima persecuzione di questi figli, gli spartani, alla fine decidono di non continuare, dato

anche il fatto che i lacedemoni corrispondevano alla maggior parte della popolazione.

Alla fine Sparta sceglie un uomo, e organizza una spedizione militare per la fondazione di una

nuova città: Taranto. Questo gruppo di uomini scacciano le popolazioni cretesi insediate (gli

studiosi pensano si tratti dei micenei) e fondano la colonia.

CIRENE -> guardare fonte

È una colonia di Tera, odierna Santorini.

Verso il 639 a.C. il re di Tera si recò dall'isola fino a Delfi, portandosi un'ecatombe (un sacrificio di

100 buoi), per consultare l'oracolo su alcuni problemi. A quel tempo Tera subì una forte siccità,

mancando di precipitazioni per ben sette anni. La sua popolazione era in aumento e non poteva più

sostenere una ulteriore immigrazione.

Quando il re chiese il consiglio alla pizia, questa gli diede una risposta apparentemente senza senso:

gli disse che sarebbe dovuto andare in Libia a fondarvi una città, dietro suggerimento del dio

Apollo. Il re era troppo anziano per questo viaggio e incaricò un altro di andarci lui a suo nome. Il

problema era che nessuno dei due sapeva dove stesse la Libia.

Quando rientrarono a Tera, la siccità era peggiorata e la popolazione si trovava in gravi condizioni.

Il re inviò nuovamente a chiedere il responso dell'oracolo. La pizia ripeté lo stesso messaggio: per

ripristinare le loro fortune, dovevano andare in Libia a fondare una nuova colonia.

Vennero quindi inviati un gruppo di uomini a Creta per cercarvi qualche persona originaria della

Libia o qualcuno che ci fosse già stato. Il gruppo sbarcò e incontrò un pescatore, che spiegò loro di

essere stato una volta spinto fuori rotta ed essere sbarcato su un'isola al largo delle coste libiche.

I terasi pagarono il pescatore perché tornasse con loro a Tera e poco dopo salparono verso la Libia.

Sbarcati nell'isola, i terasi tornarono in patria per portarvi la buona notizia di aver trovato la Libia.

Gli abitanti di Tera, dopo aver appreso le novità dal gruppo esplorativo, decisero di inviare una

nuova spedizione con persone rappresentative di ciascuno delle sette città di Tera, estratti a sorte.

Quando il gruppo giunse in vista della costa dell’isola, non riuscì a decidere ove sbarcare e ordinò

di rientrare a Tera, ma qui, al loro ritorno, gli abitanti si rifiutarono di accoglierli e li costrinsero a

tornare da dove erano venuti.

Quindi tornarono una seconda volta sulle coste libiche, ove rimasero per due anni, incapaci però di

stabilirvisi. Lasciando una persona sull'isola, essi tornarono a Delfi a consultare nuovamente

l'oracolo circ

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Publisher
A.A. 2016-2017
30 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher b_hily994 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della civiltà greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bianco Elisabetta.