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Isagora ottiene l’aiuto degli Spartani, che hanno interesse ad inglobare Atene.
Clistene è cosi costretto ad abbandonare la città. Cleomene si accinge a rimettere Isagora al potere
è costretto a rifugiarsi sull’Acropoli con Isagora.
ma il demos si ribella e Cleomene
Clistene fa ritorno ad Atene e completa la riforma.
Clistene e le riforme
- Clistene ha dato vita alla prima esperienza democratica in Grecia.
dell’Attica, allo scopo di
- Introduce una nuova organizzazione territoriale e amministrativa
assicurare uguali diritti di partecipazione a tutti i cittadini e di ridimensionare le grandi
famiglie aristocratiche:
Organizzazione territoriale:
- Articola la cittadinanza in dieci tribù territoriali
Divide l’Attica in 3 grandi
- aree (equivalenti per popolazione), il centro urbano (asty), la
fascia costiera (paralìa) e l’interno (mesògaia).
- I villaggi vengono suddivisi in trittie (10 x costa, 10x città, 10 x interno).
- Ogni tribù è formata da una trittia cittadina, una costiera e una interna.
- Crea 140 demi, ossia i più piccoli distretti in cui si articolano le tribù.
- Per inserirsi nella comunità civica è necessario iscriversi ad un demo.
- Ogni demo ha una propria assemblea e un proprio magistrato, il demarco.
- Istituisce una boulé di 500 membri, 50 per ogni tribù.
Vengono votati 10 arconti, uno per ogni tribù, il decimo era l’arconte segretario.
-
- Ogni anno ciascuna delle dieci tribù a turno detiene la funzione di presidenza per un periodo
di 36 giorni (pritania) e ogni giorno sorteggiano un presidente (epistates) che per 24 ore
rappresenta la massima autorità politica dello Stato Ateniese. (la conseguenza è una più
frequente e regolare periodicità delle riunioni dell’assemblea.
Si utilizza per l’assemblea una sede fissa, la Pnice
- introduce la procedura dell’ostracismo. Gli Ateniesi si riuniscono nell’agorà, sotto la
- Si
presidenza degli arconti, dove scrivevano su un coccio di vaso (ostrakon) il nome di un
personaggio che ritiene opportuno allontanare dalla polis. Se raggiunge il quorum di 6000
votanti questa persona deve lasciare l’Attica per 10 anni. Questa misura è finalizzata a
evitare il rischio di una nuova tirannide. Sarà utilizzato come strumento di lotta politica.
La fine del VI secolo
Dopo le riforme di Clistene pende di nuovo la minaccia degli Spartani e di Isagora. La polis allora
chiede cerca l’alleanza con l’impero persiano nel 508.
Nel 506 Atene venne attaccata contemporaneamente da Beoti e Calcidesi mentre una lega
peloponnesiaca comandata dai re spartani Cleomene e Demarato, penetra nel territorio. A salvare la
polis sono le divisioni insorte nello schieramento Peloponnesiaco come i Corinzi, che intervengono
obbligando la lega a ritirarsi. Beoti e Calcidesi vengono clamorosamente sconfitti in due battaglie
distinte. Ai Calcidesi viene sottratta una porzione di territorio che Atene utilizzò per insediarvi uno
stanziamento coloniale, dando vita ad un particolare tipo di colonia, la cleruchia. Un insediamento
con finalità di controllo militare.
L’IMPERO PERSIANO e i greci d’Asia
Verso la metà del VI secolo vediamo la presenza del dinasta persiano Ciro il Grande, che, alla guida
dei Persiani, una popolazione di lingua indoeuropea stanziata nella regione del Fars (iran sud-
occidentale), intraprende una vigorosa espansione militare, riuscendo a prevalere su Lidi e
Babilonesi. In poco più di un decennio crea un impero di dimensioni gigantesche.
Il figlio Cambise lo amplierà ulteriormente annettendo l’Egitto, e raggiungerà la sua massima
espansione con il terzo sovrano, Dario I, fondatore della dinastia degli Achemenidi.
Prerogativa dei Persiani sarà la moderazione con la quale sono trattati i vari popoli inglobati
nell’impero.
Già prima dell’arrivo dei Persiani, i Greci d’Asia avevano difficoltà con le tendenze
espansionistiche della vicina Lidia. Appunto con Creso, ultimo discendente della dinastia di Lidia,
le polis entrano a far parte del regno.
Non può considerarsi completamente negativa la sottomissione alla Lidia, tanto che quando Ciro
propose ai Greci d’Asia di ribellarsi al dominio Lidio, loro non raccolsero l’invito. Dopo la sconfitta
di Creso, contro il re persiano, nel 547/546, i Greci dovettero fare i conti con la loro scelta di non
ribellarsi ai Lidi, persero cosi le condizioni di cui godevano prima (mantenuti solo da Mileto).
Organizzarono la resistenza, chiedendo aiuto agli Spartani alla lega ionica, che risultò vana. Alla
sottomissione di Ciro alcuni ,come gli abitanti di Focea e di Teo, decisero di abbandonare le città e
recarsi i primi in Occidenti e gli altri in Tracia.
Con l’arrivo del terzo monarca, Dario I, le conseguenze della conquista si fanno più pesanti. Prima
di tutto anche le comunità greche vengono coinvolte nella riorganizzazione amministrativa e fiscale
e sono obbligate a versare un regolare e pesante contributo monetario. Dario favorisce o impone la
presenza al potere delle città di filopersiani assicurandosi cosi una rete di tiranni a lui fedeli.
Istituisce le satrapie, ossia le 20 circoscrizioni in cui si suddivide l’Impero, con a capo di ognuna un
tiranno filopersiano detto satrapo. Crea anche un gruppo di ispettori, detti gli occhi del re, che
provvedono a tenere sotto controllo l’operato dei satrapi.
La rivolta ionica
Nel 499/498 ha inizio la cosiddetta rivolta ionica, la prima insurrezione delle poleis microasiatiche
contro il dominio persiano.
A Nasso nascono contrasti di un gruppo di democratici che riescono a cacciare gli aristocratici dalla
città. Questo gruppo di esiliati chiede aiuto ad Aristagora, tiranno di Mileto, per riprendere la città.
Aristagora chiede l’aiuto militare di Artaferne, satrapo di Sardi, capoluogo di Lidia, convincendolo
che da Nasso poi sarebbe stato facile arrivare in Grecia. Artaferne accetta ma per colpa di contrasti
tra i due la spedizione fallisce.
Aristagora allora, depone la tirannide e si fa promotore di una rivolta contro i persiani per la
liberazione dei greci d’Asia.
Chiede aiuto alle città più potenti della Grecia, per prima Sparta. (Erodoto) Cleomene, re di Sparta,
gli dice di aspettare 3 giorni per la risposta, alla fine declina l’offerta, in quanto non conveniente per
gli Spartani che dovrebbero fare un viaggio molto lungo. Aristagora promette tanti soldi, si infiltra
in camera sua per supplicarlo, fino a quando la figlia di Cleomene (di 8 anni) consiglia il padre di
andarsene e non ascoltarlo.
Aristagora si reca allora ad Atene e parla all’assemblea cittadina (Erodoto dice che è più facile
convincere molti anziché pochi). Riesce a convincere gli Ateniesi che inviano un contingente di 20
navi più 5 dell’Eretria.
I primi anni sembrano favorevoli perché i persiani non prendono molto sul serio questa rivolta.
Questi ultimi poi si appoggiano alle flotte fenicie e i Greci si ritirano lasciando gli Ioni da soli.
Ma al ritiro ateniese fa riscontro un allargamento della rivolta. Aderiscono anche le poleis
dell’Ellesponto e quelle della Caria e Cipro. È contro Cipro, in quanto di notevole importanza
strategica, che si dirige la controffensiva persiana. Cipro viene assediata per 4 mesi e si pone fine
all’esperienza insurrezionale dell’isola.
Nel 494, i persiani puntano direttamente al centro dell’insurrezione, Mileto. In una riunione nel
santuario federale del Panionio, gli Ioni decidono di abbandonare l’insurrezione e lasciare Mileto da
sola.
Mileto viene assediata e conquistata. La città viene completamente distrutta e i cittadini massacrati
o deportati e resi schiavi.
Aneddoti raccontano che Dario assunse un servo che ogni giorno a pranzo gli dicesse “ricordati
degli Ateniesi”.
Dopo questa rivolta, il mondo greco diventa oggetto privilegiato delle mire espansionistiche di
Dario.
Le guerre greco-persiane
Nel 492 Dario invia una spedizione verso l’Occidente ma giunti verso Athos, una tempesta fermò le
flotte costringendole al ritiro.
Nel 491 prepara una vera e propria spedizione contro Atene ed Eretria, ed invia nel contempo
ambasciatori nelle polis greche a chiedere “acqua e terra”, ossia il riconoscimento formale della sua
autorità.
Molte città, soprattutto quelle insulari, si piegano subito alla sua volontà.
Diversa è la reazione di Atene, grazie all’opposizione di Milziade.
Nel 490 i persiani capitanati da Dati, puntano alle Cicladi, devastano Nasso e, giunti in Eubea,
puniscono Eretria dandole fuoco. Qui è chiaro lo scopo punitivo della missione.
Su consiglio di Ippia, i persiani sbarcano in una località dell’Attica nordorientale, la piana di
Maratona. Gli ateniesi, a differenza degli Eretriesi, su consiglio di Milziade, decidono di non
aspettare il nemico in città, ma di andargli incontro. Nel frattempo inviano una pressante richiesta di
aiuto agli Spartani che però sono impegnati nella celebrazione delle Carnee.
Nel settembre 490 ha luogo una memorabile battaglia, dove con le sue capacità strategiche,
Milziade costringe i persiani a ritirarsi.
Abbandonata Maratona, Dati si affretta con la flotta a dirigersi verso il porto del Falero con
l’intenzione di attaccare di sorpresa la città prima del ritorno dell’esercito. La tempestività di
far schierare l’esercito in difesa della città e i Persiani, non ancora sbarcati,
Milziade però riesce a
sono costretti a invertire la rotta e ritornare in Asia.
Gli Spartani arrivano solo dopo sul campo.
La vittoria conseguita a Maratona è per Atene un evento di considerevole rilievo.
Per i persiani invece non è una sconfitta di grande significato, in quanto comunque hanno
conquistato le Cicladi e hanno punito l’Eretria. La battaglia ha l’effetto di rafforzare ulteriormente i
propositi persiani di vendetta verso la polis.
Dopo Maratona
Il periodo successivo alla battaglia di Maratona è per Atene è una fase piuttosto turbolenta
politicamente. contro l’isola di Paro, che aveva parteggiato per i Persiani.
Nel 489 Milziade parte in una spedizione
Non riuscendo nella missione fu processato ma mori poco dopo per una ferita.
Una volta morto Milziade, gli Alcmeonidi trovano un nuovo temibile avversario in Temistocle,
della famiglia dei Licomidi, che riesce a conquistarsi il consenso del demos.
All’ascesa di Temistocle sono connesse due importanti iniziative di cui lui probabilmente ne è
promotore:
- una riforma del 487/486 che prevede la modifica del sistema di designazione degli arconti,
la carica perde di valore
- Nel 483/482 Temistocle propone di utilizza