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Maniera
Firenze
Fra Bartolomeo realizzò pale di profondo trasporto religioso
Andrea Del Sarto fa un sapiente uso dello sfumato leonardesco, e delle pose naturali e armoniose
tipiche di Raffaello
Madonna delle Arpie, in cui la pacatezza del suo stile si carica di una certa inquietudine. Lo si nota
nelle pose avvitate dei due santi, nell’espressione tesa e preoccupata di San Francesco e nella
curiosa iconografia dei mostruosi animali sul piedistallo della Vergine
Piero di Cosimo raggiunge rispetto agli altri artisti un effetto di più esplicita inquietudine
Perseo libera Andromeda, qui l’inquietudine si coglie nell’agitarsi delle figure in primo piano e in
alcuni dettagli bizzarri e inverosimili, come la duplicazione della figura del protagonista (in volo e in
atto di decapitare il drago) e i fantasiosi strumenti musicali
Rosso Fiorentino, un autore rivoluzionario
Bambino e i santi, opera che fu rifiutata dal committente in quanto i santi hanno un’aria crudele,
sembrano più demoni che santi, sensazione accentuata dalla spigolosità dei volti e dalla deformità
dei personaggi, quasi grotteschi
Deposizione, in cui le figure sono disposte in linee spezzate. La scena si articola in verticale, su un
solo piano senza scalare in profondità. I personaggi si allungano innaturalmente e sono colti in
pose acrobatiche. Le espressioni deformate creano effetti quasi caricaturali, quasi come se i visi
fossero intagliati nel legno
Roma
Giulio Romano, emerse tra gli allievi di Raffaello
Discorso di Costantino, in cui rielabora la maniera del maestro, con effetti enfatici e spettacolari,
ottenuta accentuando la gestualità e le espressioni dei personaggi. Manieristica è anche
l’introduzione di un nano grottesco che sdrammatizza la solennità dell’azione
Palazzo Te, Mantova, che si inspira fedelmente alle descrizioni delle ville romane. Nella Sala dei
Giganti è affrescata La Caduta dei Giganti, con figure enormi e deformate e con un finto crollo di
architetture, producono sull’osservatore, disorientato dal forte dinamismo, la sensazione di
soccombere sotto le rovine
Parmigianino, uno degli artisti più raffinati del Cinquecento che si era formato della bottega di
Correggio
Autoritratto, dipinto su una tavola convessa a simulare uno specchio
Visione di san Girolamo, in cui l’accentuato allungamento delle forme creano un effetto di
sofisticata raffinatezza. Imprime un movimento rotatorio al dipinto che parte dal gesto del santo e si
conclude nella raffinata posa di Gesù
Madonna dal collo lungo, Bologna, incompiuta. Si incarna un ideale di grazia e di bellezza
artificiale, data dall’allungamento delle figure e dai pieni fluttuanti, non saldi a terra
La scuola di Fontainebleau
Con Francesco I si ebbe un vero e proprio programma di italianizzazione dell’arte
Residenza di questo nuovo mecenatismo il Castello di Fontainebleau, in Francia
Qui vennero chiamati italiani come Rosso Fiorentino e Francesco Primaticcio
Nasce qui la cosiddetta scuola di Fontainebleau, uno dei più fertili centri di diffusione del gusto
manieristico in Europa
Il primo risultato di questa collaborazione fu la Galleria di Francesco I
Ulisse e Penelope, di Francesco Primaticcio, in cui le figure seminude hanno incarnati morbidissimi
e proporzioni allungate, con un effetto quasi di erotismo.
Firenze (seconda stagione)
Pontormo si impegnò nella decorazione della Cappella Capponi a Santa Felicita
Trasporto di Cristo al sepolcro, in cui le pose serpentine sono di origine michelangiolesca. Le
figure sono dipinte con tinte pastello e quasi prive di chiaroscuro
Bronzino, principale allievo di Pontormo
Passaggio del Mar Rosso, in cui paragona Cosimo I a Mosè nell’atto di salvare il suo popolo
dall’esercito nemica. I corpi sono muscolosi e contorti secondo l’estetica della figura serpentinata
michelangiolesca, mentre lo sfumato con cui è reso il chiaroscuro è un omaggio a Leonardo. Tipici
di Bronzino sono i colori freddi.
Ritratto di Eleonora da Toledo con il figlio Giovanni, riprodotti in atteggiamenti aristocratici che
sembrano bloccarli al di fuori del tempo L’espressione della donna è fredda e distaccata e
contrasta con il più spontaneo sorriso del figlioletto
Venere e Cupido, in cui vi è un complesso sistema di simboli. Il Tempo ricopre tutto con un velo, la
Gelosia urlante, l’Inganno, personaggio mostruoso dal volto di bambina, corpo di rettile e zampe
da leone. Il tutto è risolto da un erotismo morbido e non volgare. Le pose sono contorte e
articolate, inspirate a Michelangelo
Francesco Salviati, che lavorò a Palazzo Vecchio
Storie di Camillo, in cui le eleganti figure sono impostate secondo l’esempio della figura
serpentinata, dipinte con colori vivaci
Benvenuto Cellini, realizza la statua di Perseo in Piazza di Signoria, giovane eroe della mitologia
greca raffigurato nell’atto di esibire la mostruosa testa decapitata della Medusa. Si inspira alla
scuola di Fontainebleau nella figura sinuosa, esile ed elegante.
Giambologna, fiammingo giunto in Italia e assimilato alla cultura fiorentina
Mercurio, sono negati ii principi della monumentalità michelangiolesca: la figura non è più possente
e bloccata, le forme diventano agili, atletiche, avvitate in un moto ascensionale da un’energica
spinta.
Ratto delle Sabine, un gruppo gigantesco di tre figure, collegate tra loro mediante le pose, che
vanno osservate da più punti di vista, non c’è più come in Michelangelo un unico punto di vista di
frontale, ma un movimento concitato e travolgente che costringe lo spettatore a girare intorno
all’opera.
Roma (seconda stagione)
Jacopino del Conte, che non ha eccessi di stilizzazione rispetto agli artisti precedenti, mancano le
figure allungate e gli elementi ironici e bizzarri
Predica del Battista, in cui concilia la monumentalità e la figura serpentinata di Michelangelo con la
grazia di Raffaello
Perin del Vaga, propone la sintesi delle contrastanti eredità di Michelangelo e Raffaello, unendo la
grazia di Raffaello con la monumentalità di Michelangelo
Pellegrino Tibaldi, allievo di Perin del Vaga
Storie di Ulisse, affreschi di Palazzo Poggi a Bologna, in cui gesti e posture appaiono volutamente
eccessive, come la figura del gigante Polifemo, la cui posa aggrovigliata riprende quelle delle
figure michelangiolesche, ma senza la sua solennità. Qui si passa alla presa in giro del
personaggio mitologico.
Villa Giulia, composta da vari autori, residenza di papa Giulio III. Caratteristica peculiare
dell’edificio è la contrapposizione asimmetrica tra l’austera facciata rettilinea e il mosso sviluppo
degli spazi interni. Questi si articolano in due cortili, sul primo dei quali si affaccia una fonte
semicircolare con un prezioso portico completamente affrescato.
Pirro Logorio, architetto
Villa d’Este, a Tivoli, commissionato dal cardinale Ippolito d’Este, ricco di fontane, giochi d’acqua,
viali alberati e padiglioni ornati di mosaici e statue
Jacopo Barozzi, architetto
Il palazzo di Caprarola, commissionata dalla famiglia dei Farnese, presso Viterbo, concepita come
un’enorme fortezza pentagonale, in cui si inscrive un cortile rotondo. Il palazzo fu collegato al
nucleo abitato con un sistema a scalinate, riservando la parte di dietro a un enorme parco
all’italiana, ornata da gigantesche statue di draghi, mostri, animali mitologici.
Controriforma
Agli inizi del Cinquecento con Martin Lutero si era dato inizio allo Scisma protestante, provocando
una frattura tra l’Europa Settentrionale, che aveva aderito alla Riforma luterana e l’Europa
meridionale che era rimasta fedele al cattolicesimo romano
La frattura divenne insanabile con il Concilio di Trento del 1545 che sancì ufficialmente lo scisma
Fu istituito il Tribunale dell’Inquisizione per punire ogni forma di infiltrazione dei protestanti nel
mondo cattolico e per riaffermare la moralità cattolica
Anche l’arte fu interessata da un rigido controllo, che causò il crollo del Manierismo
L’arte sacra doveva ispirare il raccoglimento e la preghiera senza virtuosismi stilistici o elementi
decorativi superflui
Italia Centrale
Angeli che recano i simboli della Passione, Roma, di Giuseppe Valeriano e Gaspare Celio, che
appare semplice e comprensibile al primo sguardo, fatta di poche figure intente a sorreggere la
grande torre. Essa è il perno centrale del dipinto ed è messa in risalto dal convergere di linee
diagonali delle gambe e delle braccia dei personaggi
Chiesa del Gesù, Roma, di Giacomo della Porta, in cui la facciata si articola su due ordini, quello
superiore risulta più alto e il divario tra i due piani è compensato da una coppia di grandi volute di
raccordo. Gli elementi decorativi sono ridotti al minimo, raggiungendo un effetto solenne, severo e
quasi ascetico.
Barocci, pittore perugino, la cui arte si connota per un’espressione spontanea e diretta dei
sentimenti umani, capace di coinvolgere lo spettatore. La carica espressiva dei sentimenti si
stempera in delicati effetti di sfumato
La Deposizione, in cui si può notare una morbidezza dei trapassi chiaroscurali e l’abilità di
esprimere i sentimenti umani in maniera dolce
Madonna del Popolo, Arezzo, in cui l’artista ha saputo creare un vasto repertorio di personaggi in
atteggiamenti allegri e vivaci, trasferendo un’idea di gioiosa religiosità
Lombardia
Giovanni Battista Moroni, i cui dipinti sono perfettamente aderenti agli ideali della Controriforma,
rappresentando la massima semplicità compositiva, e ritraendo persone umili
Crocifisso con ii santi Bernardino e Francesco, molto semplice, tendente al monocromo, tutto
giocato sul legame devozionale che unisce i santi all’immobile Cristo in croce, colpito da un vento
soprannaturale che gonfia contro il cielo il panno che lo copre.
Sarto, raffigurato in un momento di pausa lavoro
Fratelli Campi, naturali fino all’essenzialità
Decollazione di san Giovanni Battista, eseguita da Antonio. Semplice, con poche figure, contro un
tenebroso sfondo nero. La violenza espressiva verrà successivamente ripresa da Caravaggio
Venezia
Tintoretto si formò a Venezia, sotto la guida di Tiziano, il quale apprese dal maestro la brillantezza
delle gamme cromatiche e il gusto per una superficie pittorica mossa, effetto della stesura del
colore direttamente su tela, senza disegno preparatorio.
Si ispirò anche a Michelangelo, nelle pose artificiose dei suoi soggetti
Miracolo di San Marco, in cui l’azione si svolge in uno spazio simile a un palcoscenico, delimitato
da quinte architettoniche, sul quale la posizione dei personaggi su due diagonali focalizza
l’attenzione sul primo piano, dove giace il corpo dello schiavo liberato