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ME, che richiama all’51° sermone di Leone Magno in cui si riconosceva come
Cristo fosse stato generato della stessa sostanza del padre e non con una
materia differenze o adottato (concetti ribaditi nel Credo creato da Costantino
contro l’arianesimo): quest’immagine doveva rappresentare la forza romana
imperiale secondo caso è la raffigurazione romantica di Johann Heinrch Fussli
(1741-1825), che rappresenta un artista piangere
appoggiato al basamento del piede di Costantino
affiancato dalla mano: si ha il romanticismo per la
rappresentazione delle rovine nel paesaggio e la
partecipazione emotiva dell’artista, che riconosce come
non sia possibile raggiungere la bellezza e perfezione di
queste costruzioni con l’arte moderna; molti artisti però
vi tentavano, raggiungendo Roma, che nel 1700 diventa uno stato sempre più
arretrato e regionale per la scelta di papi solo romani (delle grandi famiglie),
attraverso il Grand Tour, dato che Goethe la descrive prima della rivoluzione
francese come capitale del mondo= a rompere l’idillio del neoclassicismo e la
formazione degli stati e lingue nazionali è il romanticismo, che porta alla
cessazione delle divisioni tra popoli+ L’immagine viene ripresa nella copertina
dell’Atlante di Roma Antica di Candini, poi sostituita con la fotografia di
Rauchemberg che presenta la mano con affianco uno dei più importanti artisti
del 900 americano Cy Twomby, mostrando tutta Roma concentrata nella mano
di Costantino (manifesto di una mostra della Fondazione Prada del 2015)
Sarcofago di Santa Maria Antiqua: si tratta di una chiesa alle pendici della
vale alla cui sommità, su un alzato di 30m dell’epoca di Domiziano, si trova il
Colle palatino, sede dei papi e imperatori fino al Giovanni VII; in essa si avevano
3 ambienti collegati da una rampa di servizio che porta dalla piazza pubblica,
nella vale, fino ai palazzi del Colle: la chiesa presenta una parte esterna ed una
interna, in cui venne ritrovato il sarcofago grazie all’azione di Giacomo Boni del
1901, che distrusse la soprastante chiesa di Santa Maria Inferni/Santa Maria
Libera Nos del 600 barocco e recuperò le reliquie della precedente= in
particolare il sarcofago, che avendo una decorazione solo nelle parti frontali e
laterali doveva essere stato collocato in un archivolto, ma poi venne spostato
nell’aula, poi nel lato del palatino in Santa Francesca Romana o Santa Maria
Nova (le ultime collocazioni dei sarcofagi sono sempre le 3/4° disposizioni per il
loro spostamento durante la storia),
poiché la chiesa di Santa Maria antiqua
dopo la ridipintura del VI/IX sec venne
abbandonata per le frane+ si ipotizza
che ebbe anche la funzione di fontana
per il foro per lo scarico presente in
basso tra i 7 sarcofagi trovati nel
pavimento questo presenta il primo esempio di un sarcofago con iconografia
cristiana definita, ovvero nell’immagine del battesimo, collocandosi
cronologicamente nel periodo di transizione che portò alla formazione
dell’iconografia cristiana, la II° metà del III sec, in particolare il 260/70= nella
facciata centrale si ha una grande scena che comincia con la raffigurazione di
parte di una Nave, un giovane sdraiato a terra sotto un pergolato con linea
obliqua (fa pensare che venne riadattato da una precedente iconografia) sui cui
si ponevano zucchine ora scomparse: si ha la raffigurazione cristiana di Giona,
profeta minore che fu ingoiato e sputato su una spiaggia, come qui si presenta,
da un pistrice marino; infatti nella parte sinistra si ha all’estremità Poseidon che
genera il mare e la rappresentazione di lui che viene lanciato dalla nave= la
figura avrebbe anche potuto rappresentare Endimione, giovane della bitinia
(vicino alla Marmara) che venne addormentato per sempre da Zeus
(ricollegandosi al mito della resurrezione/giorno del giudizio) per essere
guardato ogni notte dalla dea della luna Selene, innamorata di lui, che fece
creare a tal fine tutti i suoi templi senza tetto+ in questo caso per il mostro
sostituisce le rappresentazioni di Zeus e della Notte, si identifica come il profeta
(iconografia fissa fino al neoclassicismo: dimostrazione nel dipinto di Girodet
Troson del 1791) dando inizio alla narrazione cristiana
Il sarcofago infatti raccoglie in sé tutte le figure che davano nome a tipologie di
sarcofagi (Endimione-Orante-Buon Pastore): le botteghe non portarono
inizialmente ad una cristianizzazione dei sarcofagi ma presentarono soggetti
anfibi cui la popolazione cristiana si sarebbe adattate,
rimanendo su soggetti semplici nel caso delle classi basse e
classicheggianti per quelle alte; in ogni caso presentarono un
ritorno al Mos Mairum attraverso l’esaltazione della famiglia
e l’abolizione della sessualità delle raffigurazioni greche=
essendo i sarcofagi familiari si ipotizza che in questo caso
appartenga ad una coppia, ovvero le due figure incorniciate
dalle architetture vegetali date dai tronchi appena dopo
Giona (non avevano volti caratterizzati dato che venivano
venduti con volti da scolpire per incidervi le immagini dei
committenti): la moglie è rappresentata nell’Orante, figura
identificata con la Pietas, che dall’epoca paleocristiana sarà
anche maschile, qui posta con un corpo realizzato tramite
forme geometriche sotto la veste panneggiata+ accanto a lei si pone il marito
nelle forme del Filosofo, ovvero colui che per la sua cultura rifiuta i vizi della
società e il suo lusso, presentandosi come figura semplice e con vesti scarne
(spesso petto nudo); incarna la figura di Cristo sia per la metafora della rinuncia
al corpo per la scelta dell’anima sia per l’atto dell’enunciazione delle proprie
teorie, che lo rendo pari ad un Cristo in atto di predicare (mantello in porpora
rosso): il fatto che legga è tipico dell’epoca (passaggio al libro a pagine nel III/IV
sec) ma non il fatto che stia su una sedia, dato che erano riservate a grandi
sacerdoti-imperatori in pubblico, essendo quindi identificato in un maestro come
Platone e Aristotele (ricondotti al culto cristiano) figura successiva è quella
anfibia del Buon Pastore: si tratta della rappresentazione delle delizie della
campagna e della sublimazione delle attività rurali nel mondo pagano, mentre
in quello cristiano, come si mostra nel Cubicolo della Velata, si tratta della
personificazione di Cristo (seconda nel sarcofago dopo Giona: resurrezione per i
3 giorni dentro il pesce) che va a raccogliere la pecorella smarrita del suo
gregge, il popolo cristiano= unico soggetto davvero cristiano è quello del
Battesimo, anche se vi erano molti battesimi e cene nella pittura cimiteriale
dato che erano elementi tipici della tradizione pagana leggibili con significato
cristiano (lavaggio dell’anima): in questo caso si contravviene alle scritture
presentando il battista come anziano dio classico, Cristo come un bambino in un
nudo classico, dando connotazione cristiana per mezzo della colomba dello
spirito santo+ sulla destra si
aggiungono due pastori che riparano
le reti sopra un giordano reso con
movimento ondulatorio dalla tecnica
al trapano
Sarcofago di Giunio Basso : si
tratta del Prefetto Urbis e figlio di un
console, che sarà a sua volta console
nel 358/9; il suo appartenere alla
classe più alta della società romana viene rappresentato dalla collocazione del
sarcofago nel Tesoro di san Pietro, ma anche dalla raffigurazione dell’impaginato
della fronte del sarcofago (unica realizzata: doveva essere posto in un’edicola
stretta) con trattamento minuzioso nel dettaglio: si ha infatti una divisione
architettonica del fronte tramite un piano di separazione in due registri, a loro
volta divisi in 5 formelle per paino da colonne con capitelli corinzi (reggono un
architrave al piano superiore ed archi a tutto sesto-timpani in quello inferiore)
richiamando la struttura della Biblioteca di Celso ad Efeso: il piano superiore è
più semplice e leggero, e presenta con quello inferiore delle scene del Nuovo ed
Antico Testamento che sono legate da precise corrispondenze simboliche-
allusive in richiamo a rapporti simbolici e sottigliezze teologiche del tempo oggi
incomprensibili (non si conoscono riti prima del consolidamento romano né le
strutture degli edifici sopraterreni, portandoci a non comprendere citazioni nelle
opere) nella fascia alta si hanno le raffigurazioni del Sacrificio di Abramo,
Arresto di Pietro, Cristo in maestà, Arresto di Cristo, Giudizio di Pilato, mentre in
quello inferiore si ha Giobbe e la Moglie, Adamo ed Eva, Ingresso di Cristo a
Gerusalemme, Daniele e i Leone, martirio di Paolo= il sarcofago non è attribuito
ad una copia di coniugi poiché non sono rappresentati, ma si ha la creazione di
una immagine maiestatica con la parte centrale; non si tratta di un’immagine
convenzionale per l’epoca poiché l’imperatore era ancora pontefice Massimo
(abbandona il titolo solo Graziano nel 370, lasciando al Vescovo di Roma il
controllo del culto nell’impero)
Al centro si ha la rappresentazione del Cristo in Maestà: raffigurazione tipica del
periodo, che assume in questo caso la connotazione di centro dell’universo della
rappresentazione, e si presenta secondo l’iconografia tardo antica che lega
Cristo con temi rappresentazione pagana: si ha infatti la presentazione di Cristo
come Signore del Cosmo (tipica iconografia del tempo: a volte possedeva in
mano un globo con sopra la sua figura, al pari di una Nike, mostrandosi come
governatore del globo), che si pone assiso su un trono montante (forse con
aggiunte in porfido) con le semplici di tunica e pallio drappeggiato, sotto il
suppedaneo di costruzione complessa e classica (in contrasto con le vesti) si
presenta la figura di Atlante, dio in grado di reggere il cosmo della tradizione
classica, che regge tra le mani la volta celeste, rappresentata secondo
l’iconografia bizantina/medievale del Velum (sempre presentato addosso alla
notte ma anche cifra per la caratterizzazione di interni)+ è affiancato da due
figure che vengono identificate come Pietro e Paolo: si tratta di colui che ha
continuato l’opera di Cristo, come pastore fondatore della dottrina della chiesa,
e colui che invece l’ha trasmessa ai gentili, come dottore, innervando la
dottrina; non sono sempre in accordo (come mostrano i dissidi nel I sec a Roma
in cui Paolo scompare subito) ma sono sempre affiancati a Cristo, in questo caso
con in mano un documento e forse con l’altra consegnava a Pietro le chiavi per
sciogliere e legare, come pilastri del suo culto (Paolo più lodato in oriente e
Pietro in occidente: le loro doti si dovrebbero sommare nel papa), l’iconografia
di Pietro è subito stabilizzata mentre quella di Paolo passa da vecchio c